15 giu 2017

"Dimmi le parole" di Marco Fortuna - Una geometria dell'anima attraverso il tempo e lo spazio



“ Raccolgo in me mille soli,
che riemergono per solcare il limite del mio sguardo,
custode ramingo
del mio museo interiore



Dimmi le parole” di Marco Fortuna (Italic 2017) è una silloge poetica che fin dai primi versi ci offre un preciso ritratto dell’autore, poeta essenziale nonché uomo composto e riservato.
La sua poesia è un viaggio e i versi sono guida illuminata ove la parola, pervasa a tratti da un’alta liricità, adombra quella sottile trama di pensiero malinconico e senza una mappa preordinata conduce l’io poetico verso regioni dove ha fine lo stato di destabilizzazione di un vissuto, alla ricerca di uno sguardo soddisfatto e pago “ Come possono le mie parole uscire da questo labirinto/[di pensieri”. Il Nostro si sofferma e sosta sulle cose non su chi le possiede “Vedo la spiaggia come un mercato ricco di cose e povero/ di gente [,]/ con i gabbiani che a un tratto mi volano nel cuore”, toccando la soggettività dell’immagine poetica e degli echi che ogni suo verso genera nell’intimo dell’individuo, in cui le emozioni accelerano o smorzano incanti e disincanti di esperienze personali. Una vera e propria geometria dell’anima attraverso il tempo e lo spazio ove la contemplazione della bellezza è un varco, una tensione all’infinito in cui erra lo spirito umano.
Una forte carica espressiva è qui segno di una visione del mondo pacata che rifugge da tinte accese o violente e da forti contrasti mentre un intero mondo interiore si concreta in poesia che non sia un’arma bensì canto nel quale l’uomo si racconti, si plachi, si rassereni mentre la parola pregna di un potere incantatore diventi speranza di uscire dal buio, dal torbido alla luce, lungo le ali del tempo e oltre ogni spazio. Una poesia sempre in divenire  che è espressione immediata di perdurante efficacia sulla sensibilità umana.
Balenano alla fantasia del poeta paesaggi spirituali amplissimi; dalla segrete e dalle non più controllate profondità del suo spirito, irrompono intuizioni inattese, accostamenti di mondi di pensiero e di fedi diverse proiettate verso una lontana armonia “Ma da lontano e dal profondo qualcuno[,]/con forza sovrumana],[/preme sul foglio mentre scrive il mio nome[,]/mentre io rimango tra voi nell’attesa di una liberazione”.
Uno stile personalissimo per una poetica autobiografica, sincera, senza fronzoli e orpelli. Il verso è incentrato sul fluire spontaneo e si trasfigura in poesia della vita; la forma introspettiva fa leva sul valore evocativo, quasi magico, della parola, sulla sua suggestione fonica, sulle tante sfumature musicali e sul simbolismo “ Cadono sul nostro petto gli anni[,] come pioggia[…]”.
Una poetica dolce e delicata e allo stesso tempo incisiva, che eleva il linguaggio a una nuova altezza, supera il suo compito comune e diventa col suono e l’accento in essa, il mezzo per indagare  la psicologia umana, il dolore, la gioia, gli affetti familiari, persino l’amore per la propria donna.
Ritengo che i versi di Marco Fortuna qui raccolti  possano assurgere a quel carattere stilizzato di mediazione poetica quale migliore e costante richiamo dell’attenzione del lettore e di ogni sua vibrazione intima.



20 mag 2017

Cerimonia di premiazione 3° Edizione Premio Letterario "Città di Fermo"

Un pomeriggio di piacevole condivisione e incontro con poeti e scrittori provenienti da varie città italiane.
Al termine della cerimonia di premiazione... una piacevole sorpresa!

Libera Associazione Culturale Armonica-Mente con la collaborazione dell'Ufficio Nazionale CEI per la pastorale, il tempo libero, turismo e sport (Direttore Mons. Mario Lusek e dell'Associazione Culturale GueCi di Rende(CS) (Presidente Anna Laura Cittadino)

 

5 mag 2017

"Mare mosso, l'imaginoso" di Maria Luisa Mazzarini- Profondità e mistero dell'animo umano

[…] “su tracce d’inchiostro/di poesie/di foglio bianco aperto all’infinito[.]”


