Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta amore. Mostra tutti i post

27 mag 2020

Nel giardino di Hermes di Alessandra Prospero: l'anima in viaggio








Nel giardino di Hermes” è la recente pubblicazione poetica della scrittrice e giornalista Alessandra Prospero, edita per la collana Criselefantina dalla Daimon Edizioni, casa editrice da lei fondata e diretta. Simbolico ed evocativo il titolo della silloge che coinvolge Hermes, la divinità mitologica messaggera per eccellenza nonché dio dei poeti e, come mediatore fra il cielo e la terra, garanzia di forza elevatrice. Il giardino, specchio di una realtà interiore, è energia e percorso di consapevolezza oltre i cinque sensi ove la poesia, come un mantra, libera l’anima e illumina il significato di ogni percezione e sentimento. È qui che la poetessa si pone in ascolto, si prende cura di se stessa e delle emozioni e il suo canto-visione si trasforma in un luogo di guarigione attraverso la parola poetica “Qui trovo la Poesia della Sera [,] / quegli aromi che solo Tu/ sai ripescare dall’oblio/ […] perché Tu sei strumento umano/trascendente e divino”, in sottile intimità e contemplazione dell’amore in ogni suo risvolto, universale e personale. L’ispirazione si traduce in una creatività permeata dallo spirito e dalla materia, contrapposti in una ricerca di luce e di calore umano, a distinguere un sentimento tortuoso seppure così naturale e spontaneo “Amore risiede/ove umana debolezza/assurge/a divina vicinanza [,] / nell’Empireo delle fragilità [,] / illuminate da un unisono”.
Nel susseguirsi di momenti tra certezze e ambivalenze, ogni sensazione fortemente affrontata e sofferta è finalizzata a raggiungere e mantenere una condizione di equilibrio, tra errori del passato e prospettive future. Uno smaltato incanto dell’amore percorso da un sottile velo di tristezza, ci viene apertamente incontro, ogni verso sottolinea l’attrazione di un sentimento unico che appaga e ferisce a un tempo, è “eraclea ostinazione”, desiderio e coinvolgimento ma anche fragilità nella ricerca di dolcezza e purezza “Ho passi fermi/ sul tuo marciapiede di meringa […]”, rimane sospeso in aria tra passato e presente, tra cielo e terra “[…]sul ponte tibetano/ del tuo avvicinamento” in attesa di una netta conclusione che sia finalmente conquista verso una stabilità quale “amata meta”.
Una poesia polisemica, ricca di allusioni, analogie simboliche e tautogrammi, una misura d’arte fatta di intimo equilibrio e di saggezza in una limpidezza di espressione alternata con forme dubitative che accrescono il senso dell’incerto e dell’irreale. La grazia lieve ed elegante di una raffinata sensualità s’intreccia con un sorridente e garbato scetticismo che tempera il dubbio, la sospensione dell’animo e della menteLasciar andare/ Cospargere l’anima di oli essenziali/ e attendere che ciò che essenziale non è/scivoli via”. Lo stile, caratterizzato da una morfologia flessiva molto aggettivata e un’originale semantica lessicale, denota una profonda conoscenza linguistica nonché una notevole esperienza dei classici. Il verso è plasmato dal suono di una voce intensa e calda e ci arriva sotto forma di dignitosa emozione, tra carne e spirito, eternità e intimità, alleanza tra volontà e armonia.
La lirica “So(u)lstizio” è, a mio avviso, quella che più manifesta un luogo privilegiato, una sorta di tempio baudelairiano, in cui la poesia scopre, raccoglie sinestesie dell’anima “Nell’odoroso gelsomino/raccolgo gli effluvi della tua attenzione [;] / nelle tue braccia/accoglienti di ortensia/ritrovo il suono/ del mio sorriso”, serba segreti e, tra giochi di luce e ombra, affida i suoi sogni, lascia viaggiare il suo messaggio poetico perché ognuno di noi lo colga quale concretizzazione di un’esigenza espressiva.

 
Link per l'acquisto: https://www.daimonedizioni.com/criselefantina/

20 nov 2016

" Ci basterà il mare": la nuova silloge poetica di Maria Luisa Mazzarini. Quando l'amore e la poesia sono richiami di anime gemelle

Maria Luisa Mazzarini e i suoi versi tornano a deliziarci con la silloge “Ci basterà il mare”, di recente pubblicazione con EEE-book. Da questa nuova esperienza poetica si evince subito il contatto con una dimensione di coscienza elevata, tesa a vivere sia il sentimento d’amore che la stessa poesia quali richiami di anime gemelle, messaggere di un sentiero di luce che rimanda a una finissima lettura simbolica di universale risonanza, verso un itinerario spirituale nel pieno rispetto emozionale dell’essere e del divenire. […] “POESIA/che sussurri versi/innamorati della Vita/e respiri/Luce d’anima […]”. L’io lirico osserva, percepisce e scopre quanto l’Amore “in un tempo-non tempo”, forse sognato e/o forse mai vissuto, possa arricchirsi dei pregi racchiusi nel desiderio di un incontro più intimo con un linguaggio e un’accezione semantica, che sono anche esperienza onirica dai toni meditativi, fino a risultare progressiva purificazione […] “un cuore/d’anima/ il MARE/ ce l’ha dentro […]
A fondamento della raffigurazione lirica si stagliano dettagli e magiche immagini del mare, della sabbia, del vento e di qualunque altra effigie della stessa dinamica della vita, di quel tutto che nasce, ritorna e s’impone silenzioso, annullando le barriere spazio-temporali mentre l'anima si avvia verso un nuovo ciclo di vita, che attende alla profondità e al mistero dell’essere umano. Una versificazione incline a una profonda confidenza che, come sabbia permeabile, aderisce alle sue forme e si modella in essa, in una ricerca di riposo, di sicurezza e di rigenerazione. “MARE/eternamente/uguale e diverso[.]/ Il tuo pensiero/ immerso in viaggi/sempre nuovi[,] /come voli d’uccelli/mai stanchi[.]/SABBIA/ in quella conchiglia/che inondi di Te/sulla riva/io sono[.]
Il connubio di levità e grazia formali trova legittimazione nel rendere in lirismo le proprie ineffabili realtà interiori, dove parola e suono sono strettamente collegati, persino intensificati da quegli spazi bianchi tra un verso e l’altro che, strutturalmente, richiamano molto l’ellissi della poesia ermetica, ove vengono concentrati attimi di silenzio e di attesa.
Nella lirica dal titolo: “Ti vedo” troviamo evidenti note di panismo dannunziano, in ogni sfumatura e modulazione la parola è evocativa, la natura coglie il richiamo attraverso gli organi di senso, qui la poetessa si espande gioiosamente in un’identificazione prima fisica poi spirituale. “Ora piove a dirotto in giardino/ sui pini e i cipressi[,] / sul colore sbiadito dei tigli[,] / sulle erbe dei campi/ lontani[.]
La voce poetica della Mazzarini è tenue, umile e tuttavia, nel suo preciso intento di sciogliere un nodo, si fa animata, fervida e ansiosa di comunicativa con i propri simili, mentre l’evidenza del concetto dell’infinito ne accresce la suggestione e l’intensità, in un sottile gioco di rispondenze interne e di sensi correlativi, di echi musicali, che legano ogni immagine a sensazioni simultanee. A dimostrazione della maturità in un personale percorso poetico, troviamo un’espressione fluida che predilige un verso denso di significati, stratificati su diversi livelli e rifugge da impalcature stilistiche. L’autrice si rivela sottile e raffinata interprete di un linguaggio quasi zen che descrive, racconta, si pone come oggetto di sguardo e infine diviene spettacolo di uno slancio appassionato verso la bellezza, che vive immortale sopra il travaglio e la caducità delle cose umane e rasserena lo spirito dell’uomo tormentato dal mistero che lo circonda “[…] un passo adagio/fino a una corsa libera/e un alzarsi in Volo/oltre/l’ultimo orizzonte?

