26 mag 2013

Recensione al mio LETTERE MAI LETTE della scrittrice Giovanna Albi

Buongiorno, sono Giovanna,
e oggi ti voglio presentare la mia recensione al testo originalmente poetico dell'amica scrittrice Susanna Polimanti Lettere mai lette Kimerik 2010
Un repertorio di immagini interiori che nemmeno il tempo potrà scalfire; un viaggio nella memoria dell'autrice che, attraverso una raccolta di lettere mai spedite, ripercorre i suoi sentimenti più profondi, che la legano a persone, immagini, oggetti, animali, luoghi del passato.
 Le lettere, gelosamente custodite, rappresentano un tesoro nascosto di sentimenti di cui l'autrice ci fa dono consentendoci di entrare in sintonia con la profondità della sua anima. Così ci troviamo a gioire  a piangere ,a commuoverci con lei per quanto di grande , bello e doloroso ha sperimentato nella intensa vita emotiva. Una scrittrice di alto livello, capace di penetrare negli abissi più profondi della sua anima, elaborando lutti, separazioni, dolori , gioie, entusiasmi giovanili e riflessioni dell'età matura . Non comune è la capacità di comunicare emozionando, di leggersi dentro, ben distinguendo la qualità dei sentimenti provati e trovando sempre la parola adatta e sublime per esprimere  quanto la attraversa. Una vita dal profondo sentire è quella di Susanna tradotta in uno stile sempre leggero, leggiadro, altamente poetico, raffinato che le consente di passare di sentimento in sentimento con una agilità da vero giocoliere della parola. Sì, il segreto di Susanna, di cui conosco altre opere e racconti, si trova proprio nell'uso sapiente della parola: una parola che ti arriva dritta al cuore, alata come le freccia che sa centrare il bersaglio emozionale. Una parola poetica in cui ti immergi sentendola dentro con tutta la sua portata emotiva, entrando in perfetta sintonia con il suo mondo interiore: un mondo bello anche nel dolore, perché dopo l'immersione dentro di esso c'è sempre la luce della risalita, l'uscita dalla caverna.
Un opera che è un inno alla vita, con tutto ciò che essa comporta, con la nobile e sublime accettazione del destino comune: così le ferite dell'anima si aprono e si ricuciono e le gioie restano forti ed intense e sono l'ancoraggio della sua esistenza, mai paga della ricerca e sempre pronta a sperimentare nuove emozioni. Il ricordo si fa rimpianto di quanto si è perso, ma rimpianto mai amaro, mentre dolce è il ricordare il primo amore, un amore gelosamente custodito, un amore intramontabile, ripercorso con tutta la foga giovanile e ti sembra di risentirli quei baci rubati, quei baci che tutti abbiamo sperimentato da adolescenti: quei baci puri ed intensi che ci portiamo dentro custoditi nella teca dei ricordi più belli. Con poche parole si pennellano emozioni, stati d'animo, sensazioni indelebili, come in un quadro emozionale in  cui tutto viene letto entro un piano infinito, un piano divino che accoglie il nostro progetto esistenziale.
Poche parole e ti ritrovi dentro un'emozione, un ricordo, un rimpianto, un abbraccio, un bacio, un foulard di seta, una rosa, un pensiero leggero e fluttuante una carezza al lago dell'amore universale, in riva al mare d'inverno con la paura umanissima di perdere tutto.
E poi il silenzio della solitudine con la certezza che domani i rumori spariranno perché sono solo i sussulti della sua anima inquieta, il colloquio col padre che torna in vita nel ricordo e si fa presenza fisica accanto a lei , come il primo vero grande amore della sua vita, e le dà utili indicazioni per ritrovare il senso di questa esistenza più volte colpita, ma mai affondata.
Il ricordo accorato di Strauss , compagno di dieci anni di vita di cui ringrazia Dio per avergli fatto scoprire l'amore vero, puro, disinteressato, totale come quello che solo un cane sa dare ad un uomo, in questo caso una donna, sensibile . E  le senti quelle coccole, quelle leccate, quelle corse, quegli scatti di corsa e ti senti vicina a Susanna, al suo dolore e alla sua evoluzione . Una Susanna che sa parlare con la sua amica Rossella,
l'amica di una intera esistenza, di cui sente una mancanza dolorosissima, un vuoto incolmabile in questo Natale che si approssima , in cui intrattiene un rapporto intimo con la sua amica in un sentimento puro di totale amicizia gratuita e spassionata. Perché Susanna sa cos'è l'amicizia e io la ringrazio, non solo per le parole intense e sublimi per Rossella, ma anche per quelle che spende per me, parole alle quali io mi ancoro alla ricerca di un approdo nella mia travagliata esistenza. E queste parole ti entrano come un balsamo e la senti la catarsi della liberazione che passa attraverso il dolore; ti vedi accanto a lei davanti a quel foglio bianco che aspetta di riempirsi di emozioni e che fa quasi paura nel silenzio dell'anima, ma presto quel foglio si riempirà di altre e ancora altre intense parole e tu lettore ti troverai dentro un sogno che si apre e si chiude in un tempo irreale che lascia l'amaro del risveglio, ma la prontezza di vivere un nuovo giorno che non sappiamo cosa ci dispenserà. Ma sappiamo che Susanna lo vivrà con tutto il suo cuore, con la pienezza  , la foga e al contempo la serenità dei suoi sentimenti mai spenti, con la cura della sua essenza più vera, certa che un altro a more ci sarà a curare le ferite della sua anima, un altro abbraccio in cui perdersi, un Mr.Right, quello giusto, quel col suo bel cavallo bianco per portarla via, mentre ora le mancano le carezze , quelle emozioni che provava da adolescente quando sognava l'uomo della sua vita.
Così tra gioie, dolori e rimpianti si dipanano le lettere e le parole si infilzano l'una dietro l'altra in una armonia di suoni e di sensi, da godere in una sera di luna piena, in collina, sulla riva del mare, in una splendida giornata guardando il lago e sentendosi scoppiare di energia vitale pensando al suo amore lontano e risentendone tutta la pregnanza e la forza e poi l'attesa, la paziente attesa del ritorno dell'Amore.

E i suoi sentimenti cambiano col passare delle stagioni in una unione olistica con la Natura, di cui assorbe aromi, luci e colori, mentre si perde tra fantasmi di fumo e profumo, nella definizione sempre più nitida di ciò che cerca per se stessa, ora che si sente libera delle zavorre del "devo essere" e finalmente può diventare la Susanna autentica, quella che pulsa nel suo cuore, lontana dalle convenzioni imposte , quella dove una parola sola risuona forte e potente: Amore.



