http://blogletteratura.com/2014/03/27/susanna-polimanti-sulla-raccolta-poetica-dypthycha-ideata-da-emanuele-marcuccio/
Visualizzazione post con etichetta Emanuele Marcuccio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Emanuele Marcuccio. Mostra tutti i post
27 mar 2014
Nel blog del critico letterario Lorenzo Spurio anche la mia recensione alla silloge di Emanuele Marcuccio Dypthycha
6 mar 2014
Recensione di Dipthycha di Emanuele Marcuccio
Pubblico la mia recensione alla silloge poetica Dipthycha di Emanuele Marcuccio, precisando che d'accordo con tutti gli autori, l’intero ricavato delle vendite del Volume (€ 3,81 su ogni copia) sarà devoluto a AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla. Si procederà però per via privata alla devoluzione dell’intero ricavato delle vendite, non essendo stato possibile inserire la notizia della devoluzione all’interno del libro. AISM riceve tantissime richieste simili, ringraziando hanno quindi risposto che non hanno il tempo materiale per esaminarle tutte.
«Dipthycha. Anche questo foglio di vetro impazzito,
cʼispira…» di
Emanuele Marcuccio e AA.VV. (Photocity
Edizioni, 2013) è un progetto editoriale che ci consente immediatamente di
acquisire una nuova esperienza poetica, a dimostrazione che una creazione in
versi può avvenire anche in modo insolito, partendo da tutt’altri punti di
vista. In questo caso la raccolta poetica ideata e curata da Emanuele Marcuccio nasce tramite
contatti con altri autori davanti a un personal computer e la rete Internet “Anche questo foglio di vetro impazzito, cʼispira…”
L’amore
verso la poesia riunisce poeti da tutte le parti d’Italia e ne definisce i
contorni con toni e spunti di sonorità simili e discordanti al tempo stesso,
quantunque con temi in perfetta sinergia come in “Vita Parallela”, “[…] Nuove
strade davanti a noi/ che hanno sapori veri/ in condivisioni accese/ che si
innalzano in cieli nuovi/ in realtà autentiche e inaspettate”
La
scelta del titolo, etimologicamente dal tardo latino dipthўchu(m) e dal greco δίπτῠχος
(díptychos), viene spiegata e riassunta
dallo stesso autore Emanuele Marcuccio in
“dittico poetico” inteso come rapida
definizione del contenuto della silloge dove ritroviamo per l’appunto, ventuno
sue poesie e altrettante di differente
firma ma di tema simile, scritte
in tempi diversi, senza alcuna collaborazione effettiva, secondo tendenze
espressive e stilemi personali. Il termine “Dipthycha”
ha comunque un valore molto rilevante ai fini della comprensione di tale
poetica; oltre al suo primo significato di dipinto o rilievo costituito da due
tavole incernierate e chiudibili a libro, il dittico era anche un taccuino
usato nell’antichità, consistente in due tavolette incerate unite per mezzo di
una cerniera, un veicolo dunque, di scrittura e di conoscenza. L’introduzione
alla poesia è sempre, di fatto, illustrare le ragioni per cui un pensiero o
un’esperienza acquistano, attraverso una determinata disposizione delle parole,
un valore che raggiunge, tocca, incontra e smuove la nostra sensibilità.
I temi delle
liriche contenute in questa silloge evocano tradizione e modernità,
contemporaneità.
I
versi di ogni poeta, seppur scritti separatamente, mostrano tutti un
collegamento, diventano arte poetica che, in una serie infinita di occasioni ne
rappresentano il senso, il sentimento, le percezioni, la propria unica visione della realtà soggettiva e oggettiva, in
perfetta tessitura di una tela in cui si annidano eventi che segnano le tappe
della nostra storia attuale. Chi indugia sull’amaro destino umano con parole
appuntite; chi si rivolge all’amore quale immagine di sogno; chi richiama il
tempo e le sue stagioni preferite, cercando rifugio in una dimensione intatta
della natura; chi, infine, esprime la sua delusione, abbandonando ogni
speranza. Ogni poesia ospitata in Dipthycha contiene un messaggio
riflessivo di forte intensità; ogni autore, in reciproca corrispondenza,
comunica con l’oggetto poetico e si predispone ai lettori stabilendo contatti che traducono intesa, affinità,
interessi comuni e tanta cordiale disponibilità. La silloge è ricca di
immagini mai piatte e univoche e chiunque si senta attratto da questa antica
arte, potrà godere di un uso di parole autentiche, quelle che derivano
dall’assidua frequentazione del linguaggio poetico e, in questo caso, in grado
di accorciare le lunghe distanze tra tanti poeti che vivono fisicamente lontani
l’uno dall’altro. Il lettore sicuramente sarà in grado di osservare e percepire
con intensità la propria immagine riflessa.
