Ancora una recensione di un'opera di Emanuele Marcuccio:
Pensieri Minimi e Massime: saggezza e lungimiranza.
Nella sua silloge poetica “Per
una strada”, pubblicata nel 2009, Emanuele
Marcuccio descrive con “Il vascello nel mare in tempesta”(
Pag 25) la nostra realtà condivisa dove “la
nostra vita s’inabissa” vana, senza
la guida della fede; un passaggio terreno che scorre esattamente come un “orologio che ha lancette sconnesse, ritorte” (Pag.70). In ogni
sua opera, il poeta evoca la figura divina che è in ogni memoria ed anima. Sono
certa che dalla stessa scintilla divina abbiano origine i suoi Pensieri
Minimi e Massime, Edizioni PhotoCity del 2012, una raccolta di 88 pensieri che vanno ben
oltre il cosiddetto aforisma, in cui con stile sobrio e conciso Emanuele
Marcuccio indica l’importanza non del
traguardo finale bensì della preziosità di ogni nostro percorso. Considerando
l’etimologia della parola greca aphorismós:
definizione, è riduttivo chiamare aforismi i pensieri contenuti in questa
raccolta, in realtà essi nascono dalla meditazione e dalla spontaneità del poeta
e si traducono in saggezza e lungimiranza, ricchi d’intensità concettuale, di natura
etica e sociale. Marcuccio si affida alla sua personale sensibilità ed
esperienza di vissuto per suggerire al lettore una profonda riflessione su
sentimenti e quella particolare realtà che è oltre il visibile: “Chi si ferma alle apparenze, ha gli occhi
foderati dalle nebbie del pregiudizio” (N.87). Intensa e precisa
l’interpretazione del dolore e del silenzio che s’identifica nell’arte stessa
della poesia. Ancora una volta ritroviamo lo scorrere del tempo, che è istante
e il valore fugace degli attimi di felicità che “ si perdono nella nebbia dei giorni, si perdono nel vento degli anni”
(N. 77).
Un’emozione, un ricordo, un semplice
particolare osservato con lo sguardo del
cuore, fanno scattare nel poeta la molla dell’ispirazione che si concretizza
nel desiderio di creare, comunicare le proprie idee ma soprattutto esprimono il
suo grande amore per la poesia; un’arte che diviene forza liberatrice di
emozioni che altrimenti rimarrebbero intrappolate nella nostra anima. Con
delicato e velato vigore la poesia rischiara l’oscurità degli animi, dà voce ai
silenzi interiori, si trasforma in sondaggio
all’interno della propria esperienza di vita, ogni intensa emozione trasfigura,
si connette con la matrice profonda di ogni verso del poeta. Emanuele Marcuccio
nei suoi Pensieri
Minimi e Massime
non sermoneggia semmai permette al suo cuore di esprimersi in assoluta libertà,
con un distillato del meglio di sé, con garbo e rispetto ci sprona a godere
delle bellezze nascoste della vita, richiamando la nostra attenzione a non
perdere nulla di ogni nostra esperienza. I suoi pensieri s’imprimono nella
nostra anima e suscitano emozioni e riflessioni profonde sull’autentica accezione
del nostro essere e la rilevante efficacia dell’amore che rimane sempre “l’unica arma
contro il dolore” (N. 8). La breve ed illuminata opera di Marcuccio si mostra incisiva ed
efficace, evidente ricerca di evasione da una realtà insoddisfacente verso il
sogno, quale superamento figurativo dei limiti della realtà e delle sue
contraddizioni. L’ascolto interiore con la complicità della fantasia esorta ad
elevarsi.
Susanna Polimanti
Cupra Marittima (AP) 1 settembre 2013