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17 nov 2017
8 nov 2017
Il culto dei sentimenti più nobili e delicati nella poetica di Paolo Landrelli
“
L'esperienza morale di ogni uomo avviene nella coscienza[…]”
( Sant’Agostino d’Ippona)
Paolo Landrelli è un uomo rispettoso e riservato, un
poeta di grande generosità, sensibile agli odori e ai profumi della sua terra
di Calabria:“Culla di tradizioni[,]/ di
dolci e caldi cuori[;]/larghi sorrisi/e lacrime di sale”; il culto dei sentimenti più nobili e
delicati costituisce le note più caratteristiche di tutta la sua poetica. Dalle
due sillogi:“Bombilari” in dialetto calabrese di Bombile di Ardore e “Inseguendo
il nulla”, entrambe pubblicate nel 2015 rispettivamente con Arti Grafiche
Edizioni e Aletti Editore, si evince un
animo costantemente in bilico tra la tristezza e l'allegria “e sempi[,]quando mi ment’a scriviri[,]/si
miscita tristizza ed allegria”, così come costanti sono le correlazioni tra
il cielo e la terra e quanto l’uomo e i suoi pensieri siano sopraffatti e
intralciati nella propria condotta morale, tesa a ricercare un senso di verità
che sfugge, tra l’effimero e il fugace di un cammino terreno, inevitabilmente frustrante
e responsabile di una soffusa inquietudine: “Inseguendo il nulla[,]/camminando sopra un filo/io vivo.”
Quelle che sono state la sua esperienza professionale e la consapevolezza di un suo ruolo
istituzionale, hanno permesso a Landrelli
di scandagliare certi rischiosi doppi fondi dell’animo umano che, grazie a una
precisa intuizione poetica, si trasformano in fiamma sottile d’immagini, alla ricerca di un qualcosa di stabile, un
punto di riferimento che si manifesta con la presenza di un dialogo con Dio
“Nell’amore infinito/verso il mio
creatore[.]/Ogni giorno ritrovo/la forza di vivere.”
Il pregio di una semplicità nello
stile, in contrasto con l’artificiosità del ricercato, rende tale poetica l’espressione
genuina, trasparente e diretta di una valida ispirazione lirica e di
conseguenza, non legata a temi evanescenti e lattiginosi oppure a temi civili e
sociali, verbosamente svolti secondo lo schema declamatorio e massificato del
genere attuale. L’io lirico coglie il mondo
umbratile e disperso di voci, di echi fatti di ripiegamenti, di dubbi, di
indistinte e vaghe ansie, di tentativi compiuti
allo scopo di ancorare il proprio spirito alla speranza di un approdo, se non
proprio a una certezza, che genera una fede percepita in un animo che sa assaporare
il senso della vaghezza soggettiva, quella propria solitudine che è conquista di
un alto senso di sé. La poesia, dunque, quale esorcizzazione di falsi scopi e miraggi
illusori, quale procuratrice della salute dell’anima e rifugio nella voce delle
cose, dei luoghi e della natura, della
celebrazione della pace operosa dei campi, dei personaggi dell’infanzia,
della tristezza delle esistenze troncate, del rimpianto, delle attese, delle
speranze deluse, delle vite rimaste senza conforti o semplicemente,del senso
misterioso e trepido di un tramonto o di
un’aurora “Dondola il sole/danzando sul
tramonto[,]// ad infiammare ancora il cielo/ con gli stessi colori
dell’aurora[;]/che mistero.” Un inno commosso alla natura rigeneratrice
della sua terra natia, uno
sguardo indietro verso gli anni in cui la purezza dello sguardo, la semplicità delle
ambizioni e la voglia di vivere non conoscevano limiti. Stupende
le liriche dedicate alla mamma e a “Nonnu Carminu”, ricche del pathos della nostalgia, tra l’invisibile e il visibile sulla distanza del tempo “[…] Tu si la mamma mia[,]mi dasti ‘a vita/e a vita tua fù tutta ‘na volata
[…]pecchì eu ora te tegnu ‘nto cori[…]”. “Nonno[…]volgengo lo sguardo/ verso il
cielo[,]pieno di luce/ troverò il tuo volto[…]”
Significativo valore divulgativo della forma poetica e filone
maggiormente percorso dal Nostro è la parlata locale, ove il fascino dell’antico e del naturale è destinato a essere
considerato quale elemento di un bene culturale legato alla sua stessa identità
calabrese.
