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9 apr 2016

Una lettrice del mio libro "penne d'aquila"


Ringrazio Carmela Ponti per questa bellissima e molto gradita sua nota di lettura al mio romanzo "Penne d'aquila"





Un volo d'aquila, parole scritte che riflettono emozioni che hanno il compito di ricongiungere l'anima ad un corpo funambolo sul filo delle leggi dell'universo.
Un romanzo che letto e riletto trova negli occhi attenti del lettore uno sprone verso la consapevolezza interiore di una donna, che altro non è che un guardarsi dall'esterno, come guardare un film, un viaggio a ritroso nel tempo e un dialogo con esperienze di vita e risvolti di scelte, giuste o sbagliate, senza percepire i fantasmi del rimpianto e della delusione.
Un'accettazione di tutti i colori che hanno dipinto la sua vita, i suoi affetti e la sua solitudine, il lavoro, e l'amore, quello vero svelato in un unico sogno, compresi il nero della morte e il bianco degli Angeli che la custodiscono e la guidano verso l'unica e sola verità: non esiste un vero equilibrio se non nella forza d'anime e nelle Fede, che insieme vincono le nubi più nere di pioggia che oscurano il cammino.
Un percorso di crescita difficile, lento, un’introspezione che forma e ricostruisce ogni presente, sempre col sorriso anche quando gli eventi appaiono nemici e trafiggono l'animo della protagonista con spade di sofferenza e confusione e lo lacerano, ravvivando la brace che sotto la cenere del passato scalda il cuore e le sue emozioni fino alla comprensione che ogni scintilla di quel fuoco riacceso è una speranza per il futuro.
Una scrittura elegante, intelligente, tersa ed intrisa di tenerezza, che esprime ed evidenzia la delicata anima di Virginia e la sua spiccata sensibilità, forte nella bontà ed umile nella semplicità del rapporto col quotidiano vissuto sempre appieno, attimo dopo attimo, senza tralasciare niente; una persona che sa ed ama vivere la sua vita nella sincerità e nel dono di sé, senza pretese di scambio. Un romanzo che dona a mente e cuore il senso di pace con se stessi che ogni essere umano cerca affannosamente.
Penne d'aquila mi insegna che vivere è molto di più che respirare la superficialità del mondo, ma come un'aquila che prima di spiccare il volo osserva il suo mondo, apre le sue ali nel cielo in un volo basso, scende in picchiata fino a terra e si nutre di essa per poi rialzarsi verso Cieli più alti.




CARMELA PONTI

S. Pietro in Guarano (CS) 08.04.2016



8 set 2014

Recensione della poetessa Ilaria Celestini ai miei libri

Ringrazio la stimata poetessa Ilaria Celestini per questa sua recensione ai miei libri: 
Lettere mai lette e Penne d'aquila

Ilaria Celestini ha colto esattamente la mia scrittura, il mio stile e la mia stessa anima in ogni riga e mi ha fatto dono di una critica che rispecchia la sua grande capacità di scrivere in versi.




