23 ott 2014

La disarmante sensibilità della poetessa Sandra Carresi

Una sedia culla una serenità che spinge per emergere, un fedele amico accanto, una vita vissuta nel quotidiano e nelle piccole cose, in perfetta comunione con il Creatore, ed è poesia.  Nasce così, ispirata e spontanea, la silloge Le ali del pensiero di Sandra Carresi (Libreria Editrice Urso- 2013).

I filosofi greci della scuola naturalista come Diogene, Anassimandro e Anassimene, identificarono l’anima con l’aria e il respiro, nuclei tematici che la poetessa sa riconoscere per grandezza e valore, ne assapora gli effetti in ogni velata sfumatura, abbandona la razionalità e lascia parlare il suo cuore “Respiro forte[,] / è ancora tempo/di essere felici[.] “ -  “C’è un vento/che soffia di notte/e di giorno[,] / sussurra da sempre[,] /certezze del cuore[.]
Tracciando un’interpretazione della vocazione poetica di Sandra Carresi mi soffermo a precisare e cogliere i punti cardinali dei suoi versi, che si risolvono in una vera e propria poetica della liberazione dai vincoli dell’io, con spiccata proiezione animica verso l’infinito. Natura e animali dai contorni nitidi si stagliano all’orizzonte come vere e proprie entità; la malattia e la morte emergono con profondo rispetto. La manifestazione della verità “poietica”, intesa quale capacità creativa dello spirito, attraverso la contemplazione della natura, nel silenzio e nelle varie fasi del tempo, crea le condizioni spirituali per scavare nell’intimo e ritrovare bellezze infinite “Adesso[,] metto l’accento/sulla qualità di questa/avventura[,] che è per me/un’opera d’arte[:] /la Vita[.]

In uno stile leggero, estremamente raffinato e dalla struttura melodica, costituito da una miscela di immagini, rammenti e segni celesti, il ritmo metrico risulta il sottofondo invisibile di ogni stato d’animo, in armonica simbiosi con gli elementi del tempo, frammentati da quei “cattivi pensieri” che turbano e sconvolgono l’animo della poetessa, quando si ritrova a rivolgere lo sguardo verso il resto del mondo, auspicando un cambiamento lungo un cammino di nuove speranze “[…] per la costruzione/ di una dignità migliore[.]
Sandra Carresi, con elegante allusione, condanna la presunzione, la disperazione e ogni genere di violenza, suggerisce al lettore abiti nuovi per il proprio spirito, lo stimola ad allontanarsi dall’effimero del “dio quattrino” perché esiste sempre “[…] un vento/ che porta la quiete[,] / arriva con l’alba [,] / concilia la danza notturna[,] /aprendo al mattino[,] / soluzioni alle fatiche del giorno[.]

La scelta del verso avviene nel lessico della sensibilità disarmante della poetessa, che nella quotidianità trova la sua dimensione di vita, accanto all’amore familiare, in compagnia di “presenze antiche” che mai l’abbandonano poiché ancora percepibili. Pur rimanendo consapevole dei mali del mondo, la poetessa reagisce con coraggio, si affida alla spoliazione dell’anima dagli orpelli della mente, in modo d’assaporarne la vera essenza dell’ispirazione.
Nella poesia dal titolo “Noi due” ritorna la figura sempre molto costante del suo adorato cane Benny, con lei “Insieme dal primo mattino”; ad esso Sandra Carresi dedica versi d’immensa umanità, di un amore che è metro della grandezza della sua stessa anima e della solidarietà verso tutti gli animali, che mai dovrebbero essere abbandonati, poiché compagni di un vissuto attimo per attimo con gioia.

I paesaggi sono liricizzati e la poetessa tende all’infinito e all’assoluto, per non rimanere schiacciata dalle limitazioni del mondo reale ma, non si tratta di una fuga bensì di un completamento di ogni suo stato d’animo.




Le ali del pensiero è una silloge che va letta senza alcuna fretta, lasciandoci trasportare e cullare da quel vento di cui ci racconta la poetessa, vivendo gli stessi colori di luoghi a lei cari, cercandone i profumi, esprimendo emozioni che ci scuotano da ogni torpore, affidandoci alla sua stessa sensazione di libertà per provare a volare, spinti da nuovi sogni, perché…  “In fondo[,] / siamo tutti[,] / sotto lo stesso/cielo “.



