27 nov 2013

Mario De Rosa e la sua poesia: sofisticata e fortemente emotiva

Oggi vi  presento il poeta calabrese Mario De Rosa e la sua silloge: Navigando Silenzi.

Non posso inserire il suo curriculum letterario perché non avrei abbastanza righe per scrivere, mi limito a dirvi che Mario De Rosa è un poeta che ha conseguito vari Premi Letterari ed è Presidente di Giuria in vari concorsi. Spero che la mia recensione alla sua ultima silloge sia in grado di esprimere al meglio il valore della sua poesia.
Buona lettura!






Recensione della silloge: Navigando Silenzi di Mario De Rosa


La silloge poetica Navigando Silenzi di Mario De Rosa, edita da Montedit per la Collana Le schegge d’oro si articola in tre capitoli, in cui spiccano i differenti colori dell’anima del poeta: “Cadendo/foglie d’autunno/affusolate dita/sui tasti solo sfiorati/del mio sentire/dischiudono le porte/d’una magia di colori”. I versi iniziano con un percorso di sentimenti invisibili chiusi nel cuore di un padre che nell’amore verso un figlio trova lo stimolo per una rinata forza e via via divengono dei chiaroscuri come “rotte invisibili/di gabbiani saputi” per poi fermarsi come vere e proprie orme sulla sabbia, dove si ha l’impressione che lentamente o improvvisamente la psicologia del poeta si stia trasformando in una poetica unica, dedicata alla sua famiglia, a un mondo prezioso che vive e palpita nella stupenda cornice della natura. Tra gli elementi naturali forti sono le immagini del vento che “scompiglia i pensieri” e li “porta con sé/fuggiaschi e di un “increspato mare” alle cui onde il poeta affida la sua ispirazione. È dunque la poesia la sua fonte d’ispirazione, a essa si affida, rendendosi libero di uscire come “ladro dall’ombra” e di esprimere sensazioni quanto mai inesorabili nel suo cammino di vita. Seguendo gli sviluppi ravvicinati dei suoi versi si scoprono anche le connotazioni più personali, legate alla memoria, all'autobiografia, alla riflessione intima.
Il poeta Mario De Rosa è una voce imponente nella nostra poetica contemporanea, non a caso ha conseguito vari riconoscimenti in campo letterario oltre che essere presidente di giuria in vari concorsi; egli si presenta al suo pubblico con uno stile sofisticato e un linguaggio finemente elaborato, la poetica di De Rosa è un’esperienza fluida dove le parole sono scelte accuratamente, messe l’una accanto all’altra a formare vedute di luoghi in cui il lettore-ascoltatore si ritrova a muoversi in scenari non più frutto letterario ma reali; i suoi versi riescono a sferzare la coscienza di tutti, toccando pensieri e sentimenti molto profondi, non tralasciando i ricordi rivolti all’infanzia e all’adolescenza, fili conduttori del nostro sentire quotidiano e attuale. Mario De Rosa dona a noi lettori l’immagine reale del valore di essere poeta che egli stesso definisce con queste parole: “Il vero poeta, sai, /è così facile da ferire/ma quasi impossibile/da abbattere”.
La grazia, la gentilezza del suo animo spicca in ogni suo verso quale coscienza e accettazione della sua storia di uomo, di marito ma soprattutto di un padre che conosce il sacrificio e il dolore. Una consapevolezza che lo affranca dall’esistenza e gli offre un’occasione, attraverso la sua naturale capacità di formulare versi, per ricondurre le sue esperienze dolenti in una visione più larga. Il suo verso percorre il cuore di chi s’immerge nella lettura delle sue poesie, senza lasciarlo soffocare tra le pagine di un libro. Una poesia che è fonte di liberazione e stimolo per un difficile cammino di vita dove Mario De Rosa crea un nuovo stato, una diversa dimensione per comunicare al mondo l’essenza della relazione con il proprio figlio, al quale dedica versi struggenti, carichi di un “Diversamente amore” che commuove rendendoci partecipi di quel labirinto e itinerario di vita solcato da profonda malinconia. Nel leggere le poesie di De Rosa ho provato un’intensa emozione, certa di avere accanto l’amico poeta che, prendendomi per mano, mi ha condotta nel suo viaggio nostalgico/esistenziale, alla ricerca di quel misticismo che rimane nascosto e "chiuso" alla comprensione, che Mario De Rosa sottilmente accarezza con la bellissima metafora dell’anima: “M’aiuta a vivere/la dolce prigioniera/compagna, amica, /in un mondo irto di spine”.