                  Susanna Polimanti narratrice dell'anima



Susanna Polimanti, nata a Foligno e residente a  Cupra Marittima, nelle Marche, oltre a essere un'esperta traduttrice e una fine esegeta di testi  letterari, membro di giuria in svariati e prestigiosi concorsi, è una narratrice sui generis, che privilegia  l'essere all'apparire, con un uso moderato del linguaggio, fatto di frasi brevi, senza ricerca di effetti  speciali con cui stupire il lettore, senza inutili orpelli, molto riservata e al tempo stesso incisiva. Lo si evince dalla lettura dei suoi due testi più recenti, Lettere mai dette (2010) e Penne d'aquila (2011) (entrambi editi da Kimerik, Patti – Me)
Testi molto diversi tra loro eppure complementari sul piano ideale.
Nel primo, una raccolta epistolare le cui missive non sono mai giunte ai destinatari, non vi è una trama, così come non ci sono personaggi fissi o intrecci.
C'è la voce narrante dell'autrice, che racconta in modo garbato vicissitudini, vita quotidiana, aspettative deluse, doni offerti generosamente senza chiedere contraccambio, tenerezza e amore, anche per le creature più semplici, come un cane, presenza umile ma preziosa che arricchisce l'anima.
E tanto basta per coinvolgere il lettore, senza nessuna affettazione, senza pose intellettualistiche, solo con la forza espositiva di una mente lucida sorretta da un cuore che sa commuoversi, e di conseguenza è in grado di suscitare emozioni profonde.
Il secondo testo potrebbe essere ascrivibile al genere del romanzo di formazione, e sarebbe facile citare l'Emilio di Rousseau o altri analoghi, ma quello che preme alla narratrice sembra il desiderio di farsi voce dell'anima, un'anima che compie la propria maturazione a poco a poco, attraverso dolori e disillusioni cocenti, ma sempre affrontate con dignità, eleganza e pudore.
Susanna è affabulatrice elegante e discreta; conduce per mano il lettore nei segreti teneri e commuoventi di una ragazza di buona famiglia, amata e protetta, ma al tempo stesso autonoma, emancipata, capace d'iniziativa.
Ci s'innamora di Virginia, come personaggio, perché è facile riconoscersi nei suoi pudori, nella sua innocenza, nei suoi slanci e soprattutto nella sua generosità.
E' un'anima giovane, si è detto, eppure sa amare. Profondamente.
Il suo è un sogno d'amore casto e ardente insieme, che persiste e si evolve nel tempo, e possiede una personalità ricca di sfumature, dietro un'apparenza semplice, da ragazza della porta accanto.
Estremamente attuali sono anche le delusioni, sentimentali ma anche professionali, della protagonista, che sono quelle tipiche di chi ha una cultura umanistica e deve fare i conti con le esigenze del mercato.
Sorprendente è però il messaggio di fondo, che giunge in una modalità inconsueta e insperata: tutti i singoli passi del percorso esistenziale servono, anche quelli che in apparenza sono più ostici, si rivelano e si spiegano in una visione superiore che li ricompone e li colma di significato.
Un messaggio di speranza, utile ai giovani di oggi e alle persone in cerca di risposte sui fini ultimi della vita, a tutte le età.


                          Ilaria Celestini



Brescia, 8 settembre 2014

14 mag 2014

Commento-recensione della poetessa Sandra Carresi al mio romanzo Penne d'aquila

Ringrazio l'amica poetessa SANDRA CARRESI per questo bellissimo commento al mio romanzo Penne d'aquila (Kimerik)






        

-   Un pensiero             su                      Susanna Polimanti –
   fermando così, le mie sensazioni…
                                                                                                 -                                                                     - Penne d’aquila – Romanzo


Ho conosciuto una bella persona, Susanna, da poco tempo devo dire, ma, ricevuto in regalo il suo libro, ricca di curiosità, ne ho bevuto l’essenza, e, compreso la stima e la simpatia immediata, condividendo in pieno, il significato del titolo – Penne d’aquila – - Casa Editrice – KIMERIK -

L’adolescenza è la fase più importante ed essenziale della nostra vita, l’essenza che ne rimane addosso è un vestito che, nonostante il trascorrere degli anni e del conseguente cambiamento fisico, resta piacevole rispolverare e indossare. Tutto questo non per tornare indietro, ma semplicemente per andare avanti.

-          La nostra, Virginia, protagonista del libro, è certamente donna forte, grintosa, intelligente, tenace, autonoma e… se posso, fortunata.  Nata in un clima serrato dagli affetti familiari, con fratelli, e amiche vere, la cui perdita può avvenire solo con la morte, ma nessuna distanza fisica, né tantomeno il tempo, può scalfire o imbrattare, è patrimonio che si può incontrare dalla nascita, ma, il saperlo mantenere, arricchire, alimentare attraverso gli anni, è materia di valori interni, forti, sentiti e consolidati.

-          Ci sono Amori, magari nati sui banchi di scuola, che ci fanno crescere, ma, non solo. Rimangono in quel pezzetto di cuore che ci appartiene in solitudine, che ci fa compagnia e che torna sempre a galla al momento opportuno. A volte, forse con fastidio ci permette di fare paragoni con altri amori, passioni o distrazioni, ma, poi alla fine, ci fa scoprire il nostro vero “io”, non regalandoci necessariamente malinconie, ma, accrescendo i nostri percorsi di vita con un’apertura nuova, forse timidamente ancora all’ombra della nostra anima.

La ricchezza è mia, in questa fase di vita, ormai scollinata, a fare incontri con persone speciali capaci di regalare emozioni, mostrando coraggio e saggezza, illuminando la possibilità di andare “oltre” ogni possibile sfida.

                                                                                            
Firenze, 13 maggio, 2014
                                                                                                            
 Sandra Carresi

8 giu 2013

Penne d'aquila- Recensione dello scrittore Lorenzo Spurio


Un grande gioia ed i miei più sentiti ringraziamenti vanno allo scrittore Lorenzo Spurio per aver recensito il mio romanzo Penne d'Aquila avvalendosi della sua esperienza di critico letterario. Apprezzo moltissimo la sua chiave di lettura al mio romanzo.








