1 mar 2018

Cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa: un toccante rapporto e una magica alchimia d'intenti






Questa creatura silenziosa e ricca di mistero, pigra e oziosa, che nasconde gelosamente quanto è bello nascondere, quando è la sua ora urla il proprio amore da tenere desta tutta la contrada
(Il gatto di Giovanni Raiberti, a cura di Aldo Palazzeschi - 1946).


Non potevo proprio esimermi dal pronunciarmi su un romanzo avvincente ed esemplare che, non a caso, risulta essere un caso editoriale in tutto il mondo. A raccontarci questa storia, tenera e profonda, è la scrittrice giapponese Hiro Arikawa in “Cronache di un gatto viaggiatore (Garzanti- 2017); un romanzo che si discosta di molto da tanti altri dello stesso genere, per stile e contenuto, in quanto un perfetto esempio del toccante rapporto e di quella magica alchimia d’intenti e sentimenti che possono nascere dal contatto con un animale domestico ritenuto, in assoluto, il più libero al mondo e di come, al contrario, può risultare facile entrare nel suo nobile universo, laddove si è in grado di penetrare ogni suo comportamento. La scrittrice giapponese è riuscita a risaltare un legame di caloroso affetto, di amicizia e complicità tra i due protagonisti: il gatto Nana, randagio, fiero e risoluto, e Satoru, un ragazzo molto educato e sensibile. Attraverso un racconto-dialogo, fatto di linguaggi corporei, esperienze soggettive, incontri ricchi di stati d’animo e rapporti diversificati di amicizia, indifferenza e antipatia, proprio come avviene tra gli esseri umani, Nana non ha nulla da invidiare ai più autorevoli psicologi umani.
In una rappresentazione reale, tanto del contesto quanto dei fenomeni emotivi e morali, il romanzo è un incantevole viaggio attraverso le bellezze del Giappone, da cui nascono la grazia, il delicato senso della natura e quell’innata estetica che sono parte integrante della cultura nipponica. Ogni circostanza vissuta rileva l’unicità e l’innocenza dei reciproci sguardi, persino nel silenzio del discorso interiore, in un’atmosfera narrata con compiaciuta ma deliziosa malizia.
Nelle pagine s’incontrano paesaggi di pura contemplazione che trasmettono serenità, pace, senso del sogno e del meraviglioso. Satoru mostra al suo amico felino una sorta di zibaldone della sua vita: riflessioni improvvise, elenco di cose detestabili, luoghi, persone, cerimonie, feste, gite, di cui ogni esperienza ha un proprio risvolto, poiché connessa con il passato del ragazzo o legata a qualche tradizione.
Il mio plauso alla scrittrice che ha saputo indagare, con rispettosa maestria, nella psiche di Nana, di Satoru e dei tanti amici incontrati nel loro vissuto, quali coinquilini di un’esistenza basata sulla condivisione in solidale empatia e da cui si evincono la profonda intelligenza nonché la saggezza e la furberia dell’animale. Ogni evento, sia gioioso che doloroso mostra come anche un gatto può avere fatti privati di una certa importanza per lui.
Lo stesso Giovanni Paolo II, nella sua lettera enciclica “Sollicitudo rei socialis”, affermò che non solo l’uomo, ma anche gli animali hanno il soffio-spirito di Dio. Anche le bestie hanno un’anima”.
Il testo è sicuramente un’evidente conferma di quanto ormai noto, riguardo al rispetto e alle attenzioni che la civiltà giapponese riserva nei confronti dei gatti; l’innovazione, al contrario, è nella capacità di delimitare, misurare e connettere cose tanto impalpabili e complicate, sapendo che è quasi impossibile poter decifrare ciò che gira nella testa di un gatto. Ci si può soltanto arrendere di fronte al fatto che Nana abbia ricavato delle informazioni su ciò che avveniva intorno a lui, utilizzandole in modo coerente e fino alla fine. L'amicizia di un gatto è un bene prezioso e irripetibile, averla contribuisce a sentirsi più fieri di sé e del proprio rapporto con il mondo e soprattutto, non termina mai, poiché resiste e supera i limiti umani, trasferendo i rapporti anche in un’altra dimensione, quella ultraterrena.
L’originalità della forma espositiva e delle espressioni utilizzate fanno di questa storia una piacevolissima lettura che consiglio vivamente a tutti, perché coinvolge sia interiormente che spiritualmente.

