24 nov 2015

La paura della morte: inquietudine e impotenza.


"Se la natura non ha dotato l'uomo di un istinto in modo di avvertirlo della data e dell'ora esatta   della propria morte è perché ciò avrebbe come risultato la nascita di un sentimento di depressione suscettibile di annichilire ogni volontà d'azione e ogni desiderio elementare di sopravvivenza."
(Henri-Louis Bergson)


Tra le varie pubblicazioni del giornalista Fabiano Del Papa troviamo anche un suo primo romanzo, Il mistero del cocomero (edito dal Gruppo Editoriale Domina nel 2003), un’opera interessante, finemente articolata che nasce dallo spirito vivace e dallo stile accorto, propri dell’autore. Trattasi di una storia vera dove il narratore è lui stesso protagonista, o meglio, la vera protagonista è la paura della morte. Un esordio non da poco, se si considera la tematica particolarmente delicata; ne consegue, a mio parere, un’impresa estremamente ardua da discernere per qualunque scrittore e, certamente una consuetudine di pensiero radicata in ogni essere umano, fin dalla notte dei tempi, fin dai primi istanti della nostra incarnazione. La vicenda, vissuta in prima persona dallo stesso Del Papa, ha inizio in Ungheria, nell’incantevole Budapest “[…] in un albergo elegante e un po’ decadente, edificato, tanto tempo fa, proprio in mezzo al pluricelebrato, romantico Danubio”, con una sorta di piacevolissimo incontro con un’affascinante donna che al lettore, dapprima, può sembrare galante; in realtà tale conoscenza porterà l’autore a vivere una serie di avventure a dir poco sconcertanti e destabilizzanti. Dietro a ogni esperienza si cela una proposta occulta e misteriosa che ha a che fare con nuove scoperte nel campo della biologia, di sostanze in grado di rallentare i processi cellulari dell’invecchiamento. A contatto con i vari personaggi menzionati e tratteggiati nel minimo dettaglio, ci troviamo di fronte a una tempesta di emozioni e di umori; tra le varie influenze più disparate e apparentemente contrastanti si accavallano e si rincorrono un’appagante curiosità e desiderabilità maschile di pura attrazione fisica verso l’altro sesso e un più complicato senso di confusione, inquietudine e impotenza di fronte ad argomenti più specificamente metafisici ed etici[…] le solite, eterne domande che mi prendevano d’assalto: chi siamo, che facciamo, da dove veniamo, ma dove andiamo?” Eccoci dunque immersi in sequenze descrittive, narrative e riflessive che s’intrecciano e velano una risposta emotiva appropriata che l’autore ha saputo maneggiare con estrema cura e, soprattutto, con briosa destrezza nel tessere la trama, per un’architettura strutturale che spiazza il lettore, con un antefatto, un movente e una coda, assolutamente imprevedibili.
Analessi e prolessi si alternano per dare respiro o forse, per instillare dubbio e riflessione nel lettore prim’ancora di procedere con la narrazione, del resto l’argomento è senz’altro spinoso, fare i conti con la comprensione della morte è naturale quanto la vita stessa, pur sempre rimanendo perturbante “La cognizione della scomparsa, credo sia il pensiero più atroce per qualsiasi animo normale” inoltre, vita lunga non comporta di certo vita eterna.
Nella fantasia popolare greca e in alcuni miti molto antichi la morte appare come un’entità maschile, si chiama Thànatos, è figlio della Notte e fratello del Sonno; esattamente come la notte e il sonno, essa diviene inevitabilmente, anche se ultima, una condizione della nostra esistenza terrena.
Secondo la sua definizione generica, la morte altro non è che la cessazione di quelle funzioni biologiche che ne determinano ogni organismo vivente, trattasi dunque, in realtà, di una paura non tanto della condizione della morte in sé, quanto piuttosto del processo che vi conduce, ovvero del morire.  
In questo senso Fabiano Del Papa con il suo romanzo non ha banalizzato la tanatofobia, semmai l’ha esorcizzata, per certi versi, al punto di scriverne ogni incertezza che determina la nostra ansia, alimentando un insanabile conflitto tra le nostre credenze religiose e la forza della convinzione personale. Ritengo che in ognuno di noi risieda una specie di umanesimo ateista che pesa su tutti noi e del quale tutti siamo vittime, mentre una vita autentica richiede l'accettazione dell'angoscia di vivere e nulla ha a che fare con la vera immortalità, poiché essa, materialmente parlando, è esistente solamente a livello spirituale e, di conseguenza, in qualità di anima.
Chi mai potrebbe innalzare il suo stesso intelletto fino a mutare il normale svolgimento di un’esistenza fisica? Il problema della morte attraversa la storia della filosofia occidentale che da sempre ha tentato di darne una spiegazione metafisica e, purtroppo, non siamo piante erbacee perenni come il cocomero bensì noi ci siamo solamente per poi morire, con la viva speranza di avvicinarci con il tempo verso una sorte di cambiamento, di trasmigrazione dell’anima da una sede all’altra. La paura della morte è uno stato mentale, se ricercassimo maggiormente “il vero senso” dell’esserci, molto probabilmente riusciremmo a sedare le nostre angosce e vivere con maggiore coraggio i nostri giorni da incarnati, riflettendo sui veri valori del nostro cammino terreno. Nel suo romanzo, l’autore ha in fondo confidato a se stesso e a noi lettori che la vera immortalità sta nell’abbondanza e nella realizzazione, quale simboli di compiutezza e di una maturità felice di rapporti vissuti con pienezza.
Che sia questo il mistero del cocomero? Non lo sapremo mai se non dopo…  Non sarà la fine di tutto!