Mare mosso, l’imaginoso” è la recente raccolta poetica di Maria Luisa Mazzarini, edita da  EEE-book Edizioni. Leggendo quest’ultima opera si avverte la sensazione di passeggiare a braccetto con la poetessa tra scenari in piena esaltazione della memoria e dell’immaginazione, con lo sguardo innocente di una bimba, desiderosa di scoprire realtà nuove a ogni passo ”Ci ferma la bonaccia[,]/ asciughiamo le penne sulla ghiaia[.]/E le parole/raccontano di frammenti di luce/da abbracci d’acqua/e infuocata sabbia]…]”
Ritorna il tema dominante del mare e del mormorio delle acque, in singolare affinità coi movimenti elementari della attività della natura, attimi privilegiati di un’inconfondibile voce, di una cultura, di uno stile. Una poetica che si affaccia estasiata ovunque e che si ritrova nel suono di ogni luogo, a contatto con visuali che sono sorgenti di creatività; le parole danzano come note su un pentagramma e come fili di una tela intrecciano immagini che giocano abilmente tra metafore e simbolismi. La poetessa riesce sempre a stupirci con la sua potenza onirica, quasi funambola, di riconciliazione fra l’io e il mondo, fra l’arte e la vita.
Il mare, come ogni elemento fluido, sta a significare la profondità e il mistero dell’animo umano nonché manifestazione del tempo e di quell’intimità strettamente in contatto con emozioni latenti, celate o tenute a freno(Chi siamo?)/ Angoscia, inquietudine, sgomento[. ]”
Le citazioni di poeti e scrittori stranieri, all’inizio di ogni capitolo, lasciano cogliere nuovi spunti per le liriche che seguono, dalla struttura e dal linguaggio vividi e unici. Nel suo ordine fantasioso, il verso breve e sciolto impone più volte una sosta, mentre aggettivi espressivi sollecitano la poetessa a dare libero sfogo all’estro creativo, quale dono speciale e ispirazione dei suoi stessi sogni “in brulichio di stelle/ [-] punti nel buio[-] come i nostri sogni/ di Magia[,]”.
La poesia per Maria Luisa Mazzarini è integrazione completa della sua personalità, tutto ciò che vive in natura è pulsante di vita da ascoltare e rispettare mentre si risveglia e si esprime quel canto nascosto che dorme  nelle cose.  L’anima stessa si abbandona all’oblio e si spinge oltre i propri limiti; essa assorbe energia dal vento, dai fiori, dagli alberi, dagli uccelli, dalla neve, dal sole, dalla luna e dal modulare del mare, per elargirla ai versi. L’io poetico vive all’unisono col mondo circostante, sembra di respirare con il suo ritmo “[…] respiravo l’Incanto/di un mondo sommerso[,]/ ignoto/a uno sguardo distratto[.]”, mentre la struttura strofica irregolare è una tecnica originale che potenzia a dismisura la sostanza di valori umani universali così come gli elenchi d’immagini che sono identificazione, definizione e associazione di legami particolari,  ricordi o sentimenti. Attraverso il variopinto caleidoscopio delle parole, di cui molte con lettera maiuscola, assaporiamo il senso della profonda connessione tra la “Meraviglia”, lo “Spettacolo” e… la “Vita”.
Un’opera di straordinaria pienezza di vita che lascia intendere la soluzione dell’enigma della buona sopportazione di un percorso di ognuno, altrimenti invivibile; gli oscuri presentimenti e l’ineffabilità si raccolgono in un mosaico di sfumature emozionali, originano trasformazione e rigenerazione che man mano offrono allo stile ricchezza di armonie più colorite. Ogni essenza originaria è qui fascino e abbandono a una sorta di seduzione che alleggerisce la mente, esattamente come nel sogno, qui definito “origine e radice di ogni favola e futuro possibile”.
Senza cadere nella trappola dell’estetismo, assistiamo ad atmosfere surreali dannunziane ove la parola è epifania e viaggia senza seguire una logica “[…] il porto- l’orizzonte- il destino-la porta-la via” ma semplicemente suggerisce quel felice smarrimento del “dolce naufragar “che il grande Leopardi cita nei suoi ultimi versi dell’Infinito. 
Non è forse questo il compito del poeta? Ovvero cercare certezze al di là dell’imperfetto che troppo spesso corrisponde a un certo atteggiamento di vita, dove tutto risulta essere inappropriato nei confronti di quanto invece l’uomo sia destinato a raggiungere, secondo un modello divino “[…] il cuore sogna l’imprevedibile gioia[,]/ la nuova speranza[,] /l’attesa[.] … (Rivelazione)/ E incede il Giorno con passi divini”.