In un tempo dolcemente e tristemente umano, venato di sospiri per infinite fragilità, la poetessa avverte anche l’eco di quel mondo che non scorre indimenticato e testimonia il suo contatto con l’inconscio collettivo, con le percezioni, le paure e le sofferenze di ognuno […] “Sangue[,] / Vitale[,] / quasi Vento di tempesta/ o lago sognante al chiaro/ di Luna[,] / ruscello di Vita nuova[.] METAFORA/ di tempi grigi e azzurri […]. “Ci basterà il mare, una silloge che rappresenta un cammino verso la completezza tra amore e spiritualità, un invito a ricordare ciò che conta davvero […] “UN ATTIMO D’AMORE” – è già felicità – 




Link per l'acquisto:

http://www.edizioniesordienti.com/poesia/368-ci-bastera-il-mare.html

20 ott 2016

Arianna e il filo: Empatia-Amore nella silloge della poetessa Rosaria Di Iorio

“Dio
ci ha fatti per amare. Ma noi siamo
incagliati su questo atroce scoglio
fatto di mete inesistenti e cieli
 mai raggiunti. Che non ci apparterranno.”


La poetessa abruzzese Rosanna Di Iorio vanta un vasto curriculum tra pubblicazioni e iniziative letterarie. Molto interessante è la silloge “Arianna e il filo” (Kairós Edizioni - 2013) il cui titolo immediatamente attira il lettore per la trasposizione della parola “filo” rispetto all’originale della mitologia greca. Ritengo sia di particolare rilievo sottolineare una possibile interpretazione di un preciso segno linguistico, affinché lo stesso termine debba intendersi quale mezzo di condotta che crea legami e traccia i confini del nostro spazio esistenziale. Solo mantenendo fede al nostro io, alla nostra storia e all’Amore “vera forza che fa muovere il mondo”, possiamo vincere il labirinto, simbolo di caos del nostro mondo e di noi tutti “Clandestini/ Nel tempo”. È dunque l’Empatia-Amore il significato contestuale della silloge nonché la correlata configurazione di quegli innumerevoli sentimenti-pilastri che tracciano emozioni e comportamenti che divengono antidoto di liberazione da qualunque disagio.
Uno stile dialogico con finalità di consapevolezza e supporto a stati emotivi per una poetica dell’intendere e del sognare, del ragionare e del cullarsi nel ricordo; una vita rilucente” e “un tempo inatteso” di “vento impetuoso” […] in bilico sospesi sul crinale/ che separa la vita da ogni cosa” mostra un’intelligenza instancabilmente indagatrice ed esploratrice che si fonde con un sentimento intimo, raccolto e patriarcale. Il ritmo suona al tempo stesso, semplice e complesso, letterario e spontaneo, ritmato e prosastico, cantato e parlato. La voce della Di Iorio è ricca di esperienze e risonanze; un presupposto di elevata saggezza mista al fervore dell’animo e all’acutezza dello sguardo, senza mai affogare del tutto nell’angustia semmai si riscontra nei versi un’ampia visione umana velata di tenue mestizia “Ma tu sei sempre ferma sulla soglia[.] /In un’attesa[,] come una distanza[,] /un distacco[,] un non essere[.] Sospesa
Una dimensione della memoria costruita su un gioco di prospettive temporali ove la realtà è vista sotto l’aspetto del ricordo e, al tempo stesso, della sottile condanna e denuncia di fronte ai mali del mondo nonché al disagio causato dall’incomunicabilità e afasia verso eventi sociali degni di maggiore attenzione, per i quali la Nostra prova una silenziosa e sofferta condivisione. La poetessa si ritira in solitudine in cerca di evasione creativa e della propria fede, non accetta l’imposizione di una modernità che intreccia diversi linguaggi e comportamenti che inesorabilmente conducono a un maggiore grado di vulnerabilità della nostra personalità “Sarai eroe e figurante, in questa/giostra che ci trascina e che chiamiamo/impropriamente VITA e che è soltanto/ un eterno disagio di infingarda/ apparente armonia che ci imprigiona”.
Dalla raccolta si evince uno studio attento della parola per rendere i versi più fruibili attraverso quella forte emotività che appartiene alla stessa personalità della poetessa.
Notabile è la lirica dal titolo: “E un fumo, sì, qualcosa come un fumo” poiché senz’altro pura manifestazione interiore ed esteriore, dell’animus e del pensiero di Rosanna-Arianna, la quale sembra arrendersi a una volontà capovolta ma in realtà comprende che la vita va assaporata in modo diverso e gustata nella sua ricchezza “Ed io[,] che ho amato l’assoluto nel profumo/di una rosa[,] nella carezza della luna[.] Io[,]/ che ho lottato a perdifiato[,] come posso piegarmi/ al dolore straziante della nostra fine[.]
Arianna e il filo” è una silloge vasta che esige una lettura attenta per le tante sfumature di introiezione e proiezione, ricca di spunti e di verità tangibili che non si limitano alla pura espressione letteraria ma definiscono un vero e proprio cammino di vita personale e di evoluzione artistica.





