30 gen 2012

Appunti: da Brida di Paulo Coelho

“Quando qualcuno incontra il proprio cammino, non può avere paura. Dev'essere sufficientemente coraggioso per compiere i passi sbagliati. Le delusioni, le sconfitte, lo scoramento sono strumenti che Dio utilizza per mostrare la strada.”

26 gen 2012

Aforisma del giorno

* Essere amati profondamente da qualcuno ci rende forti; amare profondamente ci rende coraggiosi.* (L. Tze)

24 gen 2012

Bellissimo pezzo tratto da: Stagioni diverse di Stephen King



Le cose più importanti sono le più difficili da dire. Sono quelle di cui ci si vergogna, perché le parole le immiseriscono. Le parole rimpiccioliscono cose che finché erano nella vostra testa sembravano sconfinate, e le riducono a non più che a grandezza naturale quando vengono portate fuori. Ma è più che questo, vero? Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov’è sepolto il vostro cuore segreto, come segnali lasciati per ritrovare un tesoro che i vostri nemici sarebbero felicissimi di portar via. E potreste fare rivelazioni che vi costano per poi scoprire che la gente vi guarda strano, senza capire affatto quello che avete detto, senza capire perché vi sembrava tanto importante da piangere quasi quando lo dicevate. Questa è la cosa peggiore, secondo me. Quando il segreto rimane chiuso dentro non per mancanza di uno che lo racconti ma per mancanza di un orecchio che sappia ascoltare.
tratto da Stagioni diverse di Stephen King

23 gen 2012

Barbara Raponi Giorgini

Un filo d'aria


Su un fil di lama è cominciata la mia vita pulcina,
con un filo di voce, sottile come la vena che mi ha nutrito in pancia.
Un soffio di vento mi ha portato fin qui: un filo d'aria, prezioso come un filo d'oro.
La vita è attaccata a un filo.
Come il filo di un palloncino o quello di una flebo.
Filo, Filosofia, non è un caso che mi chiamo Filippo. Filo vuol dire amico e Dio è amico mio.
L'ho conosciuto al Meyer di Firenze: era nelle mani di chi mi ha operato, nel sorriso di chi mi ha assistito, negli occhi di chi si trovava lì; ciascuno con la propria storia e un unico filo conduttore: un filo di speranza, le preghiere di mamma e papà, come un filo d'olio, un filo di perle: il Filo dell'Amore.


21 gen 2012

Percezione dell'aura

Avete mai sentito parlare di "Aura"? Molti ne parlano ma pochi conoscono davvero cosa sia.
L'aura è il campo energetico che circonda il nostro corpo fisico e i colori servono a definirne la consistenza, soprattutto a livello spirituale.
Il campo energetico si suddivide in  quattro corpi: corpo eterico, emozionale, mentale e spirituale. La percezione dell'aura serve a stabilire la salute energetica di un corpo o di un individuo e ci mostra quei lati invisibili ai nostri occhi o visibili soltanto con il terzo occhio.
I quattro corpi sono: eterico, emozionale, mentale, spirituale.
Il corpo eterico è il corpo fisico; il corpo emozionale è il contenitore delle emozioni ed è colorato, perché le emozioni sono di mille colori; il corpo mentale è il contenitore dei nostri pensieri ed è giallo luminoso; il corpo spirituale è il contenitore della nostra più alta energia, quella più raffinata e pertanto spirituale.
Solitamente l'aura può essere esaminata a livello scientifico, con macchinari dotati di speciali macchine fotografiche o videocamere, ma esiste chi è in grado di percepirla con gli occhi o tramite il tatto, osservando un individuo o semplicemente toccandolo.
Non so se vi è mai capitato di pensare a quante volte, intuitivamente, ci sentiamo a disagio quando abbiamo qualcuno accanto che non ci piace... probabilmente il nostro disagio è dato da un'aura non proprio o del tutto non conforme alla nostra... evidentemente abbiamo avuto una "percezione" di un'aura non "buona" per noi e per la nostra stessa energia...
Spesso, affidandoci soltanto alla nostra logica o razionalità, perdiamo la possibilità di "sentire" qualcosa che la nostra mente non può conoscere, perché non analizzata con l'energia della nostra "aura". 

