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28 set 2014

La poetica filosofia di vita di Anna Scarpetta - Le voci della memoria


Anna Scarpetta, poetessa e donna di grande umanità








Le voci della memoria di Anna Scarpetta è una silloge del 2011 edita Ismecalibri (Bologna) per la collana Omero Serie Oro. Leggendola con estrema attenzione, ho percepito la sensazione di essere direttamente a confronto con la poetessa, mentre i suoi versi scorrono in una poesia dialogata di un’immediata universalità del “sentire”, in ogni parola un suo personale messaggio. La poetessa svela al lettore un partecipe senso di pietà, in un linguaggio condiviso che attraversa il tempo e diviene artefice brillante di un’eredità memorabile, tradotta attraverso valenze di voci che “conoscono l’arte del narrare” le sole connaturate nella memoria del cuore, scevra da qualsiasi menzogna. Fantasia e immaginazione s’intrecciano con la realtà effettiva, creando la parte creativa di una poetica che s’incontra nell’esperienza di un iter vitae, plasmato dalla risolutezza, dalla sensibilità e dalla grande umanità della poetessa. Anna Scarpetta utilizza “Lo scalpello del pensiero” per rivolgersi alla poesia, che è sua amica e confidente, ad essa affida la propria filosofia di vita, “Ci vorrebbe un’altra vita/per capire cos’è la vita [.]/ Me lo dico spesso con sincerità [.]” A ogni visualizzazione di vissuto si associano evidenze antiche e universali dei sensi, veri elementi trainanti per condurci dentro tematiche di spessore, il lessico impiegato fa scattare inevitabilmente un’attenta riflessione, richiama e riattiva un ricordo.

Lo stile della silloge è svolto con ritmo vivace, cattura la curiosità e l’impegno del lettore, scuote dal torpore ogni animo, risvegliando con rinnovata vitalità ogni coscienza sopita. Le strofe composte di versi lunghi, si susseguono per la maggior parte in terzine e quartine in un “parlato” che cela una forza prodigiosa di effetti dal più teso e fervido, al più dolce e sofferente. Persino le figure retoriche, che siano esse allusive, reiterate o termini anaforici, vengono elegantemente inserite a dar maggiore risalto, rendendo il verso più incisivo. La poesia di Anna Scarpetta coinvolge e sottintende una complessità intellettuale, è pervasa di una particolare carica religiosa e carismatica, segnata dall’alternarsi di voci in un coro di profonda e disperata consapevolezza nonché di una fiduciosa attesa di un mondo migliore. L’abbinamento degli aggettivi qualificativi precisa il pensiero, lo rende più efficace, esprime sfumature rilevanti ed evidenzia un dato interiore, che si esplica in pura potenza fonosimbolica.
In una ricerca spasmodica del significato del dolore e del perché della sofferenza, il richiamo della memoria si snoda in una sequenza di espressioni dalle quali si avverte uno strappo con ciò che è consueto, con ciò che la poetessa ama e ha amato “Nostalgia, stringimi forte e portami via/in un mondo che tu sola sai di vera magia [.] Sfoglia adagio le pagine più belle di questa vita/e leggi di me, ancora divertita, ogni cara emozione
Sensazioni, stati d’animo, serendipità, persone vicine e lontane, luoghi e considerazioni sociali, il tutto visto con gli occhi curiosi di una donna che “Sulle ginocchia del tempo” ritorna ragazzina attenta verso quegli affetti e quei luoghi della sua infanzia che mai ha dimenticato, pur vivendo ormai lontana e con alle spalle un percorso consolidato.

Invocazione ed evocazione a un tempo, una poetica particolarmente equilibrata, educativa, morale e civile nonché personale e introspettiva a tal punto, da rievocare la poetica del vero manzoniana.
In ogni sua poesia si evince una tenace solidarietà per la sofferenza degli uomini tutti, per i perdenti consapevoli e inconsapevoli, tra loro per primi i bambini “erranti nel mondo” ai quali lei rivolge dei versi ricchi di pathos e di intensa umanità in assoluta condivisione, nonostante “l’indifferenza del tempo” ove le solitudini dell’infanzia si trascinano nell’esistenza, disponendosi a un confronto più drammatico con la realtà. I sentimenti evocano il ricordo del passato e sottolineano, vigorosamente, le incertezze del futuro.
Straordinaria e intensa la poesia che Anna Scarpetta dedica al suo Angelo Custode con il quale intrattiene un dialogo più aperto e cordiale, soffuso di umana pietà, rimanendo però fedele al suo rigore, al suo stile di religiosa e pacata contemplazione.
La memoria del cuore è per la poetessa un dono, lei ci ricorda che “Il tempo è di Dio”, il suo cammino è lento e segreto, dalla terminologia utilizzata percepiamo l’assoluta impotenza di fronte a una più matura consapevolezza del proprio valore individuale e collettivo.

Le voci della memoria, una silloge colma di versi che si traducono in un grido di amore, stimolano a essere sempre sé stessi, a ritrovare le proprie origini e ravvivarne le radici. Sento di dover rivolgere ad Anna Scarpetta un degno plauso per essere riuscita a farci rivivere quei valori autentici che rendono gloriosa e benefica la nostra presenza in quello “strano luogo” che è il mondo, con la viva speranza di poterlo ancora osservare “con gli occhi curiosi della vita “.






SUSANNA POLIMANTI



Cupra Marittima, 27 settembre 2014