Sempre attenti alla creazione suggestiva, i versi si colorano
di uno struggente anelito verso la serenità e il raccoglimento, vi persiste un
avvicinarsi alla realtà in un’alternanza di silenzio ed espressione di fede di
un sentimento ardente nella purità di un
canto: “Dei dubbi miei a Dio chiedo perdono/e schiudo
le ali per un altro volo”;
qui, lo sguardo disilluso del poeta si fa ideale contemplativo di pace, con
accenti di commosso compianto verso l’ombra di un sistema inafferrabile e proteiforme “[…] più avanza il progresso più avanza
l’orrore”.
Elemento
incisivo, costante e determinante della poetica è il colloquio interiore a tu
per tu con una coscienza, intesa come atto
vissuto di “coscienziosità”, connotata dalla caratteristica del tendere verso
la più segreta intimità, dove risuonano la voce di Dio e l’incontro con Lui.
Paolo Landrelli è
consapevole dell’evidenza del rapporto esistente tra il mestiere di poeta e il
mestiere di vivere: “Mi trovi sempre ovunque mi
nascondo[,]/sconquassi il mio corpo e la mia mente[,]/tu scavi[,]scavi sempre
nel profondo[,]/io scappo[,]scappo[,]scappo inutilmente.” e raffigura
l’immagine ideale del poeta che, soffrendo la passione dell’esistenza,
raggiunge infine la trasfigurazione della vita: “ Poi ancora avanti[,]controvento.”
Dallo sconforto alla speranza, dal disorientamento di un
mondo falso alla ricerca di un mondo vero e migliore, ove la concezione poetica
possa realmente divenire luogo privilegiato del linguaggio universale,
fondamento dell’Essere in quanto creatura di Dio.
I poeti “[…]danno
anima alle parole/e non abbassano gli occhi”... essi hanno l’alto incarico
e l’importante missione di giustificare il senso dell’Essere.
25 ott 2017
4° Premio Letterario "Città di Fermo"
4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO”
La Libera Associazione Culturale ARMONICA-MENTE di Fermo presieduta da Nunzia Luciani, con il Patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Fermo, del Comune di Fermo e dell’Ufficio Nazionale CEI per la pastorale, il tempo libero, turismo e sport e con la collaborazione dell’Associazione Culturale GueCi di Rende (CS), indice la 4° Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo”. L’edizione 2018 contempla due sezioni aggiuntive (E –F) in riferimento a opere edite di poesia.
Regolamento
1. Il premio è aperto a tutti gli autori italiani senza limiti di età ed è articolato nelle seguenti sezioni:
Sezione A – Poesia in lingua italiana a tema libero
Sezione B – Poesia religiosa in lingua italiana
Sezione C – Poesia in dialetto (con relativa traduzione)
Sezione D – Lettera aperta a tema libero
Sezione E – Opera seconda (secondo libro di poesia edito di nuovi autori)
Sezione F – Grande Stile (libro di poesia edito negli anni 2016-2017)
*I testi delle singole poesie presentati nelle sezioni A) B) e C) possono essere editi e inediti ma non dovranno aver conseguito un 1°, 2°, 3° premio in precedenti concorsi letterari, pena l’esclusione dal concorso.
* Non possono partecipare al premio i testi o i libri dei membri della giuria attuale, né quelli delle precedenti edizioni *
SEZIONI A) B) C) D)
2. Per le sezioni di Poesia in lingua italiana, religiosa e dialetto (A, B e C) si potrà partecipare inviando un’unica poesia, che non dovrà superare gli 30 versi di lunghezza.