Susanna Polimanti
Cupra Marittima 27.11.2013




14 nov 2013

Presentazione del libro di Lorenzo Spurio: La cucina arancione




23 novembre 2013 San Benedetto del Tronto: Presentazione del libro di Lorenzo Spurio: La cucina arancione


Estratto dalla mia recensione:

Con immagini eccentriche e molto colorite Lorenzo Spurio riesce a irrompere in quell’involucro invisibile che è la mente, indagando tra le ossessioni del cervello per comprendere caratteri e azioni di ogni singolo personaggio.  Se è vero che la mente non si avvale sempre e solo di processi logici, occorre infatti studiarne la sua soggettività e intenzionalità. Certamente, al di là di ogni vissuto presente nei racconti, chiara ed evidente appare l’insoddisfazione di un tempo attuale, dove difficoltà e disagi si mascherano dietro a sentimenti di solitudine, chiusura mentale e ignoranza.





2 nov 2013

31 ott 2013

L'ombra di Luca - Un racconto di Cristina Biolcati

Cristina Biolcati mi ha chiesto gentilmente un commento al suo racconto : L'ombra di Luca, pubblicato online con Edizioni Leucotea. Ecco dunque la mia breve recensione:







L’ombra di Luca di Cristina  Biolcati  è un breve racconto che nasce dalla spontaneità del cuore dell’autrice, tocca aspetti psicologici ed emozioni. I protagonisti sono due bambini: Ludovico è “intelligente e curioso” ma molto timido, impacciato e introverso, conosce prematuramente il dolore più grande, la perdita della sua mamma. Luca è un suo compagno di scuola “preciso e ordinato”; a differenza degli altri compagni, ammira Vico, in particolare apprezza la sua capacità di disegnare, lo osserva continuamente ma rimane in silenzio. Luca, diventato uomo, continua a provare dei forti sensi di colpa nei confronti dell’amico Vico, certo di non aver fatto abbastanza per lui, un bambino che si sentiva sempre di troppo in ogni circostanza, finendo per essere solo la sua “ombra”. Ludovico crescendo diventa un pittore di successo e fa in modo che l’amico comprenda quanto sia stata importante la sua complicità seppur silenziosa. Cristina Biolcati ha risaltato con questo breve racconto il grande valore del rapporto di amicizia e quanto siano essenziali condivisione ed empatia per ogni individuo, bambino o adulto che sia, senza alcuna distinzione di classe sociale o differenza caratteriale. Questo racconto racchiude sentimenti autentici e toccanti. Il tema dominante è il distacco di un bambino dalla figura materna, di conseguenza dalla sicurezza e protezione di un tempo spensierato, quale dovrebbe essere l’infanzia.
La lettura risulta piacevole e scorrevole, una descrizione semplice di due linee temporali, per sottolineare sentimenti e stati d’animo che molto spesso non vengono espressi, per vergogna o semplicemente per incapacità comunicativa. La scrittura di un breve racconto può sembrare a prima vista di più facile stesura ma non è esattamente così anzi, occorre maggiore chiarezza e capacità di sintesi. Con pratica, pazienza e passione per la scrittura, un racconto di pochissime pagine può risultare altrettanto commovente e memorabile. Il racconto di Cristina Biolcati  è sicuramente commovente. Brava Cristina!