7 dic 2017

"La limatura del silenzio" di Valeria D'Amico: una poesia senza confini e distinzioni




 “ Ci sovrasta già il sole,
   in un incendio di luce
   che rivela imperterrita
   l’imperfezione del giorno
   e il fluire lento nelle vene
   di tutto ciò
   che io chiamo “Amore”





La silloge poetica “La limatura del silenzio” di Valeria D’Amico (Lulu.com- 2017) rispecchia la mappa di un sottile paesaggio interiore che si apre a chiunque decida di ritirarsi nel proprio silenzio, dando spessore alla parola quale verso poetico.
Degno di nota è il valore ingressivo del sostantivo “limatura” utilizzato nel titolo della raccolta, da cui nasce spontaneo l’interrogativo del perché la poetessa abbia scelto proprio questo termine per dar vita alla sua creatura poetica. - Limatura-  intesa come corrosione, che provoca cruccio e tormento ma, allo stesso tempo, il lemma instilla nel lettore la certezza di una correzione, di un miglioramento di  quel silenzio dell’anima che restituisce il senso della tolleranza e della solidarietà collettiva verso una precarietà, un naufragio delle emozioni di fronte alle esperienze più sofferte della vita. La speranza di una condivisione d’intenti e di sentimenti, che in qualche modo possa stimolare un senso di forte pietà e la dimensione interpersonale dell’affettività rappresentano il filo conduttore di tale poetica. Attraverso il processo dell'immaginazione e di una triste realtà, il verso unisce immagini di attuali tematiche civili e sentimenti privati, poiché ogni evento tragico accentua il rischio della perdita di equilibrio, in favore dell’impotenza di fronte al male nel mondo“Burattini senza fili camminiamo/ inciampando per non cadere[,]/macchine imperfette roboanti/ spingiamo carrelli pieni di bugie/ e ci nascondiamo dietro silenzi[,]/ mentre la guerra va avanti/ e la vita è già oltre…
La poetessa lancia un messaggio che non va lasciato inascoltato: in un contesto esistenziale naturalmente fragile e imperfetto, tutte le nostre ferite e debolezze necessitano di riflessione; ogni pensiero va proiettato verso quel potenziale d’amore e creativo inespresso, affinché agisca e ottemperi al senso di responsabilità nei riguardi del prossimo  “Punti di sospensione/ queste fragili vite[…]”. 
Nella lirica dedicata “A Giulio Regeni” l’io lirico si piega alla sofferenza di una madre che perde suo figlio e ne vive la sofferenza più totale; doloroso sentimento che l’autrice stessa vive nella sua personale esperienza nella profonda ed espressiva lirica “Boato” ove si percepisce quel sottile filo che separa la speranza dalla disperazione per una malattia invalidante che fa esplodere quell’esistenza imprecisa, pallida e sfumata riflessa nella vita terrena “ Accurate dimenticanze[…] È boato il tuo silenzio”.
Nello sguardo e nel cuore della Nostra c’è poi la coerenza-incoerenza dell’amore: quello “sprecato” nelle inutili guerre dove “brancola/tra lupi e agnelli nella strada”, quello perduto tra scomode verità dei ricordi che si affacciano a interrompere la pienezza di vita, lasciando il posto al compito della responsabilità per un perdurante legame con il presente, nonché l’amore che raccoglie il grido di bambini feriti nel corpo e nell’anima.
Una poetica che incarna e coniuga la visione della purezza e della semplicità di un verso libero pur stilisticamente e musicalmente ben organizzato. La forma si affida più che a una vera e propria punteggiatura, a pause volutamente create che suggeriscono intervalli di pensiero ed emozioni racchiuse in un intero vissuto. L’aggettivazione è particolarmente curata e dona, nell’accostamento  con la parola, una forte evocazione; le metafore rinforzano il valore espressivo e figurativo del silenzio che non è isolamento bensì terreno fertile di un autentico senso di appartenenza all’umanità intera.Percorrono silenzi/ le mie parole inutili/ trapunte di metafore”.  I versi di Valeria D’Amico si snodano con il delicato contegno di una voce bassa che acquista a poco a poco la peculiarità di un ruolo capace di denunciare e di esprimere il proprio disagio e il rifiuto di ben altri silenzi, fatti di noncuranza e di distacco dal resto del mondo. Al contrario, la Nostra desidera vivere la realtà e vuole esserci con la forza di una poesia senza confini e distinzioni, riconoscendo che solo una consapevolezza e un’attenta riflessione sui propri valori permettono una reale comprensione e lo sviluppo di sentimenti maggiormente altruistici.