14 dic 2015

Un cuore in organza di Sandra Carresi: nell'intimità di un'intuizione immediata



… Perché delicato, di elevata trasparenza,
lucente, leggero e…
al tempo stesso, rigido e resistente
(Sandra Carresi)


Un cuore in organza, di recente pubblicazione con TraccePerLaMeta Edizioni, è la sesta creatura poetica di Sandra Carresi, ormai navigata poetessa nell’intimità di un’intuizione immediata, tra immagini, colori e complesse sfumature di un vissuto.
In questa sua silloge l’autrice ci rende una visione quasi alchemica della vita e, allo stesso tempo, i suoi versi ci indirizzano verso la ricerca di un equilibrio e un’armonia che emanano un fascino particolare nelle spigolosità del quotidiano di ognuno. L’attenzione ai dettagli, il sorriso della semplicità, l’amore disinteressato, il rispetto della vita e della natura, il guardarsi negli occhi senza timore, il provare ad andare oltre il comune pensiero per non bloccare le aspirazioni dell’anima, sono tutti elementi che trasmettono qualcosa di sottilmente prezioso, un pensiero dettato da un linguaggio che non è di parole ma di vibrazioni e di gesti immobili; una magia che si ripete ogni volta che si riesce a entrare nella dimensione che attraversa ogni essere creato.
Se ciò avviene, possiamo essere pronti a “giocare” con equilibri impossibili e assurdi, appartenenti a uno stato che non è certamente indulgente e che inesorabilmente prima o poi termina, “In un battito di ciglia/il giallo della vita/con l’inizio di un vagito/e l’uscita con un volo nel blu”.
Il lemma “gioco” è una dilogia che permette alla Nostra di dare maggiore forza espressiva a quel concetto di caoticità e assenza di senso che rappresenta l’irrazionalità della vita stessa, contradditoria e contraria alla logica; una denuncia, una critica a tutte le guerre, alle violenze gratuite e paradossali che la poetessa non riesce a comprendere pur impiegando tutta se stessa per trovare una “libertà dalle catene” dell’odio, della ferocia e delle tante barbarie di un mondo che si spera possa mutare  almeno con il prossimo “arrivo dell’arcobaleno”.
Nel proiettare la propria forma trascendentale su ogni spazio e immagine, osservati con il giusto silenzio, Sandra Carresi si concede un atto d’introspezione, quale chiave per aprire l'essenza d'ogni fenomeno intorno a lei. Sono proprio la saggezza della natura, la compagnia del suo cane, ogni oggetto della propria casa e le stesse presenze affettive di chi ha abbandonato questa vita, che rafforzano l’intima identificazione con un atto di poesia interiore e sono fonte di energia creativa che può essere rivolta verso se stessi, verso il prossimo e il senso della vita in genere […] “Ogni gioco/nasconde la sua/verità”. Il sentiero è graduale, l’esercizio dell’equilibrio si fa molto più sottile fino a divenire pratica di luce del momento, spirale di comprensione che via via si approfondisce; può sorgere in un attimo e rafforzarsi col tempo “Mutamenti del giorno[,] /del tempo/che fa il suo corso
Lo stile poetico è ordinato, chiaro ed elegante, con linguaggio estremamente meticoloso, contemplativo, attento a osservare nel percorso dei versi tutto e tutti con il dovuto rispetto. I termini spesso si riferiscono anche a località citate con particolari connotazioni, associate a determinate immagini atte a evocare situazioni emotive, stagionali e di efficace rilevanza nel quotidiano della poetessa.
Ogni lirica è senza alcun dubbio espressività che si nutre del profondo amore per la natura e tutte le sue rivelazioni, nella sua plasticità ogni pensiero arriva a cogliere le astrazioni presenti e passate nei sentimenti, nelle proprie impressioni e sensazioni.
La vita è ricca di messaggi velati, sebbene sia troppo spesso tutt’altro che un “girotondo”, solo la capacità di trovare in quel tendersi dell’anima, persino nelle sventure, una disciplina plasmatrice dei grandi dolori, si ha la possibilità di ascoltare e trarne così l’insegnamento migliore. Colpisce in tale poetica l’evoluzione dell’esperienza che non si disarma di fronte ai modi di agire spesso moralmente discutibili bensì si alimenta del coraggio necessario per procedere nella conoscenza autentica di sé. Siamo tutti guidati da morali diverse, ogni nostra azione risplende di differenti colori, gli stessi colori infiniti che la poetessa richiama in ogni suo verso cambiando continuamente tonalità. La natura è lo spazio-principio della molteplicità del vissuto dell’uomo, con i suoi mutamenti repentini […] “la solita primavera capricciosa” delle fasi più dolorose per i distacchi terreni, del male nel mondo e delle illusioni-delusioni nei rapporti, ma è anche dispensatrice di luce e di calore, tra gli affetti più cari, dove persino […] “le cose di casa/ a volte scricchiolano […] , perché […] “Così[,] proprio come nella vita[,] / dopo bufere [,] / e inquietudini dell’anima [,] / dal tunnel […] / una splendida luce.
La poetessa lascia indossare al suo io poetico l’organza, che sia un filato stropicciato, liscio o cangiante, è pur sempre pronta alla trasformazione e al consapevole adattamento; la ricama con particolare abilità e competenza, perché l’effetto risulti soddisfacente per un nuovo “profumo di speranza”, rilegando così un nuovo libro di vita da sfogliare,  mentre il nostro cammino si avvicina all’ultima “stanza”, quella che lei definisce “la mansarda” dove […] “non c’è polvere”, perché finalmente in pace e accanto a Dio.





