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23 ott 2014

La poesia del nostro tempo e delle sue aporie




Il grande poeta, mentre scrive se stesso, scrive il suo tempo
                            (Thomas Stearns Eliot)



Fresca di stampa, pubblicata da Edizioni Agemina lo scorso settembre, Neoplasie Civili è la prima opera poetica dello scrittore e critico letterario jesino Lorenzo Spurio. Una poetica non casuale quella di Lorenzo Spurio, che possiede una naturale predisposizione all’ascolto e a quell’empatia verso problematiche di convivenza civile, qualità urbana e allarme sociale. In un viaggio di riflessione personale, l’autore approda alle tante righe di un sistema con versi impegnati che raccontano del nostro tempo e delle sue aporie; ferite evidenti della storia, un binomio continuo di vita/morte, istantanee che colgono ideologie mascherate di ragionevolezza e quel punto di non ritorno, a volte, della superbia e dell’egemonia umana. La sua poesia policentrica e multiforme sferza gli animi e accentua masse patologiche e anomale di un mondo moderno, piaghe che comportano frustrazioni, solitudine e silenzio in un misto d’incisiva animosità e malanimo. Trentaquattro poesie che rivelano contesti precisi, tracciano una rotta verso contingenze, contraddizioni e ingiustizie societarie e, ancor peggiori conflitti mondiali o logica perversa della lotta politica “[…] accuse rigogliose di colpe/e logiche vendette private/crudeli, ma necessarie[.]/ Il fango a volte/ può diventare cemento[.]”   
Il poetare di Spurio è cosciente e responsabile, esce dagli schemi ma non trascende mai oltre i limiti imposti dalla convenienza, da un giusto equilibrio e dalla buona educazione. La silloge inizia con una poesia dal titolo decisamente metaforico “Giù la serranda”, che mi ha particolarmente colpita per il suo canto che si avvia all’introspezione, spingendo l’individuo ad esprimere la necessità di vivere nel mondo mentre cerca da un lato, una qualche protezione da tutto, dall’altro nasconde verità incomprensibili di fronte a un ingannevole baluardo di società che, per diverse ragioni, etiche o politiche, coltivano il dubbio e il cinismo, la paura e l’impotenza.
Una risposta ricca di forte reazione emotiva è la poesia “Verde per sempre” dedicata alla Principessa Diana d’Inghilterra, dove le strofe si susseguono in immagini veritiere che testimoniano l’innocenza e la delicatezza del personaggio “Non era stata una di loro[,] / perché era stata una di noi[.]”, pur sottolineandone la tragica dipartita con velata tristezza “Riflettei sulla storia/che raggruma cancrene […]”.
Il ritmo nei versi è incalzante, magistralmente aiutato da una punta d’ironia che s’intreccia con frammenti di tragicità in immagini e scene che Spurio ha saputo rendere con visioni eidetiche, osservando da angolazioni diverse, i tanti fenomeni non solo italiani bensì di ogni parte del mondo. Lo sguardo emotivo dell’autore si trasforma in una sorta di parola-slogan, ne descrive ogni panico e sofferenza all’idea stessa del riflettere “[…] che tutto è quello che è/e niente è parte del tutto[.] “Il suo rapporto con il linguaggio è il risultato di uno sguardo scrutatore del mondo, mentre ogni lacerazione esterna crea un gioco linguistico che arricchisce i versi.

Con stile rapido e incisivo si snoda l’essenzialità del linguaggio in visioni del mondo poste sì come sfondo e quale motivo del verso, ma anche come centro propulsore per strumenti educativi e di sensibilizzazione, che rendono la poesia uno strumento creativo potente.
I motivi dominanti dell’atrocità di una guerra, di singole violenze o delle tante sciagure, così come noti personaggi illustri, non vengono mai rievocati con superficialità, bensì con sentimento di evidente disapprovazione per l’indifferenza e impassibilità degli uomini di fronte a situazioni di rilevante responsabilità civile mondiale.
Una pratica artistica di forma e colore, materia e stile che fanno della silloge Neoplasie Civili una poesia decisamente impegnata e complessa, che ci mostra Lorenzo Spurio quale artista completo, una voce in movimento, in un’avventura poetica certamente non facile, che ritengo abbia contribuito a rendere fiero l’autore, per un nuovo e originale lavoro controcorrente nel panorama attuale della poesia. Una poesia intesa come genere letterario al servizio dell’urgenza dei temi più complessi e attuali, corrosi dall’alienazione o soffocati dai mali del mondo.
La silloge Neoplasie Civili, a mio avviso, segue una sua logica e verità che troppo spesso non sono più la logica e la verità di tutti, il verso ne rappresenta un efficace e libero custode espressivo.





SUSANNA POLIMANTI

Cupra Marittima, 22.10.2014




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