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8 nov 2017

Il culto dei sentimenti più nobili e delicati nella poetica di Paolo Landrelli





















L'esperienza morale di ogni uomo avviene nella coscienza[…]

( Sant’Agostino d’Ippona)





Paolo Landrelli è un uomo rispettoso e riservato, un poeta di grande generosità, sensibile agli odori e ai profumi della sua terra di Calabria:“Culla di tradizioni[,]/ di dolci e caldi cuori[;]/larghi sorrisi/e lacrime di sale”; il culto dei sentimenti più nobili e delicati costituisce le note più caratteristiche di tutta la sua poetica. Dalle due sillogi:“Bombilari” in dialetto calabrese di Bombile di Ardore e “Inseguendo il nulla”, entrambe pubblicate nel 2015 rispettivamente con Arti Grafiche Edizioni e Aletti Editore, si evince un animo costantemente in bilico tra la tristezza e l'allegriae sempi[,]quando mi ment’a scriviri[,]/si miscita tristizza ed allegria”, così come costanti sono le correlazioni tra il cielo e la terra e quanto l’uomo e i suoi pensieri siano sopraffatti e intralciati nella propria condotta morale, tesa a ricercare un senso di verità che sfugge, tra l’effimero e il fugace di un cammino terreno, inevitabilmente frustrante e responsabile di una soffusa inquietudine: Inseguendo il nulla[,]/camminando sopra un filo/io vivo.”
Quelle che sono state la sua esperienza professionale e la consapevolezza di un suo ruolo istituzionale, hanno permesso a Landrelli di scandagliare certi rischiosi doppi fondi dell’animo umano che, grazie a una precisa intuizione poetica, si trasformano in fiamma sottile d’immagini, alla ricerca di un qualcosa di stabile, un punto di riferimento che si manifesta con la presenza di un dialogo con Dio Nell’amore infinito/verso il mio creatore[.]/Ogni giorno ritrovo/la forza di vivere.
Il pregio di una semplicità nello stile, in contrasto con l’artificiosità del ricercato, rende tale poetica l’espressione genuina, trasparente e diretta di una valida ispirazione lirica e di conseguenza, non legata a temi evanescenti e lattiginosi oppure a temi civili e sociali, verbosamente svolti secondo lo schema declamatorio e massificato del genere attuale. L’io lirico coglie il mondo umbratile e disperso di voci, di echi fatti di ripiegamenti, di dubbi, di indistinte e vaghe ansie, di tentativi   compiuti allo scopo di ancorare il proprio spirito alla speranza di un approdo, se non proprio a una certezza, che genera una fede percepita in un animo che sa assaporare il senso della vaghezza soggettiva, quella propria solitudine che è conquista di un alto senso di sé. La poesia, dunque, quale  esorcizzazione di falsi scopi e miraggi illusori, quale procuratrice della salute dell’anima e rifugio nella voce delle cose, dei luoghi e della natura, della celebrazione della pace operosa dei campi, dei personaggi dell’infanzia, della tristezza delle esistenze troncate, del rimpianto, delle attese, delle speranze deluse, delle vite rimaste senza conforti o semplicemente,del senso misterioso e trepido di un  tramonto o di un’aurora “Dondola il sole/danzando sul tramonto[,]// ad infiammare ancora il cielo/ con gli stessi colori dell’aurora[;]/che mistero.” Un inno commosso alla natura rigeneratrice della sua terra natia, uno sguardo indietro verso gli anni in cui la purezza dello sguardo, la semplicità delle ambizioni e la voglia di vivere non conoscevano limiti. Stupende le liriche dedicate alla mamma e a “Nonnu Carminu”, ricche del pathos della nostalgia, tra l’invisibile e il visibile sulla distanza del tempo “[…] Tu si la mamma mia[,]mi dasti ‘a vita/e a vita tua fù tutta ‘na volata […]pecchì eu ora te tegnu ‘nto cori[…]”. “Nonno[…]volgengo lo sguardo/ verso il cielo[,]pieno di luce/ troverò il tuo volto[…]”
Significativo valore divulgativo della forma poetica e filone maggiormente percorso dal Nostro è la parlata locale, ove il fascino dell’antico e del naturale è destinato a essere considerato quale elemento di un bene culturale legato alla sua stessa identità calabrese.
Sempre attenti alla creazione suggestiva, i versi si colorano di uno struggente anelito verso la serenità e il raccoglimento, vi persiste un avvicinarsi alla realtà in un’alternanza di silenzio ed espressione di fede di un sentimento ardente  nella purità di un canto: Dei dubbi miei a Dio chiedo perdono/e schiudo le ali per un altro volo; qui, lo sguardo disilluso del poeta si fa ideale contemplativo di pace, con accenti di commosso compianto verso l’ombra di un sistema inafferrabile e proteiforme […] più avanza il progresso più avanza l’orrore”.
Elemento incisivo, costante e determinante della poetica è il colloquio interiore a tu per tu con una coscienza, intesa come atto vissuto di “coscienziosità”, connotata dalla caratteristica del tendere verso la più segreta intimità, dove risuonano la voce di Dio e l’incontro con Lui.
Paolo Landrelli è consapevole dell’evidenza del rapporto esistente tra il mestiere di poeta e il mestiere di vivere: Mi trovi sempre ovunque mi nascondo[,]/sconquassi il mio corpo e la mia mente[,]/tu scavi[,]scavi sempre nel profondo[,]/io scappo[,]scappo[,]scappo inutilmente.” e raffigura l’immagine ideale del poeta che, soffrendo la passione dell’esistenza, raggiunge infine la trasfigurazione della vita: “ Poi ancora avanti[,]controvento.
Dallo sconforto alla speranza, dal disorientamento di un mondo falso alla ricerca di un mondo vero e migliore, ove la concezione poetica possa realmente divenire luogo privilegiato del linguaggio universale, fondamento dell’Essere in quanto creatura di Dio.
I poeti […]danno anima alle parole/e non abbassano gli occhi”... essi hanno l’alto incarico e l’importante missione di giustificare il senso dell’Essere.