18 nov 2015

Successo a Jesi con poeti da tutta Italia per la premiazione de “L’arte in versi”



Nell’ affascinante cornice della Sala Maggiore del Palazzo dei Convegni, nel cuore del centro storico di Jesi, sabato 14 novembre è andata in scena la premiazione della IV edizione del Premio Nazionale di Poesia “L’arte in versi”, un evento culturale che annualmente chiama a raduno poeti in lingua e in dialetto di ogni parte d’Italia.  Dopo tre premiazioni del premio che hanno avuto la loro location a Firenze, da quest’anno il Premio è stato trasferito a Jesi, nelle Marche, per volere del Presidente, Lorenzo Spurio, che nella nota introduttiva alla antologia del Premio ne motiva le ragioni di fondo.
La partecipazione al premio in questa edizione è stata straordinaria e la segreteria si è vista ricevere 750 poesie in italiano e 90 in dialetto che una attenta giuria composta da esponenti del panorama letterario contemporaneo ha letto e valutato con particolare attenzione.
A Jesi sabato si è proceduto a consegnare i premi a tutti quei vincitori e menzionati che la Commissione di Giuria, presieduta da Susanna Polimanti, ha deciso di attribuire. Oltre ai premi da podio per entrambe le sezioni (il 1° premio per la poesia in italiano è andato ad Aldo Tei di Latina mentre il 1° premio per la poesia in dialetto a Gaetano Catalani di Ardore-RC) si è consegnato il Premio alla Carriera Poetica alla poetessa catanzarese Marisa Provenzano. Per vedere la lista completa dei premiati a vario titolo clicca qui.
Momenti particolarmente intensi si sono avuti nella seconda parte della premiazione quando la Giuria ha voluto ricordare il poeta novolese Bruno Epifani (1935-1984) e la poetessa locale Novella Torregiani (1935-2015) consegnando ai familiari i rispettivi Premi alla Memoria. A ritirare il Premio alla Memoria a Bruno Epifani è stata la moglie Maria Rosaria Savoia dopo la lettura attenta della lunga motivazione-analisi critica sull’importante opera del marito letterato di cui molte delle liriche furono scritte durante periodi più o meno lunghi di permanenza all’estero (Al Cairo, Barcellona). Nella motivazione la giuria ha cercato di collocare con onestà intellettuale e lucidezza di giudizio esegetico l’opera di Epifani tra quelle della tradizione degli autori meridionalisti contemporanei che hanno lasciato il segno, imperniando il dialogo intimo con sé stessi sul binomio antipodale di residenza e fuga dalla terra d’origine.
Il Presidente del Premio ha, invece, dato lettura alla motivazione per il conferimento delPremio alla Memoria alla poetessa portorecanatese Novella Torregiani recentemente scomparsa. Ida Angelici ha dato lettura ad alcune sue liriche in dialetto portorecanatese impressionando il pubblico per l’intensità espressiva e l’afflato intimo tipico delle poesie di Novella Torregiani dove il canto si fa lode al creato e l’amore è una preghiera di una speranza che sempre si rinnova. Il figlio della poetessa, Gianmarco Grilli, ha letto una lettera da lui scritta assieme al fratello per ricordare la poliedricità artistica nonché la grande umanità della madre. Non sono mancati frangenti di vera commozione.