Penne d’aquila”, dell’amica Susanna Polimanti, è un romanzo che non lascerà indifferente il lettore. Il perché di questa affermazione il lettore lo sviscererà lentamente, pagina dopo pagina.
Il linguaggio chiaro e pulito, la ricca presenza di citazioni e riferimenti a testi “classici” della letteratura europea e non solo, rendono il percorso del lettore ulteriormente piacevole e motivo di riflessione sui temi che Susanna Polimanti affronta. Dolore, solitudine e senso d’apatia si intervallano a momenti d’evasione, flirt amorosi, serate spensierate con le amiche per poi risprofondare nella sofferenza per la dipartita di un congiunto, la desolazione interiore e lo scoraggiamento per una situazione lavorativa traballante, insicura, e ulteriore motivo di tormento. Ma il romanzo non è un elogio alla sofferenza, né una presa di coscienza sulla miserevolezza e la condizione disagiata dell’uomo nella società contemporanea, piuttosto è la trasposizione su carta di un animo sensibile che ha combattuto battaglie che l’hanno forgiata. Perché il libro è chiaramente una summa organica di motivi e riferimenti biografici della scrittrice (la citta natale dove scorre il fiume Topino, che è chiaramente la città di Foligno, la “cittadina delle Marche piena soltanto di salite e discese” (32) in cui vive che è di certo la città-capoluogo di Fermo, il lavoro di traduttrice-interprete, etc).
Il lettore è affascinato dalle pieghe intimistiche del romanzo ed accompagna mano nella mano la sua eroina, Virginia, ragazza dall’animo inquieto, sofferente, taciturna e minata –lo si dirà nelle primissime pagine del romanzo- da ricadute e svenimenti che, oltre a indebolirla, la conducono a domandarsi di continuo il perché di quegli avvenimenti.
La narrazione prende una virata più colorita quando la narratrice ci parla della sua introduzione al mondo del lavoro con colloqui, licenziamenti, contatti con dirigenti e quant’altro nella sua attività di interprete e traduttrice in imprese del calzaturiero nel Fermano (altro riferimento alla stessa autrice dove appunto vive ed ha lavorato).
“Penne d’aquila” è un romanzo di formazione: seguiamo Virginia dall’adolescenza fino alla maturità e nel trascorso degli anni intuiamo una crescita morale che si esplica nella felice riconciliazione con sé e nella scoperta del bello nel semplice, ma è anche e soprattutto un romanzo d’amore perché la componente formativa, di conoscenza del mondo, tipica del Bildungsroman, non può non passare attraverso la conoscenza, l’attrazione e l’amore verso qualcuno. L’amore è di certo un elemento conoscitivo ed esperenziale di fondamentale importanza nel percorso di crescita e qui, nel romanzo di Susanna, è il tema che aggruma tutta la narrazione, come il finale agrodolce evidenzierà. Ma la crescita non può avvenire neppure senza aver sperimentato realtà spaziali differenti da quella natia ed è per questo che l’esperienza universitaria di Bologna, la singolare vacanza-studio in Germania, le trasferte lavorative a Copenaghen e a Shanghai, oltre a significare momenti di lucido ritrovamento di se stessa, di pacificazione e di osservazione dei suoi problemi da fuori, funzionano come rinvigorimento di quell’essere a tratti depresso a tratti perturbato dai sentimenti contrastanti che l’amore spesso genera. Ma nella vita di Virginia –il cui nome non può che richiamare la grande scrittrice inglese che soffrì di depressione e che introdusse il celebre “flusso di coscienza”-  non mancano forti contraccolpi e momenti bui ad aggravare la pesantezza di un vivere tormentato quali sono la morte del padre, prima, e quella di una grande amica. Momenti difficili che pongono l’autrice ad elucubrazioni ancora più particolareggiate e di difficile risposta che affida soprattutto ad alcune citazioni che la scrittrice ha deciso di mettere all’inizio di ciascun capitolo.
Un romanzo d’indagine nelle pieghe dell’io, alla continua ricerca della ragione del mal di vivere e al contempo di una esasperata volontà di sentirsi amata. A volte –sembra sussurrarci l’autrice all’orecchio- non c’è una spiegazione chiara e definita a ciò che ci accade. Possiamo collegarlo a qualcos’altro o rintracciarne la causa in ciò che più ci fa piacere, ma il più delle volte le cose accadono per caso, per sbaglio, per coincidenze. Ed è proprio per questo che Virginia ed Angelo riusciranno a rincontrarsi dopo trenta anni e a riscoprirsi attratti, coinvolti, uniti in un amore mai del tutto esplicitato, ma che ancora una volta verrà vissuto troppo velocemente.
Nelle ultime pagine leggiamo: “Aveva imparato a sorridere, anche quando le circostanze le avevano impedito di farlo” (172). Il tempo dona esperienze, nuove amicizie, amori, regala viaggi, momenti di condivisione, ma porta con sé anche l’aggravarsi di malattie e ci priva di persone care. Forse, allora, la soluzione di tutto sta nel saper colloquiare con esso, riconciliandosi agli eventi passati senza rancori né recriminazioni, per consentire a quelle ali invisibili che tutti abbiamo, di spiegarsi e di dar vita a un soave volo. E magari di sorvolare sui lidi adriatici delle Marche di cui Susanna ci parla e dei quali io stesso condivido un grande attaccamento.

