E
siamo bacio entrambi, pubblicata dalla casa editrice romana
Pagine nel 2021, è la realizzazione
di un ampio e impegnativo corpus poetico
della talentuosa Elisabetta Biondi della
Sdriscia, suddiviso in ben otto sezioni, di cui ognuna è di per sé un’opera
compiuta quale frutto di un lungo e differente percorso creativo-evolutivo.
In primis si
evince la maestria raffinata dell’umanista e la predilezione per i testi più
significativi della tradizione poetica classica nonché, procedendo a un’attenta
analisi testuale, scopriamo di essere in presenza
di una vera poíesis. Una vena
lirica che trasuda calore e passione, ora tenera e melodica, ora afflitta e
nostalgica, ora amara, delusa e pungente, è testimonianza di una ricca,
affascinante soggettività, di etica e morale solide, primo fondamentale
alimento di un componimento poetico. Le tematiche sono in relazione l’una con
l’altra nella profonda interiorità della poetessa, la sua creatività va dai
toni della poesia epica-mitologica, ai canti d’amore, dalla lirica di contenuto
civile a canti pregni di emozione e religiosità, dalla poesia intimista alla
nostalgica-romantica. La Nostra utilizza
e affida sottili emozioni al brivido del bacio, simbolo dell’unione e del
mutuo accordo e che, fin dall’antichità, ha assunto un significato spirituale. Di
fatto, il bacio non è unicamente simbolo d’amore e di passione, è anche accordo
dello spirito con lo spirito e tramite la bocca, organo corporeo del bacio, è fonte
di respiro. Come è pure con la bocca che si danno i baci d’amore, congiungendo
inseparabilmente soffio a soffio. Il simbolo del bacio lascia il segno del suo
passaggio soprattutto nella lirica-simbolica “Amore e psiche: E siamo bacio entrambi” in parte, anche
titolo della raccolta […] Ho mietuto con
te gli ultimi/baci della notte [,] con l’ardore/di chi sa che svaniranno
nell’alba. La sua poesia è personificazione benefica e rigenerante di un vissuto
particolarmente complicato e toccante, erompe da quella pesante “scorza” di fasi
alienanti intensamente sofferte, restituisce un animo temprato Ci sono istanti in cui la sofferenza/trova
in poesia ala di gabbiano/e stilla in poche gocce condensate/l’orrore del
dolore d’ore e ore. Il momento
performativo sconfigge l’oblio, riscrive il tempo dell’ispirazione, rendendolo
infinito e immortale proprio come nel canto di Orfeo, il cui mito di
cantore solitario, nei diversi aspetti ma soprattutto sotto quello dell’amante
desolato, ha sempre esercitato un grande fascino su artisti e poeti Era il tempo passato [,] /era il futuro [,] /tutti
gli istanti/ di un eterno presente…
Le
ripercussioni psicologiche di muti tormenti, la sensazione di essere sottoposti
a un eccesso di pressione e di aspettativa Il
tempo ci ha mutato e separato [,] / il tempo mi ha insegnato a ricordare/senza
più pena [:] non sono come tu/speravi [,] non ci sono riuscita o al
contrario di essere fortemente trascurati (e
non mi hai amata) […] una vita che ha
lasciato cicatrici/che tento invano di cancellare, generano fame affettiva
che non viene mai saziata. Nell’alternarsi di passato e presente, ogni verso è
un frammento di vita che si lega con immediatezza
e profondo pathos a quei temi di un’intima
e filosofica meditazione, sempre e comunque legata alle sue radici: luoghi, affetti
familiari e amicali. Livorno [,] ombra di gioventù [,] /scrigno
prezioso di affetti/ormai lontani [,] questa pioggia/ di stelle in
quest’agosto/ti illumina di sogni mai svaniti. Non mancano dediche
strettamente personali, come quella per un bimbo “Non nato” Ma sei stato amato/d’amore infinito/nel solo
tuo/essere possibilità o liriche dedicate a vittime di incidenti violenti.
Attraverso il verso, la sua intuizione creatrice conferisce vita e verità in rivisitazione moderna, alle passioni contagiose di personaggi mitologici e tragici, coinvolge le capacità del genere umano di interpretare e vivere il mondo; il sentimento amoroso si fa amore cosmico da ricevere e restituire, lontano da qualunque violenza o sopruso. I crimini della storia pesano nell’animo, urlano il ricordo e reclamano compassione e rispetto. La figura di Penelope rappresenta l’immagine più che dell’amore, della fedeltà alla parola data Contando le mie rughe ora saprai/ gli anni trascorsi nell’attesa di te [:] / oh il desiderio insaziato di averti vicino! […] mentre traspare una profonda solidarietà con ogni anima ferita e violata nel canto di Medea, controverso personaggio di donna abbandonata, lacerata dal più potente conflitto delle passioni, nella sua vendetta da mostruosa e violenta diviene figura umana e tenera Ho gridato sotto i tuoi baci [,] / ho tremato alle tue carezze/ e tu non hai esitato a colpirmi/nuda e vulnerabile […].
Commoventi e struggenti i versi dedicati alla fedele cagnetta Vichy che non c’è più, il dolore per la perdita si tramuta in speranza di un dolce ‘altrove’ anche per lei Io non so se nel cielo tu corra/nei prati e se prato nei cieli vi sia [,] /so che hai corso per anni al mio fianco/rendendo più lieve il fardello.
Nella
poetica di Elisabetta Biondi della
Sdriscia colpisce soprattutto la brillante abilità nell’amalgamare un
lessico amabilmente letterario con un lessico più tecnico, in particolare con
riferimento a diversi enjambements
contenuti nei testi e alle molte simbologie, che conferiscono funzioni strutturali
importanti e rendono la poesia nobile e semplice a un tempo.
I
contesti sono espressi con candore e perizia in una forma e uno stile classici;
in alcune liriche si percepisce anche vicinanza alla poesia elegiaca,
nell’analisi di se stessa e nella descrizione dei suoi sentimenti e sogni. Inoltre
e personalmente, ritengo sia presente un tono di fondo che rievoca gli autori tedeschi
del Lied, marcato è infatti il lamento struggente poetico-musicale del cantore
e della dicotomia tra amore e odio, seduzione e inganno. Elevato è il valore
connotativo, rivolto a garantire una maggiore comprensibilità del verso.
E
siamo bacio entrambi è sicuramente una silloge di grande
eccellenza, per la forza dei testi, per la ricca trama di generi, per la
squisita delicatezza nell’affrontare tematiche complesse e soprattutto, per
l’attualità di una riproposizione in versi di alcune fonti di letteratura greca,
tra gli elementi essenziali di gran parte della nostra cultura
occidentale.
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