Con immensa emozione pubblico la mia recensione alla silloge poetica di Michela Zanarella: L'Estetica dell'Oltre.
Michela è una poetessa affermata e pluripremiata, a me particolarmente cara. Umanità e sensibilità: "oltre" il tutto.
Michela
Zanarella, la
poetessa delle immagini e dei sentimenti per eccellenza, così amo definirla
dopo aver letto e apprezzato la sua nuova silloge: L’Estetica dell’Oltre,
edita da David and Matthaus S.r.l.
divisione ArteMuse per la collana Castalide, un progetto editoriale
caratterizzato da una particolare cura per la qualità grafica e l’accuratezza
delle prefazioni. La nuova silloge incrementa il suo già significativo
curriculum poetico, ricco di pubblicazioni e numerosi riconoscimenti letterari
che presentano la poetessa quale artista affermata e pluripremiata.
Estetica, dal greco αισδεσισ
(aisthesis) nel linguaggio semantico è la “percezione sensoriale”, una mediazione del
senso che, abbinata alla preposizione-avverbio “oltre”, lascia già intuire il
profondo messaggio contenuto in questa raccolta di poesie. Nella silloge L’Estetica dell’Oltre, Michela
Zanarella conferma un’evidente evoluzione: Attorno
al sisma del destino/cerco le mie ali… inizia la raccolta con versi sulle origini
della vita: nell’utero elastiche
origini…/ ho appreso come suonano/sembianze
di luce… evidenzia lo sguardo sul fluire del tempo, fissa il divenire: essere nel tempo/che ti sfoglia/corpo e
distanza, si concentra su una via esplorativa del sofferto passaggio
terreno e, nella contemplazione del silenzio: camminano i silenzi/nel guscio della vita… osserva la grazia e il
fascino della natura, ritrova l’equilibrio dell’anima, in cui si riflette la
bellezza divina che svetta oltre la misera condizione umana. Parole intense e
allo stesso tempo delicate, si susseguono irradiando vibranti emozioni, formano
un tessuto compatto dove persino tecnica e forza poetica rimangono costanti. La
maturità stilistica della poetessa si realizza nella successione ritmica di
suoni e armonia che donano melodia e squisita eleganza ai suoi versi, le tante
sfumature metaforiche contribuiscono alla musicalità della lettura.
Michela Zanarella, ispirata dall’eterna musa della
poesia, evoca ed esalta con i suoi versi i sublimi valori dello spirito, gli
stessi elementi naturali quali il cielo, il mare, la luna e le stelle si
manifestano quali entità spirituali e proiettano le nostre emozioni nelle
regioni inesplorate della nostra anima, la sola capace di stimolare noi tutti a
incarnare sulla terra una forza, una qualità, una virtù o un'idea che abita il
mondo divino. Michela è consapevole che la nostra presenza sulla terra rappresenta
un “guscio” di vita, si rivolge al padre perché si renda tramite presso Dio per
una richiesta di comprensione, d’illuminazione e di protezione: chiedi alla sorte/che forma ha la vita/se
esiste un cielo che ci spetta/una pioggia che lava le insidie. Una tale
ricchezza d'immagini è giustificata dall’immediatezza piena in ogni esperienza
estetica, visioni che le permettono di respirarne l’atmosfera, con il tatto del
cuore accoglie il significato velato della realtà inattingibile. Sono certa che
la sua poesia sia un viaggio attraverso le esperienze vissute, dove i sensi
nella loro materialità e corporeità hanno un’attitudine intrinsecamente
spirituale. Credo fermamente che una simile creatività poetica non abbia guide o
maestri specifici, bensì nasca da una propria identità, maturata ed evoluta in
un tragitto di vissuto che la poetessa ha approfondito con coraggio, metodo,
serenità e volontà. In questa silloge, Michela Zanarella tocca temi molto
importanti quali il destino, la solitudine, l’amore; si rivolge all’universo,
si affida all’innata sensibilità, non dimentica mai i luoghi natii e tutto il
genere femminile, sempre pronto a non
temere/ il peso del mondo. I versi lasciano intravedere la luce e il
superamento del nostro nulla di fronte alla vastità dell’Oltre. Non ci è
concesso di procedere al di là di certi confini, laddove “vive l’infinito” eppure la poetessa ci stimola a farlo, perché
l’anima informa il corpo e trova la sua perfezione al di là della realtà
materiale, soggetta a corruzione: dentro
l’insistente avidità di un mondo/che impedisce gli sguardi/di Dio. Non
posso certamente tralasciare la religiosa umanità di Michela che la rende
sempre partecipe nella condivisione della perdita di una persona cara, a tal
punto da plasmare versi che rappresentano autentiche dediche nel ricordo di
grandi personalità della letteratura poetica quali Alda Merini: la cui poesia ripete il mondo/ e le sue origini, Pier
Paolo Pasolini: quel tuo non temere/ la notte/nel lampo che ti
donò/all’inganno… o cari amici: e tu
che hai lasciato/il bordo della vita/nel timore del cielo/dal cerchio dell’eterno/fissi il colore degli Arara… ti sappiamo
sereno/nel silenzio che sporge dalle nuvole…
Ogni
cosa scorre, è: un gocciolare di
memorie/agli angoli del tempo. È nella forza del suo messaggio che la poesia
di Michela Zanarella si presenta quale espressione viva di estro creativo, la
vita può ancora sgorgare anche quando il destino, inteso come valore principale
di fissità, sembra sommergere tutto e diviene un far risuonare in sé, nella
vibrazione della compassione, la voce della sofferenza altrui. La certezza
della verità è legata alla purezza di chi la indaga poiché se ne è dotato, sarà
la stessa capacità intuitiva a rendere visibile quanto ancora rimane
irraggiungibile. Nelle poesie di Michela Zanarella la sensazione visiva è
diversa da quella normale degli occhi, i colori sono come ravvivati da una luce
che non abbaglia ma ancora una volta esprime vita.
La
lettura attenta di ogni suo verso non può che emozionare, e trasmettere
solarità, ogni parola sprigiona carisma, una virtù speciale e personalissima di
questa “nostra” poetessa alla quale rivolgo un sentito plauso e un augurio sincero
per un ampio successo presente e futuro.
Susanna
Polimanti
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