SUSANNA POLIMANTI


Cupra Marittima 23.10.2014





La poesia del nostro tempo e delle sue aporie




Il grande poeta, mentre scrive se stesso, scrive il suo tempo
                            (Thomas Stearns Eliot)



Fresca di stampa, pubblicata da Edizioni Agemina lo scorso settembre, Neoplasie Civili è la prima opera poetica dello scrittore e critico letterario jesino Lorenzo Spurio. Una poetica non casuale quella di Lorenzo Spurio, che possiede una naturale predisposizione all’ascolto e a quell’empatia verso problematiche di convivenza civile, qualità urbana e allarme sociale. In un viaggio di riflessione personale, l’autore approda alle tante righe di un sistema con versi impegnati che raccontano del nostro tempo e delle sue aporie; ferite evidenti della storia, un binomio continuo di vita/morte, istantanee che colgono ideologie mascherate di ragionevolezza e quel punto di non ritorno, a volte, della superbia e dell’egemonia umana. La sua poesia policentrica e multiforme sferza gli animi e accentua masse patologiche e anomale di un mondo moderno, piaghe che comportano frustrazioni, solitudine e silenzio in un misto d’incisiva animosità e malanimo. Trentaquattro poesie che rivelano contesti precisi, tracciano una rotta verso contingenze, contraddizioni e ingiustizie societarie e, ancor peggiori conflitti mondiali o logica perversa della lotta politica “[…] accuse rigogliose di colpe/e logiche vendette private/crudeli, ma necessarie[.]/ Il fango a volte/ può diventare cemento[.]”   
Il poetare di Spurio è cosciente e responsabile, esce dagli schemi ma non trascende mai oltre i limiti imposti dalla convenienza, da un giusto equilibrio e dalla buona educazione. La silloge inizia con una poesia dal titolo decisamente metaforico “Giù la serranda”, che mi ha particolarmente colpita per il suo canto che si avvia all’introspezione, spingendo l’individuo ad esprimere la necessità di vivere nel mondo mentre cerca da un lato, una qualche protezione da tutto, dall’altro nasconde verità incomprensibili di fronte a un ingannevole baluardo di società che, per diverse ragioni, etiche o politiche, coltivano il dubbio e il cinismo, la paura e l’impotenza.
Una risposta ricca di forte reazione emotiva è la poesia “Verde per sempre” dedicata alla Principessa Diana d’Inghilterra, dove le strofe si susseguono in immagini veritiere che testimoniano l’innocenza e la delicatezza del personaggio “Non era stata una di loro[,] / perché era stata una di noi[.]”, pur sottolineandone la tragica dipartita con velata tristezza “Riflettei sulla storia/che raggruma cancrene […]”.
Il ritmo nei versi è incalzante, magistralmente aiutato da una punta d’ironia che s’intreccia con frammenti di tragicità in immagini e scene che Spurio ha saputo rendere con visioni eidetiche, osservando da angolazioni diverse, i tanti fenomeni non solo italiani bensì di ogni parte del mondo. Lo sguardo emotivo dell’autore si trasforma in una sorta di parola-slogan, ne descrive ogni panico e sofferenza all’idea stessa del riflettere “[…] che tutto è quello che è/e niente è parte del tutto[.] “Il suo rapporto con il linguaggio è il risultato di uno sguardo scrutatore del mondo, mentre ogni lacerazione esterna crea un gioco linguistico che arricchisce i versi.

Con stile rapido e incisivo si snoda l’essenzialità del linguaggio in visioni del mondo poste sì come sfondo e quale motivo del verso, ma anche come centro propulsore per strumenti educativi e di sensibilizzazione, che rendono la poesia uno strumento creativo potente.
I motivi dominanti dell’atrocità di una guerra, di singole violenze o delle tante sciagure, così come noti personaggi illustri, non vengono mai rievocati con superficialità, bensì con sentimento di evidente disapprovazione per l’indifferenza e impassibilità degli uomini di fronte a situazioni di rilevante responsabilità civile mondiale.
Una pratica artistica di forma e colore, materia e stile che fanno della silloge Neoplasie Civili una poesia decisamente impegnata e complessa, che ci mostra Lorenzo Spurio quale artista completo, una voce in movimento, in un’avventura poetica certamente non facile, che ritengo abbia contribuito a rendere fiero l’autore, per un nuovo e originale lavoro controcorrente nel panorama attuale della poesia. Una poesia intesa come genere letterario al servizio dell’urgenza dei temi più complessi e attuali, corrosi dall’alienazione o soffocati dai mali del mondo.
La silloge Neoplasie Civili, a mio avviso, segue una sua logica e verità che troppo spesso non sono più la logica e la verità di tutti, il verso ne rappresenta un efficace e libero custode espressivo.