3. Per la sezione D - Lettera aperta a tema libero, si potrà partecipare inviando un unico testo munito di titolo che non dovrà superare le 3 cartelle editoriali (una cartella editoriale corrisponde a 1800 battute spazi inclusi). Il testo della lettera può essere autobiografico o di qualsivoglia contenuto e rivolto verso qualsivoglia destinatario.
4. Per la partecipazione alle sezioni A) B) C) e D) è richiesto un contributo di € 10,00 per ognuna delle sezioni a cui si intenda partecipare.
5. Il partecipante dovrà inviare il testo che propone al concorso in 6 copie cartacee, tutte rigorosamente anonime, assieme alla ricevuta del versamento e la scheda contenente i propri dati personali con l’autorizzazione al trattamento dati, entro la scadenza del 31 gennaio 2018, all’indirizzo della Segreteria dell’Associazione Armonica-Mente:
Premio Letterario “Città di Fermo”
c/o Maria Teresa Silenzi
Via Panfili 148
63822 - Porto S. Giorgio (FM)
Le opere che giungeranno oltre tale termine non saranno tenute in considerazione e, in ogni caso, farà fede la data del timbro postale o la data di ricezione della mail.
INOLTRE una copia del proprio elaborato va inviato anche via mail a: premiocittadifermo@gmail.com (esclusivamente in formato word).
6. Il contributo per spese organizzative potrà essere inviato con una delle seguenti modalità:
Postepay - Numero tessera: 4023 6006 6599 3632
Intestata a Nunzia Luciani - CF: LCNNNZ54H48G920P
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” – Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D
Bonifico bancario - IBAN: IT24X0538769660000000553815
Intestato a Armonica-Mente
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” - Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D
In via alternativa sarà possibile inviare contanti, ben occultati nel plico assieme agli altri materiali richiesti. Alla ricezione dei materiali verrà inviata una mail di conferma alla mail indicata nella scheda dei dati di partecipazione al premio.
7. Non vengono accettate opere che presentino elementi razzisti, denigratori, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione.
8. La Commissione di giuria per le sezioni A, B, C e D è composta da esponenti del panorama culturale e letterario, regionale e nazionale:
Sez. A: Susanna Polimanti, Filippo Davoli, Cinzia Franceschelli, Nuccia Martire, Michela Zanarella,
Anna Laura Cittadino, Maria Giovanna Bonaiuti
Sez. B:: Mons. Mario Lusek, Susanna Polimanti, Filippo Davoli, Maria Giovanna Bonaiuti, Cinzia Franceschelli, Cristina Manzini
Sez. C : Susanna Polimanti, Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli, Maria Giovanna Bonaiuti
Sez. D Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Anna Laura Cittadino, Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli, Cristina Manzini
Il giudizio della giuria che esaminerà le opere pervenute al concorso e decreterà i vincitori è insindacabile e inappellabile.
I Premi saranno stabiliti come di seguito indicato:
Sezioni A, C e D:
1° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e € 150,00 (centocinquanta euro). 2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libri, 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria
Sezione B :
1° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso. 2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libro, 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria
La Giuria deciderà di decretare ulteriori Premi Speciali ed eventuali Menzioni a proprio insindacabile giudizio oltre alle targhe: Premio Speciale Associazione Culturale GueCi di Rende(CS) per la sezione A Poesia in lingua italiana e Premio Speciale CEI per la sezione B Poesia religiosa.
9. I vincitori del 1°, 2° e 3° Premio e Premi Speciali sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione per ritirare il premio. In caso di impossibilità e solo per riconoscimenti minori sia il premio che il diploma potranno essere spediti a casa dietro pagamento delle spese di spedizione o essere ritirati tramite delega scritta. I premi in denaro, se non ritirati personalmente verranno incamerati dall’Associazione per future edizioni del Premio.
10. Tutti i testi dei vincitori assoluti, premi speciali ed eventuali menzionati saranno pubblicati nel volume antologico che sarà presentato nel corso della premiazione.
11. L’Associazione Armonica-Mente destinerà in beneficenza parte dei proventi derivanti dalla vendita delle antologie a realtà bisognose di aiuto nel territorio del Fermano, scelte a propria discrezione.
