29 dic 2013
21 dic 2013
AUGURI
Un Sereno Natale a tutti! Un augurio sincero perché possiate trovare in ogni cuore la vera Essenza del Natale.
Susanna Polimanti
6 dic 2013
A Macerata, presentazione dei libri di Renato Pigliacampo
Ho il piacere di informarvi che il 20 dicembre presso la Biblioteca Comunale "Mozzi-Borgetti", Sala Castiglioni a Macerata Lorenzo Spurio ed io presenteremo il poeta-scrittore Renato Pigliacampo: una personalità straordinaria nel mondo dei non-udenti.
La presentazione si avvale del Patrocinio del Comune di Macerata
"Bisogna avere il coraggio di amare il Silenzio, scritto con la S maiuscola, perché dietro, tout-court, c'è tutto un mondo di persone "meravigliosamente speciali", vale a dire bambini e adulti che non possono udire intelligibilmente la parola tramite la percezione acustica".
(Renato Pigliacampo da Pensieri e riflessioni sul Silenzio)
2 dic 2013
Giovanna Albi: una scrittrice erudita e il suo libro: L'avventura di Santiago
Amo leggere i libri di questa scrittrice, perché scrive sempre ciò che pensa e soprattutto "sente". Ecco la mia recensione al suo libro da cui parte tutta la sua scrittura:
“La nostra psiche è costituita in armonia con la
struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente
negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima”.
(Carl Gustav Jung)
L’avventura
di Santiago di Giovanna
Albi, Robin Edizioni(2011) è il primo libro nella cronologia delle
pubblicazioni della scrittrice, la sua brevità lo porta a essere un piccolo
capolavoro d’esordio. Non a caso ho scelto le parole di un grande maestro della
psicologia quale Carl Gustav Jung per la premessa a questa mia recensione;
infatti questa piccola opera di Giovanna
Albi non si limita alla narrazione di un’esperienza, a uno spontaneo
vademecum così come accade lungo la strada andando a piedi tra pellegrini,
bensì è un acceso dibattito tra la fervida
mente della scrittrice e la sua psiche. La scrittrice affronta un cammino
di pellegrinaggio verso Santiago con “gambe
in spalla”, spinta dal desiderio di trovare nella fede un rifugio per una
rinnovata serenità e una risoluzione alle tante insistenti nostalgie,
pacificando così le stesse memorie del passato. In realtà presta corpo e forza
vitale per reintegrare un’entità incompleta, un’unità dove sono presenti buchi
di energia dovuti a distacchi da un tempo infantile, una fase di vissuto che
non si ripristina per via dello scorrere veloce degli anni: “Mi allontanai dal gruppo e scrissi sulla
nera terra del sentiero la mia data di nascita e quella del día corrente… chi può tornare al principio?” Andando
avanti nella lettura del racconto, la pellegrina Giovanna non si dà mai per
vinta, la stanchezza per i chilometri percorsi non sfiora le sue membra anzi,
sembra accentuare la sua infaticabile ricerca della sua “umana natura”. La scrittrice si sofferma spesso a descrivere i
compagni di viaggio ma nessuno di loro riesce ad avere un ruolo di spicco,
neppure suo marito, definito il “suo faro”
con il suo “cappello arancio”, poiché
unici protagonisti di quest’avventura sono lei e le sue indagini nella
grammatica dei pensieri, quasi inseguendo delle precise tecniche d’intervento
per placare dubbi esistenziali. Sebbene non sia sola nel percorrere tantissimi
chilometri, Giovanna cerca sempre il suo spazio intimo, in solitudine. La
natura ascetica e le tante descrizioni dei territori incontrati durante il
cammino di pellegrinaggio divengono ostacolo o salvezza nei momenti di
transizione, tutti quei riti di passaggio nella mente della protagonista sono
un mondo speculare che le permette di giocare con le immagini e rovesciarle pur
di arrivare all’acquisizione della reale consapevolezza di un’anima mediatrice
tra corpo e spirito, che racchiude le sue tre forze del pensare, sentire e volere. Bellissimo il capitolo V, in cui ritengo
sia riassunto il significato e il vero messaggio della narrazione, il punto clou dove Giovanna Albi si scopre, getta
via tutto ciò che è egoismo, apparenza, disinteresse politico e sociale,
disprezzi e invidie del nostro vivere quotidiano, in cui lei si sente una “voce fuori dal coro”. Eccola dunque esprimere con intenso coinvolgimento emotivo la sincerità della
ricerca di se stessa, della vera
libertà che trova la soluzione dentro la sua stessa anima, muove verso l'Essere, unica soluzione che può darle consistenza e
stabilità.
