2 nov 2013
31 ott 2013
L'ombra di Luca - Un racconto di Cristina Biolcati
Cristina Biolcati mi ha chiesto gentilmente un commento al suo racconto : L'ombra di Luca, pubblicato online con Edizioni Leucotea. Ecco dunque la mia breve recensione:
L’ombra di Luca di Cristina
Biolcati è un breve racconto che nasce dalla spontaneità
del cuore dell’autrice, tocca aspetti psicologici ed emozioni. I protagonisti
sono due bambini: Ludovico è “intelligente
e curioso” ma molto timido, impacciato e introverso, conosce prematuramente
il dolore più grande, la perdita della sua mamma. Luca è un suo compagno di
scuola “preciso e ordinato”; a
differenza degli altri compagni, ammira Vico, in particolare apprezza la sua
capacità di disegnare, lo osserva continuamente ma rimane in silenzio. Luca,
diventato uomo, continua a provare dei forti sensi di colpa nei confronti
dell’amico Vico, certo di non aver fatto abbastanza per lui, un bambino che si
sentiva sempre di troppo in ogni circostanza, finendo per essere solo la sua
“ombra”. Ludovico crescendo diventa un pittore di successo e fa in modo che
l’amico comprenda quanto sia stata importante la sua complicità seppur
silenziosa. Cristina Biolcati ha risaltato con questo breve racconto il grande
valore del rapporto di amicizia e quanto siano essenziali condivisione ed
empatia per ogni individuo, bambino o adulto che sia, senza alcuna distinzione
di classe sociale o differenza caratteriale. Questo racconto racchiude
sentimenti autentici e toccanti. Il tema dominante è il distacco di un bambino
dalla figura materna, di conseguenza dalla sicurezza e protezione di un tempo
spensierato, quale dovrebbe essere l’infanzia.
La lettura risulta piacevole e scorrevole, una descrizione semplice di
due linee temporali, per sottolineare sentimenti e stati d’animo che molto
spesso non vengono espressi, per vergogna o semplicemente per incapacità comunicativa.
La scrittura di un breve racconto può sembrare a prima vista di più facile
stesura ma non è esattamente così anzi, occorre maggiore chiarezza e capacità
di sintesi. Con pratica, pazienza e passione per la scrittura, un racconto di
pochissime pagine può risultare altrettanto commovente e memorabile. Il
racconto di Cristina Biolcati è
sicuramente commovente. Brava Cristina!
Susanna Polimanti
Cupra Marittima 31.10.2013
24 ott 2013
A Rende la cerimonia di premiazione del “Memorial Guerino Cittadino” 2° Edizione
“La casa della poesia non avrà mai porte”, con i versi della grande poetessa Alda Merini, si annuncia che alle ore 17.00 sabato 26 ottobre 2013, l’Auditorium Parrocchia Sant’Antonio – Commenda di Rende spalancherà le porte ai vincitori della seconda edizione del Premio Internazionale di Poesia “Memorial Guerino Cittadino” istituito e promosso da Anna Laura Cittadino, Presidente dell’Associazione Culturale GueCi, con il nobile intento di ricordare tutte le vittime della malasanità e in particolare dedicato al padre Guerino Cittadino, scomparso nel 2003.
Un secondo e importante appuntamento che attraverso la poesia rinnova il costante impegno dell’Associazione GueCi. La cerimonia di premiazione si avvale del Patrocinio del Ministero dell’Interno, del Comune di Rende nonché del prestigioso patrocinio dell’Università della Pace della Svizzera Italiana.
Presenta e conduce Anna Laura Cittadino. Sarà presente al completo la Giuria del Premio: Mario De Rosa (Presidente di Giuria) Lorenzo Curti (docente-poeta) Susanna Polimanti (scrittrice-recensionista) Giuseppe Salvatore (poeta) Michela Zanarella (poetessa-recensionista). La lettura delle poesie vincitrici sarà interpretata dal poeta Ciccio De Rose. Oltre ai premi relativi alle quattro sezioni: poesia inedita a tema libero, poesia inedita dialettale, poesia inedita a tema: I valori autentici della vita e sezione scuola, verranno consegnati il Premio Speciale Presidenza Università Svizzera Italiana e il Premio Cultura. I trofei che saranno conferiti al primo classificato di ogni sezione sono stati realizzati dall’artista rendese Antonio Oliva, l’antologia invece si “veste” come immagine di copertina dell’opera “L’albero della vita” di Marcello La Neve. Durante la serata sarà conferito il Premio Divulgazione Cultura all’emittente televisiva locale TELEITALIA.
Oltre il ricordo, l’evento sarà a sostegno della Lega del Filo d’Oro. La serata verrà allietata da intermezzi musicali del cantante Andrea De Iacovo e performance artistica della A.S.D. FOREVER “ Sette Note” di Maria Romina Calabrese.
L’invito a partecipare alla cerimonia di premiazione è esteso a chiunque sia interessato e si nutra di ogni forma di espressione poetica, contribuendo con la sua presenza ad accrescere valori sociali e culturali.