12. La partecipazione al concorso implica l’accettazione di tutti gli articoli che compongono il presente bando.
SEZIONE E) - Opera seconda
L’intenzione di questa sezione è quella di individuare quali autori mostrano una tenuta o una crescita nello stile e nella qualità dopo il libro d’esordio.
1. Alla sezione possono partecipare opere seconde edite in lingua italiana, pubblicate nel 2016 - 2017.
2. Non si accettano antologie né edizioni in formato e-book o in qualsiasi altro formato che non sia cartaceo.
3. I libri in numero di quattro copie dovranno essere inviati dall’autore o dalla sua casa editrice esclusivamente per posta ordinaria (preferibilmente per “piego di libri”) assieme alla ricevuta del versamento e alla scheda contenente i propri dati personali con l’autorizzazione al trattamento dati, indicando sulla busta la dicitura “PCF – Opera seconda”, entro il 31 gennaio 2018, all’indirizzo della Segreteria del Premio:
Premio Letterario “Città di Fermo”
c/o Maria Teresa Silenzi
Via Panfili 148
63822 - Porto S. Giorgio (FM)
4. In mancanza di uno dei precedenti requisiti richiesti, il volume non sarà ammesso al concorso.
5. Il giudizio della Giuria è insindacabile.
6. I volumi pervenuti non saranno restituiti.
7. È previsto un contributo di € 10,00 per spese organizzative. Il corrispettivo può essere versato secondo una delle seguenti modalità:
Postepay - Numero tessera: 4023 6006 6599 3632
Intestata a Nunzia Luciani - CF: LCNNNZ54H48G920P
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” – Sez. E)
Bonifico bancario - IBAN: IT24X0538769660000000553815
Intestato a Armonica-Mente
Causale: 4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” - Sez. E)
8. È previsto un solo premio, consistente in € 500,00 (cinquecento euro).
9. Il premio dovrà essere ritirato personalmente dal vincitore. In caso di assenza, il vincitore ha diritto al titolo dal premio, ma non al corrispettivo in denaro.
10. In caso lo ritenga necessario, la Giuria può segnalare anche altre opere pervenute, senza che tuttavia queste abbiano diritto a corrispettivi in denaro.
11. La giuria è composta da Filippo Davoli, Giancarlo Sissa, Gabriel Del Sarto, Massimo Morasso, Jonata Sabbioni,
Susanna Polimanti.
SEZIONE F) - GRANDE STILE
La sezione intende segnalare e premiare i libri più significativi di poesia italiana editi nel biennio precedente. La segnalazione è affidata a una Giuria critica, mentre l’individuazione del vincitore assoluto è di competenza di una Giuria popolare formata da cittadini fermani residenti, provenienti da tutte le categorie sociali e professionali. La conformazione del Bando consente la promozione dei libri e della poesia, il coinvolgimento vero della Città di Fermo e, naturalmente, la valorizzazione dei libri più meritevoli.
1. La giuria critica si incarica di segnalare, a proprio insindacabile giudizio, tre libri di poesia in lingua italiana, editi tra il 2016 e il 2017.
2. Non sono ammesse a partecipare riedizioni di volumi editi precedentemente o antologie.
3. Detti tre libri, da considerarsi vincitori del Premio, verranno sottoposti al voto della giuria popolare, mediante un incontro con i tre rispettivi autori, per la decretazione del vincitore assoluto, durante la serata di Premiazione.
4. È obbligatoria la partecipazione degli autori alla serata di premiazione, pena la decadenza dal Premio.
5. Il premio del vincitore assoluto consiste in un assegno di € 1000,00 (mille euro).
6. A disposizione dei membri della giuria popolare ci saranno quattro copie di ogni volume finalista, presso la Biblioteca comunale di Fermo, gratuitamente consultabili;
7. In caso di mancata partecipazione dell’autore alla serata di premiazione, il suo libro finalista decade dalla possibilità di vincere il premio assoluto.
8. La giuria critica è composta da Filippo Davoli, Giancarlo Sissa, Massimo Morasso, Gabriel Del Sarto, Emanuele Franceschetti.