Non
entro nel merito di ogni singolo verso o della poetica specifica di ogni autore
perché ritengo che ciascun poeta debba essere valutato, colto e accolto,
nell’insieme della propria produzione letteraria. Elemento essenziale e di
spicco di Dipthycha è soprattutto una rara condivisione di grande fascino
che parte da antiche tradizioni fino a toccare età e cicli della vita che
appartengono a noi tutti.
Susanna Polimanti
Cupra
Marittima (AP), 5 marzo 2014
Nell’antologia figurano le poesie dei seguenti autori: Emanuele Marcuccio, Silvia Calzolari, Donatella Calzari, Giorgia Catalano, Maria Rita Massetti, Raffaella Amoruso, Monica Fantaci, Rosa Cassese, Rosalba Di Vona, Lorenzo Spurio, Giovanna Nives Sinigaglia, Michela Tarquini e Francesco Arena.
27 feb 2014
Una nuova silloge del poeta palermitano Emanuele Marcuccio: Anima di Poesia
Inizio la mia recensione con un aforisma di Dostoevskij non a caso, ritengo infatti che in ogni poesia di Emanuele Marcuccio sia presente quel soffio divino che ispira il poeta e lo eleva.
Il poeta, quando
è rapito dall'ispirazione, intuisce Dio. (Fëdor Dostoevskij)
Anima di Poesia è l’ultima
silloge del poeta palermitano Emanuele
Marcuccio, edita da TraccePerLaMeta Edizioni
nel gennaio 2014. La raccolta contiene poesie scritte dal 2008 al 2013 i
cui temi sono sempre i più cari al poeta, il quale sente e respira il disagio
sociale del suo presente, gli eventi di una natura favorevole e crudele allo
stesso tempo, capace di illuminare la nostra vita e di distruggerla in pochi
attimi con le sue esplosioni catastrofiche. Elementi temporali e spaziali,
dalle concise sfumature poetiche, sfiorano il privato con le proprie origini,
rivolgendo una toccante attenzione al dolore per la scomparsa del padre, si
lasciano infine coccolare dalla musica: un’arte che affascina da sempre il
poeta. Anima di Poesia è una silloge che ricorda la lirica ermetica
per brevità e ridotto utilizzo di punteggiatura ma allo stesso tempo si
differenzia dal classico ermetismo, con versi che non rimangono chiusi, oscuri
e misteriosi bensì si affacciano alla libera espressione dell’anima che si
fonde con l’altra parte di sé: “Anima di
poesia che mi abbracci/ nell’attesa, nel silenzio, / [...] lasciami ancora
sognare...”
Emanuele
Marcuccio non
si distacca dai suoi versi, vive la sua concezione di poesia con sinestesia; l'accostamento
di sensazioni diverse avvertite simultaneamente si riassumono in stimolazioni
uditive, olfattive, tattili o visive: “Ecco,
riecheggia quell’armonia,/
quell’immortale eterno incanto,/ eroico canto, risuona!”, “Gli odori della notte/ [...] si
assottigliano nell’immensità: [...]”, “Io la mano ti stringevo/ e un freddo
ghiaccio/ ricevevo [...]”, “Serena e di stelle/ è la notte, di cielo [...]”
Nella
poesia di Marcuccio non esiste il
colore nero, nella sua anima di poeta non c’è ombra.
