11 feb 2019

Mangereta di Adalberto Maria Merli





Cresce l’interesse per l’opera prima “Mangereta” (La nave di Teseo editore- 2018) di Adalberto Maria Merli, uno dei più grandi attori-interpreti nella storia del teatro, del cinema e della televisione, che qui ritroviamo nelle vesti di scrittore. Parliamo di un’autobiografia romanzata, che si configura essenzialmente come Entwicklungsroman e, nella complessa cornice della seconda guerra mondiale, a partire dal 1943 fino alla ricostruzione post-bellica, si focalizza sull’immediatezza e sugli sviluppi delle innumerevoli vicende che vedono coinvolta l’esistenza individuale e familiare dei Merli. Esperienze di un vissuto maturano la consapevolezza di valori quali la tolleranza, l’accettazione, la solidarietà, in un periodo storico scolpito attraverso la forza espressiva delle parole dell’autore, che sono testimonianza viva e vessillo di risvolti psicologici collettivi e di significati condivisi. Una narrazione retrospettiva in graduale trasformazione, in cui i fatti vengono tutti descritti in prima persona: l'Io narrante protagonista è Berto o meglio “Mangereta”, soprannome metaforico attribuitogli dalla nonna friulana, che sta a indicare la caratteristica di chi mangia molto; l’attore entra in scena da scrittore e interpreta il suo nuovo ruolo: se stesso. Sin dall’inizio del romanzo, si evince la dicotomia di due mondi, due opposte visioni della vita: il calore e l’amore di una famiglia unita da una parte e l’oscurità e il male di una guerra che irrompe in una sfera privata e stravolge le priorità quotidiane ma che, tuttavia, il protagonista si sforza di aggirare con la sua fame di vita, di gioco, di sogni e fantasie, alla ricerca di quelle contromosse “proibite” che per un bambino hanno il sapore di un’emozionante e attraente avventura. Per esorcizzare i dolori e le ristrettezze di una guerra, fonte di ansia e sradicamento, Berto riesce a cavarsela anche meglio degli adulti e insieme ai suoi tre fratelli, sempre spinto da un’irrefrenabile curiosità, impara a confrontarsi con ogni nuova conoscenza, affronta ogni volta nuove sfide, s’impegola in diverse monellerie, si difende, soccombe o ne esce vincitore, pur non dimenticando mai il valore positivo del rispetto verso gli altri. Egli esplora un mondo che racchiude in sé incertezze, tensioni e paure che gli temprano il carattere e gli impongono una crescita personale. Seppur educato con estremo rigore, disciplina e forti imposizioni, soprattutto da parte della madre friulana “dai lineamenti morbidi ma volitiva nel carattere”, sceglie personali scorciatoie di sfogo, per evitare ogni sgomento e godersi quella poca serenità che un bambino e un adolescente merita di vivere.
Lo stile di scrittura è disinvolto, spontaneo, senza alcuna retorica e libero da inutili orpelli, suscita ammirazione, empatia e, a tratti, ilarità. Ciò che maggiormente affascina è la capacità di creare immagini vive, con l’aiuto di poetiche descrizioni di luoghi e paesaggi nonché di ritratti individuali fatti di sguardi, mimiche facciali e caratteristiche personali. Il linguaggio cambia forma e densità, lasciandosi travolgere da sfumature e profondità di stati d’animo, a seconda delle situazioni in cui si trova il protagonista, il quale non si vergogna di esercitare un pungente sarcasmo anche contro la tradizione culturale e i vizi del suo tempo. Non fa sconti ad alcuno, non nasconde episodi raccapriccianti di quel periodo storico né si fa scrupolo, nel suo cuore, di simpatizzare con persone “nemiche” ma a lui care; con le sue riflessioni personali ricostruisce ed evidenzia sia gli aspetti migliori che i peggiori del suo passato.
Un romanzo minutamente costruito, stratificato di spunti, di episodi, di tutto ciò che il ricordo ha accumulato in tanti anni; strettamente ancorato a una memoria emotiva che, tessuta con finissime osservazioni psicologiche, è strumento privilegiato per farci comprendere fino in fondo la drammatica realtà sociale di quegli anni oltre che una dimensione relazionale e affettiva che, nonostante tutto, attraverso lo sguardo di un bambino, lotta quotidianamente contro sentimenti di paura, angoscia e vulnerabilità.