18 gen 2012

LA BOLLA DI SAPONE




Dalla piccola bocca del bimbo
esce un fievole vento,
attraversa una canna,
percuote un velo d'argento.
Esce di nuovo,
tutto racchiuso in sferico manto.
Futile globo,
si libra incerto nell'aria,
dipinto di mille colori;
e s'innalza, s'innalza leggero,
seguito dall'occhio ansioso
di tanti bambini.
Ecco, comincia a salire
poi scende, risale di nuovo.
Più su, più su,
ancora più su,
Icaro del cielo.
Non temi la morte,
o vana creatura?
La sola risposta:
un lieve scoppiettìo
e... scompare
la piccola bolla.
Cadono al suolo
tre gocce d'acqua soltanto.


Ego Polimanti
Roma, 11/10/'37

12 gen 2012

Proverbio cinese

" Quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri costruiscono mulini a vento". 
Così dice un antico proverbio cinese.  

9 gen 2012

Dilemma del Porcospino

Paura dell'altro, del coinvolgimento, dei sentimenti, del contatto, e ancora... é sempre più attuale e riconducibile ai nostri rapporti il famoso dilemma del porcospino, argomento spesso ripreso dalla psicologia per identificare colui o colei che teme il dialogo, la vicinanza, il contatto in ogni sua forma. La storica favola di Schopenhauer ci descrive come i porcospini d'inverno si stringono l'un l'altro per trovare calore ma poi si ritraggono per evitare gli aculei dei propri simili. Metafora perfetta per i sentimenti di noi esseri umani che ci dibattiamo  fra il dolore del coinvolgimento e l'isolamento dell'amore.
Ma cosa temiamo realmente? Paura dell'altro? O semplicemente paura di noi stessi e della nostra stessa reazione, perché magari insicuri di poter reggere un rapporto, fortemente ostacolati dal fatto che l'altro può farci del male. Siamo noi, in realtà, a farci del male, perchè temiamo proprio noi stessi. Cosa fare in questi casi... beh, alcuni si rivolgono ad uno psicoterapeuta, altri si isolano, sperando di poter risolvere da soli il problema, ma in verità nessuno è capace di indagare dentro la propria anima e nessuno, infine ne esce, rimanendo così un classico "porcospino".
Attraverso la parola e la riflessione possiamo ottenere di più, cercando di non nascondere più la verità e sentirsi così sollevati da questa fastidiosa mancanza.
Il dolore va espresso e occorre imparare a convivere con i nostri desideri più nascosti!


2 gen 2012

I sogni...


Il grande Gabriele D'annunzio scrisse: "Ama il tuo sogno se pur ti tormenta" Proprio così, occorre credere nei propri sogni se vogliamo che si realizzino. Spesso noi stessi siamo il primo ostacolo alla loro realizzazione, perché ci piace sognare ma non muoviamo energia che accompagni i nostri sogni e quindi, cosa vuol dire sognare? Il nostro vissuto ci rende ciò che siamo... nel bene o nel male. Solitamente, ci arrendiamo ancor prima di attuare i nostri sogni, perché può accadere di aver paura della loro realizzazione. E ci diciamo: perché modificare le cose, se vanno bene anche complicate?
Credere nei sogni ci mantiene vivi, alimenta la nostra speranza, che nella vita non deve mai mancare neppure di fronte alle difficoltà più ardue. Il sogno è la nostra forza, dal sogno ricaviamo energia e di energia viviamo!
Si può sognare durante il sonno ma è meglio credere nei sogni da svegli. E nel caso incontrassimo sulla nostra strada chi non aiuta la realizzazione dei nostri sogni... basta cambiare direzione e riprendere la strada maestra che ci condurrà al nostro cuore, che li racchiude un pò tutti.  

1 gen 2012

Un magico miaooo!