23 mag 2013

Recensione del poeta Vincenzo Monfregola a LETTERE MAI LETTE

Con immenso piacere pubblico la recensione al mio libro Lettere mai lette (Kimerik) del poeta, nonché amico Vincenzo Monfregola. Grazie Vincenzo, questa mattina aprendo la posta ho trovato questo tuo graditissimo regalo!





"LETTERE MAI LETTE" di Susanna Polimanti



Lettere… a chi non è mai capitato di scriverne almeno una, personalmente credo sia fondamentale regalarne quanto meno a chi si vuole bene.


Susanna Polimanti ne butta giù svariate, tutte diverse ma ognuna di esse legate ad un chiaro concetto: "l'amore"; amore per la vita, amore per il cielo, il mare, amore per l'amore, amore per la vita.
Durante la lettura di questa raccolta sono riuscito a percepire gli stati d'animo, le emozioni, i giorni nati col sole e le notti calate con la pioggia, l'autrice porta il suo lettore nel tempo stesso in cui le ha scritte quelle lettere.


Difficile riuscire a descrivere quanto abbia giocato il 'tatto' mentre sfogliavo le pagine di "Lettere mai lette", ma non parlo del tocco fisico tra le mie dita e le pagine del libro, per 'tatto' intendo dire che sono stato catturato emotivamente tanto da condividere attimi, momenti raccontati in parole, emozioni urlate in silenzio che raccontano della semplicità più autentica che la vita, e il suo vero senso, ogni giorno ci regala dandoci la possibilità di 'essere'.


Susanna Polimanti riesce a raggruppare con poche parole quanto di più essenziale possa esserci nei valori fondamentali cui ogni essere umano si sente legato, quale un compagno, un amico a quattro zampe, un fiore, un pensiero. Altalenanti le pagine in cui l'autrice riesce a regalare tutte le sfaccettature che un'emozione può regalare, inestimabile è quanto arriva ai lettori che attenti non si soffermano al 'tecnico' e riescono a farsi trasportare dalla melodia che ogni singola riga delle lettere di Polimanti racconta.


" […] Ma conservo un solo nitido ricordo: di quel pomeriggio di fine febbraio, quando, dopo una corsa in macchina fino al mare, in un posto lontano, hai scattato qualche foto. Era un periodo molto difficile per me, pieno di sofferenza, ma tu eri riuscito ad alleviare il mio dolore con dei semplici gesti, con degli sguardi. […]" .
Mi sono particolarmente d'aiuto queste poche righe per dare un'idea di quanta pienezza vitale sono racchiuse nelle pagine di questo libro, tutte le emozioni sono in quello scrigno intimo di Susanna Polimanti che regalandolo al lettore rende unico il suo legame con quanto conta veramente in ogni singolo battito di questa vita, bella così com'è nella luce della sua assoluta semplicità.

Vincenzo Monfregola

15 mag 2013

Recensione di Penne d'aquila di Giovanna Albi


Ringrazio la scrittrice Giovanna Albi per la bellissima recensione al mio romanzo Penne d'aquila.



Ciao, sono Giovanna Albi e, in piena condivisione del sentire, ti presento la mia recensione al toccante testo di Susanna Polimanti " Penne d'aquila".
Un viaggio nella memoria di Virginia , personaggio femminile di grande spessore emotivo-spirituale, è di fatto il testo di Susanna, che, con una penna veramente d'aquila, sa guardare oltre l'apparenza del divenire alla ricerca inesausta di una verità interiore, deposta nelle ragioni del cuore, al di là di tutte le stratificazioni della razionale coscienza.
Un viaggio entusiasmante che ti prende per mano e ti conduce dentro il cuore di una donna autentica che impara a leggere dentro di sé, ricostruendo il suo mondo interiore attraverso il ricordo dall'infanzia all'adolescenza all'età matura in un continuum narrativo-descrittivo naturale e spontaneo, mai artefatto, ma profondamente vero, come vero è quel battito del suo cuore all'unisono con le leggi dell'universo interiore .
Un personaggio che cade e si rialza sempre più forte e consapevole e impara a guardare dall'alto la sua esistenza mai paga della ricerca definitiva, ma sempre desiderosa di sperimentare il nuovo che avanza pur preservando come sacro il ricordo che la lega in particolare ad alcune amiche del cuore e all'amore della sua vita: Angelo.
Credo ci voglia coraggio a guardarsi dentro come fa Virginia, e lo stesso coraggio lo sperimento in Susanna, che ho la fortuna di conoscere personalmente in affinità elettiva. Trovo con difficoltà le parole adatte ad un libro eccezionale sia nei contenuti che nella forma vibrante di sentimento , con tratti lirici non comuni, in cui si padroneggia la lingua italiana con maestria naturale e spontanea. Questa assenza di artificio credo sia il punto forte del testo per cui ti pare di entrare dentro le confidenze vere di una amica, che si apre a te svelandoti elementi di forza e di debolezza di un'anima tutta femminile che come tale si presenta complessa , ma mai contraddittoria, pulita e schietta nel  conservare il suo patrimonio emozionale. In anni di deserto emotivo e di bancarella delle emozioni mercificate non di può che apprezzare l'umana dignità di chi con discrezione e autentica forza interiore rimane se stessa , non piegandosi ai compromessi che la vita stessa forzatamente ci impone.. Virginia è sempre se stessa quando cerca lavoro e quando ama, quando è in crisi e quando si risolve, sempre in tensione emotiva a caccia di un equilibrio cui perviene affidandosi ad una visione matura che le consente, dopo l'immersione dentro di sé, di guardarsi dall'alto e di volare come un'aquila nel cielo terso, libero da nubi esistenziali.
Definirei l'opera un romanzo di formazione sentimentale, altamente educativo , oltre che emozionante, perché prendersi cura della propria anima è un dovere che abbiamo tutti, e tutti prima o poi dobbiamo fermarci a fare il bilancio della nostra esistenza anche a costo di trovare del dolore: dolore per la perdita di un amore, dolore per la morte di un genitore, dolore per un senso di inadeguatezza che in fondo appartiene all'essere umano, che , se tale è, non può non ammettere la sua vulnerabilità e la sua esposizione al rischio anche della sofferenza ,che non va elusa, ma affrontata.
Così, anche Virginia incontra tutti gli stati d'animo, vissuti fino in fondo con determinazione e risolutezza, certa che c'è un amore più alto che ci accoglie e ci riassorbe in una fede autentica, in cui ripone la fiducia in un volo d'aquila.
Profondamente femminile, pulito e vero è il suo amore per Angelo, l'unico amore della sua vita, quello , il cui ritorno Virginia aspetta con devozione e anche abnegazione, quello che rispunta sempre nella sua interiorità, quello che le fa compagnia nei momenti della giornata, quell'amore che non muore mai, ma resta vivo e vivido dentro la protagonista. E questo amore Virginia lo rincontra dopo trent'anni per poi vederlo scomparire di nuovo, ma questo non le toglie l'entusiasmo tutto giovanile dell'attesa di un ulteriore ritorno, che certo ci sarà.
Amore ed amicizia sono i compagni di viaggio di Virginia, che non muore mai dentro, perché ,oltre che tuffarsi in mille esperienze di una vita interessante ed intensa da un punto di vista emotivo, ma anche pragmatico, coltiva questi due sentimenti con rispetto profondo, certa che solo in essi c'è la chiave di volta del problema esistenziale. Grazie alla fede e alla nobiltà del suo sentire riesce anche ad elaborare il lutto e il dolore lancinante per la morte del padre e lo fa da sola, mai lasciandosi supportare dagli esperti psicologi del settore, che, come non smetterò mai di ripetere, producono spesso danni alle anime sofferenti aumentandone il disagio. Ho apprezzato molto in Virgilia questa sua capacità di fare leva su se stessa per scavarsi dentro e risollevarsi, certa della relatività che attraversa le esperienze umane, che ripercorre anche con sottile autoironia, mentre Assoluto resta solo l'Amore, l'unico farmaco davvero efficace di fronte al male di vivere.
Ringrazio Susanna per avermi fatto conoscere l'anima di Virginia, parlando con cuore in mano, senza infingimenti e facili menzogne, senza artifici e sovrastrutture di cui si ammantano le anime pigre e senza autentica sete di conoscenza.