SUSANNA POLIMANTI

Cupra Marittima, 22.10.2014




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28 set 2014

La poetica filosofia di vita di Anna Scarpetta - Le voci della memoria


Anna Scarpetta, poetessa e donna di grande umanità








Le voci della memoria di Anna Scarpetta è una silloge del 2011 edita Ismecalibri (Bologna) per la collana Omero Serie Oro. Leggendola con estrema attenzione, ho percepito la sensazione di essere direttamente a confronto con la poetessa, mentre i suoi versi scorrono in una poesia dialogata di un’immediata universalità del “sentire”, in ogni parola un suo personale messaggio. La poetessa svela al lettore un partecipe senso di pietà, in un linguaggio condiviso che attraversa il tempo e diviene artefice brillante di un’eredità memorabile, tradotta attraverso valenze di voci che “conoscono l’arte del narrare” le sole connaturate nella memoria del cuore, scevra da qualsiasi menzogna. Fantasia e immaginazione s’intrecciano con la realtà effettiva, creando la parte creativa di una poetica che s’incontra nell’esperienza di un iter vitae, plasmato dalla risolutezza, dalla sensibilità e dalla grande umanità della poetessa. Anna Scarpetta utilizza “Lo scalpello del pensiero” per rivolgersi alla poesia, che è sua amica e confidente, ad essa affida la propria filosofia di vita, “Ci vorrebbe un’altra vita/per capire cos’è la vita [.]/ Me lo dico spesso con sincerità [.]” A ogni visualizzazione di vissuto si associano evidenze antiche e universali dei sensi, veri elementi trainanti per condurci dentro tematiche di spessore, il lessico impiegato fa scattare inevitabilmente un’attenta riflessione, richiama e riattiva un ricordo.

Lo stile della silloge è svolto con ritmo vivace, cattura la curiosità e l’impegno del lettore, scuote dal torpore ogni animo, risvegliando con rinnovata vitalità ogni coscienza sopita. Le strofe composte di versi lunghi, si susseguono per la maggior parte in terzine e quartine in un “parlato” che cela una forza prodigiosa di effetti dal più teso e fervido, al più dolce e sofferente. Persino le figure retoriche, che siano esse allusive, reiterate o termini anaforici, vengono elegantemente inserite a dar maggiore risalto, rendendo il verso più incisivo. La poesia di Anna Scarpetta coinvolge e sottintende una complessità intellettuale, è pervasa di una particolare carica religiosa e carismatica, segnata dall’alternarsi di voci in un coro di profonda e disperata consapevolezza nonché di una fiduciosa attesa di un mondo migliore. L’abbinamento degli aggettivi qualificativi precisa il pensiero, lo rende più efficace, esprime sfumature rilevanti ed evidenzia un dato interiore, che si esplica in pura potenza fonosimbolica.
In una ricerca spasmodica del significato del dolore e del perché della sofferenza, il richiamo della memoria si snoda in una sequenza di espressioni dalle quali si avverte uno strappo con ciò che è consueto, con ciò che la poetessa ama e ha amato “Nostalgia, stringimi forte e portami via/in un mondo che tu sola sai di vera magia [.] Sfoglia adagio le pagine più belle di questa vita/e leggi di me, ancora divertita, ogni cara emozione
Sensazioni, stati d’animo, serendipità, persone vicine e lontane, luoghi e considerazioni sociali, il tutto visto con gli occhi curiosi di una donna che “Sulle ginocchia del tempo” ritorna ragazzina attenta verso quegli affetti e quei luoghi della sua infanzia che mai ha dimenticato, pur vivendo ormai lontana e con alle spalle un percorso consolidato.

