“Il ceppo
di Natale” (Zefiro Srl-Fermo) è un piacevolissimo percorso
attraverso riti e manifestazioni popolari che ci arriva, ancora una volta,
dalla meticolosa penna dello scrittore Antonio De Signoribus. In una
graziosa veste grafica, frutto di una sensibilità estetica, questo piccolo ma
pregevole testo è viva testimonianza di usi e costumi del territorio
marchigiano e soddisfa curiosità e interesse verso quella fantasia popolare
legata alla solennità del Natale fino alla Festa di S. Antonio. Il “ceppo”
ovvero il tronco d’albero che è usanza ardere nel camino, a partire dal giorno
della Vigilia, acquista qui un valore altamente simbolico: il tradizionale raccoglimento
davanti al fuoco si traduce nell’interpretazione etico-psicologica del
riavvicinarsi alle nostre radici. Una serie di consuetudini e credenze, tra il
sacro e il profano, ci offre la possibilità di ristabilire un contatto con un
mondo che non c’è più e con alcuni aspetti di una quotidianità di vecchio
stampo. Spiragli di vita di un tempo colmo di fascino che, toccando confini
indefiniti tra leggenda, mito e verità, rischiano oggi di essere percepiti come
estranei, sebbene rappresentino unicamente i valori più saldi di un’identità
culturale. Il ceppo che brucia crea un’atmosfera magica, genera luce e mentre
illumina, abbellisce e riscalda, dona senso poetico e familiare alle
celebrazioni natalizie. In un mondo contaminato da “esaltazioni” del male,
della violenza e del sopruso, ben venga un testo che abbia la capacità di contagiarci
con qualcosa che è bellezza e continuità di bellezza.
Una chiave di interpretazione che ha permesso a De
Signoribus di riscoprire e tramandarci storie e prassi dal sapore
educativo, per non smarrire il senso di una dimensione della realtà umana e
della funzione dell’immaginazione popolare, che non pretende di offrire la
verità scientifica ma solo di esprimere la perpetuità di certe percezioni,
tramandate nei tempi. Ovviamente… da leggere davanti al camino: cornice e
ornamento per ritrovare il dialogo con le nostre tradizioni, auspicando che
esista sempre qualcuno che possa ricondurci alle origini della cultura più
genuina della nostra regione.