3 ott 2024

Mare nel Mare di Amneris Ulderigi: caleidoscopico libro-diario

 






Mare nel Mare è il libro-diario di Amneris Ulderigi, un caleidoscopico connubio di versi e immagini quale incantevole intreccio di colori e forme, che danno vita a una poesia prettamente intimista e spirituale. Amneris ha scelto il mare come simbolo di energia vitale ed è lì che incontra la sua anima “guardare il mare/con sentimento/è guardarsi/dentro”; l’acqua del mare, in continuo movimento, rappresenta ogni stato transitorio fra le possibilità ancora da realizzare e le realtà già realizzate. Correttamente si fa riferimento al mare secondo la visione junghiana, quale immagine dell’inconscio, luogo che indaga il subcosciente dalle cui profondità sorgono speranze, sogni ma anche mostri opprimenti come solitudine, nostalgie e dolori affettivi “oggi/faccio fatica/a respingere/attacchi di malinconia/e la voglia di piangere/mi annoda il respiro”  il cammino di ricerca affronta ogni abisso interiore in un alternarsi di incertezze, dubbi e indecisione, trasformazioni, consapevolezza e rinascita. La magia del mare dà inizio a versi in omaggio alla sua anima e a ogni altra anima in sintonia, per ricettività e sensibilità. Anima, dal greco ànemos, è vento, soffio, aura, tutto ciò che si avverte, vive al di là dello sguardo ma non si vede. Amneris l’accarezza, la nutre e la svela, ce ne racconta ogni suo segreto, dipingendone ogni tratto attraverso versi, prosimetri e scatti fotografici, a simboleggiare inverni e primavere dell’esistenza.

L’opera che la stessa autrice definisce: «È incontro di emozioni nell’infinità senza tempo…» è la coraggiosa ed espressiva rivelazione di un complicato percorso che è profonda riflessione sui propri pensieri, emozioni, valori, sogni e diviene strumento di tumulto e leggerezza insieme “cado in un dormiveglia/che non mi dà riposo… oppure/mi sveglio viva/con la voglia /di respirare il giorno”.

La versificazione, mai strutturata bensì volontariamente libera e spontanea, ci mostra l’essenza di una donna in grado di intercettare la grazia e la delicatezza in ogni immagine poetica, quasi a spogliare un’esistente bellezza, nascosta e solo camuffata da ogni nostra inquietudine “viaggio sguardi/di bellezza” - “oggi/cerco rifugio nel sorriso di mia madre/bella dello sguardo di mio padre/in una cornice di cielo/mi piacerebbe affondare/nel loro abbraccio”.

Con le sue foto, abilmente modificate, ritoccate e rielaborate con sovrapposizioni, giochi chiaroscuro e colori, riflessi ombra-luce e diverse prospettive, la Ulderigi è in grado di influenzare profondamente la percezione del lettore-spettatore, ne suscita l’entusiasmo e la curiosità. Gli scatti non riguardano soltanto scenari naturali bensì oggetti solo apparentemente banali giacché il suo intento va ben oltre la superficialità, mira infatti a sviscerare qualunque essenza-sostanza, quale sembianza ispirata al senso della vita, ne percepisce il respiro e ne coglie ogni impercettibile e immanente energia.  

Conoscendo bene Amneris, anima gentile, sensibile ed elegante, posso senza alcun dubbio affermare la validità del testo che è emozione pura, da ritenersi un vero “gioiello” nonché opera squisitamente poetica, alla scoperta di un mondo invisibile ed emozionale, dentro e fuori di noi, come… “paesaggi di mare che invitano a respirare richiami di libertà, a perdersi Oltre”.

 

 



16 giu 2024

La raffinata poíesis della silloge " E siamo bacio entrambi" di Elisabetta Biondi della Sdriscia

 


E siamo bacio entrambi, pubblicata dalla casa editrice romana Pagine nel 2021, è la realizzazione di un ampio e impegnativo corpus poetico della talentuosa Elisabetta Biondi della Sdriscia, suddiviso in ben otto sezioni, di cui ognuna è di per sé un’opera compiuta quale frutto di un lungo e differente percorso creativo-evolutivo.