La Giuria presente in sala era composta da Lorenzo Spurio (Presidente del Premio), Susanna Polimanti (Presidente di Giuria), Annamaria Pecoraro, Michela Zanarella, Elvio Angeletti, Emanuele Marcuccio, Valentina Meloni, Giuseppe Guidolin e Iuri Lombardi.
Assenti i membri di Giuria Lella De Marchi, Martino Ciano, Marzia Carocci e Salvuccio Barravecchia.
La serata è stata impreziosita dagli interventi musicali, al piano, del Maestro Piero Gentili.
All’intero della cerimonia sono stati consegnati Premi Speciali a Franco Patonico, vincitore del Premio Speciale del Presidente di Giuria con una poesia ispirata al drammatico conflitto siriano. Andrea Pergolini, invece, è risultato vincitore della Targa Universum Academy con la poesia dal titolo “Ritorneranno a fiorire i tulipani” dedicata all’amica poetessa Augusta Tomassini (presente in sala), non vedente a causa della retinite pigmentosa. A consegnare il premio sono state Lilli Simbari e Michela Tombi, rappresentanti della Universum Academy per la Regione Marche.
Il giovane Gabriele Galdelli si è aggiudicato il Trofeo Euterpe, premio espressamente voluto dalla rivista di letteratura “Euterpe” (uno degli enti che organizzano il premio) perché nato con l’intento di premiare quella poesia che in maniera particolare traccia le figure del canto, dell’allegrezza e della spensieratezza arcadica, elementi costitutivi dell’iconica e leggiadra divinità greca.
Come ogni anno l’organizzazione del Premio ha convintamente sposato una determinata causa umanitaria alla quale indirizzerà parte dei proventi derivanti dalla vendita delle antologie del Premio. Per questa edizione gli organizzatori hanno deciso di devolvere alprogetto “Ospedale senza dolore” della Fondazione Salesi Onlus di Ancona che supporta l’attività di ricerca relativa al bambino ospedalizzato, con particolare riferimento alle problematiche psicologiche e psicopedagogiche, al miglioramento della qualità di vita del periodo di degenza ospedaliera dei bambini e delle loro famiglie, all’attuazione di tutte le iniziative volte a favorire i contatti tra l’ospedale e l’ambiente esterno.
Gesto di grande esempio è stato quello inaspettato e amorevole di Gaetano Catalani, vincitore del 1° premio per la sezione poesia in dialetto con il testo “Piccirigliu meu”, che ha preferito non ritirare il suo premio in denaro di 200,00 € e di donarlo al Premio, affinché potesse contribuire all’importo finale dei proventi raccolti che verranno donati alla Fondazione Salesi.
L’attestazione della donazione che verrà effettuata sarà diffusa sui canali internet degli enti organizzatori al concorso e inviata a mezzo mail ai partecipanti al concorso.
A Gennaio si partirà con la nuova edizione del Premio, le cui modalità e termini di partecipazioni rimarranno inalterati: scadenza di invio dei materiali: maggio e premiazione finale: novembre.
ALBUM FOTOGRAFICO DELLA PREMIAZIONE (Foto di Valerio Lancioni):