25 ott 2017

4° Premio Letterario "Città di Fermo"





4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO”


La Libera Associazione Culturale ARMONICA-MENTE di Fermo presieduta da Nunzia Luciani, con il Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Fermo, del Comune di Fermo e dell’Ufficio Nazionale CEI per la pastorale, il tempo libero, turismo e sport e con la collaborazione dell’Associazione Culturale GueCi di Rende (CS), indice la 4° Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo”.  L’edizione 2018 contempla due sezioni aggiuntive (E –F) in riferimento a opere edite di poesia.


Regolamento 


1. Il premio è aperto a tutti gli autori italiani senza limiti di età ed è articolato nelle seguenti sezioni:

Sezione A – Poesia in lingua italiana a tema libero
Sezione B – Poesia religiosa in lingua italiana
Sezione C – Poesia in dialetto (con relativa traduzione)
Sezione D – Lettera aperta a tema libero
Sezione E – Opera seconda  (secondo libro di poesia edito di nuovi autori)
Sezione F – Grande Stile (libro di poesia edito negli anni 2016-2017) 

 *I testi delle singole poesie presentati nelle sezioni A) B) e C) possono essere editi e inediti ma non dovranno aver conseguito un 1°, 2°, 3° premio in precedenti concorsi letterari, pena l’esclusione dal concorso.

* Non possono partecipare al premio i testi o i libri dei membri della giuria attuale, né quelli delle precedenti edizioni *

SEZIONI A) B) C) D)

2. Per le sezioni di Poesia in lingua italiana, religiosa e dialetto (A, B e C) si potrà partecipare inviando un’unica poesia, che non dovrà superare gli 30 versi di lunghezza.

3. Per la sezione D - Lettera aperta a tema libero, si potrà partecipare inviando un unico testo munito di titolo che non dovrà superare le 3 cartelle editoriali (una cartella editoriale corrisponde a 1800 battute spazi inclusi). Il testo della lettera può essere autobiografico o di qualsivoglia contenuto e rivolto verso qualsivoglia destinatario. 

4. Per la partecipazione alle sezioni A) B) C) e D) è richiesto un contributo di € 10,00 per ognuna delle sezioni a cui si intenda partecipare. 

5. Il partecipante dovrà inviare il testo che propone al concorso in 6 copie cartacee, tutte rigorosamente anonime, assieme alla ricevuta del versamento e la scheda contenente i propri dati personali con l’autorizzazione al trattamento dati, entro la scadenza del 31 gennaio 2018, all’indirizzo della Segreteria dell’Associazione Armonica-Mente:


Premio Letterario “Città di Fermo”
c/o Maria Teresa Silenzi 
Via Panfili 148
63822 - Porto S. Giorgio (FM)


Le opere che giungeranno oltre tale termine non saranno tenute in considerazione e, in ogni caso, farà fede la data del timbro postale o la data di ricezione della mail.