Invocazione ed evocazione a un tempo, una poetica particolarmente equilibrata, educativa, morale e civile nonché personale e introspettiva a tal punto, da rievocare la poetica del vero manzoniana.
In ogni sua poesia si evince una tenace solidarietà per la sofferenza degli uomini tutti, per i perdenti consapevoli e inconsapevoli, tra loro per primi i bambini “erranti nel mondo” ai quali lei rivolge dei versi ricchi di pathos e di intensa umanità in assoluta condivisione, nonostante “l’indifferenza del tempo” ove le solitudini dell’infanzia si trascinano nell’esistenza, disponendosi a un confronto più drammatico con la realtà. I sentimenti evocano il ricordo del passato e sottolineano, vigorosamente, le incertezze del futuro.
Straordinaria e intensa la poesia che Anna Scarpetta dedica al suo Angelo Custode con il quale intrattiene un dialogo più aperto e cordiale, soffuso di umana pietà, rimanendo però fedele al suo rigore, al suo stile di religiosa e pacata contemplazione.
La memoria del cuore è per la poetessa un dono, lei ci ricorda che “Il tempo è di Dio”, il suo cammino è lento e segreto, dalla terminologia utilizzata percepiamo l’assoluta impotenza di fronte a una più matura consapevolezza del proprio valore individuale e collettivo.

Le voci della memoria, una silloge colma di versi che si traducono in un grido di amore, stimolano a essere sempre sé stessi, a ritrovare le proprie origini e ravvivarne le radici. Sento di dover rivolgere ad Anna Scarpetta un degno plauso per essere riuscita a farci rivivere quei valori autentici che rendono gloriosa e benefica la nostra presenza in quello “strano luogo” che è il mondo, con la viva speranza di poterlo ancora osservare “con gli occhi curiosi della vita “.






SUSANNA POLIMANTI



Cupra Marittima, 27 settembre 2014





24 set 2014

1° Premio di Letteratura "Ponte Vecchio"

Partecipate numerosi!!!!









Premio di Letteratura Ponte Vecchio 

-ideato da Marzia Carocci e Lorenzo Spurio-

Bando di partecipazione

1. L’Associazione Culturale Poetikanten in unione con la rivista di letteratura “Euterpe” e Deliri Progressivi organizza il 1° Concorso Nazionale di Letteratura “Ponte Vecchio”. 

2. Il concorso è articolato in due sezioni a tema libero (poesia e racconto) e una a tema imposto (articolo/saggio):
a) Poesia in lingua italiano o in dialetto (accompagnata da relativo testo tradotto in italiano)
b) Racconto breve in italiano o in dialetto (accompagnato da relativo testo tradotto in italiano)
c) Articolo / Saggio breve in italiano su un autore/opera contemporaneo/a della letteratura italiana o straniera (Si considera contemporaneo in questo senso a partire dai primi del ‘900 ad oggi).

3. I testi presentati al concorso potranno essere inediti o editi, ma non dovranno aver ottenuto un riconoscimento in un precedente concorso letterario.

4. Per la sezione poesia, si potrà partecipare con un massimo di 3 poesie, rigorosamente non superiori ai 30 versi ciascuna. 
Per la sezione narrativa si potrà partecipare con 1 solo racconto che rientri nella lunghezza massima di 4 cartelle (1800 battute spazi inclusi a cartella).
Per la sezione articolo/saggio breve si potrà partecipare con 1 solo testo che rientri nella lunghezza massima di 4 cartelle (1800 battute spazi inclusi a cartella).

5. Quale tassa di partecipazione è richiesto il pagamento di una tassa di 10€. E’ possibile partecipare a più sezioni corrispondendo per ciascuna sezione la relativa quota di partecipazione.

6. Per la corretta partecipazione, è richiesto di inviare entro e non oltre il 30 novembre 2014 solo in forma digitale (in formato Word o Pdf) all’indirizzo internet premiopontevecchio@gmail.com i propri testi corredati della scheda di partecipazione compilata in ogni sua parte e la ricevuta del pagamento effettuato.

7. Il pagamento potrà avvenire con una delle seguenti modalità:
Bollettino postale: CC n° 001014268401 
INTESTAZIONE: Iuri Lombardi - CAUSALE: 1° Premio di Letteratura “Ponte Vecchio” 
Bonifico bancario: IBAN: IT33A076010280000101426840
INTESTAZIONE: Iuri Lombardi – CAUSALE: 1° Premio di Letteratura “Ponte Vecchio” 
La ricevuta del pagamento dovrà essere inviata insieme ai propri testi e al modulo di partecipazione.