31 ott 2015

Vi presento la poetessa Therry Ferrari







[…] scostando lievemente/tra intagli di lino/una tendina candida/protesa nell’azzurro/al sole del mattino[.]
(Da “Dietro… e oltre”)

Therry Ferrari e la sua poetica del "Perché"

Definendosi la ex “maestrina dalla penna rossa”, epiteto che richiama alla memoria il personaggio del famoso romanzo Cuore di Edmondo De Amicis, la Nostra ci spalanca un mondo interiore, dove la poesia è pura espressione di una vera e propria missione animica oltre che di un’irresistibile passione. Ogni suo verso si posa e si concretizza sul foglio quale dono di una dimensione intimistica nonché di un temperamento spiccatamente altruista. L’infinito e i sogni cullano la sua scrittura, annullano l’arte “dell’egoismo e dell’inganno”, con l’efficacia benefica dell’io e del presente, che assimila dal passato solo quegli insegnamenti indicativi di un percorso esistenziale e si affaccia al futuro timidamente, umilmente, in punta di piedi, per non creare troppo rumore, quasi a non voler disturbare la contemplazione dell’universo tutto. La poetica di Therry Ferrari è intrisa di una forte spiritualità e religiosità persino laddove è caratterizzata dall’impegno etico e civile, meditando sui mali e gli orrori del passato e le incongruenze di un tempo attuale; un monito a ritrovare la “smarrita storia”, il” Rispetto” e la “Bellezza” di altre epoche. Dietro un’apparente leggibilità icastica, si celano la dimestichezza e una certa sapienza nella versificazione libera, dove affascinano i suoni, avvicinando lo stile all’universo poetico gibraniano. Una poesia semplice, non pretenziosa, palpitante, sottile e leggera di quell’Infinito viaggio “[…] ragione e cuore/ ombra e luce […]” nell’importanza del sentire umano, dell’essere, non quale mero involucro bensì viva interrogazione sull’inquietudine del vivere e del quotidiano; un rivolgere lo sguardo al cuore, ricercandone i “Perché”, per allontanarsi dal potere della mente che, al contrario, sprigiona i veri demoni distruttivi della società; un incrocio tra sogni ed essenzialità, senza lasciare indietro i valori di un’origine che la rendono fiera come donna. Il cuore si fa satinato ma elastico, coniuga versi con accordi floreali, abita i vuoti dell’esistenza e i ricordi mai sopiti con dolce nostalgia: “[…] inattesa nostalgia nel rimembrare” [...] “seguendo ogni giorno/le rotte del cuore”.
La scrupolosa cura e diligenza nel comunicare un mondo che va oltre quanto è visibile con i soli occhi concede alla poetessa di trasportare sentimenti ed emozioni in immagini, come tanti minuscoli fili che ci tengono uniti gli uni agli altri, in primo luogo con quanti conosciamo e ci conoscono, e poi, tramite loro, di passaggio in passaggio, con chi  per noi è lontano, addirittura ignoto, nella rete che tutti ci accoglie, e che si chiama umanità, attraverso il tempo, dal passato a oggi fino al futuro che non conosciamo ancora. Cosa rappresenta in effetti il futuro per lei? La poetessa se lo chiede continuamente e, semplicemente, lo sintetizza nelle “Radici del dopo” e in quel “traverso sopòre […] subdolo e gelido vento di follia […]” È come se il suo armonioso lirismo ci stia suggerendo che il prisma dell’arte poetica sia il coefficiente necessario per un’altra vita, di aspirazioni, di miraggi, di speranze; lascia intravedere una liberazione dalle catene fisiche, una catarsi delle poche labili certezze dell’oggi,  che fuori della poesia sfuggono o almeno potrebbero sfuggire.
Le sue parole sono capaci di metabolizzare le esperienze della vita con grande forza d’animo, illuminate dalla magica luce del suo mondo poetico e nei versi ritroviamo quel senso innocente che riesce ancora a meravigliarsi di fronte agli elementi della natura che ci passano accanto e che troppo spesso rimangono immobili, senza alcuna voce. Quella di Therry Ferrari è una poetica di atmosfere, dove l’essere si fonde con il tutto.
Oggetti quasi banali, sapientemente incastonati in scenografie, stimolano l’istinto nella ricerca della propria profondità, spalancano visioni. Dietro le suggestive similitudini e metafore d’ incantevoli stanze liriche, assistiamo a uno stato contemplativo, a un’esplorazione di se stessi. Il canto di una natura incarnata e in movimento riavvolge la moviola dell’infanzia e allo stesso tempo interroga il mondo di oggi, che necessita di esser preso per mano per riuscire a oltrepassare le barriere temporali dell’esistenza. Il linguaggio è a tratti denso e sinuoso come un racconto e si alza verso un iter poetico che deve condurre alla palingenesi totale e alla liberazione definitiva; la vicenda umana, fatta di conflitti, di incomprensioni, di solitudini, si placa alla vista al di là della porta di casa, della vitalità accesa, vorticosa, giocosa della natura.
Nella poetessa Therry Ferrari convivono tante creature, lei stessa si fa portavoce di tutto ciò che sopravvive libero, selvatico, dignitoso, semplice, nel mondo oppresso e soffocato dallo “spirito” dell’uomo.