CERIMONIA DI PREMIAZIONE
La cerimonia di premiazione si terrà nella città di Fermo nel mese di giugno 2018.
Luogo e data saranno comunicati successivamente a tutti i partecipanti al premio.
NUNZIA LUCIANI - PRESIDENTE DEL PREMIO E PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE CULTURALE ARMONICA-MENTE
SUSANNA POLIMANTI - PRESIDENTE DI GIURIA (SEZIONI A-B-C-D)
FILIPPO DAVOLI - PRESIDENTE DI GIURIA (SEZIONI E- F)
Per qualunque informazione rivolgersi all’indirizzo mail: premiocittadifermo@gmail.com
4° PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO”
Scheda di Partecipazione al Concorso Sezioni A, B, C, D, E
La presente scheda compilata è requisito fondamentale per la partecipazione al concorso. Alla scheda va, inoltre, allegata l’attestazione del pagamento della relativa tassa di lettura per posta entro il 31 gennaio 2018
Nome/Cognome ____________________________________________________________________________________________________________
Nato/a __________________________________________________________________________ il ___________________________________________
Residente in via _____________________________________________________________________________________________________________
Città__________________________________________________ Cap __________________ Prov. __________________________________________
Tel. ___________________________________________________Cell.___________________________________________________________________
E-mail ______________________________________________________Sito _____________________________________________________________
Partecipo alla/e sezione/i (indicare vicino il titolo del testo proposto o, in sua assenza, il primo verso della poesia):
□ A –Poesia in italiano a tema libero ______________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ B –Poesia religiosa _________________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ C –Poesia in dialetto _______________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ D –Lettera aperta a tema libero __________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
□ E –Opera seconda __________________________________________________________________________________________________________
__________________________________________________________________________________________________________________________________
Data___________________________________________ Firma ________________________________________________________________________
□ Dichiaro che il/i testi che presento è/sono frutto del mio ingegno e che ne detengo i diritti a ogni titolo.
□ Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art. 13 del D. Lgs. 196/2003.
Data__________________________________Firma ___________________________________
12 ott 2017
"Refoli di parole" di Elvio Angeletti: la preziosa semplicità dell'autentica poesia
“Tra i respiri della natura
mi porgo, aspettando
caldi refoli di parole
che mi tolgano
la maglia grigia dell’inverno!”
Un ritratto di fanciulla sfumata
ed eterea, dell’artista Cesy Miriel Ciotti, apre la nuova silloge poetica di Elvio Angeletti “Refoli di parole”(INTERMEDIA
Edizioni) i cui versi mostrano palesemente una
preziosa semplicità di un’atmosfera quasi magica, fortemente empatica.
Il refolo è sinonimo di soffio e
di conseguenza dello Spirito, dell’influsso spirituale di origine celeste che
improvviso si alza o si placa, generando nell’intimo del poeta, il Verbo; esso
è il sovrano del campo sottile, intermediario tra la terra e il cielo, penetra,
infrange e purifica “Ho creato
un’immagine/fatta di parole e di sogni/ che fulgidi rapiscono i respiri”.
Una versatilità che non si fissa
su particolari tematiche e non impone a un percorso di vita alcuna regola né
costrizione ma lo vive in tutte le sue manifestazioni, non esitando ad
avvolgerlo in un alone di poesia. Ogni verso riconduce al sollievo, a
un’emozione gioiosa o sofferta nonché al ricordo “Il vivere mio sarà un ritornello/che ricorderà tutti i giorni/chi mi ha
regalato una carezza”ove l’io poetico parla di sé ma è perfettamente in
grado di parlare per tutti, sconfigge il tempo e lo ferma con grazia “ Nei momenti/dei miei giorni senza
confini/sbaraglio i battiti del tempo[,]/come chiodi appesi nel vuoto/a
sostenere la mia mente assonnata”.