10 dic 2015

Amore e libertà: binomio essenziale della poesia di Elvio Angeletti



“Nel viaggio della vita/ chi ama fotografa/il mondo”

( In viaggio)


Elvio Angeletti, pittore e poeta, in Respiri di vita (Intermedia Edizioni- 2015) è soprattutto un’anima che si confessa. Questa silloge infatti, rappresenta un vero e proprio excursus del suo Io poetico negli anni, un processo che richiede tempo e, una volta completato, conduce il Nostro a un salto nella sua stessa esperienza personale, un senso di profondità e di sollievo interiore.
Il titolo stesso racchiude parole attorno alle quali ruota un intero campo semantico; il respiro diviene parola-chiave fondamentale per comprendere il significato di ogni poesia delineandone così la vera tematica di fondo: una semplicità di vita più legata alla natura e alle proprie esigenze, dove l’amore individuale e universale è il motore propulsore per eccellenza.
Una chiave di lettura per entrare nel flusso dell’energia poetica, che altro non è che la pura essenza di un'empatia silenziosa che accresce la propria libertà, imparando a discernere cosa o chi comporta la capacità di rimanere completamente presenti alla nostra situazione interiore “Parole accese/scolpite da diamanti/nelle pagine rugose/di un diario dedicato alla vita/nascosto negli alvei remoti/della mia memoria”.
L’amore e la libertà sono un binomio essenziale della vita dell’artista; avviano e simboleggiano una predisposizione naturale e la vocazione dell'uomo verso ogni genere di relazione che ognuno costruisce attraverso le proprie esperienze affettive più significative. Affidandosi a una formazione artistica di stampo ortodosso, il poeta è in linea con i canoni generali che un’educazione regolare e volta al maggior arricchimento possibile, richiede.
Attraverso un linguaggio essenziale, affiorano paure, dubbi e domande esistenziali di un tempo che scorre e di una disillusione di fronte a un mondo “capovolto” […] “La mia immagine/esce di scena cercando il fare/nel tempo del giorno che resta” mentre il verso disegna figure umanizzate sullo sfondo del mare e del cielo della sua città di origine, Senigallia […] “I gabbiani, in volo verso/le scogliere garriscono[,] /improvvisando giochi sulle onde”.
Con stile puro e sobrio, senza laboriosi orpelli e personalissimo, dal ritmo cantilenante di alcuni versi, con ripetizioni, sospensioni e anafore, Angeletti riesce a percepire il richiamo prepotente della natura con tutto l’immenso patrimonio di opportunità e prospettive che essa è in grado di offrirgli. Dotato di un’accesa e individualissima sensibilità quasi infantile, il Nostro vive di luce e poesia, di atmosfere lontane e suggestioni senza tempo, dove i particolari dominano sull’insieme. Ogni figura retorica utilizzata viene richiamata volutamente, per lasciare interrotto un discorso o per darne maggiore evidenza o calore, in particolare quando vengono tracciate tematiche quali l’amicizia, la scomparsa di persone care ed eventi come la violenza sulla donna.
Ogni lirica è un inno alle emozioni che l’arte poetica dona, perché tramite essa, ci si avvicina e s’incontra Dio […] “L’arte/bacchetta magica/con il potere di farci innamorare e […] davanti allo stesso/Dio/farci pregare”.
I poeti sono “gente strana”, così li definisce Angeletti, “Sanno guardare/ con gli occhi dei bambini/aspettando il futuro che si spegne/mente una canzone/vibra l’anima di una radio”, come dire che la nostra storia personale è un dono e nell’offrirla possiamo anche distaccarcene, ritrovando la nostra libertà. Troppo spesso la nostra consapevolezza è focalizzata da ciò che succede all’esterno di noi anziché da ciò che avviene in noi stessi. C'è più silenzio e tuttavia molto di importante viene detto e si ascolta esattamente come la musica.
La poesia è respiro, è libertà, è volo, uno sporgersi oltre la vita e noi tutti, quanto poco respiriamo! Forse dovremmo essere maggiormente consapevoli di quel nostro respiro che ci accompagna lungo tutta la nostra esistenza. Le emozioni non sono mai minimaliste e mai potrebbero rappresentare crisi creative, la poesia è quell’emozione che, in alcuni casi diventa persino preghiera. La vita è un viaggio altalenante […] “attraversando/irripetibili tramonti rossi/ e deserti di sabbia calda/attendendo notti stellate/ad incantarmi fantasie sottili/che scivolano sul tuo corpo”.
Non occorre essere grandi per scrivere poesie, bastano l’amore e un cuore aperto, con lo sguardo su se stessi e tra i “murales” del mondo; basta fare un po’ di pulizia dentro di noi, unire desiderio, immaginazione, sforzo e tenacia per rimanere piacevolmente sorpresi di quali quadri si possano dipingere con le parole. Ritengo che Elvio Angeletti con il suo “Respiri di vita” abbia pienamente colto lo spirito di un cammino poetico, poiché prima ancora di essere artisti “Siamo anime/ nel mezzo del mondo/baciate dalla vita/che ci avvolge”.







31 ott 2015

Vi presento la poetessa Therry Ferrari







[…] scostando lievemente/tra intagli di lino/una tendina candida/protesa nell’azzurro/al sole del mattino[.]
(Da “Dietro… e oltre”)

Therry Ferrari e la sua poetica del "Perché"