8. Non verranno accettate opere che presentino elementi razzisti, denigratori, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione di ciascun tipo.

9. La Commissione di giuria è composta da poeti, scrittori, critici ed esponenti del panorama culturale e letterario:
Sez. Poesia: Sandra Carresi, Annamaria Pecoraro, Grazia Finocchiaro, Cristina Biolcati, Michela Zanarella.
Sez. Racconto: Luisa Bolleri, Susanna Polimanti, Iuri Lombardi, Martino Ciano, Giuseppe Bonaccorso.
Sez. Articolo/Saggio: Jacopo Chiostri, Rita Barbieri, Francesco Martillotto, Fabio Fratini.

10. Verranno premiati i primi tre poeti vincitori per ciascuna sezione. Il Premio consisterà in:
Primo premio: targa o coppa, diploma con motivazione della giuria e 100€.
Secondo premio: targa o coppa, diploma con motivazione della giuria e libri.
Terzo premio: targa o coppa, diploma con motivazione della giuria.
La Giuria si riserva di non assegnare i tre premi consecutivi per le sezioni che non avranno avuto una soddisfacente partecipazione quantitativa.
La Giuria inoltre procederà a nominare dei selezionati e dei menzionati speciali per la buona qualità delle loro opere ed ulteriori premi potranno essere attribuiti a discrezione del giudizio della Giuria. 

11. I vincitori sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione per ritirare il premio. In caso di impossibilità, la targa/coppa e il diploma potranno essere spediti a casa dietro pagamento delle spese di spedizione, mentre i premi in denaro non verranno consegnati e saranno incamerati dagli enti organizzatori per future edizioni del Premio. 

12. Tutti i testi dei vincitori, dei selezionati e dei menzionati a vario titolo saranno pubblicati nel volume antologico che sarà presentato nel corso della premiazione.

13. La cerimonia di premiazione si terrà a Firenze in un fine settimana di Marzo 2015. A tutti i partecipanti verranno fornite con ampio preavviso tutte le indicazioni circa la premiazione.

14. Parte dei proventi derivanti dalla vendita dell’antologia del premio saranno destinati a finanziare la ricerca scientifica e verranno donati alla Fondazione dell’Ospedale Meyer di Firenze. 

15. La partecipazione al concorso implica l’accettazione di tutti gli articoli che compongono il bando. Il partecipante acconsente all’autorizzazione al trattamento dei dati personali; si garantisce che questi saranno utilizzati esclusivamente ai fini del concorso e nell’ambito delle iniziative promosse dalla Associazione Poetikanten per la legge 675 del 31/12/96 e D.L. 196/03

MARZIA CAROCCI LORENZO SPURIO
Presidente del Premio Presidente di Giuria

1° PREMIO DI LETTERATURA “PONTE VECCHIO” 

Scheda di 
Partecipazione 




La presente scheda compilata è requisito fondamentale per la partecipazione al concorso. Alla scheda va, inoltre, allegata l’attestazione del pagamento della relativa tassa di lettura e il tutto va inviato a premiopontevecchio@gmail.com entro e non oltre il 30-11-2014.


Nome/Cognome ____________________________
Nato/a ________________ il _________________ 

Residente in via_______________Città_________

Cap ___ Provincia __________Stato___________ 

Tel. _______________Cell._________________

E-mail _________Sito internet: _____________

Partecipo alla sezione: 
□ A –Poesia 
□ B – Racconto breve
□ C – Articolo / Saggio breve

con il/i testo/i dal titolo/i_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Firma________________ Data _________________


□ Acconsento al trattamento dei dati personali qui riportati in conformità a quanto indicato dalla normativa sulla riservatezza dei dati personali (D. Lgs. 196/03) e solo relativamente allo scopo del Concorso in oggetto. 

□ Dichiaro che il/i testi che presento è/sono frutto del mio ingegno e che ne detengo i diritti a ogni titolo. 


