13 gen 2014
Lorenzo Spurio: il "detective" della critica letteraria
Dopo la lettura di Flyte & Tallis di Lorenzo Spurio, la mia recensione:
Flyte
& Tallis di Lorenzo
Spurio, pubblicato nell’agosto del 2012 con Photocity Edizioni, ha un sottotitolo: Ritorno a Brideshead ed Espiazione: una analisi ravvicinata di due
grandi romanzi della letteratura inglese e già di per sé ci mostra un executive summary del suo contenuto. L’opera
Flyte
& Tallis è corredata di un’esaustiva lista di note e profili
bio-bibliografici dei due scrittori Evelyn Waugh e Ian McEwan, si apre con i
versi del poeta palermitano Emanuele
Marcuccio e un’accurata prefazione di Marzia
Carocci, nota critico-recensionista. Il testo in questione è un’altra perla
della saggistica dello scrittore e critico letterario Lorenzo Spurio, il quale ogni volta riesce a sorprendere il suo
pubblico lettore con la sua particolare “lente
d’ingrandimento” che valorizza la sua chiave di lettura e lo trasfigura
nello “Sherlock Holmes” deduttivo dei
testi letterari, laddove ama indagare l’anima del singolo e individuare in ogni personaggio la dimensione interiore e la proiezione dei
sentimenti che agitano il suo animo.
In
questo saggio Lorenzo Spurio studia,
analizza e mette in risalto le corrispondenze o discordanze dei temi trattati
nei due romanzi della letteratura inglese: Ritorno
a Brideshead di Evelyn Waugh ed Espiazione
di Ian McEwan e sviluppa un progetto di comparazione che vede come
protagoniste le famiglie tradizionali di una società aristocratica e le loro
floride tenute, dove spesso non mancano le stonature dettate da un “giusto e
corretto” tenore di vita. L’autore punta lo sguardo su temi rilevanti nello
spazio psicoaffettivo di crescita quali educazione e differenti condizioni
sociali: religione, amore contrastato, omosessualità, immaginazione, realtà
falsificate, sensi di colpa e infine la guerra, che arriva a spazzare via il
vecchio mondo con le sue rassicuranti ipocrisie, lasciando ricordi e rimpianti.
Gli stati d’animo trattati nei due romanzi sono differenti eppure molti simili,
perché i tempi cambiano ma le caratteristiche e i sentimenti umani si ripetono
nei secoli. L'individuo si presenta alla realtà come tabula rasa, quello che
diventa è tutto determinato dall'interazione nella sfera sociale. Lorenzo Spurio tratteggia e vaglia
diligentemente i vari passi dei libri con uno stile di scrittura chiaro,
preciso ed efficace, indice di un pensiero perfettamente organizzato nei
collegamenti tra i due testi. Spurio ci fa notare e sottolinea anche la chiara
influenza del pensiero di altri scrittori quali Virginia Woolf, le sorelle
Brontë e Jane Austen, in particolare riguardo le ambientazioni e i luoghi dei
due romanzi a confronto.
Evelyn
Waugh appartiene al periodo tra le due guerre, caratterizzato da un tono
minore, scanzonato, di elegante fatuità non senza un fondo amaro e dalla satira
mordente mentre Ian McEwan molto più approfondisce la psicologia di ogni
personaggio, rilevando meccanismi inconsci che superano il mero concetto
razionale, trovando terreno fertile nella nostra intelligenza emotiva.
Infine,
tutto lo studio è stato affrontato tenendo conto sia della necessaria divisione
tra indagine “quantitativa” e “qualitativa” in un’esplorazione psicologica dei
singoli individui, sia della necessità di formulare quesiti attendibili, di
escludere elementi di pregiudizio o altre influenze al fine di una corretta
valutazione. Lorenzo Spurio con Flyte & Tallis esplora ed
esamina i due romanzi della letteratura inglese con rispetto per il valore
culturale e i meriti dei suoi autori; si limita solo a entrare nel meglio dei
loro personaggi e restituirceli più liberi, a dispetto della storia che li opprime.
In
Flyte
& Tallis, con capacità critico-riflessiva, l’autore raccoglie ed
interpreta tematiche letterarie che dimostrano infine le dinamiche di cambiamento
sociale, emozionale ed educativo che plasmano la personalità di ogni individuo e
dalle quali possiamo dedurre che la natura umana è caratterizzata da un bisogno
insopprimibile di verità, libertà di espressione e un oggetto da amare
proporzionato.