10 ott 2015

5° Edizione del Premio Letterario Nazionale "Un libro amico per l'Inverno" 2015-16

 Certa di farvi cosa gradita, allego bando per partecipare:




              
                                                                                                                                                                                      
                                                                                                                                          

   
PREMIO LETTERARIO NAZIONALE
                          
 "UN LIBRO AMICO PER L'INVERNO" 2015-2016
V Edizione.
Patrocinio UNESCO
Medaglia della Camera dei Deputati, Medaglia del Senato




REGOLAMENTO

Art. 1 Il Premio Letterario è aperto a tutti; possono partecipare scrittori di tutte le Nazionalità e senza limiti di età.
Art. 2 Il Premio ha due sezioni a concorso:
A) Libri editi di  narrativa, saggistica, gialli, noir, fiabe ecc. in lingua italiana  editi da gennaio 2010 .
B) Libro edito di poesia in lingua italiana o vernacolo con relativa traduzione, edita dal gennaio 2010.
 Art. 3 Si partecipa con una sola opera per autore, da inviare in 2 copie con allegata nota con indirizzo, numero telefonico, e-mail, l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi della normativa vigente, firma dell’autore, titolo dell’opera con cui si partecipa e la copia del versamento effettuato. Ogni autore può partecipare ad entrambe le sezioni versando per entrambe la quota d’iscrizione.

Art. 4 La Partecipazione è di €10.00.  Da  inviare tramite bollettino postale c.c.p n° 1022290264 o tramite bonifico con codice IBAN  IT12I0760116200001022290264  entrambi intestati a Associazione Culturale GueCi –C.da Macchialonga. 26 -87036 Rende CS  oppure in  contanti in busta chiusa insieme al plico dei libri. Per gli autori soci ordinari  in regola con la tassa d’iscrizione, la partecipazione è gratuita per una(1) sola sezione
Art. 5 Le opere inviate non verranno restituite, ma andranno ad arricchire le biblioteche civiche del territorio rendese
Una Giuria di Critici composta da scrittori, critici letterari, giornalisti (i nominativi dei componenti saranno resi noti il giorno stesso della cerimonia di premiazione) sceglierà, con giudizio insindacabile e inappellabile, una rosa di 15 opere finaliste per sezione.
Una Giuria di Lettori formata da studenti universitari, docenti e da semplici lettori/trici esaminerà le opere selezionate  ed esprimerà le preferenze con voto segreto.