12 mag 2013

12 maggio 2013: Festa della mamma



Oggi, Festa della mamma, inserisco questa poesia stupenda, dedicata a tutte le mamme del mondo, della poetessa e scrittrice Anna laura Cittadino:


Negli occhi di mia madre.

Avevano occhi
le tue parole
mi guardavano
e indicavano
i colori del mondo
le inquietudini del cielo
la voglia di vivere
le paure
le strade che avrei percorso.
Tu, che avevi viaggiato con gli stessi silenzi
generato la stessa melodia
superato gli stessi confini.
E solo quando si è madri
lo capisci
che cento, mille volte
le avrei ascoltate
le tue parole
sfogliandole come petali
senza timore
cogliendo l’orizzonte
dei tuoi occhi belli
fino a raggiungere
il punto esatto
di ogni battito
del tuo cuore.

A. L. C.( Edita “In Medias Res” Edizioni Stravagario )

27 apr 2013

Un racconto della scrittrice Anna Laura Cittadino


Con immenso piacere inserisco in questo mio spazio culturale un racconto della scrittrice Anna Laura Cittadino che ho apprezzato moltissimo, perché scritto con parole semplici ma toccanti, un breve racconto che mi ha davvero emozionato per la storia che narra. Il racconto Tra neve e sole è già finalista nel Concorso di Sensazioni Emergenti e spero vivamente che possa arrivare ad ottenere un premio degno di questa scrittrice così sensibile e particolarmente vicina al mondo della cultura in tutte le sue più alte espressioni.



Tra neve e sole.