In ogni lirica, stile e
linguaggio sono visivi e descrittivi, misurano una profonda umanità,
sottolineano un alto valore di simbolo morale ed evidenziano quella compostezza
formale propria della personalità di Elvio
Angeletti . Ciò che maggiormente si evince è che in tale poetica la ragione
del sentimento è ben determinata a farsi valere, cercando nelle estasi segrete
dell’anima qualunque battito, colore o luce che attenui l’angoscia mentale di
quanto nel mondo possa indebolire la nostra serenità. Il poeta non fugge dalle
amarezze cosmiche ma riesce a trasfigurarle in autentica poesia e coerenza
figurativa, scegliendo parole e aggettivi che evocano profumi e istantanee di
condivisa intimità. Le parole nascono e si rafforzano dall’introiezione dei
diversi aspetti della natura, conferendo al verso uno strano fascino e una
grande suggestione.
Credo fermamente che la poesia
per Angeletti sia un’ancora di
salvezza poiché, rimodellando su proprie immagini ideali il suo senso, a volte
di frustrazione, la stessa diviene
terreno fertile per risposte semplici a interrogativi esistenziali, in una
struttura meno possibile articolata e dunque comprensibile al massimo.
Non meno importante è l’elemento spirituale che pervade la
silloge. Infatti, secondo l’esperienza religiosa, la divinità può apparire
accompagnata dal dolce mormorio del
vento o nel fragore della tempesta “Mi
tolgo/il cappello e le scarpe/ e guardando il soffitto/cerco una preghiera”.
Quello spazio vuoto ove soffia il vento è un potente simbolo di energia; è nella trasformazione del vento che
nasce una nuova luce, risplende e dilegua le tenebre.
Mi sovviene una stupenda citazione
della poetessa Alda Merini: “la poesia è la pelle del poeta”e trovo che sia un riferimento perfetto per tale
personalità di artista sensibile ed emotivamente attento al vagheggiamento
della bellezza e del sogno, in cui egli ama indugiarsi con profonda armonia e particolare simbiosi; allo stesso tempo, mi
piace pensare che possa avere una qualche parentela di pensiero e di
spiritualità con il libanese Khalil Gibran.
3 ott 2017
"La luce, a volte" di Filippo Davoli
“Certe notti mi fermo
a parlare con la luna.
Non le dedico versi,
le sussurro nemmeno parole, le dico sguardi che girano il mondo
E lei si volta, mi
mette a parte del segreto
Che è la sua vita dove
non si vede.”
“ La luce, a volte” (Liberilibri di AMA Srl- 2016), recente
opera poetica di Filippo Davoli, è
senza alcun dubbio degna di essere ascritta tra le maggiori produzioni
letterarie del nostro tempo. Il suo valore di certa rilevanza stilistica
rappresenta un modello intellettuale per gli amanti della poesia, per i neofiti
del genere nonché per quanti si accostano alla poesia ancora “imberbi”,
trasformando in mere elucubrazioni mentali la sublimità di tale arte o, peggio,
rimangono ingabbiati in tematiche di massa ”[…]
dove si sporca/la più fitta integrità del dono[,][…]”.
Siamo di fronte a squarci di vera
poesia che denotano una ricchezza di sensibilità e padronanza tecnica del verso
per forma, linguaggio e contenuti dal carattere esegetico e omnicomprensivo. Davoli, serenamente, riesce a
trasformare in poesia anche quegli aspetti impoetici della realtà con le
attenzioni e la delicatezza proprie di chi accarezza un essere amato.
Una poetica melodiosa e garbata che evoca e fissa melodie antiche di
una quotidianità di colori, suoni e tempi di chi sa accettare, sorridere,
tacere con la sua rappresentazione interiore ricostruita, pronta ad
accogliere in sé, a incorporare un mondo esterno. La musicalità e il ritmo del verso sono il risultato di un impegno
onesto e di un’espressione dignitosa, nel rispetto di una metrica modulata
e ben distribuita negli accenti, senza con ciò caricare con particolari
articolazioni ciò che puramente è ispirazione e che approda a una poetica
forte, sincera, pulita ed esatta, di autentica essenzialità anche laddove il
verso si allunga.