Definendosi la ex “maestrina dalla penna rossa”, epiteto che richiama alla memoria il personaggio del famoso romanzo Cuore di Edmondo De Amicis, la Nostra ci spalanca un mondo interiore, dove la poesia è pura espressione di una vera e propria missione animica oltre che di un’irresistibile passione. Ogni suo verso si posa e si concretizza sul foglio quale dono di una dimensione intimistica nonché di un temperamento spiccatamente altruista. L’infinito e i sogni cullano la sua scrittura, annullano l’arte “dell’egoismo e dell’inganno”, con l’efficacia benefica dell’io e del presente, che assimila dal passato solo quegli insegnamenti indicativi di un percorso esistenziale e si affaccia al futuro timidamente, umilmente, in punta di piedi, per non creare troppo rumore, quasi a non voler disturbare la contemplazione dell’universo tutto. La poetica di Therry Ferrari è intrisa di una forte spiritualità e religiosità persino laddove è caratterizzata dall’impegno etico e civile, meditando sui mali e gli orrori del passato e le incongruenze di un tempo attuale; un monito a ritrovare la “smarrita storia”, il” Rispetto” e la “Bellezza” di altre epoche. Dietro un’apparente leggibilità icastica, si celano la dimestichezza e una certa sapienza nella versificazione libera, dove affascinano i suoni, avvicinando lo stile all’universo poetico gibraniano. Una poesia semplice, non pretenziosa, palpitante, sottile e leggera di quell’Infinito viaggio “[…] ragione e cuore/ ombra e luce […]” nell’importanza del sentire umano, dell’essere, non quale mero involucro bensì viva interrogazione sull’inquietudine del vivere e del quotidiano; un rivolgere lo sguardo al cuore, ricercandone i “Perché”, per allontanarsi dal potere della mente che, al contrario, sprigiona i veri demoni distruttivi della società; un incrocio tra sogni ed essenzialità, senza lasciare indietro i valori di un’origine che la rendono fiera come donna. Il cuore si fa satinato ma elastico, coniuga versi con accordi floreali, abita i vuoti dell’esistenza e i ricordi mai sopiti con dolce nostalgia: “[…] inattesa nostalgia nel rimembrare” [...] “seguendo ogni giorno/le rotte del cuore”.
La scrupolosa cura e diligenza nel comunicare un mondo che va oltre quanto è visibile con i soli occhi concede alla poetessa di trasportare sentimenti ed emozioni in immagini, come tanti minuscoli fili che ci tengono uniti gli uni agli altri, in primo luogo con quanti conosciamo e ci conoscono, e poi, tramite loro, di passaggio in passaggio, con chi  per noi è lontano, addirittura ignoto, nella rete che tutti ci accoglie, e che si chiama umanità, attraverso il tempo, dal passato a oggi fino al futuro che non conosciamo ancora. Cosa rappresenta in effetti il futuro per lei? La poetessa se lo chiede continuamente e, semplicemente, lo sintetizza nelle “Radici del dopo” e in quel “traverso sopòre […] subdolo e gelido vento di follia […]” È come se il suo armonioso lirismo ci stia suggerendo che il prisma dell’arte poetica sia il coefficiente necessario per un’altra vita, di aspirazioni, di miraggi, di speranze; lascia intravedere una liberazione dalle catene fisiche, una catarsi delle poche labili certezze dell’oggi,  che fuori della poesia sfuggono o almeno potrebbero sfuggire.
Le sue parole sono capaci di metabolizzare le esperienze della vita con grande forza d’animo, illuminate dalla magica luce del suo mondo poetico e nei versi ritroviamo quel senso innocente che riesce ancora a meravigliarsi di fronte agli elementi della natura che ci passano accanto e che troppo spesso rimangono immobili, senza alcuna voce. Quella di Therry Ferrari è una poetica di atmosfere, dove l’essere si fonde con il tutto.
Oggetti quasi banali, sapientemente incastonati in scenografie, stimolano l’istinto nella ricerca della propria profondità, spalancano visioni. Dietro le suggestive similitudini e metafore d’ incantevoli stanze liriche, assistiamo a uno stato contemplativo, a un’esplorazione di se stessi. Il canto di una natura incarnata e in movimento riavvolge la moviola dell’infanzia e allo stesso tempo interroga il mondo di oggi, che necessita di esser preso per mano per riuscire a oltrepassare le barriere temporali dell’esistenza. Il linguaggio è a tratti denso e sinuoso come un racconto e si alza verso un iter poetico che deve condurre alla palingenesi totale e alla liberazione definitiva; la vicenda umana, fatta di conflitti, di incomprensioni, di solitudini, si placa alla vista al di là della porta di casa, della vitalità accesa, vorticosa, giocosa della natura.
Nella poetessa Therry Ferrari convivono tante creature, lei stessa si fa portavoce di tutto ciò che sopravvive libero, selvatico, dignitoso, semplice, nel mondo oppresso e soffocato dallo “spirito” dell’uomo.







23 ott 2014

La disarmante sensibilità della poetessa Sandra Carresi

Una sedia culla una serenità che spinge per emergere, un fedele amico accanto, una vita vissuta nel quotidiano e nelle piccole cose, in perfetta comunione con il Creatore, ed è poesia.  Nasce così, ispirata e spontanea, la silloge Le ali del pensiero di Sandra Carresi (Libreria Editrice Urso- 2013).

I filosofi greci della scuola naturalista come Diogene, Anassimandro e Anassimene, identificarono l’anima con l’aria e il respiro, nuclei tematici che la poetessa sa riconoscere per grandezza e valore, ne assapora gli effetti in ogni velata sfumatura, abbandona la razionalità e lascia parlare il suo cuore “Respiro forte[,] / è ancora tempo/di essere felici[.] “ -  “C’è un vento/che soffia di notte/e di giorno[,] / sussurra da sempre[,] /certezze del cuore[.]
Tracciando un’interpretazione della vocazione poetica di Sandra Carresi mi soffermo a precisare e cogliere i punti cardinali dei suoi versi, che si risolvono in una vera e propria poetica della liberazione dai vincoli dell’io, con spiccata proiezione animica verso l’infinito. Natura e animali dai contorni nitidi si stagliano all’orizzonte come vere e proprie entità; la malattia e la morte emergono con profondo rispetto. La manifestazione della verità “poietica”, intesa quale capacità creativa dello spirito, attraverso la contemplazione della natura, nel silenzio e nelle varie fasi del tempo, crea le condizioni spirituali per scavare nell’intimo e ritrovare bellezze infinite “Adesso[,] metto l’accento/sulla qualità di questa/avventura[,] che è per me/un’opera d’arte[:] /la Vita[.]

In uno stile leggero, estremamente raffinato e dalla struttura melodica, costituito da una miscela di immagini, rammenti e segni celesti, il ritmo metrico risulta il sottofondo invisibile di ogni stato d’animo, in armonica simbiosi con gli elementi del tempo, frammentati da quei “cattivi pensieri” che turbano e sconvolgono l’animo della poetessa, quando si ritrova a rivolgere lo sguardo verso il resto del mondo, auspicando un cambiamento lungo un cammino di nuove speranze “[…] per la costruzione/ di una dignità migliore[.]
Sandra Carresi, con elegante allusione, condanna la presunzione, la disperazione e ogni genere di violenza, suggerisce al lettore abiti nuovi per il proprio spirito, lo stimola ad allontanarsi dall’effimero del “dio quattrino” perché esiste sempre “[…] un vento/ che porta la quiete[,] / arriva con l’alba [,] / concilia la danza notturna[,] /aprendo al mattino[,] / soluzioni alle fatiche del giorno[.]