In primis si evince la maestria raffinata dell’umanista e la predilezione per i testi più significativi della tradizione poetica classica nonché, procedendo a un’attenta analisi testuale, scopriamo di essere in presenza di una vera poíesis. Una vena lirica che trasuda calore e passione, ora tenera e melodica, ora afflitta e nostalgica, ora amara, delusa e pungente, è testimonianza di una ricca, affascinante soggettività, di etica e morale solide, primo fondamentale alimento di un componimento poetico. Le tematiche sono in relazione l’una con l’altra nella profonda interiorità della poetessa, la sua creatività va dai toni della poesia epica-mitologica, ai canti d’amore, dalla lirica di contenuto civile a canti pregni di emozione e religiosità, dalla poesia intimista alla nostalgica-romantica. La Nostra utilizza e affida sottili emozioni al brivido del bacio, simbolo dell’unione e del mutuo accordo e che, fin dall’antichità, ha assunto un significato spirituale. Di fatto, il bacio non è unicamente simbolo d’amore e di passione, è anche accordo dello spirito con lo spirito e tramite la bocca, organo corporeo del bacio, è fonte di respiro. Come è pure con la bocca che si danno i baci d’amore, congiungendo inseparabilmente soffio a soffio. Il simbolo del bacio lascia il segno del suo passaggio soprattutto nella lirica-simbolica “Amore e psiche: E siamo bacio entrambi” in parte, anche titolo della raccolta […] Ho mietuto con te gli ultimi/baci della notte [,] con l’ardore/di chi sa che svaniranno nell’alba. La sua poesia è personificazione benefica e rigenerante di un vissuto particolarmente complicato e toccante, erompe da quella pesante “scorza” di fasi alienanti intensamente sofferte, restituisce un animo temprato   Ci sono istanti in cui la sofferenza/trova in poesia ala di gabbiano/e stilla in poche gocce condensate/l’orrore del dolore d’ore e ore. Il momento performativo sconfigge l’oblio, riscrive il tempo dell’ispirazione, rendendolo infinito e immortale proprio come nel canto di Orfeo, il cui mito di cantore solitario, nei diversi aspetti ma soprattutto sotto quello dell’amante desolato, ha sempre esercitato un grande fascino su artisti e poeti Era il tempo passato [,] /era il futuro [,] /tutti gli istanti/ di un eterno presente…

Le ripercussioni psicologiche di muti tormenti, la sensazione di essere sottoposti a un eccesso di pressione e di aspettativa Il tempo ci ha mutato e separato [,] / il tempo mi ha insegnato a ricordare/senza più pena [:] non sono come tu/speravi [,] non ci sono riuscita o al contrario di essere fortemente trascurati (e non mi hai amata) […] una vita che ha lasciato cicatrici/che tento invano di cancellare, generano fame affettiva che non viene mai saziata. Nell’alternarsi di passato e presente, ogni verso è un frammento di vita che si lega con immediatezza e profondo pathos a quei temi di un’intima e filosofica meditazione, sempre e comunque legata alle sue radici: luoghi, affetti familiari e amicali.  Livorno [,] ombra di gioventù [,] /scrigno prezioso di affetti/ormai lontani [,] questa pioggia/ di stelle in quest’agosto/ti illumina di sogni mai svaniti. Non mancano dediche strettamente personali, come quella per un bimbo “Non nato” Ma sei stato amato/d’amore infinito/nel solo tuo/essere possibilità o liriche dedicate a vittime di incidenti violenti.