25 gen 2019

Antonio De Signoribus e la sua meticolosa penna

Il ceppo di Natale” (Zefiro Srl-Fermo) è un piacevolissimo percorso attraverso riti e manifestazioni popolari che ci arriva, ancora una volta, dalla meticolosa penna dello scrittore Antonio De Signoribus. In una graziosa veste grafica, frutto di una sensibilità estetica, questo piccolo ma pregevole testo è viva testimonianza di usi e costumi del territorio marchigiano e soddisfa curiosità e interesse verso quella fantasia popolare legata alla solennità del Natale fino alla Festa di S. Antonio. Il “ceppo” ovvero il tronco d’albero che è usanza ardere nel camino, a partire dal giorno della Vigilia, acquista qui un valore altamente simbolico: il tradizionale raccoglimento davanti al fuoco si traduce nell’interpretazione etico-psicologica del riavvicinarsi alle nostre radici. Una serie di consuetudini e credenze, tra il sacro e il profano, ci offre la possibilità di ristabilire un contatto con un mondo che non c’è più e con alcuni aspetti di una quotidianità di vecchio stampo. Spiragli di vita di un tempo colmo di fascino che, toccando confini indefiniti tra leggenda, mito e verità, rischiano oggi di essere percepiti come estranei, sebbene rappresentino unicamente i valori più saldi di un’identità culturale. Il ceppo che brucia crea un’atmosfera magica, genera luce e mentre illumina, abbellisce e riscalda, dona senso poetico e familiare alle celebrazioni natalizie. In un mondo contaminato da “esaltazioni” del male, della violenza e del sopruso, ben venga un testo che abbia la capacità di contagiarci con qualcosa che è bellezza e continuità di bellezza.
Una chiave di interpretazione che ha permesso a De Signoribus di riscoprire e tramandarci storie e prassi dal sapore educativo, per non smarrire il senso di una dimensione della realtà umana e della funzione dell’immaginazione popolare, che non pretende di offrire la verità scientifica ma solo di esprimere la perpetuità di certe percezioni, tramandate nei tempi. Ovviamente… da leggere davanti al camino: cornice e ornamento per ritrovare il dialogo con le nostre tradizioni, auspicando che esista sempre qualcuno che possa ricondurci alle origini della cultura più genuina della nostra regione.



26 nov 2018

" Il sogno di Teddy..." La fiaba di Therry Ferrari








Chiunque conosca Therry Ferrari non si stupirà affatto nel trovarla impegnata nella pubblicazione di una fiaba, anzi “fiabina” come lei stessa definisce questa sua piccola opera. Al di là della scelta meditata del richiamo a un genere profondamente educativo, l’autrice, già naturalmente incline al verso poetico per innata disposizione d’animo, sceglie una narrazione di cui il lettore e lei stessa ne subiscono il fascino. “Il sogno di Teddy…” (Editore L’ArgoLibro), da un’idea di Henry P.Bear,  è quel che si dice una “chicca”, raffinata e preziosa. Ogni minimo dettaglio, dal titolo alle illustrazioni così delicatamente disegnate e all’editing particolarmente curato con i suoi colori pastello sfumati, esprime al meglio la sua funzione estetica e non solo. L’orsetto Teddy racconta come, a volte, basta saper aspettare per ottenere quello che più si desidera, oltre che sottolineare come nella vita sia importante aiutarsi l'un l'altro poiché, mai debbono spaventare le difficoltà.
La lettura della fiaba è emozione che si trasforma in bellezza e speranza per il mondo dell’infanzia, stemperando in leggerezza tempi duri e fin troppo inadeguati, che comportano la perdita di valori e riferimenti certi.
Nulla e nessuno debbono mai impedirci di realizzare i nostri sogni, perché il premio ai nostri sforzi, il più delle volte, è molto appagante.
Complimenti vivissimi a Therry Ferrari per questo suo breve ma significativo progetto letterario.