22 ott 2013
Michela Zanarella: la poetessa delle immagini e dei sentimenti
Con immensa emozione pubblico la mia recensione alla silloge poetica di Michela Zanarella: L'Estetica dell'Oltre.
Michela è una poetessa affermata e pluripremiata, a me particolarmente cara. Umanità e sensibilità: "oltre" il tutto.
Michela
Zanarella, la
poetessa delle immagini e dei sentimenti per eccellenza, così amo definirla
dopo aver letto e apprezzato la sua nuova silloge: L’Estetica dell’Oltre,
edita da David and Matthaus S.r.l.
divisione ArteMuse per la collana Castalide, un progetto editoriale
caratterizzato da una particolare cura per la qualità grafica e l’accuratezza
delle prefazioni. La nuova silloge incrementa il suo già significativo
curriculum poetico, ricco di pubblicazioni e numerosi riconoscimenti letterari
che presentano la poetessa quale artista affermata e pluripremiata.
Estetica, dal greco αισδεσισ
(aisthesis) nel linguaggio semantico è la “percezione sensoriale”, una mediazione del
senso che, abbinata alla preposizione-avverbio “oltre”, lascia già intuire il
profondo messaggio contenuto in questa raccolta di poesie. Nella silloge L’Estetica dell’Oltre, Michela
Zanarella conferma un’evidente evoluzione: Attorno
al sisma del destino/cerco le mie ali… inizia la raccolta con versi sulle origini
della vita: nell’utero elastiche
origini…/ ho appreso come suonano/sembianze
di luce… evidenzia lo sguardo sul fluire del tempo, fissa il divenire: essere nel tempo/che ti sfoglia/corpo e
distanza, si concentra su una via esplorativa del sofferto passaggio
terreno e, nella contemplazione del silenzio: camminano i silenzi/nel guscio della vita… osserva la grazia e il
fascino della natura, ritrova l’equilibrio dell’anima, in cui si riflette la
bellezza divina che svetta oltre la misera condizione umana. Parole intense e
allo stesso tempo delicate, si susseguono irradiando vibranti emozioni, formano
un tessuto compatto dove persino tecnica e forza poetica rimangono costanti. La
maturità stilistica della poetessa si realizza nella successione ritmica di
suoni e armonia che donano melodia e squisita eleganza ai suoi versi, le tante
sfumature metaforiche contribuiscono alla musicalità della lettura.
Michela Zanarella, ispirata dall’eterna musa della
poesia, evoca ed esalta con i suoi versi i sublimi valori dello spirito, gli
stessi elementi naturali quali il cielo, il mare, la luna e le stelle si
manifestano quali entità spirituali e proiettano le nostre emozioni nelle
regioni inesplorate della nostra anima, la sola capace di stimolare noi tutti a
incarnare sulla terra una forza, una qualità, una virtù o un'idea che abita il
mondo divino. Michela è consapevole che la nostra presenza sulla terra rappresenta
un “guscio” di vita, si rivolge al padre perché si renda tramite presso Dio per
una richiesta di comprensione, d’illuminazione e di protezione: chiedi alla sorte/che forma ha la vita/se
esiste un cielo che ci spetta/una pioggia che lava le insidie. Una tale
ricchezza d'immagini è giustificata dall’immediatezza piena in ogni esperienza
estetica, visioni che le permettono di respirarne l’atmosfera, con il tatto del
cuore accoglie il significato velato della realtà inattingibile. Sono certa che
la sua poesia sia un viaggio attraverso le esperienze vissute, dove i sensi
nella loro materialità e corporeità hanno un’attitudine intrinsecamente
spirituale. Credo fermamente che una simile creatività poetica non abbia guide o
maestri specifici, bensì nasca da una propria identità, maturata ed evoluta in
un tragitto di vissuto che la poetessa ha approfondito con coraggio, metodo,
serenità e volontà. In questa silloge, Michela Zanarella tocca temi molto
importanti quali il destino, la solitudine, l’amore; si rivolge all’universo,
si affida all’innata sensibilità, non dimentica mai i luoghi natii e tutto il
genere femminile, sempre pronto a non
temere/ il peso del mondo. I versi lasciano intravedere la luce e il
superamento del nostro nulla di fronte alla vastità dell’Oltre. Non ci è
concesso di procedere al di là di certi confini, laddove “vive l’infinito” eppure la poetessa ci stimola a farlo, perché
l’anima informa il corpo e trova la sua perfezione al di là della realtà
materiale, soggetta a corruzione: dentro
l’insistente avidità di un mondo/che impedisce gli sguardi/di Dio. Non
posso certamente tralasciare la religiosa umanità di Michela che la rende
sempre partecipe nella condivisione della perdita di una persona cara, a tal
punto da plasmare versi che rappresentano autentiche dediche nel ricordo di
grandi personalità della letteratura poetica quali Alda Merini: la cui poesia ripete il mondo/ e le sue origini, Pier
Paolo Pasolini: quel tuo non temere/ la notte/nel lampo che ti
donò/all’inganno… o cari amici: e tu
che hai lasciato/il bordo della vita/nel timore del cielo/dal cerchio dell’eterno/fissi il colore degli Arara… ti sappiamo
sereno/nel silenzio che sporge dalle nuvole…
Ogni
cosa scorre, è: un gocciolare di
memorie/agli angoli del tempo. È nella forza del suo messaggio che la poesia
di Michela Zanarella si presenta quale espressione viva di estro creativo, la
vita può ancora sgorgare anche quando il destino, inteso come valore principale
di fissità, sembra sommergere tutto e diviene un far risuonare in sé, nella
vibrazione della compassione, la voce della sofferenza altrui. La certezza
della verità è legata alla purezza di chi la indaga poiché se ne è dotato, sarà
la stessa capacità intuitiva a rendere visibile quanto ancora rimane
irraggiungibile. Nelle poesie di Michela Zanarella la sensazione visiva è
diversa da quella normale degli occhi, i colori sono come ravvivati da una luce
che non abbaglia ma ancora una volta esprime vita.