Attraverso il verso, la sua intuizione creatrice conferisce vita e verità in rivisitazione moderna, alle passioni contagiose di personaggi mitologici e tragici, coinvolge le capacità del genere umano di interpretare e vivere il mondo; il sentimento amoroso si fa amore cosmico da ricevere e restituire, lontano da qualunque violenza o sopruso. I crimini della storia pesano nell’animo, urlano il ricordo e reclamano compassione e rispetto. La figura di Penelope rappresenta l’immagine più che dell’amore, della fedeltà alla parola data Contando le mie rughe ora saprai/ gli anni trascorsi nell’attesa di te [:] / oh il desiderio insaziato di averti vicino! […] mentre traspare una profonda solidarietà con ogni anima ferita e violata nel canto di Medea, controverso personaggio di donna abbandonata, lacerata dal più potente conflitto delle passioni, nella sua vendetta da mostruosa e violenta diviene figura umana e tenera   Ho gridato sotto i tuoi baci [,] / ho tremato alle tue carezze/ e tu non hai esitato a colpirmi/nuda e vulnerabile […].

Commoventi e struggenti i versi dedicati alla fedele cagnetta Vichy che non c’è più, il dolore per la perdita si tramuta in speranza di un dolce ‘altrove’ anche per lei Io non so se nel cielo tu corra/nei prati e se prato nei cieli vi sia [,] /so che hai corso per anni al mio fianco/rendendo più lieve il fardello.

Nella poetica di Elisabetta Biondi della Sdriscia colpisce soprattutto la brillante abilità nell’amalgamare un lessico amabilmente letterario con un lessico più tecnico, in particolare con riferimento a diversi enjambements contenuti nei testi e alle molte simbologie, che conferiscono funzioni strutturali importanti e rendono la poesia nobile e semplice a un tempo.

I contesti sono espressi con candore e perizia in una forma e uno stile classici; in alcune liriche si percepisce anche vicinanza alla poesia elegiaca, nell’analisi di se stessa e nella descrizione dei suoi sentimenti e sogni. Inoltre e personalmente, ritengo sia presente un tono di fondo che rievoca gli autori tedeschi del Lied, marcato è infatti il lamento struggente poetico-musicale del cantore e della dicotomia tra amore e odio, seduzione e inganno. Elevato è il valore connotativo, rivolto a garantire una maggiore comprensibilità del verso.

E siamo bacio entrambi è sicuramente una silloge di grande eccellenza, per la forza dei testi, per la ricca trama di generi, per la squisita delicatezza nell’affrontare tematiche complesse e soprattutto, per l’attualità di una riproposizione in versi di alcune fonti di letteratura greca, tra gli elementi essenziali di gran parte della nostra cultura occidentale.

 

 


11 giu 2024

"La croce di carta" silloge poetica di Luciano Giovannini (Ciò che viene scritto sulla carta... rimane)

 



La croce di carta, edita da Daimon Edizioni per la collana Arcadia (2024) è la terza silloge del pluripremiato poeta romano Luciano Giovannini. L’opera corredata di un’accurata prefazione dell’editore Alessandra Prospero, ci presenta un io lirico vibrante di umana partecipazione, dove ogni verso equivale a un abbraccio condiviso.

Importante ed emozionante al tempo stesso, il titolo svela la diffusa metafora della croce, ne accoglie ogni significato oltre l’aspetto storico. Consapevole della caducità e fragilità della condizione umana e della vita, il poeta è spettatore “superstite” di un’esistenza dai valori autentici: in questo mondo vuoto e virtuale/popolato da ombre e da controfigure, crea in sé e nel suo canto la pena e il tormento di un’umanità incredula, che s’interroga sulla sofferenza e sul divino, di fronte alle grandi e piccole angosce quotidiane. L’arte poetica, percepita come vera e propria missione, è dimora necessaria per raccogliersi e divulgare “incanto di parole” che s’insinua rispettoso nei cuori, suscitando una maggiore sensibilità verso la condivisione: Poesia [,] tu sei la certa salvezza [,] /la goccia di pioggia [,] /L’essenza vitale [,] /Il mio solo strumento.