Susanna Polimanti
Cupra Marittima 31.10.2013


24 ott 2013

A Rende la cerimonia di premiazione del “Memorial Guerino Cittadino” 2° Edizione

La casa della poesia non avrà mai porte”, con i versi della grande poetessa Alda Merini, si annuncia che alle ore 17.00 sabato 26 ottobre 2013, l’Auditorium Parrocchia Sant’Antonio – Commenda di Rende spalancherà le porte ai vincitori della seconda edizione del Premio Internazionale di Poesia “Memorial Guerino Cittadino” istituito e promosso da Anna Laura Cittadino, Presidente dell’Associazione Culturale GueCi, con il nobile intento di ricordare tutte le vittime della malasanità e in particolare dedicato al padre Guerino Cittadino, scomparso nel 2003.
Un secondo e importante appuntamento che attraverso la poesia rinnova il costante impegno dell’Associazione GueCi. La cerimonia di premiazione si avvale del Patrocinio del Ministero dell’Interno, del Comune di Rende nonché del prestigioso patrocinio dell’Università della Pace della Svizzera Italiana.
Presenta e conduce Anna Laura Cittadino. Sarà presente al completo la Giuria del Premio: Mario De Rosa (Presidente di Giuria) Lorenzo Curti (docente-poeta) Susanna Polimanti (scrittrice-recensionista) Giuseppe Salvatore (poeta) Michela Zanarella (poetessa-recensionista). La lettura delle poesie vincitrici sarà interpretata dal poeta Ciccio De Rose. Oltre ai premi relativi alle quattro sezioni: poesia inedita a tema libero, poesia inedita dialettale, poesia inedita a tema: I valori autentici della vita e sezione scuola, verranno consegnati il Premio Speciale Presidenza Università Svizzera Italiana e il Premio Cultura. I trofei che saranno conferiti al primo classificato di ogni sezione sono stati realizzati dall’artista rendese Antonio Oliva, l’antologia invece si “veste” come immagine di copertina dell’opera “L’albero della vita” di Marcello La Neve. Durante la serata sarà conferito il Premio Divulgazione Cultura all’emittente televisiva locale TELEITALIA.
Oltre il ricordo, l’evento sarà a sostegno della Lega del Filo d’Oro. La serata verrà allietata da intermezzi musicali del cantante Andrea De Iacovo e performance artistica della A.S.D. FOREVER “ Sette Note” di Maria Romina Calabrese.
L’invito a partecipare alla cerimonia di premiazione è esteso a chiunque sia interessato e si nutra di ogni forma di espressione poetica, contribuendo con la sua presenza ad accrescere valori sociali e culturali.

22 ott 2013

Michela Zanarella: la poetessa delle immagini e dei sentimenti

Con immensa emozione pubblico la mia recensione alla silloge poetica di Michela Zanarella:  L'Estetica dell'Oltre.

Michela è una poetessa affermata e pluripremiata, a me particolarmente cara. Umanità e sensibilità: "oltre" il tutto.