Susanna Polimanti
Cupra Marittima
13/01/2014
3 gen 2014
Recensione del saggio JANE EYRE di Lorenzo Spurio
Un'eccellente rilettura contemporanea di Lorenzo Spurio dell'intramontabile romanzo di Jane Eyre:
http://www.lulu.com/it/it/shop/lorenzo-spurio/jane-eyre-una-rilettura-contemporanea/paperback/product-16519170.html
Jane
Eyre- Una
rilettura contemporanea - di Lorenzo
Spurio, pubblicato nel 2011 con Edizioni
Lulu è un’opera molto interessante, il suo contenuto rivela l’accuratezza di un’analisi saggistica
di Lorenzo Spurio, sempre molto approfondita e degna di essere annoverata nella
critica letteraria contemporanea. In questa suo testo l’autore, con
sottigliezza e vivacità, coglie aspetti e tratti salienti che caratterizzano il
periodo vittoriano, partendo proprio dal personaggio silenzioso ma
assolutamente fondamentale della vicenda narrata da Charlotte Brontë: Bertha
Mason, la moglie "pazza" di Rochester; il lato passionale e animale di
Bertha mostra una quasi doppia identità della stessa Jane, da tenere nascosta e
repressa secondo la concezione di quel tempo. Nel romanzo della Brontë, Jane non
risulta mai schiava della passione anzi è pronta a sacrificare all’onore e al
dovere lo stesso amore, eppure il coraggio e la determinazione di questa eroina
rendono l’opera un vero capolavoro, sebbene a suo tempo destò un certo
scalpore, urtando le idee vittoriane di delicatezza. Interessante l’indagine, la lettura incrociata
e minuziosa di Lorenzo Spurio dei quattro romanzi : Il gran mare dei Sargassi di Jean Rhys, Charlotte, l’ultimo viaggio di Jane Eyre di D.M. Thomas, Jane Slayre di Sherri Browning Erwin
e La bambinaia francese di
Bianca Pitzorno, grazie ai quali l’autore ripercorre ogni spin off riguardo personaggi e contesti, esaminando e ponendo a
confronto le diverse problematiche connesse a temi di razzismo coloniale,
emarginazione, ribellione degli schiavi e prime reazioni verso un’emancipazione
femminile, affidandosi a brani e precisi riferimenti di ogni romanzo saggiato.
La sua interpretazione del romanzo Jane
Eyre è sicuramente un felice risultato della sua spiccata qualità d’osservazione realistica e ironica, alle quali è
solito unire intensità di temi sociali ed emozionali espressi in modo diretto e
particolarmente chiaro. Il suo stile si condensa in scene, in pagine che
approfondiscono o meglio, svelano altri aspetti della storia e soprattutto dei
singoli caratteri, viste anche le differenti chiavi di
lettura tra più romanzi. Il libro contiene anche una personale intervista dell’autore
alla scrittrice Sherri Browning Erwin, la quale, con un imprevedibile sviluppo
paranormale, dipinge il personaggio di Jane come una donna vampiro. Il viaggio
tra le righe della comparazione tra i quattro romanzi viene infine arricchito
dalla menzione delle varie realizzazioni cinematografiche e televisive
dell’intramontabile protagonista del romanzo della Brontë.
Lucidità metodologica
e onestà intellettuale hanno
permesso allo scrittore e critico Lorenzo Spurio di realizzare al meglio un
saggio breve, privo di caratteri di semplificazione bensì strutturalmente più
impegnativo.
Jane
Eyre
è un romanzo che non conosce i segni del tempo, lei è una donna
anticonvenzionale, anticonformista e progressista nell'intelletto, specie per
le sue convinzioni nei confronti delle donne e nel loro ruolo nella società. Lorenzo Spurio, critico letterario che io definisco propriamente sociologico,
con questo primo saggio nonché prima pubblicazione in assoluto, ci ha regalato
un testo per rivivere la magia dello stile e delle ambientazioni di uno dei
classici più popolari di tutti i tempi. Jane Eyre di Lorenzo Spurio con la
propria “rilettura contemporanea” è
un piccolo gioiello capace di fare
appello al cuore con una forza senza tempo, in grado di farci dimenticare che
il romanzo sia stato scritto quasi due secoli fa.
Susanna Polimanti
Cupra Marittima 02.01.2014
29 dic 2013
21 dic 2013
AUGURI
Un Sereno Natale a tutti! Un augurio sincero perché possiate trovare in ogni cuore la vera Essenza del Natale.
Susanna Polimanti
6 dic 2013
A Macerata, presentazione dei libri di Renato Pigliacampo
Ho il piacere di informarvi che il 20 dicembre presso la Biblioteca Comunale "Mozzi-Borgetti", Sala Castiglioni a Macerata Lorenzo Spurio ed io presenteremo il poeta-scrittore Renato Pigliacampo: una personalità straordinaria nel mondo dei non-udenti.
La presentazione si avvale del Patrocinio del Comune di Macerata
"Bisogna avere il coraggio di amare il Silenzio, scritto con la S maiuscola, perché dietro, tout-court, c'è tutto un mondo di persone "meravigliosamente speciali", vale a dire bambini e adulti che non possono udire intelligibilmente la parola tramite la percezione acustica".
(Renato Pigliacampo da Pensieri e riflessioni sul Silenzio)
2 dic 2013
Giovanna Albi: una scrittrice erudita e il suo libro: L'avventura di Santiago
Amo leggere i libri di questa scrittrice, perché scrive sempre ciò che pensa e soprattutto "sente". Ecco la mia recensione al suo libro da cui parte tutta la sua scrittura:
“La nostra psiche è costituita in armonia con la
struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente
negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell'anima”.