23 apr 2017

HaikUimia di Claudio Spinosa e Alessandra Prospero: il verso unisce e completa




HaikUimia è una raccolta di haiku; un nuovo progetto editoriale della Arkhé Edizioni – 2016 che unisce la poetica del sulmonese Claudio Spinosa e dell’aquilana Alessandra Prospero, creando così un connubio di arte e di energia ispiratrice. Le immagini grafiche della copertina ritraggono i simboli del sole e della luna, separati seppur concilianti, quale unione di due opposti a ordinare un nesso armonico tra luce, calore e creazione di passaggi di un rispettivo universo interiore.
In termini di filosofia orientale, è come riferirsi alla dualità maschile e femminile, dello Yin e dello Yang, sebbene qui i colori utilizzati siano il bianco e l’azzurro. La stessa grafica si ripete nelle pagine di ogni singolo haiku: il Sole per Claudio Spinosa e la Luna per Alessandra Prospero.
Nei versi si evince una sincerità d’emozione che si manifesta in quella semplicità, in quella schiettezza e spontaneità d’espressione propria di questa raccolta, ove spiccano tre aspetti rilevanti: razionale, emotivo e volitivo. La brevità del genere haiku riflette il mistero del verso e si arricchisce di capacità riflessive e immaginative persino laddove c’è un velo di melanconia che si traduce in respiro vitale e unanime [Su nero asfalto/ricordi & intuizioni/Attraverso me] (C.S.) - [Crepuscolo blu/Nostalgia feroce/Lande lontane] (A.P.)
Una composta tristezza pervade all’avvicinamento del crepuscolo e le parole non dicono, non descrivono i moti dell’animo ma li suggeriscono indirettamente con la loro forza di simboli evocativi, la cui scelta appartiene all’abilità degli autori, in modo ch’essi non restino isolati ma che, con una dinamica sicura, producano l’effetto desiderato: [Luna distorta/Umano contrattempo/Occlude cieli] (A.P.) - [Umori grigi/Ora tarda di sera/Bisogno di me] (C.S.) Nella gioiosa ammirazione del bello, traspare un’eco quasi temporale, un soffio opprimente della caducità delle cose di questo mondo dove anche il ricordo ci assale, quando i pensieri si fondono con le emozioni suggerite dalla stessa natura. Uno scatto fotografico del trasporto dell’io nelle cose del mondo è qui spontaneo abbandono dello spirito in esse e intensa partecipazione alla loro ansia, alla loro vita, alla loro stessa essenza rendendo suggestività all’espressione [Alba gelida/Costruzioni mentali/Concatenate] (A.P.)
La bellezza della poesia haiku è sempre quella che si annida ovunque, sia nell’osservazione della notte che in quella del giorno, tra i germogli di una primavera e gli inverni dell’anima. La potenza di afflato si fonde con il riposo e la meditazione e le “Parole s’intarsiano” nei versi di “un’alchimia vincente” per una “gioia condivisa” che si trasfigura in passione e in quella spiritualità propria della poesia giapponese. Infatti, tale poetica mette in luce molti concetti tipici della filosofia giapponese che, per tradizione, persegue una sorta di “makoto”, di perfezione e veridicità che è anche profonda consapevolezza, non solo di ciò che siamo ma soprattutto di ciò che potremmo essere, se solo ci fermassimo più a lungo nei luoghi della contemplazione, semplicemente per riscoprire ciò che la frenesia del quotidiano spesso cela al nostro sguardo. HaikUimia: un titolo sicuramente ricercato e ideato con un preciso motivo;  a me non dispiace interpretarlo anche come “haikuemia” o “haikulimia”, considerando la personale attitudine dei Nostri verso tale componimento poetico.
Tra haiku e senryū, la cui grazia deriva dall’imperitura bellezza della semplicità, indubbiamente risaltano la tempra e l’incisività, caratteristiche essenziali dei due autori, quali eredità della loro terra d’Abruzzo.