Link per l'acquisto: https://largolibro.blogspot.com/2018/10/therry-ferrari-il-sogno-di-teddy.html



19 nov 2018

LE GRANDI STORIE D'AMORE DELLA TERRA DI MARCA: Adolfo Leoni



Accade che, in una fredda serata di un sabato novembrino, ci si ritrovi con un gruppo di amici alla presentazione dell’ultimo libro di Adolfo Leoni: “LE GRANDI STORIE D’AMORE DELLA TERRA DI MARCA” (Albero Niro Editore) e si scopra che l’opera stessa è un’occasione di dialogo e confronto, al di là di ogni tempo e spazio.
Adolfo Leoni, giornalista e scrittore, è un uomo carismatico, affabulatore ed eclettico, il quale mai cessa di percorrere le vie della sua terra, traendone ispirazione per testi che, attraverso la sua creatività e perseveranza, ci donano sempre un momento formativo e particolarmente coinvolgente. I suoi racconti ci parlano di protagonisti- entità che pervadono il nostro territorio, si trasfigurano in quel tipico Genius loci alitante in scorci di paesaggi e antiche bellezze architettoniche della Terra di Marca e ne perpetuano la memoria. Ogni piccola o grande esistenza, sia bagliore o penombra, traccia in qualche modo la nostra stessa eredità storico-culturale e ne origina un legame indissolubile spesso sconosciuto, con una terra dove siamo soliti vivere distrattamente. L’autore rielabora sapientemente diverse fonti, in un’alternanza di prosa e pensiero lirico che molto si avvicina al genere letterario del prosimetro. Il  libro è un autentico omaggio alla sua terra, con cui egli si  confida, in intimo ascolto di presenze di una realtà lontana, su sentieri costellati di voci percepite nel cuore, fa rivivere nel suo immaginario figure realmente esistite o semplicemente presenti nel leggendario comune, si lascia trasportare in una ricerca interiore che scruta e si carica di una coscienza problematica, varca la soglia della complessità, si stempera in un interrogarsi sull’esistenza e, infine, raccoglie immagini di una lettura favolosa e d’intrattenimento, dove eterni sono gli interrogativi del chi siamo, dove andiamo, da dove veniamo: “Cammino per ricomporre un io scomposto[.] /Perché a noi è stato donato il giocattolo più bello [,] /che è la vita [,] che è l’intero cosmo [,] …” I dubbi si annodano nei singoli attimi indagati dal pensiero, in un linguaggio chiaro, intellegibile e profondamente comunicativo nella sua innata simbologia, si arricchiscono di etica e intuizione mentre il Nostro cantore di storie manifesta appieno la sua attitudine, si pone nella grandezza sinfonica del paesaggio, ne respira l’atmosfera, riscopre animi e sentimenti, ne impedisce ogni perdita e insignificanza proprie di una modernità controcorrente.
Il suo percorso è un lirico vagabondare, alla scoperta di luoghi e storie che ci appartengono, che sono all’origine della coscienza della nostra anima; con toni sinuosi fa echeggiare corde nascoste nell’animo del lettoreGaloppa la fantasia, si sbizzarrisce la mente, si dischiude il cuore. Non è fuga dal mondo. È dimensione parallela. Come immergersi in una realtà diversa. Pur sempre però realtà. E leggere. E immaginare. E sognare”.
Da ogni pagina si evince anche una velata sacralità per luoghi e tradizioni, che lasciano pensare a una sorta di anamnesi platonica, di quel risveglio della memoria legata al proprio territorio e chissà che non sia davvero questa la fonte da cui nasce la grande passione di Adolfo Leoni che si traduce semplicemente in amore sincero e devoto, rispetto e intimità con la propria terra. “[…] la terra parla […] / e noi invece tiriamo dritti [,] / senza accorgercene[.]… “Vorrei che altro ci parlasse [:] / quello spirito intriso nella terra[.]… Creato [,] Creatura [,] Creatore”.




10 ott 2018

5° Premio Letterario "Città di Fermo"





5° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” 





La Libera Associazione Culturale ARMONICA-MENTE di Fermo presieduta da Nunzia Luciani, con il Patrocinio del Comune di Fermo “Assessorato alla Cultura” e dell’Arcidiocesi di Fermo, con la collaborazione dell’Associazione Culturale GueCi di Rende (CS), indice la 5° Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo”.





Regolamento 



1. Il premio è aperto a tutti gli autori italiani e stranieri senza limiti di età ed è articolato nelle seguenti sezioni:



Sezione A – Poesia in lingua italiana a tema libero (edita o inedita)

Sezione B – Poesia religiosa in lingua italiana

Sezione C – Poesia in dialetto (con relativa traduzione)

Sezione D - Narrativa: Lettera aperta a tema libero e/o fiaba/leggenda edita/inedita di fonte popolare e tradizione orale (non genere fantasy o fiabe per bambini)) in lingua italiana o dialettale con relativa traduzione.