INOLTRE una copia del proprio elaborato va inviato anche via mail a: premiocittadifermo@gmail.com   (esclusivamente in formato word).

6. Il contributo per spese organizzative potrà essere inviato con una delle seguenti modalità:

Postepay - Numero tessera: 4023 6006 6599 3632   
Intestata a Nunzia Luciani   -  CF: LCNNNZ54H48G920P
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” – Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D
Bonifico bancario - IBAN: IT24X0538769660000000553815
Intestato a Armonica-Mente      
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” - Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D

In via alternativa sarà possibile inviare contanti, ben occultati nel plico assieme agli altri materiali richiesti. Alla ricezione dei materiali verrà inviata una mail di conferma alla mail indicata nella scheda dei dati di partecipazione al premio.

7. Non vengono accettate opere che presentino elementi razzisti, denigratori, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione.

8. La Commissione di giuria per le sezioni A, B, C e D è composta da esponenti del panorama culturale e letterario, regionale e nazionale:

Sez. A: Susanna Polimanti, Filippo Davoli, Cinzia Franceschelli, Nuccia Martire, Michela Zanarella,
 Anna Laura Cittadino, Maria Giovanna Bonaiuti
Sez. B:: Mons. Mario Lusek, Susanna Polimanti, Filippo Davoli, Maria Giovanna Bonaiuti, Cinzia Franceschelli, Cristina Manzini
Sez. C : Susanna Polimanti, Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli,  Maria Giovanna Bonaiuti
Sez. D  Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Anna Laura Cittadino, Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli, Cristina Manzini

Il giudizio della giuria che esaminerà le opere pervenute al concorso e decreterà i vincitori è insindacabile e inappellabile.

I Premi saranno stabiliti come di seguito indicato:


Sezioni A, C e D: 
1° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e € 150,00 (centocinquanta euro).   2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libri, 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria

Sezione B :
1° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso.  2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libro, 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria

La Giuria deciderà di decretare ulteriori Premi Speciali ed eventuali Menzioni a proprio insindacabile giudizio oltre alle targhe: Premio Speciale Associazione Culturale GueCi di Rende(CS) per la sezione A Poesia in lingua italiana e Premio Speciale CEI per la sezione B Poesia religiosa. 

9. I vincitori del 1°, 2° e 3° Premio e Premi Speciali sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione per ritirare il premio. In caso di impossibilità e solo per riconoscimenti minori sia il premio che il  diploma potranno essere spediti a casa dietro pagamento delle spese di spedizione o essere ritirati tramite delega scritta. I premi in denaro, se non ritirati personalmente verranno incamerati dall’Associazione per future edizioni del Premio. 

10. Tutti i testi dei vincitori assoluti, premi speciali ed eventuali menzionati saranno pubblicati nel volume antologico che sarà presentato nel corso della premiazione.

11. L’Associazione Armonica-Mente destinerà in beneficenza parte dei proventi derivanti dalla vendita delle antologie a realtà bisognose di aiuto nel territorio del Fermano, scelte a propria discrezione.

12. La partecipazione al concorso implica l’accettazione di tutti gli articoli che compongono il presente bando.


SEZIONE E) - Opera seconda

L’intenzione di questa sezione è quella di individuare quali autori mostrano una tenuta o una crescita nello stile e nella qualità dopo il libro d’esordio. 
1. Alla sezione possono partecipare opere seconde edite in lingua italiana, pubblicate nel 2016 - 2017.
2. Non si accettano antologie né edizioni in formato e-book o in qualsiasi altro formato che non sia cartaceo.
3. I libri in numero di quattro copie dovranno essere inviati dall’autore o dalla sua casa editrice esclusivamente per posta ordinaria (preferibilmente per “piego di libri”) assieme alla ricevuta del versamento e alla scheda contenente i propri dati personali con l’autorizzazione al trattamento dati, indicando sulla busta la dicitura “PCF – Opera seconda”, entro il 31 gennaio  2018, all’indirizzo della Segreteria del Premio:


Premio Letterario “Città di Fermo”
c/o Maria Teresa Silenzi
Via Panfili 148
63822 - Porto S. Giorgio (FM)


