[…] “su tracce
d’inchiostro/di poesie/di foglio bianco aperto all’infinito[.]”
“Mare mosso, l’imaginoso” è la
recente raccolta poetica di Maria Luisa
Mazzarini, edita da EEE-book Edizioni. Leggendo quest’ultima opera
si avverte la sensazione di passeggiare a braccetto con la poetessa tra scenari
in piena esaltazione della memoria e dell’immaginazione, con lo sguardo innocente
di una bimba, desiderosa di scoprire realtà nuove a ogni passo ”Ci ferma la bonaccia[,]/ asciughiamo le
penne sulla ghiaia[.]/E le parole/raccontano di frammenti di luce/da abbracci
d’acqua/e infuocata sabbia]…]”
Ritorna il tema dominante del mare e del mormorio delle
acque, in singolare affinità coi movimenti elementari
della attività della natura, attimi privilegiati di un’inconfondibile voce, di
una cultura, di uno stile. Una poetica che si affaccia estasiata
ovunque e che si ritrova nel suono di ogni luogo, a contatto con visuali che
sono sorgenti di creatività; le parole danzano come note su un pentagramma e
come fili di una tela intrecciano immagini
che giocano abilmente tra metafore e simbolismi. La poetessa riesce sempre
a stupirci con la sua potenza onirica,
quasi funambola, di riconciliazione fra l’io e il mondo, fra l’arte e la
vita.
Il mare, come ogni elemento fluido, sta a significare la profondità e il mistero dell’animo umano
nonché manifestazione del tempo e di
quell’intimità strettamente in contatto con emozioni latenti, celate o tenute a
freno “ (Chi siamo?)/ Angoscia,
inquietudine, sgomento[. ]”
Le citazioni di poeti e scrittori stranieri, all’inizio di
ogni capitolo, lasciano cogliere nuovi spunti per le liriche che seguono, dalla
struttura e dal linguaggio vividi e unici. Nel suo ordine fantasioso, il verso
breve e sciolto impone più volte una sosta, mentre aggettivi espressivi sollecitano
la poetessa a dare libero sfogo all’estro creativo, quale dono speciale e
ispirazione dei suoi stessi sogni “in brulichio
di stelle/ [-] punti nel buio[-] come i nostri sogni/ di Magia[,]”.
La poesia per Maria Luisa Mazzarini è integrazione completa della sua personalità,
tutto ciò che vive in natura è pulsante di vita da ascoltare e rispettare
mentre si risveglia e si esprime quel canto nascosto che dorme nelle cose. L’anima stessa si abbandona all’oblio e si
spinge oltre i propri limiti; essa assorbe energia dal vento, dai fiori, dagli
alberi, dagli uccelli, dalla neve, dal sole, dalla luna e dal modulare del mare,
per elargirla ai versi. L’io poetico vive all’unisono col mondo circostante,
sembra di respirare con il suo ritmo “[…]
respiravo l’Incanto/di un mondo sommerso[,]/ ignoto/a uno sguardo distratto[.]”,
mentre la struttura strofica irregolare è una tecnica originale
che potenzia a dismisura la sostanza di valori umani universali così come gli
elenchi d’immagini che sono identificazione, definizione e associazione di
legami particolari, ricordi o
sentimenti. Attraverso il variopinto caleidoscopio
delle parole, di cui molte con lettera maiuscola, assaporiamo il senso
della profonda connessione tra la “Meraviglia”, lo “Spettacolo” e… la “Vita”.
Un’opera di straordinaria pienezza di vita che
lascia intendere la soluzione dell’enigma della buona sopportazione di un
percorso di ognuno, altrimenti invivibile; gli oscuri presentimenti e l’ineffabilità
si raccolgono in un mosaico di sfumature emozionali, originano trasformazione e
rigenerazione che man mano offrono allo stile ricchezza di armonie più
colorite. Ogni essenza originaria è qui fascino e abbandono a una sorta di
seduzione che alleggerisce la mente, esattamente come nel sogno, qui definito “origine e radice di ogni favola e futuro
possibile”.
Senza cadere nella trappola
dell’estetismo, assistiamo ad atmosfere surreali dannunziane ove la parola è
epifania e viaggia senza seguire una logica “[…] il porto- l’orizzonte- il
destino-la porta-la via” ma semplicemente suggerisce quel felice
smarrimento del “dolce naufragar “che
il grande Leopardi cita nei suoi ultimi versi dell’Infinito.
Non è forse questo il compito del poeta?
Ovvero cercare certezze al di là
dell’imperfetto che troppo spesso corrisponde a un certo atteggiamento di
vita, dove tutto risulta essere inappropriato nei confronti di quanto invece
l’uomo sia destinato a raggiungere, secondo un modello divino “[…] il cuore sogna l’imprevedibile
gioia[,]/ la nuova speranza[,] /l’attesa[.] … (Rivelazione)/ E incede il Giorno
con passi divini”.
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