La scelta del verso avviene nel lessico della sensibilità disarmante della poetessa, che nella quotidianità trova la sua dimensione di vita, accanto all’amore familiare, in compagnia di “presenze antiche” che mai l’abbandonano poiché ancora percepibili. Pur rimanendo consapevole dei mali del mondo, la poetessa reagisce con coraggio, si affida alla spoliazione dell’anima dagli orpelli della mente, in modo d’assaporarne la vera essenza dell’ispirazione.
Nella poesia dal titolo “Noi due” ritorna la figura sempre molto costante del suo adorato cane Benny, con lei “Insieme dal primo mattino”; ad esso Sandra Carresi dedica versi d’immensa umanità, di un amore che è metro della grandezza della sua stessa anima e della solidarietà verso tutti gli animali, che mai dovrebbero essere abbandonati, poiché compagni di un vissuto attimo per attimo con gioia.

I paesaggi sono liricizzati e la poetessa tende all’infinito e all’assoluto, per non rimanere schiacciata dalle limitazioni del mondo reale ma, non si tratta di una fuga bensì di un completamento di ogni suo stato d’animo.




Le ali del pensiero è una silloge che va letta senza alcuna fretta, lasciandoci trasportare e cullare da quel vento di cui ci racconta la poetessa, vivendo gli stessi colori di luoghi a lei cari, cercandone i profumi, esprimendo emozioni che ci scuotano da ogni torpore, affidandoci alla sua stessa sensazione di libertà per provare a volare, spinti da nuovi sogni, perché…  “In fondo[,] / siamo tutti[,] / sotto lo stesso/cielo “.



SUSANNA POLIMANTI


Cupra Marittima 23.10.2014





27 lug 2014

Una mia poesia





Antica alchimia


Le mie fusa
accarezzano i tuoi sensi,
con passo felpato di gatta
mi rannicchio nel tuo cuore.
Come cucciolo scodinzolo,
lecco ogni tua lacrima,
la trasformo in sorriso.
Amica del raggio lunare,
spio la volta celeste,
due cuori cercano labbra,
profondono  amore,
respirano fragranze di vita.
Avanza una nuvola corposa
rincorre la luna e,
l’ammanta,
sembra deridere il ricordo di noi
teneri e timidi amanti,
nell’attimo svanisce
 finché caparbia,
 il suo candore rivela
 sereno e ridente, a vegliare di nuovo
la terra silente.
Il vento trascina lungo strade deserte
le prime foglie,
si disperdono in giri curiosi e vorticosi
si posano infine
e parole d’amore,
come tesori d’arte
in velati papiri
la magia racchiude.



SUSANNA POLIMANTI

Poesia selezionata al  Concorso di Poesia " Il Tiburtino" - 2014 



29 mag 2014

Versi poetici... per un commento su 2 Cuori... una cuccia!!

La poetessa Sandra Carresi mi ha inviato questo commento dopo aver letto il mio libro:

2 Cuori una cuccia... !! ( Lulu- 2009)- Susanna Polimanti

Ringrazio Sandra Carresi per le sue emozioni intense e per aver saputo riconoscere il vero amore. 






·         2 Cuori… una cuccia!!

·         Susanna Polimanti

(“Chi non ha avuto un cane non può sapere cosa significhi essere veramente amato”)
(A. Schopenhauer)


Una storia di amore e fedele amicizia.
Un piccolo libro raccontato da Strauss, bellissimo esemplare boxer, che insieme a Susanna, proprietaria del quattro zampe, colorano quella passerella di vita rendendola allegra, vivace, divertente, ricca di emozioni e d’amore. Quando poi, questo filo si spezza, per cause naturali, la sofferenza è enorme come in qualunque altra perdita, ma rimane sempre quel percorso insieme in quel pezzetto di cuore che appartiene solo ai nostri “pelosi”, loro ne sono a conoscenza e prima o poi, le nostre corse torneranno, solo che i prati invece di essere verdi, saranno azzurri, ed è lì che loro ci aspetteranno.

Se alziamo gli occhi, possiamo vedere quel pezzo blu molto popolato. Ci sono Angeli che hanno aspetti diversi, sì,” il diverso” c’è anche lassù, dove tutti sono vigili e pronti a proteggerci.

Strauss, non ti distrarre ….

Sandra Carresi


Fi, 28 Maggio 2014

20 mag 2014

Lettere mai lette: un commento sincero e sentito

Ringrazio la lettrice, attrice e poetessa Daniela Agostini per questo bellissimo commento al mio libro Lettere mai lette (Kimerik) !






Da semplice lettrice vorrei esprimere il mio personale giudizio su quella che chiamerei una raccolta di stati d'animo.
Nel suo libro la cara Susanna esprime, con enorme coraggio, sentimenti multiformi che accomunano tutte le donne, di qualsiasi età ed estrazione sociale.
In questa breve raccolta, scritta in forma epistolare ma non troppo, emergono emozioni e movenze dell'animo che sovente si tende a mascherare ma che l'autrice con fiera tenerezza le innalza a baluardo dell'esistenza di ciascuno.
Il tuo libro, cara amica, commuove e lascia trapelare lacrime di gioia, pur nella consapevolezza che solo dopo aver elaborato la propria solitudine e i muti dolori si può riscoprire se stessi in una dimensione rinnovata e lucida per abbracciare serenamente il futuro.   