La
lettura attenta di ogni suo verso non può che emozionare, e trasmettere
solarità, ogni parola sprigiona carisma, una virtù speciale e personalissima di
questa “nostra” poetessa alla quale rivolgo un sentito plauso e un augurio sincero
per un ampio successo presente e futuro.
Susanna
Polimanti
Cupra
Marittima 21.10.2013
http://www.twins-store.it/home/28-michela-zanarella-l-estetica-dell-oltre-9788898410507.html
http://www.twins-store.it/home/28-michela-zanarella-l-estetica-dell-oltre-9788898410507.html
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15 ott 2013
Maschera di Vincenzo Monfregola
Recensione alla nuova silloge poetica di Vincenzo Monfregola: MASCHERA
Un poeta semplice, umile ma dal cuore immensamente ricco.
Un poeta semplice, umile ma dal cuore immensamente ricco.
Maschera
l’ultima silloge del poeta Vincenzo
Monfregola edita egoEdizioni è
una raccolta di poesie strutturata in diverse sezioni, ognuna rivelatrice della
disarmante semplicità dell’uomo-poeta Vincenzo Monfregola, il quale cresce e si
affina con versi che cantano la bellezza essenziale della vita, in tutte le sue più piccole sfumature, con lo
sguardo puro e limpido del suo cuore, parte integrante e preziosa in tutte le
sue liriche. Nella sua personale prefazione il poeta si descrive così: “ Non sono speciale, non lo sono per niente,
sono solo una persona che scrive su carta quello che sente”, in realtà, la
sua specialità è proprio quella di “essere”, essere se stesso senza mai
indossare la maschera della finzione e della convenzione, del nulla: Non ho mai nascosto/ il mio amore per la semplicità/ a nessuno. Lontano
dal rumore del quotidiano, egli ricerca
la libertà nei sogni, nello sguardo innocente di un bimbo, nel volo dei
gabbiani sopra l’azzurro del mare, quasi a toccare il cielo e i suoi angeli e,
mentre canta l’amore come fusione di anime, si ritira nel suo tempo silenzioso
che gli permette di assaporare ogni emozione del suo sentire, donandola al
lettore perché la custodisca gelosamente nell’anima:
È quando i riflettori sono
spenti/ che l’anima ritrova se stessa/ ritrova se stessa in silenzio.
La
sua poesia si avvicina con passo felpato, ha la grazia di stampe orientali,
sintetiche nello stile, vaste nelle prospettive; si affaccia alla natura e a
tutti gli esseri viventi con empatia nei suoi ritmi metrici e tecniche di
assonanza; predilige la forma libera, elastica, più atta a raccogliere i
complessi sentimenti della gioventù attuale, tuttavia la musicalità del verso
richiama il ritmo tradizionale, ricco di una bellezza quasi religiosa. L’intuizione poetica che scava sotto la
realtà apparente di ogni elemento viene espressa con linguaggio analogico, in perfetta
sintesi di pensiero e immagini, scopre e svela l’autentica essenza dell’essere,
nella operosità e nella vivacità, nella capacità di interessarsi e di godere di
una vita altrimenti insulsa nell’attesa della “nera” quale metafora del dolore e della fine di tutto.
La
bellezza di una poesia è determinata dal modo in cui il poeta sceglie le
parole, dalla sua abilità di combinarle e di giocare con i loro suoni e i loro
significati, Monfregola utilizza un
proprio significato connotativo, un insieme di emozioni, immagini ed effetti
che la sua parola è capace di evocare; le immagini sono inattese e permettono
di rappresentare il mondo interiore del poeta in modo originale e inedito.
Il
cuore è il luogo nel quale si cela la vera identità dell'uomo, la poesia di Vincenzo Monfregola riesce a scuotere
la sostanza e non l’apparenza.
Susanna
Polimanti
Cupra
Marittima 15/10/2013
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