(Carl Gustav Jung)
L’avventura
di Santiago di Giovanna
Albi, Robin Edizioni(2011) è il primo libro nella cronologia delle
pubblicazioni della scrittrice, la sua brevità lo porta a essere un piccolo
capolavoro d’esordio. Non a caso ho scelto le parole di un grande maestro della
psicologia quale Carl Gustav Jung per la premessa a questa mia recensione;
infatti questa piccola opera di Giovanna
Albi non si limita alla narrazione di un’esperienza, a uno spontaneo
vademecum così come accade lungo la strada andando a piedi tra pellegrini,
bensì è un acceso dibattito tra la fervida
mente della scrittrice e la sua psiche. La scrittrice affronta un cammino
di pellegrinaggio verso Santiago con “gambe
in spalla”, spinta dal desiderio di trovare nella fede un rifugio per una
rinnovata serenità e una risoluzione alle tante insistenti nostalgie,
pacificando così le stesse memorie del passato. In realtà presta corpo e forza
vitale per reintegrare un’entità incompleta, un’unità dove sono presenti buchi
di energia dovuti a distacchi da un tempo infantile, una fase di vissuto che
non si ripristina per via dello scorrere veloce degli anni: “Mi allontanai dal gruppo e scrissi sulla
nera terra del sentiero la mia data di nascita e quella del día corrente… chi può tornare al principio?” Andando
avanti nella lettura del racconto, la pellegrina Giovanna non si dà mai per
vinta, la stanchezza per i chilometri percorsi non sfiora le sue membra anzi,
sembra accentuare la sua infaticabile ricerca della sua “umana natura”. La scrittrice si sofferma spesso a descrivere i
compagni di viaggio ma nessuno di loro riesce ad avere un ruolo di spicco,
neppure suo marito, definito il “suo faro”
con il suo “cappello arancio”, poiché
unici protagonisti di quest’avventura sono lei e le sue indagini nella
grammatica dei pensieri, quasi inseguendo delle precise tecniche d’intervento
per placare dubbi esistenziali. Sebbene non sia sola nel percorrere tantissimi
chilometri, Giovanna cerca sempre il suo spazio intimo, in solitudine. La
natura ascetica e le tante descrizioni dei territori incontrati durante il
cammino di pellegrinaggio divengono ostacolo o salvezza nei momenti di
transizione, tutti quei riti di passaggio nella mente della protagonista sono
un mondo speculare che le permette di giocare con le immagini e rovesciarle pur
di arrivare all’acquisizione della reale consapevolezza di un’anima mediatrice
tra corpo e spirito, che racchiude le sue tre forze del pensare, sentire e volere. Bellissimo il capitolo V, in cui ritengo
sia riassunto il significato e il vero messaggio della narrazione, il punto clou dove Giovanna Albi si scopre, getta
via tutto ciò che è egoismo, apparenza, disinteresse politico e sociale,
disprezzi e invidie del nostro vivere quotidiano, in cui lei si sente una “voce fuori dal coro”. Eccola dunque esprimere con intenso coinvolgimento emotivo la sincerità della
ricerca di se stessa, della vera
libertà che trova la soluzione dentro la sua stessa anima, muove verso l'Essere, unica soluzione che può darle consistenza e
stabilità.
Lo
stile della narrazione è più che fluido, vanta riferimenti alla filosofia greca
e citazioni evangeliche perfettamente in armonia con il viaggio nella propria
interiorità; lessico straordinariamente
ricco, una dote naturale di questa scrittrice, erudita voce narrante.
Giovanna Albi da semplice viandante entra
nella più profonda riflessione con incredibile scioltezza di linguaggio.
L’avventura
di Santiago offre alla sua autrice e a quanti
desiderano leggerlo, l’opportunità di comprendere che non è sufficiente cercare
l’ispirazione della fede per risolvere i nostri problemi d’identità, occorre
bensì addentrarsi nella propria autocoscienza e lasciarsi permeare, semmai,
dall’amore divino.
Non
so se Giovanna Albi, dopo il Cammino verso Santiago, sia riuscita o no a trovare
la sua fede in Dio giacché, al momento della partenza era più che consapevole
di essere più vicina alla filosofia buddhista piuttosto che alla sua religione
di nascita; credo al contrario che questa sua esperienza di pellegrinaggio
abbia sicuramente sigillato e rafforzato quelle parti della sua anima
inizialmente asimmetriche e scomposte, varcando
un confine verso un’accettazione più equilibrata e amorevole di se stessa.
Il distacco di un pezzo della sua anima, che la scrittrice ha sperimentato in
passato e derivato da un’errata scelta di un percorso psicoanalitico, l’ha
ricondotta alla sua profonda integrità di donna, madre, moglie e amica.
L’avventura
di Santiago è un libro molto bello, una sorta d’insegnamento nascosto
all’interno dei nostri flussi mentali, pronto a rivelare e migliorare la nostra
comprensione della spinta evolutiva che un percorso di silenzio e solitudine
può accrescere.
Susanna
Polimanti
Cupra
Marittima 02.12.2013
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