“Rotta rischiosa è la
vita; noi spesso in balìa di tempeste
traversiamo
momenti più tristi di un naufragio.
E mentre sta la Fortuna al timone del nostro destino,
senza certezza,
come sul mare, navighiamo;
è per taluni
felice il viaggio, cattivo per altri,
ma tutti
approderemo al sotterraneo porto.”
(“ Il nostro viaggio” epigramma di Pallada di Alessandria)
L’opera “L’eterno viaggiatore” di Emanuele Aloisi, recentemente
pubblicata con la Casa Editrice Kimerik, è un componimento poetico
d’impronta classica, un poemetto diviso in
dodici canti e, quantunque sia difficile collocarlo in uno specifico
genere letterario, rievoca la tradizione orale dell’epica e dell’epigramma, con
accenni alla poesia didascalica.
Il mito, i simboli e gli archetipi della ricerca
interiore in un verso che, a fronte di una soggettività poetica, si snoda lungo i tópoi del viaggio e dei
suoi tanti eroi, tematiche care all’arte greca e latina, quali strumenti di
esortazione e di riflessione sulla propria e altrui esistenza nonché sul senso
della vita e del perché accadano tristi frangenti “Ardito viaggia il peregrino eroe/ alla scoperta di se stesso […]”. Il
poeta, con animo commosso ed empatico ascolto, dà voce a tragici eventi
dell’umanità, passati e presenti, spinto da un senso di fraterna carità verso i deboli e i derelitti di ogni epoca.
Partendo dall’ardito peregrinare di Ulisse, eroe epico
per eccellenza, il Nostro tocca luoghi e
attraversa cronologie storiche, utilizza realtà e simbolo per tratteggiare le
sfide e le prove con cui gli eroi di ogni tempo s’imbattono. Le sue liriche
si affidano soprattutto alla forza delle immagini, profuse di quei moti
dell’animo che affrontano profonde questioni morali quali i peggior mostri
della vita: Olocausto e campi di concentramento, sacrificio dei cristiani, guerre,
oppressioni fino agli accadimenti dei nostri giorni: terremoti, calamità
naturali, emergenza dell’immigrazione, sconforti e precarietà “Anonimo l’eroe[,] cha ha sulla pelle/ un
numero cifrato[…]” “ […] la scia di
sangue nel destino/di un pesce gigantesco che sprofonda[…]”. Supportato
dalla brevitas del componimento, il
poema intende evocare sentimenti ed emozioni profonde, identificandosi con la modernità e la sottigliezza di una forma espressiva
ricca di sottintesi e di sfumature ove pathos
e pietas si fondono per dar vita a una colorita e viva metafora
della vita; un complicato e imprevedibile itinerario di
un tempo
dato all'uomo per la conquista della vera immagine di sé, attraverso il mistero
delle umane sorti. C’è solo la necessità di sopravvivere e l’approdo è solo una
speranza per coloro che la vita usa per un proprio disegno, spesso oscuro a
tutti salvo che alla Divina Provvidenza “[…]ascende al cielo
tra le braccia aperte/di un padre lieto di abbracciare il figlio/e togliergli
l’arpione dal suo collo”.
“ L’eterno viaggiatore è un’opera raffinata e preziosa in cui la pregnanza di ogni singolo
verso, comprensivo e universale, contiene anche un alto valore pedagogico, di
fresca originalità e rilevanza formale su temi di vasta portata. Un plauso a Emanuele Aloisi per questa sua esperienza letteraria particolarmente elaborata, segno di
una personalità di eccelsa sensibilità oltre che risultato tangibile di una cultura
umanistica e di una grande passione per la poesia, consegnando al lettore mirabili squarci di dolore e di
umano compianto senza mai abbandonare la fiducia e la speranza di poter
superare anche il più aspro dei destini.