“Il grande
poeta, mentre scrive se stesso, scrive il suo tempo”
(Thomas
Stearns Eliot)
Fresca di stampa,
pubblicata da Edizioni Agemina lo
scorso settembre, Neoplasie Civili è la prima opera poetica dello scrittore e
critico letterario jesino Lorenzo Spurio.
Una poetica non casuale quella di Lorenzo Spurio, che possiede una naturale
predisposizione all’ascolto e a quell’empatia verso problematiche di convivenza civile, qualità urbana e allarme sociale. In
un viaggio di riflessione personale, l’autore approda alle tante righe di un
sistema con versi impegnati che raccontano
del nostro tempo e delle sue aporie;
ferite evidenti della storia, un binomio continuo di vita/morte, istantanee che
colgono ideologie mascherate di ragionevolezza e quel punto di non ritorno, a
volte, della superbia e dell’egemonia umana. La sua poesia policentrica e
multiforme sferza gli animi e accentua masse patologiche e anomale di un mondo
moderno, piaghe che comportano frustrazioni, solitudine e silenzio in un misto
d’incisiva animosità e malanimo. Trentaquattro poesie
che rivelano contesti precisi, tracciano una rotta verso contingenze,
contraddizioni e ingiustizie societarie e, ancor peggiori conflitti mondiali o
logica perversa della lotta politica “[…]
accuse rigogliose di colpe/e logiche
vendette private/crudeli, ma necessarie[.]/ Il fango a volte/ può diventare
cemento[.]”
Il poetare di Spurio è
cosciente e responsabile, esce dagli schemi ma non
trascende mai oltre i limiti imposti dalla convenienza, da un giusto equilibrio
e dalla buona educazione. La silloge inizia con una poesia dal titolo
decisamente metaforico “Giù la serranda”,
che mi ha particolarmente colpita per il suo canto che si avvia
all’introspezione, spingendo l’individuo ad esprimere la necessità di vivere nel mondo mentre cerca da un lato,
una qualche protezione da tutto, dall’altro nasconde verità incomprensibili
di
fronte a un ingannevole baluardo di società che, per diverse ragioni, etiche o
politiche, coltivano il dubbio e il cinismo, la paura e l’impotenza.
Una risposta ricca di forte
reazione emotiva è la poesia “Verde per sempre” dedicata alla
Principessa Diana d’Inghilterra, dove le strofe si susseguono in immagini
veritiere che testimoniano l’innocenza e la delicatezza del personaggio “Non era stata una di loro[,] / perché era
stata una di noi[.]”, pur sottolineandone la tragica dipartita con velata
tristezza “Riflettei sulla storia/che
raggruma cancrene […]”.
Il
ritmo nei versi è incalzante, magistralmente aiutato da una punta d’ironia che
s’intreccia con frammenti di tragicità in immagini e scene che Spurio ha saputo
rendere con visioni eidetiche, osservando da angolazioni diverse, i tanti
fenomeni non solo italiani bensì di ogni parte del mondo. Lo sguardo emotivo dell’autore si trasforma in una sorta di
parola-slogan, ne descrive ogni panico e sofferenza all’idea stessa del
riflettere “[…] che tutto è quello
che è/e niente è parte del tutto[.]
“Il suo rapporto con il linguaggio è il risultato di uno sguardo scrutatore del
mondo, mentre ogni lacerazione esterna crea un gioco linguistico che
arricchisce i versi.
Con
stile rapido e incisivo si snoda l’essenzialità del linguaggio in visioni del
mondo poste sì come sfondo e quale motivo del verso, ma anche come centro propulsore per strumenti educativi e
di sensibilizzazione, che rendono la poesia uno strumento creativo potente.
I
motivi dominanti dell’atrocità di una guerra, di singole violenze o delle tante
sciagure, così come noti personaggi illustri, non vengono mai rievocati con
superficialità, bensì con sentimento di evidente
disapprovazione per l’indifferenza e impassibilità degli uomini di fronte a
situazioni di rilevante responsabilità civile mondiale.
Una pratica artistica
di forma e colore, materia e stile che fanno della silloge Neoplasie Civili una
poesia decisamente impegnata e complessa, che ci mostra Lorenzo Spurio quale artista completo, una voce in movimento, in un’avventura
poetica certamente non facile, che ritengo abbia contribuito a rendere fiero
l’autore, per un nuovo e originale lavoro controcorrente nel panorama attuale
della poesia. Una poesia intesa come genere letterario al servizio dell’urgenza
dei temi più complessi e attuali, corrosi dall’alienazione o soffocati dai mali
del mondo.
La silloge Neoplasie
Civili, a mio avviso, segue una sua logica e verità che troppo spesso
non sono più la logica e la verità di tutti, il verso ne rappresenta un
efficace e libero custode espressivo.
SUSANNA POLIMANTI
Cupra Marittima,
22.10.2014
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