Quanto tempo era che non vedeva Max? Quindici, venti? Non lo ricordava più. Aveva chiuso il ricordo di lui in una stanza in fondo alla sua anima e ne aveva gettato la chiave. Eppure quella mattina nell'aver incontrato anche solo per pochi istanti quegli occhi azzurro cielo provò una fitta al cuore e gli occhi le si inumidirono di lacrime.
“ Opere d’arte i tuoi occhi che nessuna galleria può contenere vendere o comprare”, gli aveva detto lei un giorno. Lui era scoppiato a ridere.
-Santa Lucia, non era il nome di una chiesa o il nome di una Santa, Santa Lucia era un quartiere malfamato nel centro storico di una città del centro sud dove Ivonne e Max erano nati e cresciuti insieme. Si erano separati solo negli anni in cui Max era stato mandato a studiare in un Istituto e vi era rimasto fino a quattordici anni. La madre aveva altri sei figli e il padre di Max, Ivonne, non aveva mai capito chi fosse. Troppi uomini entravano e uscivano da quella casa e non ve ne era uno che si fermasse lì per più di due giorni. Lei abitava dirimpetto a Max, affacciandosi dalla sua finestra vedeva la madre sempre in vestaglia a qualsiasi ora del giorno. 
A lei le fu sempre vietato dai suoi genitori di andare in quella casa e a dire il vero le avevano anche vietato fin da bambina di giocarci e di starci insieme,ma lei all’amicizia di Max non aveva mai rinunciato, neanche quella volta che lo aveva visto dalla finestra di casa avventarsi con furia su un uomo, (uno dei tanti che frequentavano la madre ) lo aveva preso a pugni in faccia e a calci. Si era coperta gli occhi con le mani per non vedere, ma poi spinta dalla curiosità spiò tra le fessure delle sue dita e quello che vide la fece scoppiare in un urlo disperato; Max si era accanito anche su sua madre e anche a lei riservò lo stesso trattamento dell’uomo con calci e pugni.
Accorse la madre di Ivonne, a quelle grida. Lei udendo sua madre si ritirò dalla finestra ma sua madre aveva già visto tutto. “ Ti ho detto mille volte che devi stare alla larga da questa gente! Non c’è nulla da guardare. Vai a studiare.
Si allontanò dalla finestra e andò in camera sua, si buttò sul letto e pianse. Pianse così tanto che si addormentò e al risveglio il sole stava già tramontando. Guardò fuori e lo vide seduto a terra con la testa tra le ginocchia. Non ci pensò due volte, corse fuori e lo raggiunse, gli si avvicinò piano e in silenzio gli si sedette a fianco senza parlare. Il corpo di lui era scosso da tremiti, ma non riusciva a capire se stesse piangendo. Passarono alcuni minuti poi Max alzò il capo “ Cosa vuoi, vattene via” le disse guardandola con gli occhi pieni di lacrime. Lei non rispose, continuò a restare lì accanto a lui in silenzio, senza parlare, e vi restò fino a quando le luci fioche dei lampioni avvolsero il borgo e udì la voce della madre che la chiamava dalla finestra. Allora si alzò e corse via, non prima però, di aver stampato un bacio sulla guancia del suo amico. La sera nel suo letto prima di prender sonno pensò a Max, alla sua furia, al suo modo di esser violento, ma pensò soprattutto a quei occhi simili a due gocce di mare quando avevano incontrati i suoi e non ebbe dubbi! Lo amava.
Il tempo passava in fretta e così anche i loro anni. Gli occhi di Ivonne furono spettatori più volte di scene di violenza da parte di Max. Risse con i compagni, botte in casa con i fratelli, con la madre, ma con lei era il ragazzo più dolce e romantico del mondo. Si erano scambiati il primo bacio una mattina che avevano marinato la scuola per andare al mare. Il loro fu un amore pulito, baci mai dati sotto le lenzuola, e non si erano mai spinti oltre anche se il desiderio chiedeva altro.
Max aveva terminato le scuole medie e non aveva più continuato gli studi. Lei, invece, si era iscritta al liceo e frequentava la scuola con profitto. Il suo sogno era quello di poter diventare un giorno un magistrato. Quando lo diceva a Max lui la prendeva in giro. “ Chi come noi è nato pezzente, pezzente resta, hai capito Signorina Giudice? 
No, non è vero..ognuno di noi è ciò chi vuol essere, rispondeva lei.
C’era la neve il giorno in cui lo vide da dietro i vetri della sua finestra salire insieme a due carabinieri su una pattuglia. Aprì la finestra e lo chiamò con tutto il fiato che aveva in gola, ma lui non alzò neanche la testa.
Apprese dai vicini che Max era stato arrestato per una rapina. Non riusciva a crederci e lo difese con tutte le sue forze. Gli scrisse in carcere e continuò a credere in lui e in tutto quello che le diceva.
Passarono quattro anni prima che potesse riabbracciarlo. Lei frequentava l’università e le mancavano pochi esami alla tesi “ Sposiamoci Ivonne, potrai continuare a studiare anche dopo sposati” le disse Max.
Si sposarono in una fredda mattina di febbraio in una piccola chiesa di campagna contro il volere di tutti. Ivonne avvolta in un abito bianco preso in prestito in un negozio di abiti usati, tra le mani stringeva un mazzetto di primule raccolte da Max per strada. Solo pochi amici a fargli gli auguri mentre il sole splendeva alto nel cielo. Andarono ad abitare in un monolocale preso in affitto, solo una cucina con pochi mobili e una camera da letto. Fecero l’amore per la prima volta quella notte.
Aveva ancora il vestito da sposa poggiato sulla spalliera del letto e il sapore dei baci di Max sulla pelle quando arrivarono i carabinieri per portarselo via.
Un’altra rapina, un’altra accusa, sette anni di carcere, apologie e perdono. Si, perché bastava guardare nei suoi occhi per dipanare come nebbia ogni dubbio e perdonarlo. Sette anni duri. Duri come la sua tenacia nel portare avanti i suoi studi. Duri come bocconi amari di lacrime mandate giù in silenzio, da sola, il giorno in cui diede l’esame di laurea. Lo aspettò davanti ai cancelli del carcere il giorno in cui Max riconquistò la sua libertà e insieme abbracciati e ridenti corsero al mare e lì sulla spiaggia fecero l’amore dopo sette anni.
C’era la neve il giorno in cui andò a ritirare il suo test di gravidanza. Positivo! Doveva correre a casa e dirlo a lui. Un bimbo, un figlio; una tela bianca e insieme avrebbero fatto da colori a quella nuova vita che portava in grembo.
Corse a casa e lo chiamò per ogni stanza. Max, Maxin, come amava chiamarlo lei. Non ebbe risposta. Lo aspettò davanti al fuoco per tutto il giorno, per tutta la sera, per tutta la notte. Si svegliò davanti ad un fuoco spento nel silenzio della sua casa con uno strano presentimento e uscì a comprare il giornale. Max era stato arrestato.
Tornò a casa, raccolse tutte le sue cose, prese un foglio bianco “ Ognuno è ciò che vuole essere” ci scrisse sopra, lo chiuse in una busta e lo infilò in tasca.
Lontana in una stazione senza nome, tra i volti di gente sconosciuta imbucò la lettera. 
Un bambino è una tela bianca da dipingere con i colori dell’amore. Avrebbe dipinto lei insieme a suo figlio, poi sarebbero saliti insieme sulla giostra della vita e gli avrebbe regalato un giro gratis pieno d’amore e di sorrisi…in fondo si disse di biglietti ai giostrai, lei, ne aveva già pagato troppi.


Anna Laura Cittadino

Haiku

Voce silente
Eclissi parziale
Occhi velati


(Susanna Polimanti)

21 apr 2013

Niente da nascondere di Francesco Casali



Niente da nascondere di Francesco Casali è realmente un libro fuori dal coro. Grazie alla sua attività di educatore professionale che, quotidianamente svolge con pazienti affetti da disturbi psichiatrici e della personalità, con disagi psicosociali più o meno gravi, l’autore in questo suo romanzo saggistico dialoga con il lettore, scrive e descrive, argomentando una realtà che “esiste” concretamente. Senza alcun artificio, trucco o finzione, egli sconfina oltre le sue esperienze positive o negative che lo hanno in qualche modo segnato, sottolineando e diseppellendo con elementi di minuziosa psicologia dinamica, il potenziamento delle capacità espressive e creative dei soggetti descritti, al di là del loro disagio psichico, alla ricerca di una maturazione interiore verso la continuità di forza e coraggio in ogni situazione drammatica. Niente da nascondere inizia con un primo abstract che riassume l’importanza dell’argomento trattato: il dolore, in ogni sua sfaccettatura, attraverso caratteri e personalità distinte, oltre ai protagonisti con storie complesse di un vissuto intenso, l’autore si occupa anche di pulsioni, desideri e debolezze tipiche di ogni individuo della nostra società. Egli ci parla del dolore silenzioso, che rimane impigliato negli oscuri tunnel dell’anima, un’interpretazione del dolore legato alla dinamica del ricordo per la perdita fisica di un affetto, di uno stress, dei tanti problemi di adattamento in una società che muta troppo velocemente, attribuendo al dolore conseguenze che, se ignorate possono realmente trasformarsi in una profonda voragine, in un prolungato abisso in cui sprofondano sentimenti ed emozioni. Le parole che Casali utilizza sono importanti perché analizzano il senso del dolore che non deve essere dimenticato né accantonato ma vissuto fino in fondo, a volte necessario perché addirittura liberatorio. Il dolore inteso quale solitudine, perdita di un ruolo sociale, senso di colpa e consapevolezza di essere incappati in un qualche errore, che conduce alla fuga, generando persino una percezione di ostilità occulta negli altri. L’autore affronta l’argomento avvicinandosi ad una particolare ”sociometria”, quale interpretazione della capacità empatica, rivelando così coraggiosamente le verità più intime dei personaggi, le loro insicurezze, le loro paure più vere. Francesco Casali si serve della sua ironia analitica come una lente per meglio scrutinare il male dell’esistenza ed indagare nella psiche umana. Evita di dispensare consigli, bensì privilegia evidenziare il suo personale approccio di educatore professionale e la sua esperienza diretta sul tema.
Lo stile del libro è brillante, graffiante, pungente, molto immediato e diretto ma, ad un tempo, tenero e sottilmente impregnato di sentimenti forti e contrastanti; elaborato con profondo pathos ma soprattutto con precisa cognizione di causa. Attraverso la sua esposizione si percepisce il carattere versatile, eclettico ed estremamente sensibile dell’autore stesso, che si palesa parlando di quanto, talvolta, sia difforme l’immagine che ognuno ci propina di sé e della propria realtà riflessa e diffusa soprattutto nella società attuale; “l’immagine, l’apparenza, la menzogna” che ci rendono “splendidi personaggi di se stessi” quando viviamo “splendidi siparietti” nella “casa delle menzogne”, e così facendo, viene occultato un proprio disagio che non è fisico, bensì mentale e spirituale. Francesco Casali racconta e si racconta per combattere tutti i pregiudizi che ruotano intorno al nostro mondo e con il suo libro analizza con precisione quali, in fondo, possano essere le alternative e possibilità che ognuno ha per ritrovare la pace interiore che non sia solo fittizia e non ci renda normalmente così “biecamente felici”. Leggendo questo romanzo, sorge spontanea la domanda: perché dunque considerare pazienti e malati di mente unicamente coloro ai quali viene diagnosticata una malattia mentale, perché fermarsi nel ritenere che solo in un ospedale il dolore è di casa e dunque non fuori luogo? Troppo spesso siamo portati a pensare che il ricordo di una sofferenza fisica svanisca più facilmente di quella psicologica. Questo libro mette in risalto un tema complesso e scomodo, al di fuori dalla normale fisicità, in realtà il dolore è maggiormente assordante, perché silenzioso. Niente da nascondere è un bellissimo libro, di notevole interesse etico; il suo messaggio è importante, diretto ad una differente solidarietà e comprensione, per una ricerca personale verso una permeabilità al vissuto degli altri ottenendo di essere più ricettivi nei loro confronti e verso noi stessi.
Sono solita credere che una semplice recensione non basti ad illustrare l’argomento trattato in un’opera letteraria ed in questo caso, più che mai, sento il dovere di informare il lettore che Niente da nascondere va semplicemente letto con estrema attenzione. Ogni passaggio da un capitolo all’altro affascina e trasporta verso la netta consapevolezza che, anche nei peggiori casi di dolore, dovuti a sofferenza mentale, ad un lutto o un abbandono, esista sempre una sola via d’uscita, dettata dall’amore e da un’autentica ed individuale presenza emotiva. La lettura di questo romanzo stimola la riflessione circa il valore della condivisione empatica in ogni nostra relazione umana.