DANIELA AGOSTINI


20.05.2014

15 mag 2014

Ringrazio la poetessa Rosaria Minosa per questo bellissimo commento al mio libro LETTERE MAI LETTE


Ciao Susanna, non sono una recensionista ma ogni volta che leggo un libro che mi comunica emozioni, scrivo sempre il mio pensiero su un quaderno.  In Lettere mai lette come tu stessa scrivi, forse qualcuno si riconoscerà o addirittura penserà di essere il o la protagonista delle tue lettere. In queste lettere ti sei messa completamente a nudo, esprimendo emozioni, paure, angosce ma anche momenti felici di spensieratezza, ricordi legati a persone e cose, ricordi legati al tuo amico cane, ricordi di persone che non sono più presenti nella tua vita. Tutto questo scritto con una vena nostalgica per non aver mai detto quello che si ha realmente nel cuore. È proprio vero, quando le persone ci vengono a mancare oppure per un destino diverso dal nostro le strade si dividono, ci si rende conto della loro importanza, siamo assaliti da sensi di colpa. Queste lettere dovrebbero porre il lettore in uno stato di riflessione, dovrebbero farci comprendere quanto sia importante riuscire a tirare fuori le nostre emozioni e ogni nostro stato d’animo. A volte diventa difficile dire alle persone TI VOGLIO BENE come potrebbe essere facile se a dirlo non sia veramente il nostro cuore ma la voglia di apparire, di piacere agli altri, come scrivi nella lettera FANTASMA DI FUMO E PROFUMO “[…] davo senza riserve e ricevevo in cambio soltanto ciò che faceva comodo ad amici, familiari, amori vari”. In questa lettera si percepisce la tua crescita interiore, dove finalmente la tua razionalità non è più predominante ma si evincono i tuoi sentimenti puri, ora finalmente tu sai cosa vuoi dalla vita, sei pronta ad amare. Un’altra lettera bella e toccante è la lettera scritta a quel piccolo angelo biondo mai nato. In questa lettera esplode tutto l’amore che hai per la vita ma soprattutto esplode la tua fede, il credere in una vita dopo quella terrena “[…] non so perché ti scrivo questa lettera forse perché mi auguro che tutti gli angeli possano leggerla”. Fede che ritroviamo anche nella lettera UN BOXER SPECIALE “[…] ora sei lassù nel sole, nella luna […]” lettera in cui si legge l’amore che avevi per il tuo cane e tutto l’amore incondizionato che lui ti ha dato, ringraziando Dio per quei momenti. E poi ancora un’altra lettera molto significativa LA FERITA SI CHIUDE, qui è presente la consapevolezza di essere donna. Quante di noi, convinte di aver trovato l’amore della nostra vita si sono annullate, umiliate ma poi a un certo punto hanno preso coscienza di se stesse e della  propria persona; ci sentiamo finalmente donne e il mondo ci crolla addosso perché ci rendiamo conto che la persona che abbiamo accanto è un perfettamente estraneo, ci si rende conto che il nostro era un amore malato che ci ha rese schiave, un amore che ci ha annullato e non ci ha permesso di vedere con i nostri occhi ma con gli occhi degli altri. La cosa più strana è che, a distanza di anni ci si chiede - ma ero proprio io quella donna? - 
Ogni lettera scritta ci induce a una attenta riflessione come ancora in PAUSA, dove tu Susanna, ci permetti di comprendere l’importanza di captare “[…] i messaggi e i segnali che il nostro stesso corpo ci manda ogni giorno” e che, purtroppo, noi non ascoltiamo solo perché ci fa comodo. Prima di pensare ai bisogni degli altri, dobbiamo comprendere il nostro essere, solo così riusciremo veramente ad aiutare gli altri.  Susanna, la tua fede e l’amore che hai per la vita sono presenti in ogni tua lettera. Consiglio questo libro a tutte quelle donne che consapevolmente stanno vivendo un amore sbagliato. Donne, agite come ha fatto Susanna, prendete una penna e scrivete tutto quello che avete dentro, scrivete con cuore e razionalità, rileggete poi più volte quanto avete scritto, vi renderete conto che le situazioni che vi portano malessere sono tante, solo così riuscirete a venire fuori da quel tunnel prima che sia troppo tardi. GRAZIE SUSANNA PER IL TUO INSEGNAMENTO DI VITA!


ROSARIA MINOSA

Verona 27 aprile 2014

14 mag 2014

Commento-recensione della poetessa Sandra Carresi al mio romanzo Penne d'aquila

Ringrazio l'amica poetessa SANDRA CARRESI per questo bellissimo commento al mio romanzo Penne d'aquila (Kimerik)






        

-   Un pensiero             su                      Susanna Polimanti –
   fermando così, le mie sensazioni…
                                                                                                 -                                                                     - Penne d’aquila – Romanzo


Ho conosciuto una bella persona, Susanna, da poco tempo devo dire, ma, ricevuto in regalo il suo libro, ricca di curiosità, ne ho bevuto l’essenza, e, compreso la stima e la simpatia immediata, condividendo in pieno, il significato del titolo – Penne d’aquila – - Casa Editrice – KIMERIK -

L’adolescenza è la fase più importante ed essenziale della nostra vita, l’essenza che ne rimane addosso è un vestito che, nonostante il trascorrere degli anni e del conseguente cambiamento fisico, resta piacevole rispolverare e indossare. Tutto questo non per tornare indietro, ma semplicemente per andare avanti.

-          La nostra, Virginia, protagonista del libro, è certamente donna forte, grintosa, intelligente, tenace, autonoma e… se posso, fortunata.  Nata in un clima serrato dagli affetti familiari, con fratelli, e amiche vere, la cui perdita può avvenire solo con la morte, ma nessuna distanza fisica, né tantomeno il tempo, può scalfire o imbrattare, è patrimonio che si può incontrare dalla nascita, ma, il saperlo mantenere, arricchire, alimentare attraverso gli anni, è materia di valori interni, forti, sentiti e consolidati.

-          Ci sono Amori, magari nati sui banchi di scuola, che ci fanno crescere, ma, non solo. Rimangono in quel pezzetto di cuore che ci appartiene in solitudine, che ci fa compagnia e che torna sempre a galla al momento opportuno. A volte, forse con fastidio ci permette di fare paragoni con altri amori, passioni o distrazioni, ma, poi alla fine, ci fa scoprire il nostro vero “io”, non regalandoci necessariamente malinconie, ma, accrescendo i nostri percorsi di vita con un’apertura nuova, forse timidamente ancora all’ombra della nostra anima.