3 apr 2017

Verbale di Giuria della III Edizione del Premio Letterario "Città di Fermo"




                                 


III PREMIO LETTERARIO “Città di Fermo”
Anno 2017







Verbale ufficiale della Giuria

La Libera Associazione Culturale Armonica-Mente è lieta di comunicare che la Commissione di Giuria della III Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo” - Anno 2017, presieduta da:


SUSANNA POLIMANTI


e costituita dai seguenti componenti di giuria:

Sez. A: Susanna Polimanti, Lorenzo Spurio, Cinzia Franceschelli, Nuccia Martire, Michela  Zanarella, Anna Laura Cittadino.
Sez.  B:  Mons. Mario Lusek, Susanna Polimanti, Stefania Pasquali, Michela Zanarella.
Sez.  C: Susanna Polimanti, Michela Zanarella, Cinzia Franceschelli, Stefania Pasquali.
Sez. D: Susanna Polimanti, Lorenzo Spurio, Anna Laura Cittadino, Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli.


dopo attenta lettura ed esame delle opere in forma rigorosamente anonima, contrassegnate dal solo titolo e in base ai seguenti canoni di valutazione:

1. Rispondenza ai requisiti tecnici previsti dal bando di concorso
2. Analisi sintattico – grammaticale
3. Originalità ed elaborazione del contenuto
4. Efficacia del messaggio ed emozioni suscitate
5. Stile (metrica, ritmo, musicalità)


ha così deliberato:


SEZ. “A” – POESIA IN LINGUA ITALIANA A TEMA LIBERO

Vincitori assoluti

1° Premio - “Dove la terra trema” di Antonio Damiano – Latina (LT)
2° Premio – “Andria-Corato, 12 luglio 2016” di Francesca Innocenzi – Cingoli (MC)
3° Premio – “Le bambole di Mosul” di Tiziana Monari – Prato (PO)


Premio Speciale del Presidente di Giuria

“Guardandoti (Inno alla Terra)” di Emanuele Aloisi – Tropea (VV)



Premio Speciale Associazione Culturale GueCi (Presidente Anna Laura Cittadino)


Due aironi rossi” di Davide Bergamin – Roverbella (MN)


Menzione d’Onore
“Mare Nostrum” di Chris Mao – Ormea (CN)
Un viaggio ancora…” di Nadia Ghidetti – Fabriano (AN)
L’azzardo” di Franca Donà – Cigliano (VC)
Afa sulla laguna” (Del ponte dei sospiri) di Maria Teresa Infante – San Severo (FG)


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SEZ. “B” – POESIA RELIGIOSA

Vincitori assoluti

1° Premio - “La Croce al mondo” di Marco Managò – Roma (RM)
2° Premio – “L’angelo custode” di Antonio Cirillo – Barga (LU)
3° Premio – “Incontro” di Valentina Carleo di Pontecagnano Faiano (SA)


PREMIO SPECIALE DEL PRESIDENTE DI GIURIA


Hai pianto con me” di Giusi Colonnelli – Mondavio (PU)




Premio Speciale CEI (Ufficio Nazionale per la pastorale, il tempo libero, turismo e sport)




Ti ho cercato, o Dio, Ti ho cercato” di Tina Ferreri Tiberio - S. Ferdinando di Puglia (BT)



Menzione d’Onore

C’era una volta il presepe” di Antonio Damiano – Latina (LT)
Ti parlerò…” di Antonio Bicchierri – San Giorgio Jonico (TA)
La legge dell’amore” di Emanuele Aloisi – Tropea (VV)

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SEZ. “C” – POESIA IN DIALETTO

Vincitori assoluti

1° Premio – “A sofferenza” di Antonio Barracato  -  Cefalù (PA)
2° Premio – “Chiantu di tri matri” di Paolo Landrelli  -  Ardore (RC)
3° Premio – “ ‘Na zzìca de gnènte”  di Dante Ceccarini – Latina (LT)


Premio Speciale del Presidente di Giuria

A pizzu de abba” di Stefano Baldinu - San Pietro In Casale (BO)