* Non sono ammessi testi che siano già stati premiati ai primi tre posti in altri concorsi precedentemente alla data di invio dell’elaborato, pena l’esclusione dal concorso. I membri di giuria delle precedenti edizioni del premio sono pregati di non partecipare.





SEZIONI A- B- C- D



2. Per le sezioni di poesia in lingua italiana, religiosa e dialetto (A, B e C) si potrà partecipare inviando un’unica poesia, che non dovrà superare i 35 versi.



3. Per la sezione D Narrativa:



a) Lettera aperta a tema libero: si partecipa inviando un unico testo munito di titolo che non dovrà superare le 3 cartelle editoriali (una cartella editoriale corrisponde a 1800 battute spazi inclusi). Il testo della lettera può essere autobiografico o di qualsivoglia contenuto e rivolto verso qualsivoglia destinatario.

b) Fiaba edita/inedita, in lingua o in dialetto: non ci sono limiti di lunghezza per il formato word, se in lingua dialettale è necessaria la relativa traduzione. Per fiabe pubblicate basta inviare 2 copie dell’opera al seguente indirizzo: Associazione Culturale Armonica-Mente c/o Carlo Iommi, Piazza del Popolo N. 34- 63900 Fermo (FM). I libri non verranno restituiti.





4. Per la partecipazione al premio è richiesto un contributo di € 10 per spese organizzative per ognuna delle sezioni a cui si intenda partecipare. Relativamente alla sezione D, nel caso si voglia partecipare a entrambe a) e b) il contributo è di € 15 totali.



5. Il partecipante dovrà inviare una mail all’indirizzo della segreteria dell’Associazione Arrmonica-Mente: premiocittadifermo@gmail.com entro la scadenza del 31 dicembre 2018 con i seguenti allegati:



- File (esclusivamente in formato word) contenente il testo in forma rigorosamente anonima e senza alcun segno di riconoscimento. Nel caso di partecipazione con più opere, inviare allegati distinti.

- Scheda di partecipazione contenente i propri dati personali con l’autorizzazione al trattamento dati.

- Copia della ricevuta del versamento Postepay o bonifico bancario.



Le opere che giungeranno oltre la data di scadenza per la partecipazione, non saranno tenute in considerazione e, in ogni caso, farà fede la data d’invio della mail. Nell’impossibilità di inviare tramite posta elettronica, si potrà inviare una copia cartacea degli elaborati con relativi allegati richiesti dal regolamento, all’indirizzo di posta dell’Associazione: Associazione Culturale Armonica-Mente c/o Carlo Iommi, Piazza del Popolo N. 34 - 63900 Fermo (FM).



Modalità di versamento del contributo per spese organizzative:



Postepay - Numero tessera: 4023 6006 6599 3632

Intestata a Nunzia Luciani - CF: LCNNNZ54H48G920P

Causale: 5° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” – Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D

Bonifico bancario - IBAN: IT36L0615069450CC0010095088

Intestato a Armonica-Mente

Causale: 5° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” - Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D



Alla ricezione dei materiali verrà inviata una mail di conferma alla mail indicata nella scheda dei dati di partecipazione al premio.

Non vengono accettate opere che presentino elementi razzisti, denigratori, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione.



La Commissione di giuria è composta da esponenti del panorama culturale e letterario, regionale e nazionale:



Sez. A: Susanna Polimanti, Cinzia Franceschelli, Nuccia Martire, Anna Laura Cittadino, Maria Giovanna Bonaiuti, Nanda Anibaldi

Sez. B:: Mons. Mario Lusek, Susanna Polimanti, Maria Giovanna Bonaiuti, Cinzia Franceschelli, Nanda Anibaldi

Sez. C : Susanna Polimanti, Cinzia Franceschelli, Maria Giovanna Bonaiuti, Nanda Anibaldi

Sez. D : Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Anna Laura Cittadino, Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli



Il giudizio della giuria che esaminerà le opere pervenute al concorso e decreterà i vincitori è insindacabile e inappellabile.



I Premi saranno stabiliti come di seguito indicato:



Sezioni A, C e D:

1° premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e Euro 100, 2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libri. 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria.

Sezione B:

1° premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso, 2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libro. 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria.



Premio Speciale Arcidiocesi di Fermo: Targa, diploma e motivazione

Premio Speciale Associazione Culturale GueCi: Targa, diploma e motivazione



Menzioni: Trofeo o targa e diploma



La commissione di giuria potrà decidere di decretare ulteriori premi speciali nel caso risultassero particolari opere da segnalare.



