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27 mag 2020

Nel giardino di Hermes di Alessandra Prospero: l'anima in viaggio








Nel giardino di Hermes” è la recente pubblicazione poetica della scrittrice e giornalista Alessandra Prospero, edita per la collana Criselefantina dalla Daimon Edizioni, casa editrice da lei fondata e diretta. Simbolico ed evocativo il titolo della silloge che coinvolge Hermes, la divinità mitologica messaggera per eccellenza nonché dio dei poeti e, come mediatore fra il cielo e la terra, garanzia di forza elevatrice. Il giardino, specchio di una realtà interiore, è energia e percorso di consapevolezza oltre i cinque sensi ove la poesia, come un mantra, libera l’anima e illumina il significato di ogni percezione e sentimento. È qui che la poetessa si pone in ascolto, si prende cura di se stessa e delle emozioni e il suo canto-visione si trasforma in un luogo di guarigione attraverso la parola poetica “Qui trovo la Poesia della Sera [,] / quegli aromi che solo Tu/ sai ripescare dall’oblio/ […] perché Tu sei strumento umano/trascendente e divino”, in sottile intimità e contemplazione dell’amore in ogni suo risvolto, universale e personale. L’ispirazione si traduce in una creatività permeata dallo spirito e dalla materia, contrapposti in una ricerca di luce e di calore umano, a distinguere un sentimento tortuoso seppure così naturale e spontaneo “Amore risiede/ove umana debolezza/assurge/a divina vicinanza [,] / nell’Empireo delle fragilità [,] / illuminate da un unisono”.
Nel susseguirsi di momenti tra certezze e ambivalenze, ogni sensazione fortemente affrontata e sofferta è finalizzata a raggiungere e mantenere una condizione di equilibrio, tra errori del passato e prospettive future. Uno smaltato incanto dell’amore percorso da un sottile velo di tristezza, ci viene apertamente incontro, ogni verso sottolinea l’attrazione di un sentimento unico che appaga e ferisce a un tempo, è “eraclea ostinazione”, desiderio e coinvolgimento ma anche fragilità nella ricerca di dolcezza e purezza “Ho passi fermi/ sul tuo marciapiede di meringa […]”, rimane sospeso in aria tra passato e presente, tra cielo e terra “[…]sul ponte tibetano/ del tuo avvicinamento” in attesa di una netta conclusione che sia finalmente conquista verso una stabilità quale “amata meta”.
Una poesia polisemica, ricca di allusioni, analogie simboliche e tautogrammi, una misura d’arte fatta di intimo equilibrio e di saggezza in una limpidezza di espressione alternata con forme dubitative che accrescono il senso dell’incerto e dell’irreale. La grazia lieve ed elegante di una raffinata sensualità s’intreccia con un sorridente e garbato scetticismo che tempera il dubbio, la sospensione dell’animo e della menteLasciar andare/ Cospargere l’anima di oli essenziali/ e attendere che ciò che essenziale non è/scivoli via”. Lo stile, caratterizzato da una morfologia flessiva molto aggettivata e un’originale semantica lessicale, denota una profonda conoscenza linguistica nonché una notevole esperienza dei classici. Il verso è plasmato dal suono di una voce intensa e calda e ci arriva sotto forma di dignitosa emozione, tra carne e spirito, eternità e intimità, alleanza tra volontà e armonia.
La lirica “So(u)lstizio” è, a mio avviso, quella che più manifesta un luogo privilegiato, una sorta di tempio baudelairiano, in cui la poesia scopre, raccoglie sinestesie dell’anima “Nell’odoroso gelsomino/raccolgo gli effluvi della tua attenzione [;] / nelle tue braccia/accoglienti di ortensia/ritrovo il suono/ del mio sorriso”, serba segreti e, tra giochi di luce e ombra, affida i suoi sogni, lascia viaggiare il suo messaggio poetico perché ognuno di noi lo colga quale concretizzazione di un’esigenza espressiva.