Menzioni d’Onore

“Er passato” di Angelo Gallo – Roma (RM)
Passa llu tìampu” di Angelo Canino – Acri (CS)

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SEZ. “D” – LETTERA APERTA A TEMA LIBERO

Vincitori assoluti

1° Premio - “Scrivimi del tuo cuore” di Arian Percallo – Castenedolo (BS)
2° Premio - “Alla depressione” di Michele Veschi – Senigallia (AN)
3° Premio – “Lettera a papà” di Patrizia Vallavanti – Caorso (PC)



Premio Speciale del Presidente di Giuria

Cara terra mia” di Elena Belmontesi – Monte Urano (FM)



Menzione d’Onore

L’angelo che si leva accanto al biancospino” di Rosanna Di Iorio – Cepagatti (PE)
Caro papà” di Armida Massarelli – Modugno (BA)



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CONSISTENZA DEI PREMI

Come indicato dal bando di partecipazione al concorso i premi consisteranno in:

Vincitori assoluti Sez. A-C-D:

1° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e 150 Euro
2° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e libri
3° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria

Premi Speciali: Targa e diploma con motivazione della giuria
Menzioni d’Onore: Trofeo e diploma


Vincitori assoluti Sez. B:

1° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso
2° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e libro
3° Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria

Premi Speciali: Targa e diploma con motivazione della giuria
Menzioni d’Onore: Trofeo e diploma


I premiati saranno contattati a mezzo mail o telefonico ai riferimenti forniti alla segreteria del premio tramite scheda di partecipazione.


PUBBLICAZIONE IN ANTOLOGIA
Tutti i testi dei Vincitori Assoluti, dei Premi Speciali e delle Menzioni verranno pubblicati in antologia. Per i primi premi e premi speciali il testo sarà corredato dalla motivazione della giuria.
Il presente messaggio non verrà reiterato a mezzo mail o telefonico ed è dunque ultimo e perentorio.
L’antologia del concorso sarà disponibile alla vendita il giorno della Premiazione direttamente all’entrata della sala dove si terrà la cerimonia conclusiva del Premio.


RITIRO DEI PREMI

Come indicato al punto 11 del bando di partecipazione i vincitori sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione per ritirare il premio. In caso di impossibilità, la targa/trofeo, il diploma e l’antologia potranno essere spediti a casa dietro pagamento delle spese di spedizione, mentre i premi in denaro non verranno consegnati e saranno incamerati dall’Associazione Culturale Armonica-Mente per le future edizioni del Premio.
Stessa cosa è da intendersi per coloro che hanno conseguito un Premio Speciale o Menzione d’Onore.


La premiazione si terrà sabato 27 maggio 2015 alle ore 17,00 presso la Sala Postacchini dell’Hotel Astoria in Viale Vittorio Veneto, 8, 63900 Fermo (FM)
Telefono: 0734 228601

Si richiede gentilmente di confermare la propria presenza tramite mail all’indirizzo del Premio o, diversamente, la propria impossibilità a intervenire entro il 15 maggio per permettere una più attenta organizzazione dell’evento e delle eventuali tempistiche.

Per ogni altra richiesta di informazioni inerente alla premiazione, si rimanda al contatto mail del premio: premiocittadifermo@gmail.com



 NUNZIA LUCIANI                                                                       SUSANNA POLIMANTI
(Presidente del Premio)                                                                      ( Presidente di Giuria)
                                   

Fermo, li 3 aprile 2017





30 mar 2017

LE PAROLE ACCANTO di Michela Zanarella: il verso incarna una sensibilità intuitiva







La vita la inseguo/come gatta randagia/sui cornicioni/affamata di lune opalescenti/frugando con gli occhi/negli strati del cielo

  