N.B. I vincitori del 1°, 2° e 3° Premio e Premi Speciali sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione. In caso di assenza del vincitore, verranno inviati solo i diplomi ed eccezionalmente, targa e diploma potranno essere ritirati da altri tramite delega scritta da inviare all’indirizzo mail del premio. Per quanto riguarda le menzioni, sia il premio che il diploma potranno essere spediti a casa dietro pagamento delle spese di spedizione o essere ritirati sempre tramite delega scritta. I premi in denaro, se non ritirati personalmente verranno incamerati dall’Associazione per future edizioni del Premio.

Tutti i testi dei vincitori assoluti, premi speciali e menzionati saranno pubblicati nel volume antologico che sarà presentato nel corso della premiazione.

L’Associazione Armonica-Mente destinerà in beneficenza parte dei proventi derivanti dalla vendita delle antologie a realtà bisognose di aiuto nel territorio del Fermano, scelte a propria discrezione.

La partecipazione al concorso implica l’accettazione di tutti gli articoli che compongono il presente bando.

La cerimonia di premiazione si terrà a Fermo in una domenica di maggio/giugno. Ulteriori dettagli su data e luogo della premiazione verranno comunicati nel verbale di giuria, che verrà inviato ai soli vincitori e classificati un mese prima della premiazione. È necessario confermare la propria presenza alla cerimonia entro 10 giorni dal ricevimento del verbale di giuria.




NUNZIA LUCIANI: Presidente del Premio
SUSANNA POLIMANTI: Presidente di Giuria





Per qualunque informazione rivolgersi all’indirizzo mail: premiocittadifermo@gmail.com














5° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” 



Scheda di Partecipazione al Concorso 



La presente scheda compilata è requisito fondamentale per la partecipazione al concorso. Alla scheda va allegata la ricevuta del contributo per spese organizzative, da inviare tramite mail entro la data di scadenza del 31 dicembre 2018.



Nome-Cognome __________________________________________________________________

Nato/a ______________________________il __________________________________________

Residente in ___________________________________ Via_____________________________

Città_____________________________ Cap __________________ Prov.____________________

Tel. _____________________________________Cell.___________________________________

E-mail ___________________________________________Sito ____________________________

Partecipo alla/e sezione/i (indicare vicino il titolo del testo proposto o, in sua assenza, il primo verso della poesia)

□ A –Poesia in italiano a tema libero _____________________________________________________________________________

□ B –Poesia religiosa

_______________________________________________________________________________

□ C –Poesia in dialetto ______________________________________________________________________________

□ D –Lettera aperta a tema libero o Fiaba/leggenda in lingua italiana o in dialetto ________________________________________________________________________________



Data___________________________________________Firma __________________________








□ Dichiaro che il/i testi che presento è/sono frutto del mio ingegno e che ne detengo i diritti a ogni titolo.

□ Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art.13 del D. Lgs. 196/2003.



Data__________________________________ Firma _________________________________






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https://www.concorsiletterari.it/concorso,8448,Premio%20Letterario%20%22Citt%C3%A0%20di%20Fermo%22

https://premiarti.it/premio-letterario-citta-di-fermo-5-edizione-2019/


29 mag 2018

"Armonie e dissonanze" di Oscar Sartarelli: la maturata saggezza e la poesia



Canto, che tanto quel di quaggiù avanza/ che, poi che io torna’ al mondo deserto, / ogni dolce     armonia m’è dissonanza.”

