Anna Scarpetta, poetessa e donna di grande umanità
Le
voci della memoria di Anna Scarpetta è una silloge del 2011 edita Ismecalibri (Bologna) per
la collana Omero Serie Oro. Leggendola
con estrema attenzione, ho percepito la sensazione di essere direttamente a
confronto con la poetessa, mentre i suoi versi scorrono in una poesia dialogata
di un’immediata universalità del
“sentire”, in ogni parola un suo personale messaggio. La poetessa svela al
lettore un partecipe senso di pietà, in un
linguaggio condiviso che attraversa il tempo e diviene artefice brillante di
un’eredità memorabile, tradotta attraverso valenze di voci che “conoscono l’arte del narrare” le sole connaturate nella
memoria del cuore, scevra da qualsiasi menzogna. Fantasia e immaginazione s’intrecciano
con la realtà effettiva, creando la parte creativa di una poetica che
s’incontra nell’esperienza di un iter
vitae, plasmato dalla risolutezza, dalla
sensibilità e dalla grande umanità della poetessa. Anna Scarpetta utilizza “Lo
scalpello del pensiero” per rivolgersi alla poesia, che è sua amica e
confidente, ad essa affida la propria filosofia
di vita, “Ci vorrebbe un’altra
vita/per capire cos’è la vita [.]/ Me lo dico spesso con sincerità [.]” A
ogni visualizzazione di vissuto si associano evidenze antiche e universali dei
sensi, veri elementi trainanti per condurci dentro tematiche di spessore, il
lessico impiegato fa scattare inevitabilmente un’attenta riflessione, richiama
e riattiva un ricordo.
Lo
stile della silloge è svolto con ritmo vivace, cattura la curiosità e l’impegno
del lettore, scuote dal torpore ogni animo, risvegliando con rinnovata vitalità ogni
coscienza sopita. Le strofe composte di versi lunghi, si susseguono per la
maggior parte in terzine e quartine in un “parlato” che cela una forza
prodigiosa di effetti dal più teso e fervido, al più dolce e sofferente.
Persino le figure retoriche, che siano esse allusive, reiterate o termini
anaforici, vengono elegantemente inserite a dar maggiore risalto, rendendo il
verso più incisivo. La poesia di Anna
Scarpetta coinvolge e sottintende una complessità intellettuale, è pervasa di una particolare carica religiosa
e carismatica, segnata dall’alternarsi di voci in un coro di profonda e
disperata consapevolezza nonché di una fiduciosa attesa di un mondo migliore.
L’abbinamento degli aggettivi qualificativi precisa il pensiero, lo rende più
efficace, esprime sfumature rilevanti ed evidenzia un dato interiore, che si
esplica in pura potenza fonosimbolica.
In
una ricerca spasmodica del significato del dolore e del perché della
sofferenza, il richiamo della memoria si snoda in una sequenza di espressioni dalle
quali si avverte uno strappo con ciò che è consueto, con ciò che la poetessa
ama e ha amato “Nostalgia, stringimi
forte e portami via/in un mondo che tu sola sai di vera magia [.] Sfoglia adagio le pagine più belle di questa
vita/e leggi di me, ancora divertita, ogni cara emozione”
Sensazioni,
stati d’animo, serendipità, persone vicine e lontane, luoghi e considerazioni
sociali, il tutto visto con gli occhi curiosi di una donna che “Sulle ginocchia del tempo” ritorna
ragazzina attenta verso quegli affetti e quei luoghi della sua infanzia che mai
ha dimenticato, pur vivendo ormai lontana e con alle spalle un percorso
consolidato.
Invocazione ed
evocazione a un tempo, una poetica particolarmente equilibrata,
educativa, morale e civile nonché personale e introspettiva a tal punto, da
rievocare la poetica del vero manzoniana.
In
ogni sua poesia si evince una tenace solidarietà per la sofferenza degli uomini
tutti, per i perdenti consapevoli e inconsapevoli, tra loro per primi i bambini
“erranti nel mondo” ai quali lei
rivolge dei versi ricchi di pathos e di intensa umanità in assoluta condivisione,
nonostante “l’indifferenza del tempo”
ove le solitudini dell’infanzia si trascinano nell’esistenza, disponendosi a un
confronto più drammatico con la realtà. I sentimenti evocano il ricordo del
passato e sottolineano, vigorosamente, le incertezze del futuro.
Straordinaria
e intensa la poesia che Anna Scarpetta
dedica al suo Angelo Custode con il quale intrattiene un dialogo più aperto e
cordiale, soffuso di umana pietà, rimanendo però fedele al suo rigore, al suo
stile di religiosa e pacata contemplazione.
La
memoria del cuore è per la poetessa un dono, lei ci ricorda che “Il tempo è di Dio”, il suo cammino è lento
e segreto, dalla terminologia utilizzata percepiamo l’assoluta impotenza di
fronte a una più matura consapevolezza del proprio valore individuale e
collettivo.
Le
voci della memoria, una silloge colma di versi che si
traducono in un grido di amore, stimolano a essere sempre sé stessi, a
ritrovare le proprie origini e ravvivarne le radici. Sento di dover rivolgere
ad Anna Scarpetta un degno plauso
per essere riuscita a farci rivivere quei valori autentici che rendono gloriosa
e benefica la nostra presenza in quello “strano
luogo” che è il mondo, con la viva speranza di poterlo ancora osservare “con gli occhi curiosi della vita “.
SUSANNA
POLIMANTI
Cupra
Marittima, 27 settembre 2014