L’esperienza artistica di Giovannini è intuizione ed espressione di una chiamata interiore; si traduce in ascolto delle voci della propria anima al fine di armonizzarle con altrettante voci che salgono dall’universo, si fa tramite fra ciò che è umano e ciò che non lo è, benché si ritenga, umilmente, solo un venditore ambulante di parole.

Il poeta è soprattutto un uomo che non si limita ad osservare la parte più superficiale della “croce” ma penetra nel mistero delle miserie umane, assegna volti reali agli affanni e ai dolori che affliggono ogni individuo; riconosce l’impegno di una partecipata sofferenza ma si dimostra determinato ad accettare questo grande fardello Non lascerò che questo mio dolore/appassisca ai raggi di un timido sole/ma lo tramuterò in mille rivoli d’inchiostro.

Il tema centrale è il ritratto di una quotidianità, con i suoi ripetuti conflitti; inarrestabile è il fluire del tempo [] il tempo passa e fugge/come sottile sabbia/che scivola via dalle tue dita, riuscire a liberarsi è esprimere il dono che si possiede, il dono della poesia Io cammino con le spalle piegate/dal peso di una croce di carta […] / io sono soltanto quello che vivo [,] / io sono soltanto quello che scrivo.

Oltre alle esperienze personali, le liriche sono dedicate a sportivi, a vittime di femminicidio e del sabato sera, a scrittrici e poetesse, umili ed emarginati, tutti personaggi dietro cui si cela il vero significato della vita.

Tutti noi, di fronte al mistero della vita e della morte, non siamo nulla: Siamo vacillanti foglie/sul precario ramo della vita / [] siamo solo un debole tratto di matita. È indubbio che, secondo la tradizione cristiana, la croce sia simbolo universale e cosmico, chiunque è destinato a “portare la croce”, tuttavia, serve coraggio, quale unica speranza di sopravvivenza: al di là delle sbarre/ della tua subdola gabbia.

Al di sopra di uno stile personalissimo di un verso intimo e raccolto, si leva una soave e velata attesa di redenzione e rinascita, capace di manifestare flussi di immagini metaforiche e di sentimento. Il ritmo non è mai pesante ma possiede grazia, snellezza, leggerezza pur pieno di echi vivi aderenti alle cose e alle persone del mondo, mondo che respira e vive in una continua ricerca spirituale e di senso. La scansione delle strofe, infine, è segnata talvolta da figure di ripetizione: intere strofe o parte di esse, all’inizio, al centro o alla fine della lirica. Chiaramente, la ricorsività conferisce alle parole un maggiore valore significativo, mantenendo coeso il testo.

«Per crucem ad lucem», recita la Sequenza di Pasqua, poiché attraverso la Croce si giunge alla luce della Resurrezione e il buio non può vincere.

 

 

 


24 apr 2024

Michela Zanarella e il suo romanzo esordio: "Quell'odore di resina"

Quell’odore di resina, edito da Castelvecchi nella collana Tasti (2024), è un romanzo psicologico di formazione e l’esordio in chiave narrativa di Michela Zanarella, una delle maggiori poetesse italiane della letteratura contemporanea, pluripremiata, autrice di molteplici sillogi poetiche nonché ampiamente conosciuta per il suo costante impegno sia nel giornalismo che nelle relazioni internazionali.

Protagonista dell’opera è Fabiola, veneta diciannovenne, romantica e sognatrice ma con un vissuto cosparso di esperienze scioccanti ancor più appesantite da una delicata salute “Tanti furono gli episodi drammatici che mi videro sofferente…” che inevitabilmente, influenzano la sua personalità, la sua idea di sé e ogni sua relazione interpersonale, tanto da percepirsi a volte inadeguata o insoddisfatta con familiari, amori e amicizie.

La narrazione inizia da un punto di fuga che è un addio alla sua terra di origine, nel tentativo di rimuovere le cicatrici profonde scavate da memorie traumatiche.

