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20 ott 2016

Arianna e il filo: Empatia-Amore nella silloge della poetessa Rosaria Di Iorio

“Dio
ci ha fatti per amare. Ma noi siamo
incagliati su questo atroce scoglio
fatto di mete inesistenti e cieli
 mai raggiunti. Che non ci apparterranno.”


La poetessa abruzzese Rosanna Di Iorio vanta un vasto curriculum tra pubblicazioni e iniziative letterarie. Molto interessante è la silloge “Arianna e il filo” (Kairós Edizioni - 2013) il cui titolo immediatamente attira il lettore per la trasposizione della parola “filo” rispetto all’originale della mitologia greca. Ritengo sia di particolare rilievo sottolineare una possibile interpretazione di un preciso segno linguistico, affinché lo stesso termine debba intendersi quale mezzo di condotta che crea legami e traccia i confini del nostro spazio esistenziale. Solo mantenendo fede al nostro io, alla nostra storia e all’Amore “vera forza che fa muovere il mondo”, possiamo vincere il labirinto, simbolo di caos del nostro mondo e di noi tutti “Clandestini/ Nel tempo”. È dunque l’Empatia-Amore il significato contestuale della silloge nonché la correlata configurazione di quegli innumerevoli sentimenti-pilastri che tracciano emozioni e comportamenti che divengono antidoto di liberazione da qualunque disagio.
Uno stile dialogico con finalità di consapevolezza e supporto a stati emotivi per una poetica dell’intendere e del sognare, del ragionare e del cullarsi nel ricordo; una vita rilucente” e “un tempo inatteso” di “vento impetuoso” […] in bilico sospesi sul crinale/ che separa la vita da ogni cosa” mostra un’intelligenza instancabilmente indagatrice ed esploratrice che si fonde con un sentimento intimo, raccolto e patriarcale. Il ritmo suona al tempo stesso, semplice e complesso, letterario e spontaneo, ritmato e prosastico, cantato e parlato. La voce della Di Iorio è ricca di esperienze e risonanze; un presupposto di elevata saggezza mista al fervore dell’animo e all’acutezza dello sguardo, senza mai affogare del tutto nell’angustia semmai si riscontra nei versi un’ampia visione umana velata di tenue mestizia “Ma tu sei sempre ferma sulla soglia[.] /In un’attesa[,] come una distanza[,] /un distacco[,] un non essere[.] Sospesa
Una dimensione della memoria costruita su un gioco di prospettive temporali ove la realtà è vista sotto l’aspetto del ricordo e, al tempo stesso, della sottile condanna e denuncia di fronte ai mali del mondo nonché al disagio causato dall’incomunicabilità e afasia verso eventi sociali degni di maggiore attenzione, per i quali la Nostra prova una silenziosa e sofferta condivisione. La poetessa si ritira in solitudine in cerca di evasione creativa e della propria fede, non accetta l’imposizione di una modernità che intreccia diversi linguaggi e comportamenti che inesorabilmente conducono a un maggiore grado di vulnerabilità della nostra personalità “Sarai eroe e figurante, in questa/giostra che ci trascina e che chiamiamo/impropriamente VITA e che è soltanto/ un eterno disagio di infingarda/ apparente armonia che ci imprigiona”.
Dalla raccolta si evince uno studio attento della parola per rendere i versi più fruibili attraverso quella forte emotività che appartiene alla stessa personalità della poetessa.
Notabile è la lirica dal titolo: “E un fumo, sì, qualcosa come un fumo” poiché senz’altro pura manifestazione interiore ed esteriore, dell’animus e del pensiero di Rosanna-Arianna, la quale sembra arrendersi a una volontà capovolta ma in realtà comprende che la vita va assaporata in modo diverso e gustata nella sua ricchezza “Ed io[,] che ho amato l’assoluto nel profumo/di una rosa[,] nella carezza della luna[.] Io[,]/ che ho lottato a perdifiato[,] come posso piegarmi/ al dolore straziante della nostra fine[.]
Arianna e il filo” è una silloge vasta che esige una lettura attenta per le tante sfumature di introiezione e proiezione, ricca di spunti e di verità tangibili che non si limitano alla pura espressione letteraria ma definiscono un vero e proprio cammino di vita personale e di evoluzione artistica.