Inizio la mia recensione con un aforisma di Dostoevskij non a caso, ritengo infatti che in ogni poesia di Emanuele Marcuccio sia presente quel soffio divino che ispira il poeta e lo eleva.
Il poeta, quando
è rapito dall'ispirazione, intuisce Dio. (Fëdor Dostoevskij)
Anima di Poesia è l’ultima
silloge del poeta palermitano Emanuele
Marcuccio, edita da TraccePerLaMeta Edizioni
nel gennaio 2014. La raccolta contiene poesie scritte dal 2008 al 2013 i
cui temi sono sempre i più cari al poeta, il quale sente e respira il disagio
sociale del suo presente, gli eventi di una natura favorevole e crudele allo
stesso tempo, capace di illuminare la nostra vita e di distruggerla in pochi
attimi con le sue esplosioni catastrofiche. Elementi temporali e spaziali,
dalle concise sfumature poetiche, sfiorano il privato con le proprie origini,
rivolgendo una toccante attenzione al dolore per la scomparsa del padre, si
lasciano infine coccolare dalla musica: un’arte che affascina da sempre il
poeta. Anima di Poesia è una silloge che ricorda la lirica ermetica
per brevità e ridotto utilizzo di punteggiatura ma allo stesso tempo si
differenzia dal classico ermetismo, con versi che non rimangono chiusi, oscuri
e misteriosi bensì si affacciano alla libera espressione dell’anima che si
fonde con l’altra parte di sé: “Anima di
poesia che mi abbracci/ nell’attesa, nel silenzio, / [...] lasciami ancora
sognare...”
Emanuele
Marcuccio non
si distacca dai suoi versi, vive la sua concezione di poesia con sinestesia; l'accostamento
di sensazioni diverse avvertite simultaneamente si riassumono in stimolazioni
uditive, olfattive, tattili o visive: “Ecco,
riecheggia quell’armonia,/
quell’immortale eterno incanto,/ eroico canto, risuona!”, “Gli odori della notte/ [...] si
assottigliano nell’immensità: [...]”, “Io la mano ti stringevo/ e un freddo
ghiaccio/ ricevevo [...]”, “Serena e di stelle/ è la notte, di cielo [...]”
Nella
poesia di Marcuccio non esiste il
colore nero, nella sua anima di poeta non c’è ombra.
Il
poeta non si pone domande né cerca di capire, semplicemente si lascia andare
alla potenza dell’amore che ogni elemento della natura ispira. Ogni gesto, ogni
azione coltivano un’educazione di
sentimenti che non sono mai distruttivi semmai donano speranza di crescita e trasformazione interiore, verso quei lidi
sparsi oltre l’orizzonte; le sue immagini ci esortano a non essere solo “nere formiche” che continuano a
camminare, preoccupati soltanto di raggiungere i nostri scopi personali senza
volgere lo sguardo all’importanza di un amore e una condivisione universali. La
sua poesia ci stimola a sorvolare la materialità e i propri interessi per
raggiungere una decodificazione emotiva in una quasi imitazione degli elementi
naturali, che come “punte” mirano a
innalzarsi e dirigersi con saggia consapevolezza verso l’eternità. Emanuele Marcuccio richiama con questa
sua silloge versi già espressi nella sua raccolta “Per una strada”, dove
ogni individuo terrestre è in continuo viaggio come semplice passeggero e non
come unico attore. La poesia permette all’autore Marcuccio di non perdersi, di ritrovare la strada per lui stesso e
per tutti noi, non solo “nell’alba d’autunno”
di simbolismo pascoliano bensì proprio tramite l’opposizione anima-realtà
esterna; i poeti sono come i girasoli, scrive
Marcuccio, come tali voltano i loro capolini al sole e le emozioni poetiche
sono i loro numerosi fiori. Emanuele
Marcuccio ancora una volta sottolinea con le sue parole l’alto valore della
poesia, veicolo di trasmissione di parole con significato pregnante e salvifico.
La sua poetica non si limita a descrivere in maniera oggettiva ogni elemento
cantato, il significato del contenuto di questa silloge apparirà sicuramente in
tutta la sua completezza a chiunque abbia avuto la fortuna di leggere altre
opere del noto poeta palermitano. La sua formazione culturale, le sue letture,
le sue preferenze in campo letterario lo hanno certamente condotto a una
maggiore maturità. Ritengo che Anima di Poesia sia un titolo
giustamente appropriato per la silloge così concepita e scritta.
Susanna Polimanti
Cupra
Marittima (AP), 26 febbraio 2014