In particolare, sono due i fatti angosciosi di cui la protagonista ci rende partecipi e che ne determinano una testimonianza diretta di ogni implicazione psicologica: il suo primo lavoro presso un mattatoio, luogo di dolore, sangue e morte “fantasmi come cadaveri, come carcasse penzolanti ai ganci di una catena di macellazione!” e un terribile incidente con la bici, a cui fortunatamente sopravvive “Una macchina bianca agganciò il manubrio e mi fece sobbalzare in aria, facendomi cadere al centro della strada”.

Grazie al potere disarmante dell’amore, Fabiola dimostra di avere schiena di roccia; le ferite del passato e quei pensieri intrusivi, invadenti e persistenti convivono con i profumi e i colori, gli oggetti e le presenze dei luoghi natii “Giugno, un pino che i miei avevano piantato nel retro della casa […] aveva un odore buono di resina, mi rassicuravano il suo silenzio, le sue ampie braccia legnose, le pigne e quell’odore di pulito e di fresco che avvertivo stando seduta accanto a lui”.

L’amore per Angelo prima e per Lorenzo poi, l’aiutano a non scoraggiarsi, a stringere i denti e andare avanti, non cedendo alle proprie fragilità bensì accettandole. I traumi segnano per sempre ma il desiderio di amore, affetto, rispetto e protezione è più forte, nonostante il continuo bisogno di rassicurazione e conforto o, semplicemente di ascolto, la sua anima ferita impara a convivere con i dolorosi fantasmi del passato, certa che “Nel bene o nel male […] il nostro destino sia già tracciato!”

Come una farfalla innamorata del vento, si affida alla costante passione per la poesia che la salva e nel tempo, le concede anche la conquista di un ben definito ruolo sociale.

Quell’odore di resina è un racconto di vita, toccante, coraggioso e necessario che adotta tutte le sfumature psicologiche e comportamentali della protagonista e di ogni altro personaggio coinvolto nella storia. L’amalgama tra rielaborazione narrativa e avvenimenti reali è inframezzato da appassionati versi di poesia, scintillanti motti di spirito e originali osservazioni introspettive. In quest’opera, la Zanarella dona il meglio di sé, mostra ogni sua dote di scrittrice oltre che di poetessa nonché una sfrenata passione per la vera letteratura; precisa in ogni particolare, sottile, penetrante e realistica anche nelle situazioni più banali, ne ricava ogni risonanza utile a sviscerare un mondo interiore, senza alterare minimamente la veridicità dei fatti principali. I temi dell’amore, dell’amicizia e persino della sessualità vengono trattati con assoluta sensibilità, delicatezza e disarmante semplicità.

Le pagine intendono essere un aiuto per superare situazioni complesse con umiltà, misura e saggezza ma soprattutto con fede e ascoltando sempre il cuore. Dare voce al silenzio spesso vuol dire riparare traumi che difficilmente scivolano via, poiché la sostanza rimane e fa male.

Non si trascura nella stesura del libro una attenta narrazione ed una acuta critica nel rispetto della dignità e libertà di operare serenamente le proprie scelte, pur di arrivare a costruirsi una propria identità.

“La vita, in fondo, è fatta di piccole cose, di rinunce, sacrifici, soddisfazioni e traguardi. Vale la pena viverla al meglio, come un’occasione irripetibile”.

 

 

6 apr 2024

X Edizione Premio Letterario "Città di Fermo" - Verbale ufficiale di giuria

 


 

 

X PREMIO LETTERARIO “Città di Fermo”

Anno 2024

 

Verbale ufficiale della Giuria

 

L’Associazione ARMONICA-MENTE - APS di Fermo - Presidente Nunzia Luciani, è lieta di comunicare che la Commissione di Giuria della X Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo” - Anno 2024, presieduta da:

 

 

SUSANNA POLIMANTI

 

 

e costituita dai seguenti componenti di giuria:

 

Sez. A: Susanna Polimanti, Alessandra Prospero, Roberta Placida, Giovanni Zamponi.