Susanna Polimanti

18 apr 2013

La preghiera del dito di Papa Francesco

Inserisco questa preghiera di Papa Francesco, perché la ritengo molto bella. Conoscerla è importante per tutti noi, in particolare in questo momento così difficile.



1. Il pollice è il dito più vicino a te. Così inizia a pregare per chi ti è più vicinoe. Sono le persone che più facilmente tornano nei nostri ricordi. Pregare per le persone a noi care è "un dolce obbligo".

2. Il dito seguente è l'indice. Prega per chi insegna, educa e medica, quindi per maestri, professori, medici e sacerdoti. Questi hanno bisogno di sostegno e saggezza affinchè possano indicare la via giusta agli altri. Non dimenticarli mai nelle tue preghiere.

3. Il dito seguente è il più alto. Ci fa ricordare i nostri governatori. Prega per il presidente, per i parlamentari, per gli imprenditori e per gli amministratori. Sono loro che dirigono il destino della nostra patria e che guidano l'opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è il dito anulare. Nonostante possa sorprendere i più, è questo il nostro dito più debole, e qualunque insegnante di pianoforte lo può confermare. Bisogna ricordarsi di pregare per i più deboli, per coloro che hanno tanti problemi da affrontare o che sono affaticati dalle malattie. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Non saranno mai troppe le preghiere per queste persone. Inoltre ci invita a pregare per i matrimoni.

5. E per ultimo c'è il nostro dito mignolo, il più piccolo tra tutte le dita, piccolo come bisogna sentirsi di fronte a Dio e agli altri. Come dice la Bibbia "gli ultimi saranno i primi". Il mignolo ti ricorda che devi pregare per te stesso. Solo quando avrai pregato per gli altri quattro gruppi, potrai vedere nella giusta ottica i tuoi bisogni e pregare meglio per te.



Papa Francesco

26 mar 2013

Concorso Haiku: La Scatola Tsuki












Ringrazio Gli Occhi di Argo per aver selezionato tra gli haiku vincitori del Concorso: La Scatola Tsuki anche il mio haiku. Il tema del Concorso era la Luna.


Susanna Polimanti



18 mar 2013

MENZIONE D'ONORE

Il mio libro Lettere mai lette finalista al Concorso Letterario Nazionale: "Un libro amico per l'inverno" - Edizione 2012-2013 e premiato con MENZIONE D'ONORE.
Alla giuria va tutta la mia più profonda gratitudine per il risultato conseguito.




Susanna Polimanti

16 mar 2013

Recensione di Penne d' Aquila del poeta Stefano Festi


Quella di Susanna è una scrittura curiosa: grazie a lei Virginia intraprende il proprio viaggio, che inizia dentro sé stessa, per poi fluire nella realtà esterna a cui ella stessa appartiene. Sullo sfondo le colline bolognesi, il mare, l'amore: un'anima che nasce, si evolve e cresce anche grazie alle altre persone. 
Virginia resta sempre protagonista, all'interno di un percorso che prende il via nelle marachelle d'una bambina, per sfociare nelle insicurezze d'una adolescente e nella realtà di una donna matura. Il vero nodo, nonché fil rouge dell'intera opera, è il costante confronto della protagonista con il proprio io. 
Un viaggio introspettivo, dialogo interiore che si innesta su di una personalità che pian piano cresce e si eleva. Virginia si svela così al lettore, sempre più nuda con i propri pregi e difetti. 
Il cammino intrapreso, è quello di una persona dotata di vitalità e forza, ma anche di sensibilità, che in talune occasioni può tramutarsi in fragilità e debolezza. 
Nel percorso tracciato dall'autrice, il passo talora è appena accennato, più spesso si fa marcia, quasi corsa. Le immagini, che Susanna Polimanti ci regala, sono vivide ed autentiche, quasi reali ed appartenenti ad un passato mai completamente abbandonato. 
A tratti, il lettore che sa ascoltare, potrà udire uno spirito gioioso balzellare sulle note di Mozart, ma talora la musica potrà rallentare, fino quasi a fermarsi. 
L'invito per chi voglia intraprendere questo viaggio, è quindi quello di affrontarlo con animo sereno e ben disposto alla riflessione.