Firma_________________ Data ______________
POST

11 set 2014

Biografia dell'anima nella poetica di Sandra Carresi

La mia recensione alla silloge poetica di Sandra CarresiL'ombra dell'anima 





L’ombra dell’anima, edito da Libreria Editrice Urso nel 2012, è una raccolta di poesie il cui titolo è di per sé, un vero e proprio assunto della biografia dell’anima e della poetica tutta di Sandra Carresi.
Le sue poesie sono parole lievi che accompagnano concetti profondi, descrizioni di paesaggi che toccano il cuore. Nello scorrere sulla carta, i suoi versi suggeriscono all’animo di chi legge, suggestive cornici di emozioni e scenari come il profumo di un tiglio, il distacco struggente da radici che con l’età sbiadiscono o la memoria dell’odore particolare di un tempo, a ricordare lontananze di spazio e di sentire: “Non esiste un cuore senza radici[,] / non esiste un cuore che non possieda/ il profumo degli anni verdi[,] /belli, spensierati, sinceri e vulnerabili.”
Una dolcezza malinconica si dipana da ogni sua immagine, la poetessa s’immerge nelle stagioni della vita, le trasfigura nelle stagioni dell’anno e stana senza paura le ombre nascoste; “all’ombra della sua anima” torna a confrontarsi l’intensa e matura parola poetica che lei dipinge in “un quadro perfetto/ che respira salsedine” e ancora come “donna, farfalla[,] /pantera e sirena” si popola d’icone che si disegnano nell’Io e fuori dall’Io, sulla memoria di un vissuto che riemerge tramite il pennello delle parole.
La cover di questa raccolta poetica è leggiadra e armoniosa, ritrae una giovane donna dai lunghi capelli sciolti al vento che agita un drappo di raso rosso, quasi a spogliarsi del consueto abito, per indossare l’impalpabilità della sua anima, diventando così una pagina trasparente pe il lettore.
In ogni strofa scorre l’amore, vero e autentico, verso un figlio “Re di quadri” con il quale lei gioca in compiaciuta ammirazione, dedicandogli parole sapientemente disposte con funzione metaforica e simbolica, si diverte a competere con lui e si trasforma in una sorta di “designer” della sua stessa poesia. La poetessa si rivolge anche al suo compagno di vita, osserva e scruta l’evoluzione del sentimento d’amore che, mai sopito, si riaccende ogni giorno con il semplice tocco delle mani, non più “snelle ed ossute/ dei tuoi vent’anni” bensì “forti e massicceLe stesse che al mio corpo/ s’intrecciano la notte/e/giocano al risveglio/del mattino.”
Sandra Carresi condivide con il lettore anche il timore della morte, lo aiuta a riconciliarsi con essa, dipingendola metaforicamente con la poiana, uccello predatore il cui volo silenzioso le concede l’arrivo improvviso… “appostamenti improvvisi, artigli alla schiena/ e… silenziosa la morte.”
Ogni poesia segue un preciso ritmo senza alcuna pomposità, lo stile non è prosopopeico seppur ricco di echi e risonanze melodiche, vi si riscontra la molta cura delle scelte espressive con figure retoriche quali climax e anafore, a sottolineare un effetto progressivamente più intenso Una poetica fluida, spontanea che predilige un’intimità tipica dell’animo femminile, in ascolto delle sua anima, delle voci misteriose e silenziose della natura, in una realtà di simbolismo pascoliano.
Il critico, di fronte alla sua poetica, non può fare a meno di ascoltare Sandra Carresi  mentre inquadra la sua interiorità profonda, capace di cogliere gli aspetti meno ovvi della realtà e tutti quei sentimenti apostrofati dal vissuto, non si sofferma sugli aspetti strutturali o metrici, non ne sente la necessità, perché dai versi risaltano unicamente la speranza e la decisione di vivere il tempo con urgenza di luce.
Le strofe si susseguono aprendo un varco di rinascita. Non è dunque questo lo scopo della poesia? Esprimere i sentimenti attraverso immagini che siano tali da rendere universale ogni libera espressione e percorrere i sentieri di vita con la certezza che taluni “giganti” siano sempre “messi all’ombra [,] / a riposare [,] ”. La poesia di Sandra Carresi è specchio e interprete di un’autentica realtà, Sandra ne diviene scenografa, senza finzione alcuna.