Sez. B: Susanna Polimanti, Alessandra Prospero, Roberta Placida, Giovanni Zamponi.

Sez.C: Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Elisabetta Biondi della Sdriscia, Federico Del Monaco.

Sez. D: Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Elisabetta Biondi della Sdriscia, Federico Del Monaco.

Sez. E: Alessandra Prospero (Titolare Daimon Edizioni), Federico Del Monaco, Luciano Giovannini.

 

dopo attenta lettura ed esame delle opere in forma rigorosamente anonima, contrassegnate dal solo titolo e in base ai seguenti criteri di valutazione:

 

1. Rispondenza ai requisiti tecnici previsti dal regolamento del bando di concorso nonché corrispondenza alla sezione di riferimento.

2. Analisi tematica (modalità di espressione, messaggio comunicato)

3. Analisi metrico-ritmica (versi, strofe, tipo di componimento, schema ritmico)

4. Analisi lessicale-semantico (parole-chiave, lessemi evocativi, immagini. Figure retoriche del significato e registro linguistico)

5. Analisi morfo-sintattica (organizzazione lirica, essenzialità o complessità del messaggio, figure retoriche dell’ordine.

6. Analisi fonica-timbrica (figure retoriche del suono)

7. Sintesi interpretativa del testo.

8. Correttezza complessiva (ortografia, morfosintassi, lessico) del testo narrativo o teatrale.

 

ha così deliberato:



SEZ. “A” – POESIA IN LINGUA ITALIANA A TEMA LIBERO


Vincitori assoluti


1° Premio – Io nel mio spazio di Manuela Magi (Tolentino- MC)

2° Premio – Ma sapessi il pianto di Vincenzo Screti (Sermoneta-LT)

3° Premio – Di questo inverno di Stefano Baldinu (San Pietro in Casale-BO)


 

Premio Speciale Associazione Armonica-Mente


 



Io scendo verso il fondo o forse salgo di Rita Imperatori (Ponte San Giovanni – PG)



Premio Speciale Biblioteca Civica “Romolo Spezioli” – “universo”libro”


L’abbraccio di Francesca Fazio (Roma- RM)

 

Menzione d’Onore

 

Fotografie (a Giulia Cecchettin) di Maurizio Bacconi (Roma-RM)

Nuvola amica di Adriana Centi (Atri –TE)

Io sono nessuno di Valeria Tufariello (Roma- RM)

Nel mio cielo di cobalto di Chris Mao (Ormea- CN)

Ripartire da lì di Barbara Mastroviti (Città della Pieve-PG)

Sinfonia di vita di Jacopo Luciani (Grottazzolina-FM)

La voce è come l’acqua, misteriosa creatura di Monica Martinelli (Roma- RM)

 

 

 

SEZ. “B” – POESIA RELIGIOSA


Vincitori assoluti

 

1° Premio –  Ave Maria di Flavio Dall’Amico (Marano Vicentino- VI)

2° Premio – Ci sarà Qualcuno di Maria Colombo (Bovisio Masciago- MB)

3° Premio – Il silenzio muove le foglie di Roberto Casati (Vigevano- PV)

 


Menzione d’Onore


Culla di cenere di Sonia Trocchianesi (Fermo-FM)

 

 

 

 

 

SEZ. “C” – Racconto inedito a tema: ”L’amore a 4 zampe”

 

Vincitore assoluto

 

Un cane di nome Otello di Tiziana Maria Fanutza (Bassano del Grappa – VI)

 

♦ ♦ ♦



SEZ. “D” – Racconto popolare/leggenda in dialetto/fiaba (tradizione orale)


Vincitori assoluti


1° Premio –  Lu Zaravaju di Giulia Grilli (Montemonaco- AP)

2° Premio –  ‘A tappina dâ Riggina Lisabetta Prima di Grazia Dottore (Messina-ME)

3° Premio  La carrozza del marchese di Salvatore La Moglie (Amendolara-CS)


 

 

 

SEZ. “E” – Silloge inedita di poesia/Premio Assoluto Daimon Edizioni-L’Aquila










Vincitore assoluto


Canti del secondo ordine di Paolo Cattolico (Abbiategrasso-MI)

 

N.B. La cerimonia di premiazione si svolgerà a Fermo sabato 1 giugno 2024 alle ore 16.30 presso la Biblioteca Civica “Romolo Spezioli” (Sala Lettura) Piazza del Popolo 63 - Fermo.