S.Festi


Stefano Festi è avvocato. La sua prima pubblicazione è l'opera poetica Solarium Perlato.

Grazie Stefano per il tuo commento al mio romanzo. Susanna

12 mar 2013

SCRIVERE RECENSIONI



Miei cari amici ed ospiti della Biblioteca di Susy, mi esprimo quest’oggi riguardo il significato ed il valore di una recensione, ben scritta ma anzitutto  che corrisponda ai canoni tecnici di carattere letterario, valutativo ed interpretativo. Normalmente, la recensione è esattamente uno schema letterario che possiamo dividere in tre fasi: la prima riguarda l’informazione sull’autore, titolo del libro, anno di pubblicazione, breve sinossi; la seconda è dedicata allo stile letterario in senso puramente tecnico e la terza ed ultima rappresenta la vera e propria recensione, una valutazione interpretativa della lettura, che sia narrativa o poesia. È possibile anche inserire precise citazioni estratte dal libro stesso o di qualunque altro autore, che risultino idonee alla migliore “decodificazione” del testo da recensire.
Navigando nel web troviamo svariate recensioni di romanzi, saggi o poesie ma quante di queste sono veramente valide e da considerarsi “efficaci” al fine della divulgazione del testo stesso? Molto spesso, infatti, c’imbattiamo in recensioni che altro non sono che semplici commenti di lettori e, come sappiamo bene tutti, ogni lettore valuta un libro letto a suo piacimento o no.  A me è accaduto (certamente non sono l’unica) di leggere libri giudicati “pessimi” da numerosi commenti  e trovarli, al contrario, molto interessanti, così come capita di leggere cosiddetti bestsellers che non comunicano emozioni o peggio, dalle loro righe non traspare un chiaro messaggio ed è molto difficile dare un giudizio personale, perché spesso si lascia la lettura a metà, per uno stile troppo pesante e poco scorrevole o esageratamente basato su dialoghi, lunghi e noiosi.
Con questo mio breve articolo intendo comunicare che, in base ad un’indagine svolta tra i lettori ed un attento studio di interpretazioni letterarie ad alto livello culturale, si parla di autentica recensione, quando la stessa è in grado di   stimolare la curiosità verso una lettura, non quella che la consiglia o sconsiglia. Il lettore finale ha il sacrosanto diritto di esprimere un suo giudizio personale ma resta il fatto che non si può pretendere che un “banale” commento inserito, per esempio, in un sito di promozione o vendita libri, possa rendere chiara la decisione di leggere o no un testo.
Un suggerimento, non fatevi mai confondere da commenti indirizzati al puro scopo commerciale, affidatevi veramente a chi riesce a scrivere una recensione letteraria con la dovuta cura o meglio, scegliete sempre una lettura sulla base delle vostre preferenze o del vostro intuito. Non è assolutamente facile scrivere una recensione, occorre accuratezza, attenzione, serietà, impegno ed una particolare obiettività. La recensione non è dunque da considerarsi “personale”, va intesa quale scritto rivolto ad una concreta interpretazione, a servizio del pubblico; non si tratta di promuovere un libro, è unicamente anch’essa un’espressione letteraria a favore della cultura comune.
Umberto Eco nel suo romanzo Il nome della rosa(1980) scriveva così: “ il bene di un libro sta nell’essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti e quindi è muto”.

10 mar 2013

Recensione della scrittrice Cinzia Luigia Cavallaro


Ringrazio la scrittrice Cinzia Luigia Cavallaro per la sua recensione al mio romanzo Penne d'aquila con relativa intervista. Ho apprezzato molto le sue parole, non solo perché mostrano la sua indiscussa competenza di recensionista, soprattutto perché le ritengo una valida ispirazione per ciò che realmente vuol dire "saper" leggere ed "interpretare" ogni lettura.

Susanna Polimanti


http://www.wordsinprogress.it/2013/03/penne-daquila/

25 feb 2013

LEGGETE!

http://blogletteratura.com/2013/02/25/uno-tsunami-anche-nella-cultura-di-julio-monteiro-martins/

Ringrazio il mio amico scrittore Lorenzo Spurio per aver inserito nel suo blog questo bellissimo articolo che denuncia un'autentica realtà del mondo culturale-letterario ai giorni nostri...

20 feb 2013

Lorenzo Curti e la sua poesia

AMANTI

Un cenno appena,
un lascito di ciglia semichiuse,
spiragli d’occhi a ...cogliere turbati
un impulso temuto inaspettato
e mani a roteare dentro l’aria
come per afferrare ciò che fugge
lontano nel perenne disincanto.

Un cenno appena come orpello vano
in un banale oggetto consumato
e poi si lascia dietro tempo e fiori
del suo profumo che svanisce piano
tra i muri della stanza disadorna.

E pensa a quella voglia pellegrina
di carne che reclama il suo piacere
difforme dal piacere poi del cuore
che infermo giace muto nel distacco



Lorenzo Carmine Curti




Dalle sue poesie non si direbbe che Lorenzo sia laureato in chimica... trovo i suoi versi delicati, emozionanti.
La sua ultima silloge: Prima che faccia sera
http://www.alettieditore.it/emersi/_root/c/Curti.htm



19 feb 2013

Eventi Culturali



Che peccato non poter essere presente a questo evento culturale di altissimo livello, organizzato dall'Associazione Culturale GueCi. Un'associazione che promuove e sostiene tutti i poeti e scrittori emergenti con le proprie forze e a questo riguardo ho il piacere d'inserire le parole di Anna Laura Cittadino, Presidente della GueCi:



"La nostra associazione opera per la cultura, per la divulgazione e la promozione di poeti e autori e il tutto è autofinanziato senza contributi da parte degli enti pubblici o da altri. Il nostro impegno è per una crescita sociale e culturale di tutto il territorio. Le nostre iniziative le poniamo a livello Nazionale e Internazionale ed è tutto frutto della nostra creatività e ci mettiamo davvero l'anima nell'organizzare gli eventi. Oggi noto che in molti si improvvisano operatori culturali scopiazzando le nostre iniziative solo per compiacere i politici di turno. Noi non facciamo politica. Noi operiamo per l'amore della cultura. Abbiamo dato a molti Autori sconosciuti la possibilità di farsi conoscere attraverso la GueCi che a Rende ha fatto da vetrina a moltissimi poeti e autori ed è quello che continueremo a fare sotto il segno GueCi.
Un grazie dal profondo a tutti voi che fate parte di questa grande famiglia e operate con noi per una vera crescita intellettuale e culturale."