Il
poeta non si pone domande né cerca di capire, semplicemente si lascia andare
alla potenza dell’amore che ogni elemento della natura ispira. Ogni gesto, ogni
azione coltivano un’educazione di
sentimenti che non sono mai distruttivi semmai donano speranza di crescita e trasformazione interiore, verso quei lidi
sparsi oltre l’orizzonte; le sue immagini ci esortano a non essere solo “nere formiche” che continuano a
camminare, preoccupati soltanto di raggiungere i nostri scopi personali senza
volgere lo sguardo all’importanza di un amore e una condivisione universali. La
sua poesia ci stimola a sorvolare la materialità e i propri interessi per
raggiungere una decodificazione emotiva in una quasi imitazione degli elementi
naturali, che come “punte” mirano a
innalzarsi e dirigersi con saggia consapevolezza verso l’eternità. Emanuele Marcuccio richiama con questa
sua silloge versi già espressi nella sua raccolta “Per una strada”, dove
ogni individuo terrestre è in continuo viaggio come semplice passeggero e non
come unico attore. La poesia permette all’autore Marcuccio di non perdersi, di ritrovare la strada per lui stesso e
per tutti noi, non solo “nell’alba d’autunno”
di simbolismo pascoliano bensì proprio tramite l’opposizione anima-realtà
esterna; i poeti sono come i girasoli, scrive
Marcuccio, come tali voltano i loro capolini al sole e le emozioni poetiche
sono i loro numerosi fiori. Emanuele
Marcuccio ancora una volta sottolinea con le sue parole l’alto valore della
poesia, veicolo di trasmissione di parole con significato pregnante e salvifico.
La sua poetica non si limita a descrivere in maniera oggettiva ogni elemento
cantato, il significato del contenuto di questa silloge apparirà sicuramente in
tutta la sua completezza a chiunque abbia avuto la fortuna di leggere altre
opere del noto poeta palermitano. La sua formazione culturale, le sue letture,
le sue preferenze in campo letterario lo hanno certamente condotto a una
maggiore maturità. Ritengo che Anima di Poesia sia un titolo
giustamente appropriato per la silloge così concepita e scritta.
Susanna Polimanti
Cupra
Marittima (AP), 26 febbraio 2014
1 set 2013
Recensione di Pensieri Minimi e Massime di Emanuele Marcuccio
Ancora una recensione di un'opera di Emanuele Marcuccio:
Pensieri Minimi e Massime: saggezza e lungimiranza.
Nella sua silloge poetica “Per
una strada”, pubblicata nel 2009, Emanuele
Marcuccio descrive con “Il vascello nel mare in tempesta”(
Pag 25) la nostra realtà condivisa dove “la
nostra vita s’inabissa” vana, senza
la guida della fede; un passaggio terreno che scorre esattamente come un “orologio che ha lancette sconnesse, ritorte” (Pag.70). In ogni
sua opera, il poeta evoca la figura divina che è in ogni memoria ed anima. Sono
certa che dalla stessa scintilla divina abbiano origine i suoi Pensieri
Minimi e Massime, Edizioni PhotoCity del 2012, una raccolta di 88 pensieri che vanno ben
oltre il cosiddetto aforisma, in cui con stile sobrio e conciso Emanuele
Marcuccio indica l’importanza non del
traguardo finale bensì della preziosità di ogni nostro percorso. Considerando
l’etimologia della parola greca aphorismós:
definizione, è riduttivo chiamare aforismi i pensieri contenuti in questa
raccolta, in realtà essi nascono dalla meditazione e dalla spontaneità del poeta
e si traducono in saggezza e lungimiranza, ricchi d’intensità concettuale, di natura
etica e sociale. Marcuccio si affida alla sua personale sensibilità ed
esperienza di vissuto per suggerire al lettore una profonda riflessione su
sentimenti e quella particolare realtà che è oltre il visibile: “Chi si ferma alle apparenze, ha gli occhi
foderati dalle nebbie del pregiudizio” (N.87). Intensa e precisa
l’interpretazione del dolore e del silenzio che s’identifica nell’arte stessa
della poesia. Ancora una volta ritroviamo lo scorrere del tempo, che è istante
e il valore fugace degli attimi di felicità che “ si perdono nella nebbia dei giorni, si perdono nel vento degli anni”
(N. 77).
