Accade
che, in una fredda serata di un sabato novembrino, ci si ritrovi con un gruppo
di amici alla presentazione dell’ultimo libro di Adolfo Leoni: “LE GRANDI STORIE D’AMORE DELLA TERRA DI MARCA”
(Albero Niro Editore) e si scopra che l’opera stessa è un’occasione di dialogo
e confronto, al di là di ogni tempo e spazio.
Adolfo Leoni,
giornalista e scrittore, è un uomo carismatico, affabulatore ed eclettico, il
quale mai cessa di percorrere le vie della sua terra, traendone ispirazione per
testi che, attraverso la sua creatività e perseveranza, ci donano sempre un momento formativo e particolarmente
coinvolgente. I suoi racconti ci parlano di protagonisti- entità che
pervadono il nostro territorio, si trasfigurano in quel tipico Genius
loci alitante in scorci di paesaggi e antiche bellezze architettoniche
della Terra di Marca e ne perpetuano la memoria. Ogni piccola o grande
esistenza, sia bagliore o penombra, traccia in qualche modo la nostra stessa eredità
storico-culturale e ne origina un legame indissolubile spesso sconosciuto, con
una terra dove siamo soliti vivere distrattamente. L’autore rielabora
sapientemente diverse fonti, in
un’alternanza di prosa e pensiero lirico che molto si avvicina al genere
letterario del prosimetro. Il libro
è un autentico omaggio alla sua terra, con cui egli si confida, in intimo ascolto di presenze di una
realtà lontana, su sentieri costellati di voci percepite nel cuore, fa rivivere
nel suo immaginario figure realmente esistite o semplicemente presenti nel
leggendario comune, si lascia trasportare in una ricerca interiore che scruta e
si carica di una coscienza problematica, varca la soglia della complessità, si
stempera in un interrogarsi sull’esistenza e, infine, raccoglie immagini di una
lettura favolosa e d’intrattenimento, dove eterni sono gli interrogativi del chi
siamo, dove andiamo, da dove veniamo: “Cammino
per ricomporre un io scomposto[.] /Perché a noi è stato donato il giocattolo
più bello [,] /che è la vita [,] che è l’intero cosmo [,] …” I dubbi si
annodano nei singoli attimi indagati dal pensiero, in un linguaggio chiaro,
intellegibile e profondamente comunicativo nella sua innata simbologia, si arricchiscono di etica e intuizione
mentre il Nostro cantore di storie manifesta appieno la sua attitudine, si pone
nella grandezza sinfonica del paesaggio, ne respira l’atmosfera, riscopre animi
e sentimenti, ne impedisce ogni perdita e insignificanza proprie di una
modernità controcorrente.
Il
suo percorso è un lirico vagabondare, alla scoperta di luoghi e storie che ci
appartengono, che sono all’origine della coscienza della nostra anima; con toni
sinuosi fa echeggiare corde nascoste
nell’animo del lettore “Galoppa la
fantasia, si sbizzarrisce la mente, si dischiude il cuore. Non è fuga dal
mondo. È dimensione parallela. Come immergersi in una realtà diversa. Pur
sempre però realtà. E leggere. E immaginare. E sognare”.
Da ogni pagina si evince
anche una velata sacralità per
luoghi e tradizioni, che lasciano pensare a una sorta di anamnesi platonica, di
quel risveglio della memoria legata al proprio territorio e chissà che non sia
davvero questa la fonte da cui nasce la grande passione di Adolfo Leoni che si traduce semplicemente in amore sincero e devoto,
rispetto e intimità con la propria terra. “[…]
la terra parla […] / e noi invece tiriamo dritti [,] / senza accorgercene[.]…
“Vorrei che altro ci parlasse [:] / quello spirito intriso nella terra[.]…
Creato [,] Creatura [,] Creatore”.
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