La scadenza del concorso è fissata improrogabilmente per il giorno 19 dicembre 2015 , per l’invio farà fede il timbro postale.
L’Associazione declina ogni responsabilità per disguidi, smarrimenti, furti, danni di ogni genere che dovessero verificarsi durante l’inoltro delle opere. E’ bene inviare una e-mail per avere conferma di avvenuta recezione alla segreteria del Premio
Le opere devono essere inviate per posta prioritaria o tramite raccomandata al seguente indirizzo:
Premio Letterario Nazionale “ Un libro amico per l’inverno”
Associazione Culturale Gueci c/o Cittadino Anna Laura, C/da Macchialonga, 26-87036 Rende (CS)
La rosa dei  15 finalisti per sezione che concorreranno alla fase conclusiva del concorso  verrà resa nota entro il 15 di marzo 2016.
La cerimonia conclusiva  si terrà a Rende il 23 aprile 2016 nella Giornata Mondiale del libro e del diritto d’Autore.
VERRANNO ASSEGNATI I SEGUENTI PREMI:
SEZ A: Libri editi di Narrativa
Al 1° Classificato Targa o Trofeo e attestato con motivazione Giuria
Al 2° Classificato Targa e attestato con motivazione Giuria
Al 3° Classificato Targa e attestato con motivazione Giuria
Dal 4° al 15° classificato Diploma d’onore e di merito.
Sez B: Libri editi di Poesia
Al 1° Classificato Targa o Trofeo e attestato con motivazione Giuria
Al 2° Classificato Targa e attestato con motivazione Giuria
Al 3° Classificato Targa e attestato con motivazione Giuria
Dal 4° al 15° classificato Diploma d’onore e di merito.

Premio Speciale Giuria Critici (targa) e attestato con motivazione Giuria
Premio Speciale Giuria Lettori (targa) e attestato con motivazione Giuria
Premio Speciale Presidente GueCi (targa) e attestato con motivazione Giuria
Premio Speciale Profumo d’ Autrice (targa Autieri) e attestato con motivazione Giuria
Premio Cultura (targa) (alla casa editrice che avrà maggiormente divulgato il concorso tra i propri autori)
Premio Speciale Medaglia del Senato Della Repubblica 
Premio Speciale Medaglia Camera Dei Deputati


A tutte le opere pervenute al concorso anche se non finaliste verrà data visibilità nel giorno della cerimonia di premiazione in un apposito spazio.
I premi dei primi tre classificati devono essere ritirati personalmente dagli autori o da un loro delegato tramite delega scritta.
Solo per gli attestati è previsto l’invio per posta a carico dei destinatari
La partecipazione al Concorso implica la completa accettazione del relativo regolamento.
La mancata osservanza di una sola delle clausole del bando comporterà l’automatica esclusione.
I risultati del concorso verranno diffusi dagli organi di stampa e pubblicati sul sito: 
www.gueciass.altervista.org 
Info: associazionegueci@virgilio.it-associazionegueci@libero.it.

Rende, 08.10.2015 
                                                                                      
Il Presidente Associazione GueCi
Anna Laura Cittadino


1 ott 2015

I vincitori del Premio Internazionale di Poesia "Memorial Guerino Cittadino"