Se mi avessero detto mesi fa, anni fa, che avrei tenuto in casa un gatto, avrei certamente risposto che lo stava dicendo un fuori di testa. Io e un gatto: impossibile!
Adoro tutti gli animali ma in particolare i cani e tra tutte le razze il boxer, mio preferito per il carattere davvero speciale di questa razza.
Ora, all'età di 53 anni, mi ritrovo a fare coccole e riceverne da un micio nero, con occhi verdi, arrivato non si sa da dove, nei primi di settembre e con la luna piena.
Non so proprio da dove cominciare per descrivere questa nuova situazione, alla quale mi debbo ancora abituare del tutto, ho anche difficoltà a scriverne in questo preciso momento, perché lui, il gatto nero, è dietro me e a malapena mi concede un pezzettino di sedia davanti al computer: Sweetie, così ho chiamato questo strano micio.
Lo avevo intravisto qualche giorno prima, gironzolava nel giardino dei miei vicini, una famiglia tedesca che abita la casa soltanto nel periodo estivo e mai avrei pensato che scegliesse proprio me, e la mia casa come suo castello.
Si tratta di un gatto anziano, il veterinario dice che potrebbe avere circa 10 anni o forse più, è sterilizzato, motivo forse della sua infinita tranquillità pur essendo un maschio.
Il suo nome è stato suggerito unicamente dal mio intuito, ho notato subito i suoi occhi birbi ma molto dolci, ecco allora il nome di “dolcezza” e lo è davvero, sotto tutti gli aspetti.
Io non ho un'alta conoscenza di gatti, ripeto, ho sempre preferito i cani fin da bambina, ogni tanto ne presentavo uno in casa, io e mio fratello abbiamo sempre desiderato averli e il carattere del gatto per me è stato sempre un mistero. Lo conosco soltanto dai racconti di mio padre, che invece ne ha avuti moltissimi nella sua infanzia, dalle mie amiche e comunque da chi, amante dei gatti, ne conosce tutte le particolarità e sfumature.
Finora, non avrei saputo proprio cosa dire a riguardo... ma in questo momento mi sento sicura di poterli già definire, non tutti, ognuno è diverso dall'altro, ma Sweetie ormai non ha più segreti per me.
Questo felino vecchietto e malandato, con due pezze bianche sul petto e sulla pancia, arrivato con chiazze senza pelo qua e là, ora curato, amato e rispettato, mi sta conquistando ogni giorno di più, e ogni giorno che passa diventa sempre più sicuro e padrone nella sua nuova casa.
Penso non sia lecito parlare di reincarnazione, e tanto meno per gli animali, ma mi concedo di esprimere la mia personale impressione: che questo esserino sia, in un modo o nell'altro, una specie di gatto-cane, che si avvicina a me con atavico rispetto, con dedito attaccamento, proprio non dei gatti, ma direi piuttosto un po' troppo simile al comportamento del cane.
E allora cosa dovrei pensare? Semplicemente che il mio boxer Strauss ha inviato ancora una volta il suo regalo, e questa volta, ha inviato se stesso sotto forma di gatto, per rimanermi accanto, per farsi coccolare ancora una volta, per esprimermi il suo infinito amore, leccandomi e facendo le fusa in modo prepotentemente affettuoso!
Cerco ogni giorno di documentarmi su questa specie di animale e sto trovando di tutto, dalle leggende del passato nei vari paesi d'Europa, dai simboli sacri per il popolo egizio, fino ai giorni nostri, in cui molti ritengono che il gatto nero, in particolare, sia dispensatore di sfortune e malefici... Sciocchezze! Questo micio ha riportato in questa mia casa una sorta di assopita serenità, con i suoi miagolii dalle sfumature più diverse, dal pianto alla contentezza, dai ringraziamenti e saluti alla più semplice lagna. Si sdraia a terra a pancia in su, mostra la sua fiducia e il suo affetto verso chi, noncurante delle superstizioni popolari, lo ha accolto per regalargli ancora qualche anno di pappe, di tenerezze e protezione.