SUSANNA POLIMANTI                                            Cupra Marittima 10.09.2014



8 set 2014

Recensione della poetessa Ilaria Celestini ai miei libri

Ringrazio la stimata poetessa Ilaria Celestini per questa sua recensione ai miei libri: 
Lettere mai lette e Penne d'aquila

Ilaria Celestini ha colto esattamente la mia scrittura, il mio stile e la mia stessa anima in ogni riga e mi ha fatto dono di una critica che rispecchia la sua grande capacità di scrivere in versi.




                  Susanna Polimanti narratrice dell'anima



Susanna Polimanti, nata a Foligno e residente a  Cupra Marittima, nelle Marche, oltre a essere un'esperta traduttrice e una fine esegeta di testi  letterari, membro di giuria in svariati e prestigiosi concorsi, è una narratrice sui generis, che privilegia  l'essere all'apparire, con un uso moderato del linguaggio, fatto di frasi brevi, senza ricerca di effetti  speciali con cui stupire il lettore, senza inutili orpelli, molto riservata e al tempo stesso incisiva. Lo si evince dalla lettura dei suoi due testi più recenti, Lettere mai dette (2010) e Penne d'aquila (2011) (entrambi editi da Kimerik, Patti – Me)
Testi molto diversi tra loro eppure complementari sul piano ideale.
Nel primo, una raccolta epistolare le cui missive non sono mai giunte ai destinatari, non vi è una trama, così come non ci sono personaggi fissi o intrecci.
C'è la voce narrante dell'autrice, che racconta in modo garbato vicissitudini, vita quotidiana, aspettative deluse, doni offerti generosamente senza chiedere contraccambio, tenerezza e amore, anche per le creature più semplici, come un cane, presenza umile ma preziosa che arricchisce l'anima.
E tanto basta per coinvolgere il lettore, senza nessuna affettazione, senza pose intellettualistiche, solo con la forza espositiva di una mente lucida sorretta da un cuore che sa commuoversi, e di conseguenza è in grado di suscitare emozioni profonde.
Il secondo testo potrebbe essere ascrivibile al genere del romanzo di formazione, e sarebbe facile citare l'Emilio di Rousseau o altri analoghi, ma quello che preme alla narratrice sembra il desiderio di farsi voce dell'anima, un'anima che compie la propria maturazione a poco a poco, attraverso dolori e disillusioni cocenti, ma sempre affrontate con dignità, eleganza e pudore.
Susanna è affabulatrice elegante e discreta; conduce per mano il lettore nei segreti teneri e commuoventi di una ragazza di buona famiglia, amata e protetta, ma al tempo stesso autonoma, emancipata, capace d'iniziativa.
Ci s'innamora di Virginia, come personaggio, perché è facile riconoscersi nei suoi pudori, nella sua innocenza, nei suoi slanci e soprattutto nella sua generosità.
E' un'anima giovane, si è detto, eppure sa amare. Profondamente.
Il suo è un sogno d'amore casto e ardente insieme, che persiste e si evolve nel tempo, e possiede una personalità ricca di sfumature, dietro un'apparenza semplice, da ragazza della porta accanto.
Estremamente attuali sono anche le delusioni, sentimentali ma anche professionali, della protagonista, che sono quelle tipiche di chi ha una cultura umanistica e deve fare i conti con le esigenze del mercato.
Sorprendente è però il messaggio di fondo, che giunge in una modalità inconsueta e insperata: tutti i singoli passi del percorso esistenziale servono, anche quelli che in apparenza sono più ostici, si rivelano e si spiegano in una visione superiore che li ricompone e li colma di significato.
Un messaggio di speranza, utile ai giovani di oggi e alle persone in cerca di risposte sui fini ultimi della vita, a tutte le età.


                          Ilaria Celestini



Brescia, 8 settembre 2014

5 set 2014

Un bellissimo articolo scritto dal giornalista professionista e scrittore Adolfo Leoni di Fermo

Ringrazio vivamente il giornalista Adolfo Leoni di Fermo, per aver scritto questo bellissimo articolo riguardo la serata finale della Rassegna Di Villa In Villa XXII Edizione - Associazione Culturale ArmonicaMente di Fermo, Presidente Nunzia Luciani:



IL CUORE NEGLI SCRITTI DI SUSANNA POLIMANTI. LE CANZONI DI VELIA. I VIRTUOSISMI DI COSIMO. LA BRAVURA DI ELEONORA. LA PASSIONE DI NUNZIA