Rendiamo noti i Vincitori del concorso!
Premio Internazionale di Poesia “ Memorial Guerino Cittadino” IV Edizione
Indetto e organizzato dall’ Associazione Culturale GueCi
con il Patrocinio della Camera dei Deputati, Comune di Rende e dell’Universum Academy Switzerland , in collaborazione con il M° Orafo Michele Lo Bianco
La Giuria del Premio composta dal poeta-scrittore Mario De Rosa (Presidente di Giuria) e dai Giurati dott.ssa Susanna Polimanti (scrittrice-recensionista) Giuseppe Salvatore (poeta) Michela Zanarella ( giornalista-poetessa) ha esaminato le opere in forma rigorosamente anonima.
I Giurati hanno iniziato la valutazione delle opere a partire dal 15 giugno 2015 valutando le opere in base ai seguenti canoni:
1. Analisi tematica (emozioni, immagini, messaggi evocati dal testo)
2. Originalità del contenuto
3. Analisi formale/informale (struttura metrica, ritmica e sintattica, tipo di versi, di rime).
4. Analisi stilistica.
5. Opera in regola con le norme del concorso. ( Sono state escluse opere che risultavano già edite in antologie e in ebook di altri concorsi letterari, pubblicati su internet e riconducibili alla paternità dell’autore, nonché opere che presentavano chiari segni di riconoscimento )
In base a questi canoni di esame la Giuria nel mese di settembre ha redatto il seguente verbale:
Poesia inedita in lingua italiana a tema libero. (sez.A)
1° Classificato Versi per Amira di Filomena Martire (Roma)
2° Classificato Tristi occhi di nero pinti di Valeria Franceschi (Montalto Uffugo-CS)
3° Classificato Il mio salice che piangeva sorrisi di Stefana Pieretti (Fagnano Olona- VA)
Menzione D’Onore
Giungano le mie mani di Paoletti Marinella (Colli del Tronto-AP)
Carezza d’inverno di Ilaria Spes (Guanzate- Como)
Allodole ingannate di Nadezhda Georgieva Slavova (Alessandria)
Paese mio di Marise Gallo (Bologna)
Ti lascio andare di Marco Marra (Milano)
Menzione Speciale
Princesa di Monica Fiorentino (Sorrento-NA)
Perduta gioia di Gianpiero Donnici (Cosenza)
Poesia inedita in vernacolo (sez. B)
1° Classificato Rusitu Capu Spulicu 1915 di Brunella D’Angelo ( Cosenza)
2° Classificato Figghi da stissa matri di Antonio Barracato (Cefalù-PA)
3° Classificato Parole nel vento di Anna Maria Lavarini (Verona)
Menzione d’Onore
Figghi di Giuseppe Bellanca (San Cataldo-CL)
Manu di tuarnu di Cesare Castiglione (Rende-CS)
Passa llu tìampu di Angelo Canino (Acri-CS)
Menzione Speciale
E’ femenodde di Alessandro De Vita (Pulsano-TA)
Sugnu tu patri di Rocco Criseo (Bova Marina-RC)
A sira ‘nta ruga di Filippo Scalzi (Isola di Capo Rizzuto-KR)
Poesia inedita a tema: I valori autentici della vita
1° Classificato Quelle filastrocche un po’ banali di Marisa Provenzano (Catanzaro)
2° Classificato E’ vita di Lenio Vallati (Sesto Fiorentino-FI)
3° Classificato Il ricordo dei ricami di Jolanda Anna Tirotta (Bivongi-RC)
Menzione d’Onore
Viaggiando la vita di Therry Ferrari (Castellarano- (R.Emilia)
Il sospiro del vento di Mihaela Talabà (Francavilla Marittima CS)
Pregando Maria di Enzo Bacca (Larino-CB)
Auschwitz di Antonio Arpaia ( Pompei-NA)
Premio Speciale Universum Academy Switzerland ( Targa in oro)
L’albero di Giovanni (A Giovanni Falcone) di Davide Rocco Colacrai (Terranuova Bracciolini-AR)
Premio Speciale GueCi
Amuri e destinu di Salvatore Gaglio (Santa Elisabetta-AG)
Vincitore assoluto sez. Scuola – Liceo Classico “B. Telesio” Cosenza
Amore di Emanuela Francesca Carbone ( Castrolibero-CS)
SI RINGRAZIANO TUTTI I POETI PARTECIPANTI CHE CON LE LORO LIRICHE HANNO ONORATO LA MEMORIA DI TUTTE LE VITTIME DI MALASANITA'