4. In mancanza di uno dei precedenti requisiti richiesti, il volume non sarà ammesso al concorso.
5. Il giudizio della Giuria è insindacabile.
6. I volumi pervenuti non saranno restituiti.
7. È previsto un contributo di € 10,00 per spese organizzative. Il corrispettivo può essere versato secondo una delle seguenti modalità:

Postepay - Numero tessera: 4023 6006 6599 3632   
Intestata a Nunzia Luciani   -  CF: LCNNNZ54H48G920P
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” – Sez. E)
Bonifico bancario - IBAN: IT24X0538769660000000553815
Intestato a Armonica-Mente      
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” - Sez. E)

8. È previsto un solo premio, consistente in € 500,00 (cinquecento euro).
9. Il premio dovrà essere ritirato personalmente dal vincitore. In caso di assenza, il vincitore ha diritto al titolo dal premio, ma non al corrispettivo in denaro. 
10. In caso lo ritenga necessario, la Giuria può segnalare anche altre opere pervenute, senza che tuttavia queste abbiano diritto a corrispettivi in denaro.
11.  La giuria è composta da Filippo Davoli, Giancarlo Sissa, Gabriel Del Sarto, Massimo Morasso, Jonata Sabbioni,
       Susanna Polimanti.

SEZIONE F) - GRANDE STILE

La sezione intende segnalare e premiare i libri più significativi di poesia italiana editi nel biennio precedente. La segnalazione è affidata a una Giuria critica, mentre l’individuazione del vincitore assoluto è di competenza di una Giuria popolare formata da cittadini fermani residenti, provenienti da tutte le categorie sociali e professionali. La conformazione del Bando consente la promozione dei libri e della poesia, il coinvolgimento vero della Città di Fermo e, naturalmente, la valorizzazione dei libri più meritevoli. 
1. La giuria critica si incarica di segnalare, a proprio insindacabile giudizio, tre libri di poesia in lingua italiana, editi tra il 2016 e il 2017.
2. Non sono ammesse a partecipare riedizioni di volumi editi precedentemente o antologie.
3. Detti tre libri, da considerarsi vincitori del Premio, verranno sottoposti al voto della giuria popolare, mediante un incontro con i tre rispettivi autori, per la decretazione del vincitore assoluto, durante la serata di Premiazione.
4. È obbligatoria la partecipazione degli autori alla serata di premiazione, pena la decadenza dal Premio. 
5. Il premio del vincitore assoluto consiste in un assegno di € 1000,00 (mille euro).
6. A disposizione dei membri della giuria popolare ci saranno quattro copie di ogni volume finalista, presso la Biblioteca comunale di Fermo, gratuitamente consultabili; 
7. In caso di mancata partecipazione dell’autore alla serata di premiazione, il suo libro finalista decade dalla possibilità di vincere il premio assoluto.
8. La giuria critica è composta da Filippo Davoli, Giancarlo Sissa, Massimo Morasso, Gabriel Del Sarto, Emanuele Franceschetti.
        


CERIMONIA DI PREMIAZIONE


La cerimonia di premiazione si terrà nella città di Fermo nel mese di giugno 2018.
Luogo e data saranno comunicati successivamente a tutti i partecipanti al premio.


NUNZIA LUCIANI - PRESIDENTE DEL PREMIO E PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE ARMONICA-MENTE

SUSANNA POLIMANTI -  PRESIDENTE DI GIURIA (SEZIONI A-B-C-D)

FILIPPO DAVOLI - PRESIDENTE DI GIURIA (SEZIONI E- F)


Per qualunque informazione rivolgersi all’indirizzo mail: premiocittadifermo@gmail.com








4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO”

Scheda di Partecipazione al Concorso Sezioni A, B, C, D, E

La presente scheda compilata è requisito fondamentale per la partecipazione al concorso. Alla scheda va, inoltre, allegata l’attestazione del pagamento della relativa tassa di lettura per posta entro il 31 gennaio 2018

Nome/Cognome ____________________________________________________________________________________________________________
Nato/a __________________________________________________________________________ il ___________________________________________
Residente in via _____________________________________________________________________________________________________________
Città__________________________________________________ Cap __________________ Prov. __________________________________________
Tel. ___________________________________________________Cell.___________________________________________________________________ 
E-mail ______________________________________________________Sito _____________________________________________________________ 

Partecipo alla/e sezione/i (indicare vicino il titolo del testo proposto o, in sua assenza, il primo verso della poesia):
□ A –Poesia in italiano a tema libero ______________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ B –Poesia religiosa _________________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ C –Poesia in dialetto _______________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ D –Lettera aperta a tema libero __________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ E –Opera seconda __________________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________

Data___________________________________________ Firma ________________________________________________________________________



□ Dichiaro che il/i testi che presento è/sono frutto del mio ingegno e che ne detengo i diritti a ogni titolo. 
□ Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003.

