“Dio
ci ha fatti per
amare. Ma noi siamo
incagliati su
questo atroce scoglio
fatto di mete
inesistenti e cieli
mai raggiunti. Che non ci apparterranno.”
La poetessa abruzzese Rosanna Di Iorio vanta un vasto
curriculum tra pubblicazioni e iniziative letterarie. Molto interessante è la
silloge “Arianna e il filo” (Kairós Edizioni - 2013) il cui titolo
immediatamente attira il lettore per la trasposizione della parola “filo”
rispetto all’originale della mitologia greca. Ritengo sia di particolare
rilievo sottolineare una possibile interpretazione di un preciso segno
linguistico, affinché lo stesso termine debba intendersi quale mezzo di
condotta che crea legami e traccia i
confini del nostro spazio esistenziale. Solo mantenendo fede al nostro io,
alla nostra storia e all’Amore “vera
forza che fa muovere il mondo”, possiamo vincere il labirinto, simbolo di
caos del nostro mondo e di noi tutti “Clandestini/
Nel tempo”. È dunque l’Empatia-Amore il significato contestuale della
silloge nonché la correlata configurazione
di quegli innumerevoli sentimenti-pilastri che tracciano emozioni e
comportamenti che divengono antidoto di liberazione da qualunque disagio.
Uno
stile dialogico con finalità di consapevolezza e supporto a stati emotivi per
una poetica dell’intendere e del sognare, del ragionare e del cullarsi nel
ricordo; una vita rilucente” e “un tempo inatteso” di “vento impetuoso” […] “in
bilico sospesi sul crinale/ che separa la vita da ogni cosa” mostra un’intelligenza instancabilmente
indagatrice ed esploratrice che si fonde con un sentimento intimo, raccolto e patriarcale. Il ritmo suona al
tempo stesso, semplice e complesso, letterario e spontaneo, ritmato e
prosastico, cantato e parlato. La voce della Di Iorio è ricca di esperienze e risonanze; un presupposto di
elevata saggezza mista al fervore dell’animo e all’acutezza dello sguardo,
senza mai affogare del tutto nell’angustia semmai si riscontra nei versi un’ampia
visione umana velata di tenue mestizia “Ma
tu sei sempre ferma sulla soglia[.] /In un’attesa[,] come una distanza[,] /un
distacco[,] un non essere[.] Sospesa”
Una dimensione della memoria costruita su un gioco di
prospettive temporali ove la realtà è vista sotto l’aspetto del ricordo e, al
tempo stesso, della sottile condanna e denuncia di fronte ai mali del mondo
nonché al disagio causato dall’incomunicabilità e afasia verso eventi sociali
degni di maggiore attenzione, per i quali la Nostra prova una silenziosa e
sofferta condivisione. La poetessa si ritira in solitudine in cerca di evasione
creativa e della propria fede, non accetta l’imposizione di una modernità che
intreccia diversi linguaggi e comportamenti che inesorabilmente conducono a un maggiore
grado di vulnerabilità della nostra personalità “Sarai eroe e figurante, in questa/giostra che ci trascina e che
chiamiamo/impropriamente VITA e che è soltanto/ un eterno disagio di
infingarda/ apparente armonia che ci imprigiona”.
Dalla
raccolta si evince uno studio attento della parola per rendere i versi più
fruibili attraverso quella forte emotività che appartiene alla stessa
personalità della poetessa.
Notabile
è la lirica dal titolo: “E un fumo, sì,
qualcosa come un fumo” poiché senz’altro pura manifestazione interiore ed esteriore, dell’animus e del pensiero di Rosanna-Arianna, la quale sembra
arrendersi a una volontà capovolta ma in realtà comprende che la vita va
assaporata in modo diverso e gustata nella sua ricchezza “Ed io[,] che ho amato l’assoluto nel profumo/di una rosa[,] nella
carezza della luna[.] Io[,]/ che ho lottato a perdifiato[,] come posso
piegarmi/ al dolore straziante della nostra fine[.]”
“Arianna
e il filo” è una silloge vasta che esige una lettura attenta per le
tante sfumature di introiezione e proiezione, ricca di spunti e di verità
tangibili che non si limitano alla pura espressione letteraria ma definiscono
un vero e proprio cammino di vita personale e di evoluzione artistica.