Michela Zanarella, la poetessa delle immagini e dei sentimenti per eccellenza, così amo definirla dopo aver letto e apprezzato la sua nuova silloge: L’Estetica dell’Oltre, edita da David and Matthaus S.r.l. divisione ArteMuse per la collana Castalide, un progetto editoriale caratterizzato da una particolare cura per la qualità grafica e l’accuratezza delle prefazioni. La nuova silloge incrementa il suo già significativo curriculum poetico, ricco di pubblicazioni e numerosi riconoscimenti letterari che presentano la poetessa quale artista affermata e pluripremiata.
Estetica, dal greco αισδεσισ (aisthesis) nel linguaggio semantico è la “percezione sensoriale”, una mediazione del senso che, abbinata alla preposizione-avverbio “oltre”, lascia già intuire il profondo messaggio contenuto in questa raccolta di poesie. Nella silloge L’Estetica dell’Oltre, Michela Zanarella conferma un’evidente evoluzione: Attorno al sisma del destino/cerco le mie ali… inizia la raccolta con versi sulle origini della vita: nell’utero elastiche origini…/ ho appreso come suonano/sembianze di luce… evidenzia lo sguardo sul fluire del tempo, fissa il divenire: essere nel tempo/che ti sfoglia/corpo e distanza, si concentra su una via esplorativa del sofferto passaggio terreno e, nella contemplazione del silenzio: camminano i silenzi/nel guscio della vita… osserva la grazia e il fascino della natura, ritrova l’equilibrio dell’anima, in cui si riflette la bellezza divina che svetta oltre la misera condizione umana. Parole intense e allo stesso tempo delicate, si susseguono irradiando vibranti emozioni, formano un tessuto compatto dove persino tecnica e forza poetica rimangono costanti. La maturità stilistica della poetessa si realizza nella successione ritmica di suoni e armonia che donano melodia e squisita eleganza ai suoi versi, le tante sfumature metaforiche contribuiscono alla musicalità della lettura.
Michela Zanarella, ispirata dall’eterna musa della poesia, evoca ed esalta con i suoi versi i sublimi valori dello spirito, gli stessi elementi naturali quali il cielo, il mare, la luna e le stelle si manifestano quali entità spirituali e proiettano le nostre emozioni nelle regioni inesplorate della nostra anima, la sola capace di stimolare noi tutti a incarnare sulla terra una forza, una qualità, una virtù o un'idea che abita il mondo divino. Michela è consapevole che la nostra presenza sulla terra rappresenta un “guscio” di vita, si rivolge al padre perché si renda tramite presso Dio per una richiesta di comprensione, d’illuminazione e di protezione: chiedi alla sorte/che forma ha la vita/se esiste un cielo che ci spetta/una pioggia che lava le insidie. Una tale ricchezza d'immagini è giustificata dall’immediatezza piena in ogni esperienza estetica, visioni che le permettono di respirarne l’atmosfera, con il tatto del cuore accoglie il significato velato della realtà inattingibile. Sono certa che la sua poesia sia un viaggio attraverso le esperienze vissute, dove i sensi nella loro materialità e corporeità hanno un’attitudine intrinsecamente spirituale. Credo fermamente che una simile creatività poetica non abbia guide o maestri specifici, bensì nasca da una propria identità, maturata ed evoluta in un tragitto di vissuto che la poetessa ha approfondito con coraggio, metodo, serenità e volontà. In questa silloge, Michela Zanarella tocca temi molto importanti quali il destino, la solitudine, l’amore; si rivolge all’universo, si affida all’innata sensibilità, non dimentica mai i luoghi natii e tutto il genere femminile, sempre pronto a non temere/ il peso del mondo. I versi lasciano intravedere la luce e il superamento del nostro nulla di fronte alla vastità dell’Oltre. Non ci è concesso di procedere al di là di certi confini, laddove “vive l’infinito” eppure la poetessa ci stimola a farlo, perché l’anima informa il corpo e trova la sua perfezione al di là della realtà materiale, soggetta a corruzione: dentro l’insistente avidità di un mondo/che impedisce gli sguardi/di Dio. Non posso certamente tralasciare la religiosa umanità di Michela che la rende sempre partecipe nella condivisione della perdita di una persona cara, a tal punto da plasmare versi che rappresentano autentiche dediche nel ricordo di grandi personalità della letteratura poetica quali Alda Merini: la cui poesia ripete il mondo/ e le sue origini, Pier Paolo Pasolini: quel tuo non temere/ la notte/nel lampo che ti donò/all’inganno… o cari amici: e tu che hai lasciato/il bordo della vita/nel timore del cielo/dal cerchio dell’eterno/fissi il colore degli Arara… ti sappiamo sereno/nel silenzio che sporge dalle nuvole…
Ogni cosa scorre, è: un gocciolare di memorie/agli angoli del tempo. È nella forza del suo messaggio che la poesia di Michela Zanarella si presenta quale espressione viva di estro creativo, la vita può ancora sgorgare anche quando il destino, inteso come valore principale di fissità, sembra sommergere tutto e diviene un far risuonare in sé, nella vibrazione della compassione, la voce della sofferenza altrui. La certezza della verità è legata alla purezza di chi la indaga poiché se ne è dotato, sarà la stessa capacità intuitiva a rendere visibile quanto ancora rimane irraggiungibile. Nelle poesie di Michela Zanarella la sensazione visiva è diversa da quella normale degli occhi, i colori sono come ravvivati da una luce che non abbaglia ma ancora una volta esprime vita.
La lettura attenta di ogni suo verso non può che emozionare, e trasmettere solarità, ogni parola sprigiona carisma, una virtù speciale e personalissima di questa “nostra” poetessa alla quale rivolgo un sentito plauso e un augurio sincero per un ampio successo presente e futuro.





Susanna Polimanti



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