(Il Quadriregio di Mons. Federico Frezzi Libro IV 22-120


Armonie e dissonanze” (Le Mezzelane Casa Editrice) è la recente opera poetica del poeta-scrittore Oscar Sartarelli. In questa raccolta l’ispirazione dell’autore appare ricca e varia, raggiunge una più matura essenzialità e nettezza d’espressione, nell’evidente tendenza di dare alla poesia una sensibilità più ampia e attuale, pur rispettando stilisticamente i principi della poesia tradizionale. La vita impegna a una riscoperta di sé e delle diverse fasi legate a quei riti di passaggio che necessitano d’essere affrontati. L’opera si sviluppa ed evolve in un percorso formativo al contrario, dall’ora del disincanto quale effetto discordante e in grado di godere dell’attimo, per via del senso di precarietà di un inevitabile fluire del tempo, al toccare e svelare il suono gradevole che è corrispondenza di voci, proprio della fase adolescenziale e giovanile “Erano belli il sole [,] / il suono delle campane/ che annunciava la festa [,] / la carezza della mamma/ e la speranza nel cuore. “
La modalità semantica che racchiude i toni, le immagini e la molteplicità dei motivi richiama alcune tesi del De brevitate vitae del filosofo Seneca, laddove il poeta insiste sulla fragilità dell’esistenza e  incita a considerare ogni suo secondo “ti sei mai chiesto cosa saresti al mondo[,] / se ti mancasse[, così, uno, un sol secondo?”; addirittura si commuove, nel riconoscere le responsabilità concrete di ognuno di fronte alla qualità della vita, del nostro Essere e della nostra stessa terra “Stalattiti di tempo/ sedimenti di anima/che son appesi al tempio/della vita consunta [,] /e si schiantano a terra […] / quando il cervello scoppia [,] / ed il tutto si spiega”, rappresentandone così ogni intima meditazione in una luce particolarmente adatta a illuminare, non solo l’uomo moderno ma semplicemente, l’uomo. La silloge presenta un accrescersi di suggestioni e un sovrapporsi di significati che, quasi ammonitori, si trasformano in un invito ad andare all'origine delle parole e del loro valore per ricaricarle di senso. Nei versi si sottintende una mancata credibilità del nostro mondo, non solo di valori ma anche e soprattutto di quanti sono chiamati a trasmetterli e da qui ha origine la reale malinconia dell’autore, che si rifugia nella purezza e nella profondità del proprio sentire.
Nella prima lirica della raccolta, l’albeggiare risuona quale arcaico simbolismo della giovinezza perenne che s’innesca nelle varie faglie del tempo e dell’età, non per terminare un ciclo bensì per riscoprirla nel divenire eraclitiano, poiché ogni cosa si muove, muta e si trasforma, lasciando indietro qualunque momento. La vita e il suo dolce sparire, di fronte a cui non esiste ribellione ma solo delicata rimembranza, innervano l’universo poetico del Sartarelli; dai suoi slanci e tormenti interiori si evince una personalità sensibile seppur dotata di notevole plasticità psichica. Una tenerezza composta e misurata fan sì che l’io poetico avverta la solitudine del mondo: “Vuoto è ora il teatro, eppure sento voci [,] / voce del tempo, frammenti di vita […] Chiude il sipario [,] ed anch’io più non sono”; echeggiano voci dissonanti nel momento stesso in cui l’etica si scontra con le tante nostre miserie. Con sottile ironia il poeta delinea un’anatomia del mondo, coinvolgendola nelle sue stesse riflessioni “Nulla [,] sei nulla [,] nessuno si accorge di te [,] / perché tu sei un ammasso di carne/ attaccato alle ossa.” ma se ne distacca, non rinnega la propria anima, ponendosi al riparo da quella maschera che si fa autorevole garante del nostro tempo.  Quel “puer aeternus”, che con coraggio rimane fedele al tempo, si trova in uno spazio intermedio fra lo stato di partenza e di arrivo e “[…] va cercando della vita il suo metro/che più non sia il ruffiano sentimento”.
Una metrica sorgiva, mista di versi endecasillabi e settenari, crea un genere di poesia di facile grazia e ritmo piacevole nonché una sensazione diffusa d’intesa ed essenza. Sottigliezze vocali, passionalità, furore giovanile, tra enfasi e modestia, quintessenze distillate di un’anima pura e onesta, accenti e sillabe dure e vibrate, realizzano infine quel tema di un incontro con la vita che è radice della poesiaSpero serva questa grama poesia [,] / per riacciuffare [,] senza far rumore [,] / il vero senso: d’infanzia l’odore!”. Il tempo è kronos, ma per Oscar Sartarelli è soprattutto kairòs poiché, in realtà, è sempre e solo la qualità della nostra vita a scandirne lo scorrere incessante di minuti e di ore e a palesarne i moti dell’anima “Il ricordo torna ed il cuore arruffa [;] / allora capisci [,] e d’un tratto senti/ che ancora puoi donare sentimenti [,] / e il senso della vita si riacciuffa.” Infine trovo preziosa la lirica dal titolo “Memento”, profusa di quella religiosità che scardina anche la mente più indisciplinata, divenendo il significato più puro dell’affidamento francescano. La poesia è raccoglimento ed equilibrato rapporto con se stessi verso il raggiungimento della saggezza “E la luce alza della nebbia il velo [,] / scoprendo su te l’indaco del cielo”.