Lo
stile della narrazione è più che fluido, vanta riferimenti alla filosofia greca
e citazioni evangeliche perfettamente in armonia con il viaggio nella propria
interiorità; lessico straordinariamente
ricco, una dote naturale di questa scrittrice, erudita voce narrante.
Giovanna Albi da semplice viandante entra
nella più profonda riflessione con incredibile scioltezza di linguaggio.
L’avventura
di Santiago offre alla sua autrice e a quanti
desiderano leggerlo, l’opportunità di comprendere che non è sufficiente cercare
l’ispirazione della fede per risolvere i nostri problemi d’identità, occorre
bensì addentrarsi nella propria autocoscienza e lasciarsi permeare, semmai,
dall’amore divino.
Non
so se Giovanna Albi, dopo il Cammino verso Santiago, sia riuscita o no a trovare
la sua fede in Dio giacché, al momento della partenza era più che consapevole
di essere più vicina alla filosofia buddhista piuttosto che alla sua religione
di nascita; credo al contrario che questa sua esperienza di pellegrinaggio
abbia sicuramente sigillato e rafforzato quelle parti della sua anima
inizialmente asimmetriche e scomposte, varcando
un confine verso un’accettazione più equilibrata e amorevole di se stessa.
Il distacco di un pezzo della sua anima, che la scrittrice ha sperimentato in
passato e derivato da un’errata scelta di un percorso psicoanalitico, l’ha
ricondotta alla sua profonda integrità di donna, madre, moglie e amica.
L’avventura
di Santiago è un libro molto bello, una sorta d’insegnamento nascosto
all’interno dei nostri flussi mentali, pronto a rivelare e migliorare la nostra
comprensione della spinta evolutiva che un percorso di silenzio e solitudine
può accrescere.
Susanna
Polimanti
Cupra
Marittima 02.12.2013
Labels:
amicizia,
amore,
emotività,
fede Robin Edizioni,
Giovanna Albi,
L'avventura di Santiago,
lealtà,
libertà,
mente,
pellegrinaggio,
psiche,
recensione di Susanna Polimanti,
schiettezza,
sincerità
27 nov 2013
Mario De Rosa e la sua poesia: sofisticata e fortemente emotiva
Oggi vi presento il poeta calabrese Mario De Rosa e la sua silloge: Navigando Silenzi.
Non posso inserire il suo curriculum letterario perché non avrei abbastanza righe per scrivere, mi limito a dirvi che Mario De Rosa è un poeta che ha conseguito vari Premi Letterari ed è Presidente di Giuria in vari concorsi. Spero che la mia recensione alla sua ultima silloge sia in grado di esprimere al meglio il valore della sua poesia.
Buona lettura!
Recensione della silloge: Navigando Silenzi di Mario De Rosa
La
silloge poetica Navigando Silenzi di Mario
De Rosa, edita da Montedit per la Collana Le schegge d’oro si articola in tre capitoli, in cui spiccano i differenti
colori dell’anima del poeta: “Cadendo/foglie
d’autunno/affusolate dita/sui tasti solo sfiorati/del mio sentire/dischiudono
le porte/d’una magia di colori”. I versi iniziano con un percorso di sentimenti invisibili chiusi nel cuore
di un padre che nell’amore verso un figlio trova lo stimolo per una rinata
forza e via via divengono dei chiaroscuri
come “rotte invisibili/di gabbiani saputi”
per poi fermarsi come vere e proprie orme
sulla sabbia, dove si ha l’impressione che lentamente o improvvisamente la
psicologia del poeta si stia trasformando in una poetica unica, dedicata alla
sua famiglia, a un mondo prezioso che vive e palpita nella stupenda cornice
della natura. Tra gli elementi naturali forti sono le immagini del vento che “scompiglia i pensieri” e li “porta con sé/fuggiaschi e di un “increspato mare” alle cui onde il poeta affida
la sua ispirazione. È dunque la poesia
la sua fonte d’ispirazione, a essa si affida, rendendosi libero di uscire
come “ladro dall’ombra” e di esprimere
sensazioni quanto mai inesorabili nel suo cammino di vita. Seguendo gli
sviluppi ravvicinati dei suoi versi si scoprono anche le connotazioni più personali, legate alla memoria, all'autobiografia,
alla riflessione intima.