La ricchezza è mia, in questa fase di vita, ormai scollinata, a fare incontri con persone speciali capaci di regalare emozioni, mostrando coraggio e saggezza, illuminando la possibilità di andare “oltre” ogni possibile sfida.

                                                                                            
Firenze, 13 maggio, 2014
                                                                                                            
 Sandra Carresi

25 apr 2014

Lirismo descrittivo e finezza letteraria per il nuovo romanzo di Ciro Pinto: L'uomo che correva vicino al mare



L’uomo che correva vicino al mare è il secondo libro eccellente del romanziere Ciro Pinto, di recente pubblicazione con Edizioni Psiconline (Collana A tu per Tu).
Dopo il successo del suo primo libro Il problema di Ivana, questo nuovo romanzo è una conferma della finezza letteraria di Ciro Pinto che prende per mano il lettore e lo trasporta dentro le tante pennellate di realtà, tra mille emozioni e stati d’animo di una sofferta storia di vita.
Il protagonista Giorgio Perna scopre un segmento di esistenza finora sconosciuto; uomo sportivo da sempre, ormai prossimo alla sessantina e con “qualche incertezza nella memoria”, si trova a dover affrontare un percorso di vita differente che si snoda grazie al filo della memoria più lontana in una sequela di “non più” e “mai più”, in cui ricordi familiari, luoghi e oggetti divengono “Testimoni muti di sogni dispersi dalla furia della vita” e spezzano la continuità del suo vissuto senza dar luogo a legami possibili tra ieri e domani. Giorgio ha rimosso ogni evento traumatico quasi a scongiurare la vecchiaia e la solitudine. Il dolore provato da bambino per la morte prematura della madre, il ricordo nostalgico del padre ma in assoluto la dolorosa perdita di sua moglie Eva, sconvolgono tutti i suoi equilibri sebbene l'esistenza di ogni giorno prosegua. Sfondo tematico è il mare e lungo la sua riva, Giorgio Perna ama correre quotidianamente “correre […] era la sua risposta a tutte le angosce della vita […]La sua corsa è una sfida nei confronti di se stesso e dello scorrere degli anni, teme di doversi riconoscere in un corpo biologico depauperato del senso dell’esistere, desidera rifugiarsi nel comodo ruolo di osservatore ma la realtà gli impone di esprimere ogni emozione con modalità nuove. Nel momento stesso in cui si sente destabilizzato dai suoi stessi ricordi che lo assalgono accanto al respiro del mare, inizia in realtà a elaborare i suoi lutti. Giorgio continua a correre nonostante non sia più un ragazzo, si costringe all’esercizio fisico per fuggire dai propri pensieri tuttavia, dovrà fare i conti con quei meccanismi di difesa che hanno impedito l’accettazione del dolore, favorendo la censura dell’io e procrastinando solo la sua sofferenza.
La metafora tematica ci appare quale piena consapevolezza del valore energetico, spirituale e benefico che la vista del mare può svolgere sul dolore interiore, l’acqua ci riconduce al nostro elemento originario e genera forza. Per Giorgio la riva del mare è un luogo riservato dove respirare aria di libertà ma presto si renderà conto che proprio questa sua passione agirà da mediatore mnemonico a livello più profondo per divenire elemento cognitivo di una sofferenza inconscia.
Il mare calma le paure dell’ignoto e le ansie della solitudine, Giorgio si affida ad esso per ricaricare il suo corpo e raggiungere uno stato radioso di benessere psico-fisico ma ogni dettaglio intorno a lui lo spinge ogni volta ad ascoltarsi. Ammira il volo di un gabbiano, lo immagina volare felice ma “Sofferenza, dolore e gioia sembravano alternarsi in ogni suo movimento”, solo una pausa di riflessione dunque, mentre i ricordi sono semisommersi, mai soppressi, accantonati nei meandri della sua mente e tornano a imporsi impietosi.  Ogni accettazione raggiunta permette sempre che il destino si compia, la salvezza arriva comunque e viene delegata ai viventi, per i quali le immagini del passato, foto o ritratti, sono ormai i fragili testimoni di una vita che non sembra più appartenerci.

Lo stile del romanzo è molto fluido con tessuto narrativo realistico e introspettivo, con sequenze dialogiche centellinate all’indispensabile. Ciro Pinto predilige una forma di comunicazione iconica, uno stile del tutto personale che si centra sulle immagini; un genere di lirismo descrittivo, fortemente emotivo e coinvolgente, dove l’elemento verbale feconda l’elemento visivo. La narrazione è molto curata e attenta. Dalla vicenda emergono anche spaccati di città conosciute, ricchi di riferimenti architettonici introdotti con la leggerezza disinvolta che è caratteristica fondamentale dell’autore. Questo romanzo ha una sua forza e specificità che ne costituiscono l’attrattiva per un lettore attento e desideroso di riscoprire valori importanti della vita, quali l’amore e il calore di una famiglia, la nostalgia per il passato, la sofferenza per la perdita di un congiunto e tanto altro ancora.  
La tecnica narrativa con flashbacks in vari capitoli in perfetta coordinazione tra presente e passato, rende ogni elemento maggiormente veritiero.

Il dolore fa parte della nostra vita e non va mai allontanato, neppure quando genera senso d’impotenza e sofferenza insopportabile. Rimuovere un evento traumatico vuol dire provocare una reazione a catena, in cui si vengono a creare ulteriori instabilità emotive e psicologiche, spesso da traumi irrisolti nascono vere e proprie patologie.
La vita di ogni individuo è il frutto di tanti percorsi sia personali che familiari, sicuramente qualcosa si apprende grazie alla trasmissione intergenerazionale della memoria di chi perdiamo. Ogni perdita di un nostro caro è sempre un forte dolore ma anche un insieme di frammenti memoriali privilegiati.

L’immagine dell’uomo Giorgio Perna avvalora la propensione dello stesso scrittore verso una chiave di lettura positiva della vita, nonostante i suoi scenari ed eventi contrari.
L’uomo che correva vicino al mare è un romanzo denso di sensibilità e di sensazioni inconsce, a tratti dolente ma pur sempre ricco di quell’autenticità e di quel senso di forte umanità che impregnano ogni romanzo di Ciro Pinto, uno dei pochi romanzieri contemporanei in grado di narrare la vita vera, toccando le note più intime di ogni lettore.