 
Link per l'acquisto: https://www.daimonedizioni.com/criselefantina/

23 apr 2017

HaikUimia di Claudio Spinosa e Alessandra Prospero: il verso unisce e completa




HaikUimia è una raccolta di haiku; un nuovo progetto editoriale della Arkhé Edizioni – 2016 che unisce la poetica del sulmonese Claudio Spinosa e dell’aquilana Alessandra Prospero, creando così un connubio di arte e di energia ispiratrice. Le immagini grafiche della copertina ritraggono i simboli del sole e della luna, separati seppur concilianti, quale unione di due opposti a ordinare un nesso armonico tra luce, calore e creazione di passaggi di un rispettivo universo interiore.
In termini di filosofia orientale, è come riferirsi alla dualità maschile e femminile, dello Yin e dello Yang, sebbene qui i colori utilizzati siano il bianco e l’azzurro. La stessa grafica si ripete nelle pagine di ogni singolo haiku: il Sole per Claudio Spinosa e la Luna per Alessandra Prospero.
Nei versi si evince una sincerità d’emozione che si manifesta in quella semplicità, in quella schiettezza e spontaneità d’espressione propria di questa raccolta, ove spiccano tre aspetti rilevanti: razionale, emotivo e volitivo. La brevità del genere haiku riflette il mistero del verso e si arricchisce di capacità riflessive e immaginative persino laddove c’è un velo di melanconia che si traduce in respiro vitale e unanime [Su nero asfalto/ricordi & intuizioni/Attraverso me] (C.S.) - [Crepuscolo blu/Nostalgia feroce/Lande lontane] (A.P.)
Una composta tristezza pervade all’avvicinamento del crepuscolo e le parole non dicono, non descrivono i moti dell’animo ma li suggeriscono indirettamente con la loro forza di simboli evocativi, la cui scelta appartiene all’abilità degli autori, in modo ch’essi non restino isolati ma che, con una dinamica sicura, producano l’effetto desiderato: [Luna distorta/Umano contrattempo/Occlude cieli] (A.P.) - [Umori grigi/Ora tarda di sera/Bisogno di me] (C.S.) Nella gioiosa ammirazione del bello, traspare un’eco quasi temporale, un soffio opprimente della caducità delle cose di questo mondo dove anche il ricordo ci assale, quando i pensieri si fondono con le emozioni suggerite dalla stessa natura. Uno scatto fotografico del trasporto dell’io nelle cose del mondo è qui spontaneo abbandono dello spirito in esse e intensa partecipazione alla loro ansia, alla loro vita, alla loro stessa essenza rendendo suggestività all’espressione [Alba gelida/Costruzioni mentali/Concatenate] (A.P.)
La bellezza della poesia haiku è sempre quella che si annida ovunque, sia nell’osservazione della notte che in quella del giorno, tra i germogli di una primavera e gli inverni dell’anima. La potenza di afflato si fonde con il riposo e la meditazione e le “Parole s’intarsiano” nei versi di “un’alchimia vincente” per una “gioia condivisa” che si trasfigura in passione e in quella spiritualità propria della poesia giapponese. Infatti, tale poetica mette in luce molti concetti tipici della filosofia giapponese che, per tradizione, persegue una sorta di “makoto”, di perfezione e veridicità che è anche profonda consapevolezza, non solo di ciò che siamo ma soprattutto di ciò che potremmo essere, se solo ci fermassimo più a lungo nei luoghi della contemplazione, semplicemente per riscoprire ciò che la frenesia del quotidiano spesso cela al nostro sguardo. HaikUimia: un titolo sicuramente ricercato e ideato con un preciso motivo;  a me non dispiace interpretarlo anche come “haikuemia” o “haikulimia”, considerando la personale attitudine dei Nostri verso tale componimento poetico.
Tra haiku e senryū, la cui grazia deriva dall’imperitura bellezza della semplicità, indubbiamente risaltano la tempra e l’incisività, caratteristiche essenziali dei due autori, quali eredità della loro terra d’Abruzzo.