Il
poeta Mario De Rosa è una voce imponente nella nostra poetica contemporanea, non
a caso ha conseguito vari riconoscimenti in campo letterario oltre che essere
presidente di giuria in vari concorsi; egli si presenta al suo pubblico con uno stile sofisticato e un linguaggio
finemente elaborato, la poetica di De Rosa è un’esperienza fluida dove le parole sono scelte accuratamente,
messe l’una accanto all’altra a formare vedute di luoghi in cui il
lettore-ascoltatore si ritrova a muoversi in scenari non più frutto letterario
ma reali; i suoi versi riescono a sferzare la coscienza di tutti, toccando pensieri
e sentimenti molto profondi, non tralasciando i ricordi rivolti all’infanzia e all’adolescenza,
fili conduttori del nostro sentire quotidiano e attuale. Mario De Rosa dona a
noi lettori l’immagine reale del valore
di essere poeta che egli stesso definisce con queste parole: “Il vero poeta, sai, /è così facile da
ferire/ma quasi impossibile/da abbattere”.
La
grazia, la gentilezza del suo animo spicca in ogni suo verso quale coscienza e
accettazione della sua storia di uomo, di marito ma soprattutto di un padre che
conosce il sacrificio e il dolore. Una consapevolezza che lo affranca
dall’esistenza e gli offre un’occasione, attraverso la sua naturale capacità di
formulare versi, per ricondurre le sue esperienze dolenti in una visione più
larga. Il suo verso percorre il cuore di chi s’immerge nella lettura delle sue
poesie, senza lasciarlo soffocare tra le pagine di un libro. Una poesia che è fonte di liberazione e stimolo per un difficile
cammino di vita dove Mario De Rosa crea un nuovo stato, una diversa
dimensione per comunicare al mondo l’essenza della relazione con il proprio
figlio, al quale dedica versi struggenti, carichi di un “Diversamente amore” che
commuove rendendoci partecipi di quel labirinto e itinerario di vita solcato da
profonda malinconia. Nel leggere le poesie di De Rosa ho provato un’intensa
emozione, certa di avere accanto l’amico poeta che, prendendomi per mano, mi ha
condotta nel suo viaggio nostalgico/esistenziale, alla ricerca di quel
misticismo che rimane nascosto e "chiuso" alla comprensione, che Mario
De Rosa sottilmente accarezza con la bellissima metafora dell’anima: “M’aiuta a vivere/la dolce prigioniera/compagna, amica, /in un mondo
irto di spine”.
Susanna
Polimanti
Cupra
Marittima 27.11.2013
14 nov 2013
Presentazione del libro di Lorenzo Spurio: La cucina arancione
23 novembre 2013 San Benedetto del Tronto: Presentazione del libro di Lorenzo Spurio: La cucina arancione
Estratto dalla mia recensione:
Con immagini eccentriche e molto colorite Lorenzo Spurio riesce a irrompere in quell’involucro invisibile che è la mente, indagando tra le ossessioni del cervello per comprendere caratteri e azioni di ogni singolo personaggio. Se è vero che la mente non si avvale sempre e solo di processi logici, occorre infatti studiarne la sua soggettività e intenzionalità. Certamente, al di là di ogni vissuto presente nei racconti, chiara ed evidente appare l’insoddisfazione di un tempo attuale, dove difficoltà e disagi si mascherano dietro a sentimenti di solitudine, chiusura mentale e ignoranza.
9 nov 2013
Presentazione del romanzo: Il silenzio della neve di Giuseppe Filidoro
Vi segnalo la presentazione del romanzo di Giuseppe Filidoro: Il silenzio della neve (Osanna Edizioni)
Consiglio vivamente di partecipare alla presentazione di questo romanzo che ho letto e recensito per Recensionilibri.org:
Iscriviti a:
Post (Atom)