18 feb 2013

Il poeta Mario De Rosa

Con infinito piacere pubblico nel mio blog una bellissima poesia di Mario De Rosa, poeta calabrese di un certo rilievo, già premiato per le sue opere in tantissimi concorsi. Ho scoperto il suo talento solo ieri e desidero condividere alcuni suoi versi con voi tutti. 
Inserisco una sua poesia: Anche se... una descrizione dell'anima quale realmente è, in alcuni giorni del nostro vissuto...
Vi invito a visitare la sua pagina su:
http://www.clubautori.it/mario.de.rosa




Anche se...

Nell'anima ho strade dissestate
sgomente per le troppe buche.
Vecchio vestito dalle tante toppe
 che un filo marcio a stento tiene insieme.
Col suo carico di dolore e vuoto
è libero d'entrare tutto il vento,
come un cinghiale che devasta un campo.
Anche se dentro ho strade dissestate,
conservo intatti sentieri di neve.

13 feb 2013

Cosa vuol dire "Scrivere" e quanto è importante “Leggere"


Solo pochi mesi fa ho partecipato ad un convegno di scrittura e mi sono appassionata nell'ascoltare le parole di un relatore, giornalista e scrittore, il quale, con dati statistici alla mano, ha illustrato le percentuali italiane di lettori e scrittori, risultato: esistono più scrittori che lettori. Scelgo di trattare tale argomento perché scrivo e amo particolarmente leggere. Fin da bambina, il mio sguardo ha incontrato un’immagine ricorrente, mio padre seduto alla sua poltrona nel suo studio, intento a leggere, con un lapis di legno tra le dita per evidenziare una parola, una frase o per annotare un personale commento a margine della pagina. Non ricordo di averlo mai visto rientrare a casa senza la sua busta colma di libri appena acquistati, era capace di leggerne almeno una decina al mese.
Sono cresciuta così, leggendo. Tra i libri che il mio papà acquistava ce n’erano sempre due o tre per me, adatti alla mia età, che sceglieva accuratamente e su diversi argomenti.
Ogni libro rappresentava un nuovo sogno, nelle sue pagine scoprivo un mondo infinito, una diversa realtà stimolava ed esaltava la mia fantasia e mi conduceva lontano, smuovendo emozioni e sentimenti, un prezioso regalo che in me instillava il desiderio di un’ulteriore conoscenza, ad ogni pagina assaporavo il sapore della novità.
Ho iniziato a scrivere, dapprima solo poche parole, le prime che mi venivano in mente, poi frasi intere, in ultimo sempre più numerose ed una dopo l’altra, le parole scritte si sono trasformate in quel risultato che la mia mente “assorbente” ed il mio giovane cuore avevano elaborato.
Scrivere per me è essenziale, è una caratteristica assolutamente rilevante del mio autentico “essere” e non riuscirei mai a farne a meno.
Tra la parola orale e la parola scritta, senza dubbio, preferisco la parola scritta. Le parole sono un mezzo veloce ed efficace di comunicazione personale, mostrano sempre una loro forza, tuttavia, anche una loro debolezza nel tempo; le parole si perdono, non solo negli anni, bensì nello scorrere di pochi minuti, ore. La parola scritta rimane per l’eternità, senza di essa non avremmo conosciuto la storia, le religioni, la fisica, la scienza e via dicendo. La lettura è formazione, crescita, ispirazione, educazione, apertura mentale ed emotiva; la scrittura è passione, predisposizione naturale, liberazione, apertura interiore e catarsi. Ringrazio mio padre, senza il suo nobile esempio, non avrei mai scoperto quello che ritengo un tesoro unico: leggere.
Oggi, rivolgendomi agli altri, dico: in assenza di emozioni non avrei mai iniziato a scrivere.

11 feb 2013

Il nostro Papa si dimette.

Poche parole per esprimere profonda tristezza e sconforto nell'apprendere la notizia che il nostro amato Papa Benedetto XVI si dimetterà il 28 febbraio alle ore 20. Le dimissioni del Papa non sono uno scoop bensì la sua piena consapevolezza di un'eta avanzata e delle poche forze a disposizione per far fronte ad un impegno così forte in un momento storico "vuoto e distruttivo" di qualunque RISPETTO da parte di una totale classe politica che si beffa, da esperto clown, di ogni dignità umana.
Rimane, a mio modesto parere, una nostra responsabilità nei confronti degli insegnamenti di Dio. Non rimane che pregare per il nostro Papa, per la Chiesa, per noi e per un mondo migliore di questo.

Aforisma del giorno

* Scrivere è comunicare emozioni, leggere è assaporarle *

   
   Susanna Polimanti

9 feb 2013

Letture

Ho terminato di leggere Pellegrino sul mare (Pilgrim pa havet) di Pär Lagerkvist. Ben scritto e ben tradotto. Conflitto di sentimenti, dubbi e ambivalenze religiose. La Terra Santa mai raggiunta ma che tutti agognano di raggiungere. La Divinità che è in noi, anche se non lo sappiamo e non la vogliamo...

7 feb 2013

Aforisma del giorno

* Tra le righe di uno scritto, che sia libro o altro, si ritrova sempre un motivo per lasciar sorridere il cuore *


    Susanna Polimanti
   

5 feb 2013


Opere finaliste al Premio Nazionale Letterario " Un libro amico per l'inverno" 2012-2013

Gentilissimi Autori,
grazie a tutti per la grandissima partecipazione. Siete stati tantissimi, 630  le opere arrivate da tutta Italia, e anche dall’estero.
45 le opere selezionate (nel bando ne avevamo  previste 30) ma vista la grande partecipazione e l’alta qualità,  abbiamo ritenuto opportuno selezionarne di più facendo uno strappo alla regola del concorso.
Un concorso necessita di una selezione che non può comprendere tutte le opere, e ci dispiace per gli Autori non selezionati, ma giunga a voi tutti, il  nostro più sincero ringraziamento.
Entro fine marzo decreteremo i vincitori.
Anche quest’anno oltre ai primi tre classificati verranno assegnati 5 premi speciali  ( con delle novità) e le varie menzioni di merito e d’onore.
La cerimonia di premiazione si terra sabato 20 aprile 2013, ore 17.00 Sala Tokyo- Museo del Presente. Rende (CS) alla quale sin d’ora siete tutti invitati.
Congratulandoci per il risultato raggiunto in prima selezione  Vi auguriamo un grosso in bocca a lupo per il risultato finale.

Un cordiale saluto a tutti Voi.
Anna Laura Cittadino
Presidente Ass.ne Culturale GueCi


Opere finaliste in ordine alfabetico per Autore.