L’io poetico si esprime, esplode e implode “Ma forse è della poesia questo farsi/uno in altri[,]io un altro[.] Un
altro io”, si moltiplica, ristabilisce le sue potenzialità relazionali con
gli sfondi quotidiani e trova qui modo di esprimersi liberamente, dandoci un completo
ritratto degli aspetti più o meno buoni di una personalità complessa. Nelle
poesie si evince un superamento del dubbio scettico sulla base
dell’ineliminabile connessione fra pensare ed essere “ Abito nel segreto i miei sogni a colori[.]/ Vivo una vita parallela[,]
a puntate”
Il divino albeggia nell’anima, del finito con l’infinito,
poiché nella parola l’Essere esprime se stesso immediatamente e la poesia è
stato di grazia, di illuminazione, di veggenza e di purezza.
La rivelazione e una lettura
provvidenziale dei
segni del tempo rendono essenziale il valore della poesia e della sua singolare forza carismatica;
la nascita assolutamente incontaminata del poetico, in quanto originario
sgorgo, è anche il più alto sentimento di sacralità “ Ma non privarmi[,]tu[,] del tuo sorriso/che addolcisce la pena[.] Tu
che mi ascolti tremare/ nel delirio del fuoco e dell’aria”.
L’intimismo di una dimensione di
quotidianità, di sfondi di una natura cittadina, di paesaggi abituali, persino
l’incontro con il ricordo dei propri cari, creano immagini di vibrante e
sincera effusione lirica. Il poeta è capace di subitanee illuminazioni,
indubbiamente sostenuto dalla religiosità della contemplazione e da quella luce
ritrovata nell’attesa notturna, silenziosa e trepidante che sembra scavare nel
profondo “Nessuno lo può sapere se non Ti
incontra[.]/ Che la gloria che Ti riveste è la luce/ dei nostri giorni redenti”.
La poesia di Davoli meriterebbe un discorso più ampio e completo che non queste
semplici note. Sicuramente una conoscenza della sua opera non può che arricchire
l’anima umana, dacché il suo tempo non sarà perduto se il nostro spirito
conserva dopo la lettura delle sue liriche, una vivificante leggerezza, data
dall’analisi di una poetica che sa adattarsi a ogni aspetto o momento della sua
attenta psicologia, della sua profonda cultura
e familiarità con concetti e parametri di pensieri tipici anche della
filosofia.
10 set 2017
"Versi d'autunno" di Antonio Damiano: una stagione che incede silenziosa fuori e dentro di noi
“Fa' così, caro Lucilio: rivendica a te il
possesso di te stesso, e il tempo, che finora ti veniva sottratto apertamente,
oppure rubato, oppure ti sfuggiva, raccoglilo e conservalo”
(Seneca - Il valore
del tempo- Epistula ad Lucilium, 1)
“Versi d’autunno” (Genesi
Editrice- marzo 2016) è una silloge poetica di Antonio Damiano che ha meritatamente conseguito il 1° Premio
dell’Area poeti della tradizione, alla V Edizione del Concorso Letterario “I
Murazzi” di Torino. Si tratta di un’opera eccellente, ricca di maturi spasimi e
attese crepuscolari, in un attento scandaglio interiore verso un consapevole
bilancio di un vissuto che si dipana nel tempo e scorre come “solinga attesa”:“La vita è già passata[;] è già oltre[…]Ma cosa mai posso fare[…]così
vecchio[,]/Così stanco[…]”.
Attraverso l’intera poetica si
profilano continui, il senso della caducità
della vita, degli sforzi umani e un rapido trasformarsi di ogni esperienza,
percepita con travolgente trasporto nella costante e inestinguibile emozione
del ricordo. Per originaria accezione, nella parola “autunno” risuonano sia
la lentezza irrimediabile di luci sparenti, di cieli amplissimi che si spengono
sia il godere del nostro tempo migliore,
quello della pienezza dell’essere; una
stagione che incede silenziosa fuori e dentro di noi di cui il poeta si
rende cantore. Dal fluire e svanire delle cose si alza, unica, anelata fonte di
salvezza e d’eternità l’Arte, intesa come creazione poetica; in essa implodono
tutti i tormenti e tutte le estasi, mettendo a nudo il sentimento più intimo
del poeta “Ognuno ha
un’isola nel cuore [,] un’Itaca/Lontana[,]che traluce nei suoi occhi/Sospesa
nel ricordo[.] E lo accompagna[…]”.
