http://www.poetipoesia.info/racconti/miseria/
13 set 2013
Madre Teresa di Calcutta
Oggi voglio inserire queste bellissime parole di Madre Teresa di Calcutta, che io amo moltissimo:
Non aspettare di finire l’università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera,
l’estate,
l’autunno o l’inverno.
Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.
(Madre Teresa di Calcutta)
Non aspettare di finire l’università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera,
l’estate,
l’autunno o l’inverno.
Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.
(Madre Teresa di Calcutta)
1 set 2013
Recensione di Pensieri Minimi e Massime di Emanuele Marcuccio
Ancora una recensione di un'opera di Emanuele Marcuccio:
Pensieri Minimi e Massime: saggezza e lungimiranza.
Nella sua silloge poetica “Per
una strada”, pubblicata nel 2009, Emanuele
Marcuccio descrive con “Il vascello nel mare in tempesta”(
Pag 25) la nostra realtà condivisa dove “la
nostra vita s’inabissa” vana, senza
la guida della fede; un passaggio terreno che scorre esattamente come un “orologio che ha lancette sconnesse, ritorte” (Pag.70). In ogni
sua opera, il poeta evoca la figura divina che è in ogni memoria ed anima. Sono
certa che dalla stessa scintilla divina abbiano origine i suoi Pensieri
Minimi e Massime, Edizioni PhotoCity del 2012, una raccolta di 88 pensieri che vanno ben
oltre il cosiddetto aforisma, in cui con stile sobrio e conciso Emanuele
Marcuccio indica l’importanza non del
traguardo finale bensì della preziosità di ogni nostro percorso. Considerando
l’etimologia della parola greca aphorismós:
definizione, è riduttivo chiamare aforismi i pensieri contenuti in questa
raccolta, in realtà essi nascono dalla meditazione e dalla spontaneità del poeta
e si traducono in saggezza e lungimiranza, ricchi d’intensità concettuale, di natura
etica e sociale. Marcuccio si affida alla sua personale sensibilità ed
esperienza di vissuto per suggerire al lettore una profonda riflessione su
sentimenti e quella particolare realtà che è oltre il visibile: “Chi si ferma alle apparenze, ha gli occhi
foderati dalle nebbie del pregiudizio” (N.87). Intensa e precisa
l’interpretazione del dolore e del silenzio che s’identifica nell’arte stessa
della poesia. Ancora una volta ritroviamo lo scorrere del tempo, che è istante
e il valore fugace degli attimi di felicità che “ si perdono nella nebbia dei giorni, si perdono nel vento degli anni”
(N. 77).
Un’emozione, un ricordo, un semplice
particolare osservato con lo sguardo del
cuore, fanno scattare nel poeta la molla dell’ispirazione che si concretizza
nel desiderio di creare, comunicare le proprie idee ma soprattutto esprimono il
suo grande amore per la poesia; un’arte che diviene forza liberatrice di
emozioni che altrimenti rimarrebbero intrappolate nella nostra anima. Con
delicato e velato vigore la poesia rischiara l’oscurità degli animi, dà voce ai
silenzi interiori, si trasforma in sondaggio
all’interno della propria esperienza di vita, ogni intensa emozione trasfigura,
si connette con la matrice profonda di ogni verso del poeta. Emanuele Marcuccio
nei suoi Pensieri
Minimi e Massime
non sermoneggia semmai permette al suo cuore di esprimersi in assoluta libertà,
con un distillato del meglio di sé, con garbo e rispetto ci sprona a godere
delle bellezze nascoste della vita, richiamando la nostra attenzione a non
perdere nulla di ogni nostra esperienza. I suoi pensieri s’imprimono nella
nostra anima e suscitano emozioni e riflessioni profonde sull’autentica accezione
del nostro essere e la rilevante efficacia dell’amore che rimane sempre “l’unica arma
contro il dolore” (N. 8). La breve ed illuminata opera di Marcuccio si mostra incisiva ed
efficace, evidente ricerca di evasione da una realtà insoddisfacente verso il
sogno, quale superamento figurativo dei limiti della realtà e delle sue
contraddizioni. L’ascolto interiore con la complicità della fantasia esorta ad
elevarsi.
Susanna Polimanti
Cupra Marittima (AP) 1 settembre 2013
30 ago 2013
Recensione alla silloge di Emanuele Marcuccio: Per una strada
Cari amici, oggi vi presento il poeta palermitano Emanuele Marcuccio, una giovane promessa della nostra poesia contemporanea, con ampio curriculum letterario, destinato ad arricchirsi nel tempo, con i miei migliori auguri!
“
Tutto è passato per una strada, luogo fisico, luogo dell’anima, che è stato
trasfigurato dalla mia sensibilità, dalla mia immaginazione, che ho cercato di
esprimere con la mia poesia”: parole stupende ed essenziali, scritte
da Emanuele Marcuccio, poeta palermitano,
nella prefazione alla sua silloge “ Per
una strada” - SBC Edizioni. La
nostra vita è cammino lungo sentieri tortuosi e lineari, un passaggio
attraverso il tempo terreno. La poesia di Marcuccio percorre età e stati d’animo differenti, una
mescolanza di presente e passato, ogni aspetto della sua realtà poetica è
profondamente legato a forti tradizioni artistiche e culturali della sua terra
di origine, nonché alla sua storia personale.
Definirei Emanuele Marcuccio un poeta dallo stile arcaico, un’anima antica
che predilige l’essere all’avere, un attento ermeneuta alla continua ricerca
filologica; in ogni suo verso è estremamente tangibile l’amore per la parola,
la sua lirica palesa un’intensa spiritualità, ricorda le antiche odi greche e
latine. Memore delle prestigiose liriche classiche, ai cui autori Marcuccio dedica svariati canti, si fa
mentore egli stesso, con parole ardenti e passionali penetra tutto ciò che nel
mondo è essenziale, suggerisce coraggio ed infonde speranza. Una vena poetica di
altri tempi dunque, espressione
di affetti e sentimenti su temi come la patria, l’amore, la natura e la libertà
dell’individuo; egli manifesta nei suoi versi emozioni che riflettono la
contraddizione del proprio tempo in una società moderna di massa, parole che respirano atmosfere di degrado ed ingiustizie
di un progresso pervaso dall’indifferenza verso ogni creatura dell’universo,
che siano animali, eventi o luoghi. La dolce e malinconica consapevolezza della
capacità distruttiva dell’uomo si alterna e s’intreccia con voci comuni e
tradizionali in versi vivaci e coloriti. La sua lirica è echeggiante e
pregiata, pregnante di significati connotativi in un insieme di emozioni,
immagini ed effetti che la parola è capace di evocare. Imperante il desiderio
di un rifugio interiore che sfocia nella dolce catarsi della poesia. Non a caso
nella silloge “Per una strada” ritroviamo spesso il verbo “inabissarsi”, il
poeta vive ogni suo verso esattamente
come specchio interiore, visione del mondo e mondo essa stessa, secondo quel
ritmo purificatorio che le ha impresso. La sua opera è immagine pura della sua
stessa integrità e fedeltà al momento
creativo originale.
Profonda e costante la presenza divina
la cui ispirazione è tracciato potente e luminoso dell’evoluzione artistica di Emanuele Marcuccio; un poeta-musico, la
cui poesia ritengo possa egregiamente essere accompagnata dal suono di uno
strumento musicale e magari cantata in un suggestivo teatro, come affascinante
può considerarsi la lettura dei suoi versi.
Susanna Polimanti
29 ago 2013
Iscriviti a:
Post (Atom)