 Data__________________________________Firma ___________________________________


12 ott 2017

"Refoli di parole" di Elvio Angeletti: la preziosa semplicità dell'autentica poesia



“Tra i respiri della natura
    mi porgo, aspettando
      caldi refoli di parole
       che mi tolgano
la maglia grigia dell’inverno!”



Un ritratto di fanciulla sfumata ed eterea, dell’artista Cesy Miriel Ciotti, apre la nuova silloge poetica di Elvio AngelettiRefoli di parole”(INTERMEDIA Edizioni) i cui versi mostrano palesemente una preziosa semplicità di un’atmosfera quasi magica, fortemente empatica.
Il refolo è sinonimo di soffio e di conseguenza dello Spirito, dell’influsso spirituale di origine celeste che improvviso si alza o si placa, generando nell’intimo del poeta, il Verbo; esso è il sovrano del campo sottile, intermediario tra la terra e il cielo, penetra, infrange e purifica “Ho creato un’immagine/fatta di parole e di sogni/ che fulgidi rapiscono i respiri”.
Una versatilità che non si fissa su particolari tematiche e non impone a un percorso di vita alcuna regola né costrizione ma lo vive in tutte le sue manifestazioni, non esitando ad avvolgerlo in un alone di poesia. Ogni verso riconduce al sollievo, a un’emozione gioiosa o sofferta nonché al ricordo “Il vivere mio sarà un ritornello/che ricorderà tutti i giorni/chi mi ha regalato una carezza”ove l’io poetico parla di sé ma è perfettamente in grado di parlare per tutti, sconfigge il tempo e lo ferma con grazia “ Nei momenti/dei miei giorni senza confini/sbaraglio i battiti del tempo[,]/come chiodi appesi nel vuoto/a sostenere la mia mente assonnata”.
In ogni lirica, stile e linguaggio sono visivi e descrittivi, misurano una profonda umanità, sottolineano un alto valore di simbolo morale ed evidenziano quella compostezza formale propria della personalità di Elvio Angeletti . Ciò che maggiormente si evince è che in tale poetica la ragione del sentimento è ben determinata a farsi valere, cercando nelle estasi segrete dell’anima qualunque battito, colore o luce che attenui l’angoscia mentale di quanto nel mondo possa indebolire la nostra serenità. Il poeta non fugge dalle amarezze cosmiche ma riesce a trasfigurarle in autentica poesia e coerenza figurativa, scegliendo parole e aggettivi che evocano profumi e istantanee di condivisa intimità. Le parole nascono e si rafforzano dall’introiezione dei diversi aspetti della natura, conferendo al verso uno strano fascino e una grande suggestione.
Credo fermamente che la poesia per Angeletti sia un’ancora di salvezza poiché, rimodellando su proprie immagini ideali il suo senso, a volte di frustrazione, la stessa diviene terreno fertile per risposte semplici a interrogativi esistenziali, in una struttura meno possibile articolata e dunque comprensibile al massimo.
Non meno importante è l’elemento spirituale che pervade la silloge. Infatti, secondo l’esperienza religiosa, la divinità può apparire accompagnata dal dolce mormorio  del vento o nel fragore della tempesta “Mi tolgo/il cappello e le scarpe/ e guardando il soffitto/cerco una preghiera”. Quello spazio vuoto ove soffia il vento è un potente simbolo di energia; è nella trasformazione del vento che nasce una nuova luce, risplende e dilegua le tenebre.  
Mi sovviene una stupenda citazione della poetessa Alda Merini: “la poesia è la pelle del poeta”e  trovo che sia un riferimento perfetto per tale personalità di artista sensibile ed emotivamente attento al vagheggiamento della bellezza e del sogno, in cui egli ama indugiarsi con profonda armonia e  particolare simbiosi; allo stesso tempo, mi piace pensare che possa avere una qualche parentela di pensiero e di spiritualità con il libanese Khalil Gibran.