Un’emozione, un ricordo, un semplice
particolare osservato con lo sguardo del
cuore, fanno scattare nel poeta la molla dell’ispirazione che si concretizza
nel desiderio di creare, comunicare le proprie idee ma soprattutto esprimono il
suo grande amore per la poesia; un’arte che diviene forza liberatrice di
emozioni che altrimenti rimarrebbero intrappolate nella nostra anima. Con
delicato e velato vigore la poesia rischiara l’oscurità degli animi, dà voce ai
silenzi interiori, si trasforma in sondaggio
all’interno della propria esperienza di vita, ogni intensa emozione trasfigura,
si connette con la matrice profonda di ogni verso del poeta. Emanuele Marcuccio
nei suoi Pensieri
Minimi e Massime
non sermoneggia semmai permette al suo cuore di esprimersi in assoluta libertà,
con un distillato del meglio di sé, con garbo e rispetto ci sprona a godere
delle bellezze nascoste della vita, richiamando la nostra attenzione a non
perdere nulla di ogni nostra esperienza. I suoi pensieri s’imprimono nella
nostra anima e suscitano emozioni e riflessioni profonde sull’autentica accezione
del nostro essere e la rilevante efficacia dell’amore che rimane sempre “l’unica arma
contro il dolore” (N. 8). La breve ed illuminata opera di Marcuccio si mostra incisiva ed
efficace, evidente ricerca di evasione da una realtà insoddisfacente verso il
sogno, quale superamento figurativo dei limiti della realtà e delle sue
contraddizioni. L’ascolto interiore con la complicità della fantasia esorta ad
elevarsi.
Susanna Polimanti
Cupra Marittima (AP) 1 settembre 2013
30 ago 2013
Recensione alla silloge di Emanuele Marcuccio: Per una strada
Cari amici, oggi vi presento il poeta palermitano Emanuele Marcuccio, una giovane promessa della nostra poesia contemporanea, con ampio curriculum letterario, destinato ad arricchirsi nel tempo, con i miei migliori auguri!
“
Tutto è passato per una strada, luogo fisico, luogo dell’anima, che è stato
trasfigurato dalla mia sensibilità, dalla mia immaginazione, che ho cercato di
esprimere con la mia poesia”: parole stupende ed essenziali, scritte
da Emanuele Marcuccio, poeta palermitano,
nella prefazione alla sua silloge “ Per
una strada” - SBC Edizioni. La
nostra vita è cammino lungo sentieri tortuosi e lineari, un passaggio
attraverso il tempo terreno. La poesia di Marcuccio percorre età e stati d’animo differenti, una
mescolanza di presente e passato, ogni aspetto della sua realtà poetica è
profondamente legato a forti tradizioni artistiche e culturali della sua terra
di origine, nonché alla sua storia personale.
Definirei Emanuele Marcuccio un poeta dallo stile arcaico, un’anima antica
che predilige l’essere all’avere, un attento ermeneuta alla continua ricerca
filologica; in ogni suo verso è estremamente tangibile l’amore per la parola,
la sua lirica palesa un’intensa spiritualità, ricorda le antiche odi greche e
latine. Memore delle prestigiose liriche classiche, ai cui autori Marcuccio dedica svariati canti, si fa
mentore egli stesso, con parole ardenti e passionali penetra tutto ciò che nel
mondo è essenziale, suggerisce coraggio ed infonde speranza. Una vena poetica di
altri tempi dunque, espressione
di affetti e sentimenti su temi come la patria, l’amore, la natura e la libertà
dell’individuo; egli manifesta nei suoi versi emozioni che riflettono la
contraddizione del proprio tempo in una società moderna di massa, parole che respirano atmosfere di degrado ed ingiustizie
di un progresso pervaso dall’indifferenza verso ogni creatura dell’universo,
che siano animali, eventi o luoghi. La dolce e malinconica consapevolezza della
capacità distruttiva dell’uomo si alterna e s’intreccia con voci comuni e
tradizionali in versi vivaci e coloriti. La sua lirica è echeggiante e
pregiata, pregnante di significati connotativi in un insieme di emozioni,
immagini ed effetti che la parola è capace di evocare. Imperante il desiderio
di un rifugio interiore che sfocia nella dolce catarsi della poesia. Non a caso
nella silloge “Per una strada” ritroviamo spesso il verbo “inabissarsi”, il
poeta vive ogni suo verso esattamente
come specchio interiore, visione del mondo e mondo essa stessa, secondo quel
ritmo purificatorio che le ha impresso. La sua opera è immagine pura della sua
stessa integrità e fedeltà al momento
creativo originale.
Profonda e costante la presenza divina
la cui ispirazione è tracciato potente e luminoso dell’evoluzione artistica di Emanuele Marcuccio; un poeta-musico, la
cui poesia ritengo possa egregiamente essere accompagnata dal suono di uno
strumento musicale e magari cantata in un suggestivo teatro, come affascinante
può considerarsi la lettura dei suoi versi.
Susanna Polimanti
Iscriviti a:
Post (Atom)