Ieri sera, ultimo appuntamento della rassegna culturale e musicale “Di Villa in Villa”.
Sede prescelta: La Cisterna Art Café di Fermo, quartier generale dell’associazione ArmonicaMente di Nunzia Luciani (senza scordare Carlo Iommi), mente cuore e braccio degli eventi estivi nelle più belle ville (ma non solo) del Fermano.
Raccontare la serata ricca di spunti non è semplice. Lo facciamo partendo dalla fine. Dall’ultima canzone che la simpatica e dotata Velia Moretti De Angelis, accompagnata al piano dalla brava Eleonora De Angelis, propone ai numerosi presenti.
“Santa Lucia” nasce come canto napoletano. Ed è la prima canzone del Risorgimento tradotta in italiano. E’ un classico conosciutissimo. E gli intervenuti la cantano insieme alla soprano. 
La gente si guarda attorno per constatare se anche il vicino faccia altrettanto. E’ come un improvviso ritrovarsi, soddisfatto, su qualcosa che unisce, che mette insieme, che cementa. 
In tempi di sgretolamento e solitudini, sentirsi, anche solo per un istante, un cuor solo, ha un valore inestimabile. La canzone produce unità.
Del cuore, parla la scrittrice Susanna Polimanti, introdotta e intervistata dallo scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio. La ragione non basta, il razionalismo è limitato, diventa una stanza chiusa, buia, alla fine asfittica. La finestra da spalancare, dove prendere luce, è quella del cuore, dei sentimenti, dell’affetto. Sì, come l’affetto gratuito che ha imparato, incredibilmente, guardando il suo cane Strauss. Gli ha dedicato il primo libro: “Due cuori e una cuccia”, dove Strauss non solo è protagonista ma è voce narrante, colui che racconta, che racconta della sua padrona.
Evoca “Il piccolo principe” di Saint Exupery, dove è la volpe che interloquisce con il nobile/mignon. 
A Daniela Agostini, poetessa e attrice, il compito, superbamente assolto, di proporre e interpretare alcuni passaggi del volume. Mentre lei legge, Susanna fissa lo sguardo e annuisce sorridendo. Meglio non saprebbe fare.
L’altro libro della Polimanti è “Lettere mai lette”. Cioè: scritte e mai inviate al destinatario, parole del cuore messe su carta e gelosamente serbate in un cassetto, per pudore, per riservatezza. 
Collezionate dai quattordici anni in su, sono state ritrovate da qualche tempo e, superata la fase della discrezione, sono diventate pubbliche. 
Un gesto di maturità, perché, “se la scrittura è catarsi, la pubblicazione è confessione”.
L’ultimo libro s’intitola “Penne d’aquila”, un romanzo che molto ha di autobiografico: il distacco dalla famiglia, gli studi universitari in una grande città, la laurea, il lavoro, i licenziamenti, le novità. 
E’ la storia di Virginia/Susanna alla ricerca di sé, di una ragazza normale eppure “diversa dalle sue coetanee”.
A quando un nuovo libro? Ci sta lavorando. Sarà una sorta di romanzo storico della sua famiglia, che possiede il castello di Monsampietro Morico, dove non mancherà lo sfondo psicologico: la ricerca dell’anima e del cuore, che sono le cose che Susann più ama.
Intanto compone Haiku, poesie sullo stile giapponese, di tre versi in tutto.
Perché? “Perché – risponde – sono uno sguardo immediato sulle cose, come uno scatto fotografico”. Istantaneo.
Nella tradizione di Di Villa in Villa, il gran finale, come dicevamo, è riservato alla musica. 
Cosimo Moretti De Angelis si esibisce al violino, accompagnato da Eleonora, nel “Trillo del diavolo” di Tartini, e Velia propone tre sconosciute eppure godibilissime romanze da camera (Sogno, Parla!, Nella notte d’april) di Francesco Paolo Tosti.
Applausi e richiesta di bis. Bella serata. 
Il segreto di Nunzia Luciani? Toccare il “cuore” degli intervenuti con proposte mai scontate e, soprattutto, che abbiano un significato profondo.
La fidelizzazione sta tutta lì.
Arrivederci al 2015, come dice il gentile Gian Vittorio Battilà, presentatore ufficiale.

Adolfo Leoni