Rosso –Mario Aloe (Albatros)
L’enigma del Messia- Giuseppe Barcellona ( Edizioni La Zisa)
Email a quattro zampe-Gianna Botti (Altro mondo editore)
Io, oltre il dolore- Anna Maria Borella (Davide Zedda Editore)
Le anime volano via –Marco Bovo (Leone Editore
Il custode del ponte – Emilio Brancadoro ( Davide Zedda Editore)
Vintage caffè- Filippo Caira (Luigi Pellegrini Editore)
Calabria with love –Gianni Callari ( iUniverse)
Le tre corone –Antonio Calcagno (La mongolfiera)
Lo spettacolo deve continuare- Debora Carcea (Edizioni Eracle)
Nel nostro anno ( Il racconto di un’epoca) Francesco Cardi (Schena Editore)
Resta con noi – Celeste (FC)
Mi si è fermato il cuore- Chamed ( Leone Editore)
L’uomo che salvò la vita al Duce- Roberto Ciai (Leone editore)
Gocce d’amore (ovvero la malinconia del successo) Antonino Crisafi (KimeriK
Niente di magico tranne l’amore –Giada Del Greco (edizioni DrawUp)
Il compito di Clara –Alessandro Faino ( Leone Editore)
Lo chiamarono Jehsua- Carlo Forni Niccolai Gamba  (Kimerik)
Storie e magie della costa-Brunello Gentile (Porto turistico di Jesolo)
L’ ostacolo- Artemisia Giuliani (libero di scrivere edizioni)
Lettera a Dino-Shanna Serena Guarino ( Marco Del Bucchia Editore )
Amo la vita (Storia di un malato di SLA- Giacomo Guglielmelli (Comet Editor Press)
Il sangue dei miserabili- Giuseppe Iannarelli (Aletti Editore)
Il quadro. Il coraggio di credere- Graziella Idà (Calabria Letteraria Editrice)
Le ancelle degli oracoli(Simelilor illusion- Gianni Maltese (Albatros)
Il buio La luce L’amore –Rosaria Minosa (Albatros)
Opus de Hominibus- Mauro Montacchiesi (Il Convivio)
La casa di Moda- Raffaele Montefusco (Apollo Edizioni)
Frammenti-Domenico Nava (il mio libro.it
Elia, mia cara. (Il bruco e la farfalla)- Saverio M. Pagliuso  (Falco Editore)
Due solitudini un destino –Paolo Pagnotta (Aletti editore)
L’orizzonte delle possibilità- Laura Pavia (Pilgrim Edizioni
Sotto la croce del Sud –Vittoria Addari Petrucci (ProMissione Africa-Mozambico)
Lettere mai lette- Susanna Polimanti (Kimerik)
Virginia- Claudia Ryan (Leone Editore)
Questo uomo nuovo -Marianna Rombaldi (Aletti Editore)
Prima del dopo –Benito Ruggiero (Edizioni Positano news)
Il respiro del mare –Sergio Ruggiero (Editore Mannarino)
Storie vere di vita vissuta-Vittorio Sartarelli (il mio libro.it
Non è colpa mia – Andrea Schinardi ( Davide Zedda Editore)
Io sono amore- Maria Cristina Sermanni (Edizioni Creativa)
Erpin e il suo cane Lilli sull’isola della gioia- Alba Silva (Montedit)
Il dramma delle donne che hanno amato- Ileana Tudor (Massetti Rodella Editori)
Fornarino, La voce di Dioniso - Diego Vian  (Edizioni Granviale).
La culla di Giuda- Alessandro Vizzino (edizioni DrawUp)

Fuori concorso
Niente so, niente ho visto-Angelo De Simone (Casa editrice Cleos)

 

*****

1 feb 2013

La poetessa Michela Zanarella


Amo moltissimo questa poesia di Michela Zanarella, tratta dalla sua raccolta:

 Meditazioni al femminile



FANGO E RADICI


Affoghiamo le nostre miserie
con le lacrime.
Siamo spiriti di un secolo
che divora le memorie.
Giochiamo con il destino
come fosse una palla
da infilare nella rete.
Cerchiamo il giudizio
di Dio,
la Sua voce affascinante
per una rivelazione
di vita eterna.
L'amore è la pioggia
che non aspettiamo.
Accettiamo il dolore
e ci completiamo 
col sollievo di altri.
Ci vediamo acque 
di mari diversi,
figli di burrasca.
Ci incontriamo
nel petto della stessa terra,
fango e radici
per un nuovo germoglio.

30 gen 2013

Il booktrailer del mio romanzo Penne d'aquila- Susanna Polimanti (Ed.Kimerik)




Booktrailer- Penne d'aquila- Susanna Polimanti


http://www.youtube.com/watch?v=pebNEz032ac










Questo video è stato realizzato personalmente da me. La straordinaria e coinvolgente "voce narrante" è di Michele Lettera. Lo speaker ha ampiamente dimostrato pazienza e cortesia, ma soprattutto una grande professionalità. Con infinito piacere inserisco il link al suo sito: 





7 gen 2013

Un nuovo anno

Ed eccoci arrivati al 2013, un nuovo anno, cerchiamo di non perdere la speranza di un futuro migliore soprattutto per la nuova generazione. I giovani sono coloro che dovranno riprendere in mano le sorti della nostra bella nazione che la generazione ormai stantìa sta affossando da tutti i lati. Ma dove sono i nostri giovani e soprattutto quanti di loro sono presenti e "attenti" alle problematiche della società odierna?
La maggior parte è persa tra tatuaggi, rave party, IPhone, Apple e altre stronzate! Ma c'è anche una sana fetta di giovani che rimane nell'ombra, studiosa, assennata, piena di speranza, di buoni propositi e desiderosa di farcela comunque.
Sono i giovani di cui nessuno parla mai in TV, che nessuno vede perché troppo educati e rispettosi, tutti coloro che meritano davvero ma che non accettano compromessi, ricatti, raccomandazioni... I giovani che possono creare il futuro dell'Italia ma che purtroppo, proprio perché onesti, sensibili ed umani, sono scomodi e quindi inadatti alle troppe "poltrone" destinate sempre alle stesse persone, di qualunque colore, che hanno già fatto abbastanza per l'Italia negli ultimi tempi, riducendola ad un paese che si prostra ai piedi di un'Europa di una sola parte.
Che Dio ci aiuti e aiuti l'Italia intera!! Ecco, il desiderio di tutti noi è di vivere e non sopravvivere, di essere libero e non di essere controllato a vista, in una democrazia che non ha nulla di democratico, perché a decidere le sorti degli italiani sono sempre in pochi, gli stessi di sempre, ormai da anni.
Un nuovo anno si affaccia, staremo a vedere cosa succederà, voglio credere che Qualcuno più potente degli stessi potenti possa fare qualcosa di veramente buono per noi tutti e regalare a tutti i nostri giovani un futuro vero ed una vita migliore, degna di essere vissuta.
Buon inizio a tutti voi cari amici del mio blog!


Susanna