*I vincitori dei premi di podio, premi assoluti e premi speciali debbono essere presenti alla cerimonia. Non si accettano deleghe (v. regolamento del bando di concorso) *

 

 

Solo i vincitori del premio saranno contattati a mezzo mail o telefono secondo i dettagli forniti alla segreteria del premio tramite la scheda di partecipazione. Il verbale di giuria verrà pubblicato anche sul sito: http://www.concorsiletterari.it/risultati e sulla pagina Facebook: https://www.facebook.com/premioletterariocittadifermo/

 

CONSISTENZA DEI PREMI

Vincitori Sez. A-D

1° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e 100 Euro

2° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e libro

3° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria

Premio Speciale Armonica-Mente: Targa, diploma con motivazione e manufatto artistico.

Premio Speciale Biblioteca Civica “Romolo Spezioli” sull’universo “libro”: Targa, diploma con motivazione e libro.

Menzioni d’Onore: Trofeo e diploma

Vincitori Sez. B:

1° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso

2° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e libro

3° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria

Menzioni d’Onore: Trofeo e diploma


Vincitore assoluto Sez. C:

Targa, diploma con motivazione della giuria e 100 Euro

 

Vincitore assoluto Sez. E:

Targa, diploma con motivazione e pubblicazione gratuita da parte della Daimon Edizioni – L’Aquila- Titolare Dr.ssa Alessandra Prospero.

 

PUBBLICAZIONE IN ANTOLOGIA

 

Tutti i testi dei Vincitori Assoluti, dei Premi Speciali e delle Menzioni delle sezioni A, B, C e D verranno pubblicati in antologia. Per i primi premi e premi speciali il testo sarà corredato dalla motivazione della giuria. L’antologia del concorso sarà disponibile alla vendita il giorno della premiazione. L’Associazione Armonica-Mente - APS destinerà in beneficenza parte dei proventi derivanti dalla vendita delle antologie a realtà bisognose di aiuto nel territorio del Fermano, scelte a propria discrezione.

 

 

 

 

1 feb 2024

La fermata al Caffè Centrale: il nuovo romanzo di Franco Duranti

 

È appena uscito il nuovo libro dello scrittore jesino Franco Duranti, dal titolo La fermata al Caffè Centrale, edito da affinità elettive di Valentina Conti. Trattasi di una narrativa, dal punto di vista formale e contenutistico, riconducibile a un genere letterario misto tra il Bildungsroman e l’Erziehungsroman (romanzi di formazione ed educazione), con evidenti caratteristiche del romanzo psicologico. La cover del romanzo, raffigurante una corriera stile retrò, da subito lascia intuire l’ambientazione anni sessanta, quasi a conferire maggiore animazione a una precisa retrospettiva culturale nonché ad uno dei tanti scenari pittoreschi del racconto. L’incipit della fermata della corriera, vicino al Caffè Centrale introduce il lettore e lo trasporta all’interno dei ventinove capitoli, divisi tra i mesi di novembre e dicembre. Protagonista è Fausto, un ragazzino di undici anni, giudizioso e bene educato il quale, a causa delle precarie condizioni di salute della mamma, viene affidato dal padre Renzo, alle cure della zia Flora, nubile e ancora una donna di bella presenza nonostante i suoi cinquant’anni. Faustino, così chiamato perché di costituzione esile e mingherlino, ritrovandosi fuori dal suo semenzaio… senza amici, senza mamma, senza certezze e improvvisamente catapultato in un mondo tutto nuovo, si sente abbandonato e trascurato, piomba in una profonda tristezza dove, in un increspato flusso d’identità, affiora un’interiorità pagata a caro prezzo. Sebbene la zia Flora, che vuole comportarsi come una vera mamma, ma non ci riuscirà mai e ogni altro familiare facciano di tutto per farlo sentire a casa, la mancanza della figura guida diviene peso predominante nell’animo di Fausto. La non presenza della mamma accanto a lui, l’allontanamento dalla sua città d’origine e l’affidamento intrafamiliare, destano in lui un improvviso disorientamento nell’affrontare le delicate questioni esistenziali di un’età alle soglie della pubertà.  