Il Nostro si sente pervaso dalla lacerante coscienza di avere
ormai irrimediabilmente dietro di sé quell’Eden di intatta innocenza, di
totale identità tra io e natura, di perfetta comunione tra fantasia e realtà,
al quale da adulti si cerca sempre, ahimè senza speranza, di fare ritorno “ Non c’è ritorno verso quello che vorrei[,] /
Che riluce nei miei occhi con immagini/ Beate dell’implume primavera[.] / E
nube senza vento ristagna sui miei giorni[,] / Offuscando il tempo
dell’immemore stagione”.
La natura si mitizza nella memoria e assurge a serbatoio di purezza
incontaminabile, perpetua promessa di conforto persino alle incongruenze
inferte dallo scambio sociale.
Sfondo privilegiato è la Campania , sua terra
d’origine: riserva di bellezza con i suoi paesaggi e tradizioni, che nel verso
ritornano attraverso la voce della saggezza, per ricomporre frammenti e smorzare
l’angoscia di un allontanamento che la vita ha imposto ma che è anche occasione
di raccoglimento, garante di autenticità e distanza salutare dall’inevitabile
grigiore della routine quotidiana, in un “perenne
divenire”… “La stagione appen si muove
nei suoi lenti/Mutamenti [;] cresce e si distende[,] cangia/ E trascolora[…]”.
Il verso, ritmato delicatamente
dalla pulsione al ritorno e un io poetico depositario della memoria,
sottolineano la fugacità e la precarietà dell’esistenza umana: “È il Tempo il signore della vita”. Appaiono
evidenti i richiami al “Sentimento del
Tempo” ungarettiano mentre la particolare nostalgia, rappresentata dal
ricordo della giovinezza trascorsa, le relazioni intersoggettive e il nido
familiare, rimandano alla pascoliana “Myricae”.
Lo stile è
contrassegnato da grande raffinatezza formale e si esplica in una puntigliosa
fedeltà al ritmo e all’impasto musicale con
frequenti enjambements, di qui un
verso lungo segnato da naturali e armoniose cesure che ascrivono questa silloge
tra le migliori nella vastità delle opere poetiche
contemporanee. La continuità
degli echi, la multiforme e sfaccettata vitalità di spunti e voci creano un
universo elegiaco dove la desolazione del presente, accompagnata dallo spirito malinconico
del passato, ricorda le liriche di stampo ovidiano.
Per
cogliere al meglio il segreto della poetica di Damiano, occorre
avvicinarsi al suo con-sentire, cioè sentire insieme agli altri, presago di un indebolimento dell’individuo di fronte
all’incombere di una decadenza di valori, prediligendo i più elevati beni
intrinseci verso un anelito di fraterna intesa umana, che possano contrastare
le paurose incognite di un’epoca distratta e disorientata. Non esiste un vero e proprio antidoto alla nostalgia, il
poeta è più che consapevole delle tante malinconie che ritornano,
che danno il senso, non della perdita, ma di quell'eterna ciclicità di cui
tutti facciamo parte e a cui tutti tendiamo. La stanchezza crepuscolare non si
delinea come un segno di sconfitta e di rinuncia ma si dissolve in un’aurea di
sofferta dignità, in attesa di raggiungere quella “terra promessa”… “Allorquando
la luce terrena si spegne”. Il
poeta sembra chiudersi in se stesso, non più desideroso di udire i rumori del
tempo, eppure questo tempo non lo trova distratto o indifferente, al contrario: i suoi versi tendono a disseppellire quella
fede che dona a ogni uomo la possibilità di sollevarsi al di sopra del mondo e
delle sue miserie, per comprendere meglio la vita ed anche la morte.
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