“HaikUimia” è una raccolta di haiku; un nuovo progetto editoriale della Arkhé Edizioni – 2016 che unisce la poetica del sulmonese Claudio Spinosa e dell’aquilana Alessandra Prospero, creando così un
connubio di arte e di energia ispiratrice. Le immagini grafiche della copertina
ritraggono i simboli del sole e della luna, separati seppur concilianti, quale
unione di due opposti a ordinare un nesso armonico tra luce, calore e creazione
di passaggi di un rispettivo universo interiore.
In termini di filosofia orientale,
è come riferirsi alla dualità maschile e femminile, dello Yin e dello Yang, sebbene
qui i colori utilizzati siano il bianco e l’azzurro. La stessa grafica si
ripete nelle pagine di ogni singolo haiku:
il Sole per Claudio Spinosa e la
Luna per Alessandra Prospero.
Nei versi si evince una
sincerità d’emozione che si manifesta in quella semplicità, in quella schiettezza
e spontaneità d’espressione propria di questa raccolta, ove spiccano tre
aspetti rilevanti: razionale, emotivo e volitivo. La brevità del genere haiku riflette
il mistero del verso e si arricchisce di capacità riflessive e immaginative
persino laddove c’è un velo di melanconia che si traduce in respiro vitale e
unanime [Su nero asfalto/ricordi &
intuizioni/Attraverso me] (C.S.) - [Crepuscolo
blu/Nostalgia feroce/Lande lontane] (A.P.)
Una composta
tristezza pervade all’avvicinamento del crepuscolo e le parole non dicono, non descrivono i moti dell’animo ma
li suggeriscono indirettamente con la loro forza di simboli evocativi, la cui
scelta appartiene all’abilità degli autori, in modo ch’essi non restino isolati
ma che, con una dinamica sicura, producano l’effetto desiderato: [Luna distorta/Umano contrattempo/Occlude cieli] (A.P.) - [Umori grigi/Ora tarda di sera/Bisogno di me] (C.S.) Nella gioiosa
ammirazione del bello, traspare un’eco quasi temporale, un soffio opprimente
della caducità delle cose di questo mondo dove anche il ricordo ci assale, quando
i pensieri si fondono con le emozioni suggerite dalla stessa natura. Uno scatto fotografico del trasporto
dell’io nelle cose del mondo è qui spontaneo abbandono dello spirito in esse
e intensa partecipazione alla loro ansia, alla loro vita, alla loro stessa
essenza rendendo suggestività
all’espressione [Alba
gelida/Costruzioni mentali/Concatenate] (A.P.)
La
bellezza della poesia haiku è sempre
quella che si annida ovunque, sia
nell’osservazione della notte che in quella del giorno, tra i germogli di una
primavera e gli inverni dell’anima. La potenza di afflato
si fonde con il riposo e la meditazione e le “Parole s’intarsiano” nei
versi di “un’alchimia vincente” per
una “gioia condivisa” che si
trasfigura in passione e in quella spiritualità propria della poesia
giapponese. Infatti, tale poetica mette in luce molti concetti tipici della filosofia
giapponese che, per tradizione, persegue una sorta di “makoto”, di perfezione e veridicità che è anche profonda
consapevolezza, non solo di ciò che siamo ma soprattutto di ciò che potremmo essere,
se solo ci fermassimo più a lungo nei luoghi della contemplazione,
semplicemente per riscoprire ciò che la frenesia del quotidiano spesso cela al
nostro sguardo. HaikUimia: un titolo sicuramente ricercato e ideato con un
preciso motivo; a me non dispiace interpretarlo
anche come “haikuemia” o “haikulimia”, considerando la personale attitudine dei
Nostri verso tale componimento poetico.
Tra haiku
e senryū, la cui grazia deriva
dall’imperitura bellezza della semplicità, indubbiamente risaltano la tempra e
l’incisività, caratteristiche essenziali dei due autori, quali eredità della
loro terra d’Abruzzo.
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