Che altro dire di lui, se non che debbo fare attenzione a non calpestarlo quando mi aggiro per casa al buio, Sweetie essendo così nero e silenzioso è talmente abituato a venirmi dietro che faccio fatica a camminare e soprattutto debbo ricordare che ora c'è lui vicino a me, e chiacchiera chiacchiera fino allo sfinimento, chissà quante cose vorrebbe dirmi, oltre al fatto che sicuramente mi è riconoscente, semplicemente per averlo tolto da una vita diversamente disgraziata.
Generalmente al mattino, dopo una prima leccata di tonno e dopo aver sgranocchiato qualche crocchetta, esce in giardino, se ne sta un po' per conto suo, presumo per bisogni o controlli vari, poi rientra e si rannicchia sul tappeto preferito, quello davanti al camino, luogo un tempo dedicato alla cuccia di Strauss, poi fugge quando accendo l'aspirapolvere, per rientrare ancora una volta e fregarmi la seduta sulla poltroncina della mia scrivania.
Il pomeriggio dorme sul divano profondamente, sogna, si muove, si lamenta, ma dorme profondamente, a meno che non suoni il campanello, infatti questo suono risveglia in lui la sua eredità canina, scatta e si precipita davanti alla porta, chiedendosi chi potrebbe essere.
In tarda serata, proprio quando non vedo l'ora di spegnere luci, televisore e di infilarmi a letto, ecco che Sweetie si desta di nuovo, pieno di energie e pronto a giocare, spostando tappeti e tende, suggerendomi che normalmente i gatti di notte vanno a zonzo, alla ricerca di... boh? non saprei proprio, non mi sono mai preoccupata molto di controllare dove vada, sono fatti suoi, rispettiamo la sua libertà e indipendenza felina, ma io ho sonno - allora, dove sei, girandolone -?
Che pazzia, avere un gatto! Ma chi me l'ha fatto fare? Ma non riuscirei ora a mandarlo via, non me la sento. In fondo ritengo che questo micio sia un po' la mia parte nascosta e misteriosa, quella che contrariamente all'essenza di spirito libero, desidera coccole e conferme affettive.
E poi non è così impegnativo preparare due ciotoline di tonno e crocchette almeno due volte al giorno, un tempo facevo molto di più per il mio Strauss.
Mi rendo conto che Sweetie non ha che una minima parte di quel cuore che resterà sempre legato al mio adorato boxer.
Sweetie è sicuramente un gatto “magico”, ma non perché sia sceso da una luna piena, soprattutto perché ha la capacità di risvegliare in me antichi ricordi e percezioni extrasensoriali, che so di avere, ora più forti e significative.
Che sia dunque un animale legato ad un mio lontano passato? Staremo a vedere in futuro cosa avverrà.
Eccolo disteso al sole come padrone di una foresta, si guarda intorno e osserva ogni minimo scotimento di foglie, tanto per distinguere se l'agitarsi delle foglie è dato dal vento o da qualche animaletto, che potrebbe divenire preda tra le sue unghie; non mi posso distrarre, perché l'osservo mentre con agile balzo da acrobata, potente ed elegante, si arrampica su quel ramo, lassù, così alto da toccare quasi il cielo e... arraffa quel povero animaletto indifeso, la destrezza con cui lo afferra non mi dà neppure il tempo di capire cosa sia.
- Singolare micio nero, cosa fai qui, nella mia casa? Cosa stai cercando?
Hai deciso di farmi pensare, di attirare la mia attenzione su di te, quando invece vorrei essere altrove e vorrei giocare con il mio boxer, e camminare con lui, soprattutto quando i miei pensieri volano oltre questo giardino, al di là di questo mare, per riposarsi dolcemente su ricordi di intensa felicità condivisa, quei tanti ricordi che si placano quando tu salti sulle mie ginocchia e inizi a ronfare e dove i miei sogni si fermano, i tuoi riprendono a vibrare di tenerezza, sì, caro gattino mio, sono qui che ascolto quelle parole che tu, messaggero di un'altra dimensione mi suggerisci nella mente e nel cuore.
Riuscirò a vederti quale sei? O mi limiterò a far finta di nulla? Tu solo sai come rispondere in queste mie giornate di malinconica solitudine, e dimmi, per quanti pleniluni ancora resterai, per poi sparire di nuovo dal quel “nulla” da dove sei arrivato?
Tu, simbolo sacro e segreto, sei arrivato a me, per “ mostrarmi la via”. -