Persino la cameretta, da lui stesso definita ‘cella’, è metafora di un percorso che è mare in tempesta, pur restando un punto di osservazione privilegiato e un porto sicuro in cui rifugiarsi e dove Fausto avvia l’esperienza del dialogo interiore con Dio, in attesa di risposte concrete. È lì che ogni notte l’ansia da separazione si fa via via sempre più pungente, aumenta l’angoscia, i brutti pensieri lo assillano, mille interrogativi lo agitano, deve conviverci ma fino a quando? Sta arrivando il Natale, le voci sulla salute della mamma sono sempre più vaghe e Dio è ancora percepito come assente.

Tuttavia, se da una parte si sente solo ed inutile come un oggetto, riluttante e privo di interesse di fronte a qualunque situazione insolita, dall’altra, i nuovi incontri creano in lui una sorta di esercizio di libertà, con relazioni di tipo orizzontale tra coetanei e non, esperienze, sfide e nuove scoperte che lo portano a maturare prima del tempo. In particolare, la vera amicizia instaurata con il suo compagno di scuola Dolce, un ragazzino di campagna di appena un anno più grande di lui, lo aiuterà a comprendere le dinamiche di un diverso ambiente sociale, stimolando il sostegno reciproco e una maggiore attenzione alla virtù della fragilità e della condivisione.

Il tema dell’assenza-presenza genera il conflitto interiore di un disagio, di una soggettività frantumata e diviene centralità del romanzo.

L’arricchimento lessicale, le sequenze descrittive di personaggi, luoghi e ambienti e la competenza narrativa nonché l’abilità propria del Duranti nel raccontare gli eventi, con focalizzazione interna, in maniera chiara e ben strutturata, rendono partecipe il lettore e lo coinvolgono emotivamente.

La forte carica espressiva e l’attenzione ai particolari anche più insignificanti mostrano l’ipersensibilità del piccolo protagonista e i suoi opposti stati d’animo, tra presente e passato, giorno e notte, conforto e angoscia ma forte è anche il desiderio di compiacere soprattutto i nuovi amici.

Il romanzo è una storia toccante, imperniata sulla ricchezza di contenuto che fa riflettere dal punto di vista psicologico: fino a che limite si può sostenere il peso dell’assenza? Ed è proprio il giorno di Natale che Fausto si ritrova di fronte all’immagine di una mamma diversa che non riconosce perché lei stava lì, assente, con lo sguardo fisso rivolto alle lingue di fuoco che guizzavano nel camino…

Il regalo che attende da parte dei suoi genitori, alla fine non ha più senso, perché in realtà preferirebbe avere la mamma di un tempo: una donna di particolare e raffinata bellezza… gli occhi castani, con intarsi di pagliuzze nocciola, ma con lo sguardo offuscato da un velo di tristezza, quello stesso velo di tristezza che aleggia di continuo intorno a lui, imprigionandolo in quel penoso distacco. Nessun bambino dovrebbe vivere una simile esperienza, soprattutto nell’età dello sviluppo, in cui la figura della mamma è essenziale ed imprescindibile.

 

 http://www.edizioniae.it/catalogo/la-fermata-al-caffe-centrale/