La nuova silloge “LE PAROLE ACCANTO” è un progetto editoriale crowdfunding di Interno Poesia Editore, approdato alla pubblicazione con ampio consenso di pubblico per una poetessa di valore quale è Michela Zanarella.
Il titolo della raccolta, senza alcun dubbio, è il primo elemento di riflessione, prim’ancora di addentrarsi in una corretta interpretazione del testo. Il termine “parola” è già un’evidente articolazione di un'ispirazione poetica, manifestazione più pura dell’essere che si pensa e si esprime nel linguaggio che maggiormente predilige. Nel caso della Zanarella, la voce poetica è la natura stessa del suo essere ove il verso incarnato è essenzialmente presente e “accanto” in ogni trasformazione del suo cammino. “Trascino nel mio inchiostro/il tragitto della luce[,] /il procedere dell’infinito”.
Dai meandri della memoria affiorano le immagini della bambina diventata donna, che non lascia nel vuoto il proprio percorso di vita bensì lo colma di parole, emozioni e affettività. Una poetica della semplicità e, allo stesso tempo, maggiormente matura ed evoluta, in un periodo di transizione in cui la scoperta dell’anima e il suo diventare familiare richiedono molto tempo e ripetuti incontri. I luoghi della memoria sono quegli spazi che acquistano un particolare significato emotivo, possono fare irruzione improvvisa e smuovere impressioni tali da renderli unici, poiché sollecitano inconsuete vibrazioni interne e stimolano a un dialogo interiore. La poesia è compagna di viaggio lungo un’analisi di sensazioni e sentimenti che sono rimasti sempre fedeli alla sua terra di origine […] una terra che mi sfugge solo nella distanza/ ma che è pur sempre/radice che confina col mio sangue”. Autentica virtuosa del verso, la poetessa riscopre un singolare sodalizio con i paesaggi a lei cari; ne trae una magica e rinnovata forza per luminose immagini dal potere evocatore “Non posso dimenticare/ le sere spese ad inseguire lucciole/tra i campi […]”, che restituiscono un senso alle scelte che, nel tempo, hanno assunto una particolare pregnanza esistenziale, marcando un momento di svolta o di rinuncia; le stesse che accentuano il desiderio del ritorno a una spensieratezza propria dell’infanzia.
Una profonda e intuitiva sensibilità pervade lo stile della silloge. La ricchezza di riferimenti costanti tra il cielo, la terra e l’essere ci fa comprendere quanto stretta sia la loro correlazione in ogni ambito della vita. Sulla volta celeste si muovono il sole, il vento, le nuvole, la nebbia, i gabbiani mentre sulla terra ci sono il grano, i fili d’erba, il fiume, la pianura e le strade polverose, tutti segni di un rapporto con la natura espresso da un simbolismo preciso che è rinascita, virtù e forza spirituale. L’atteggiamento rispettoso verso un creato che si congiunge con il cielo, dove anche i silenzi e le distanze generano presenze e non ombre passive nonché il perire e il rinascere, riescono a produrre commozione in chi rivolge loro il proprio sguardo.
In particolar modo colpisce il simbolismo del grano, termine più volte ripetuto nei versi e legato al dono della vita. Non a caso ritroviamo poesie dedicate alla propria madre, ove si evince un seno materno che è possibile paragonare al seno della terra. La perennità delle stagioni e insieme le diverse trasformazioni della vita umana investono il tempo di una funzione metaforica della maturità di ogni espressione, di ogni germe di sentimento e recuperano il contatto tra l’io e quella luce che arriva dal pensiero rivolto all’azzurro del cielo, al divino, in una sorta di totale affidamento.
Allora proviamo ad incontrare l’azzurro/che sia orizzonte o confine/ e lasciamo che sia l’alba a darci risposte/dopo aver sorriso alle stelle”.
Michela Zanarella irrompe nell’anima di ognuno con dignitosa pacatezza. È superfluo aggiungere che la sua poetica è consacrata alle immagini che lei penetra, non lasciando che le scivolino addosso soltanto le sembianze di un qualcosa che è cornice di un percorso.  La sua poesia così come la sua natura, fatta di silenzi, percezioni e riservatezza, ha imparato a “custodire il tempo”, si risveglia e si esprime nel momento in cui la sua anima ha trovato il centro di quelle emozioni, non più enigmatiche bensì suscitate anche da una rielaborazione psicologica “Apro la mia pelle ai giorni […] come se fossi al primo inchino/alla vita”. La vita segue una spinta che spesso non si delinea in modo chiaro ma sembra proprio che la Nostra percepisca già quel “[…] destino/ che mi chiede dove andare/ prima di orientarsi dentro al cuore”.