(scrittore, critico letterario)


10 mar 2013

Recensione della scrittrice Cinzia Luigia Cavallaro


Ringrazio la scrittrice Cinzia Luigia Cavallaro per la sua recensione al mio romanzo Penne d'aquila con relativa intervista. Ho apprezzato molto le sue parole, non solo perché mostrano la sua indiscussa competenza di recensionista, soprattutto perché le ritengo una valida ispirazione per ciò che realmente vuol dire "saper" leggere ed "interpretare" ogni lettura.

Susanna Polimanti


http://www.wordsinprogress.it/2013/03/penne-daquila/

26 lug 2012

Alcuni commenti al mio libro Penne d'aquila

"Penne d'Aquila" un romanzo scritto in punta di penna per narrare un percorso di vita che celebra i valori familiari, l'autenticità dell' amicizia, quella vera, le tante esperienze di lavoro e di viaggio, e un grande unico amore che splende e resiste alle pagine di una vita affidata al susseguirsi di insolite ma precise intuizioni. Da leggere tutto d'un fiato.

- Barbara Raponi Giorgini - (Scrittrice)


La voce di un libro ha il potere di collegare tutti superando ogni confine. Molte anime si ritroveranno nel libro di Susanna, ogni donna almeno per un giorno nella vita ha vissuto lo stato d'animo di Virginia, figlie dell'eterno conflitto tra l'essere, il dover essere. Penne d'aquila è un libro che culla l'anima. Dà soddisfazione leggerlo, rileggerlo e poterlo raccontare. Grazie Susy.

- Barbara Raponi Giorgini – (Scrittrice)


Mi piacerebbe - e sono sicura che sta già accadendo - che nel tuo libro si potessero ritrovare tante persone. Una delle cose più belle che accade nella lettura, a mio modesto avviso, è proprio il riuscire a rispecchiarsi negli accadimenti e nei sentimenti che essi sollevano. Talvolta è più facile ritrovarsi nelle parole di un altro che dare voce al proprio sentire, quasi ci riuscisse meglio "sentire" per interposta persona.
  • Bianca Vitali Rosati- (Amica del cuore di Susanna)
Dall'intervista di Agoradio ad Osimo è emersa una Donna coraggiosa che sa raccontare di sé con sincerità, senza mezzi termini pur rimanendo nell'anonimato dei vari personaggi del suo romanzo PENNE D'AQUILA. Un libro da leggere per capirsi meglio! 


- Maria Lampa - (Scrittrice)

12 lug 2012

Penne d'aquila

Una mattina  si fermò sulla spiaggia più a lungo del solito, ad ammirare il grande palpito delle acque e le frange di alghe che le onde portavano a riva.
Vide una conchiglia e volle prenderla. La levigatezza e l'iridescenza della superficie madreperlacea erano un incanto.
Le mancava sempre quell'unica persona, le mancava da morire, e con lui le mancavano la sua voce e il suo sorriso, non riusciva a sentire altro che tanto silenzio intorno e il silenzio apparteneva a quel nome soltanto.


da Penne d'aquila- Casa Editrice Kimerik

21 giu 2012

Recensione Penne d'aquila

http://www.storiedilibri.it/penne-daquila-di-susanna-polimanti-la-conquista-della-liberta-nellessere-se-stessi

La Recensione di Michela Zanarella al mio libro Penne d'aquila !!!

Pubblicare nel mio blog la recensione al mio libro Penne d'aquila di Michela Zanarella è un immenso onore per me e le parole di Michela, poetessa di alto spessore nonché carissima amica, sono un dono del cielo che accolgo con profonda gratitudine.


Susanna