28 mag 2019
19 apr 2019
Premio Letterario "Città di Fermo" V Edizione- Verbale di Giuria
5°
PREMIO LETTERARIO “Città di Fermo”
Anno
2019
Verbale ufficiale della Giuria
La
Libera Associazione Culturale ARMONICA-MENTE di Fermo- Presidente Nunzia
Luciani, è lieta di comunicare che la Commissione
di Giuria della 5° Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo” - Anno
2019, per le Sezioni A, B, C e D presieduta da:
SUSANNA
POLIMANTI
e
costituita dai seguenti componenti di giuria:
Sez.
A: Susanna Polimanti, Anna Laura Cittadino, Cinzia Franceschelli, Nuccia
Martire, Nanda Anibaldi, Maria Giovanna Bonaiuti.
Sez.
B: Mons. Mario Lusek, Susanna Polimanti, Cinzia Franceschelli, Nanda Anibaldi,
Maria Giovanna Bonaiuti.
Sez. C: Susanna Polimanti, Maria Giovanna Bonaiuti
Nuccia Martire, Cinzia Franceschelli, Nanda Anibaldi.
Sez.
D: Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Anna Laura Cittadino, Nuccia
Martire, Cinzia Franceschelli.
dopo
attenta lettura ed esame delle opere in forma rigorosamente anonima,
contrassegnate dal solo titolo e in base ai seguenti criteri di
valutazione:
1.
Rispondenza ai requisiti tecnici previsti dal regolamento del bando di concorso
2.
Analisi tematica (modalità di espressione, messaggio comunicato)
3.
Analisi metrico-ritmica (versi, strofe, tipo di componimento, schema ritmico)
4.
Analisi lessicale-semantico (parole-chiave, lessemi evocativi, immagini. Figure
retoriche del significato e registro linguistico)
5.
Analisi morfo-sintattica (organizzazione lirica, essenzialità o complessità del
messaggio, figure retoriche dell’ordine)
6.
Analisi fonica-timbrica (figure retoriche del suono)
7.
Sintesi interpretativa del testo
ha
così deliberato:
SEZ.
“A” – POESIA IN LINGUA ITALIANA A TEMA LIBERO
Vincitori assoluti
1° Premio – “El tano Giovanni” di Silvia Elena Di Donato
(Manoppello – PE)
2° Premio - “Quando
penso a mio padre” di Gianni Palazzesi (Appignano – MC)
3° Premio - “Oltre quel mare” di Marco Pezzini (S.
Giuliano Milanese – MI)
Premio Speciale del Presidente di Giuria
“Infiniti inizi” di Antonio Albanese (Bologna – BO)
Premio Speciale Associazione Culturale GueCi (Presidente Anna Laura
Cittadino)
“L’acrobata” di Giorgio Rafaelli (Avezzano – AQ)
Menzione
d’Onore
“Amalia (la fioraia)” di Dario Marelli (Seregno – MB)
“Come
versi di poesia” di Vincenzo Screti (Sermoneta – LT)
“Siamo
figlie di questa terra” di Sara Rodolao (Albenga – SV)
“Amami”
di
Erika Di Felice (Guardiagrele – CH)
“Il tuffo” di Alessandro Bacci (Firenze – FI)
♦
♦ ♦
SEZ.
“B” – POESIA RELIGIOSA
Vincitori assoluti
1° Premio – “Per
tuas sémitas” di Matteo Bonvecchi (Montecassiano-MC)
2° Premio – “Il
deserto di notte” di Valentina Carleo (Pontecagnano Faiano – SA)
3° Premio – “Sospesa”
di Katuscia Fiorenza Pontilunghi (Graffignana- LO)
PREMIO SPECIALE DEL PRESIDENTE DI GIURIA
“Ancora” di
Fulvia Foti (Macerata-MC)
Premio Speciale Arcidiocesi di Fermo
“Preghiera” di
Emilio De Roma (Pietradefusi- AV)
Menzione d’Onore
“Passaggio.
Ovvero della Pasqua” di Silvia Elena Di Donato (Manoppello- PE)
“Sono sulle tue
orme” di Anna Santarelli (Rieti- RI)
“Il bene” di
Mirco Bartoli (Mirandola-MO)
♦
♦ ♦
SEZ.
“C” – POESIA IN DIALETTO
Vincitori assoluti
1° Premio – “Un curriri picciriddu” di Rosaria Lo
Bono (Termini Imerese – PA)
2° Premio – “Sulu” di Carmelo Morena (Cassano Magnago
– VA)
3° Premio – “Lu dogge amare (Mingenze e Dunate) di Lucia Di Pietro
(Roseto – TE)
Menzioni d’Onore
“Nònna Angiola”
di Angela Catolfi (Macerata – MC)
♦
♦ ♦
SEZ.
“D” – LETTERA APERTA A TEMA LIBERO – Fiaba/Leggenda di fonte popolare e tradizione
orale
Vincitori assoluti
1° Premio – “La prummissa” di Maria Antonietta
Pirrigheddu (Tempio Pausania – OT)
2° Premio – “Lettera al cielo” di Marina Pieranunzi
de Marinis (Pescara – PE)
3° Premio – “Cara me” di Elena Belmontesi (Monte
Urano – FM)
Premio Speciale Giuria per la tematica
“Una
bambina speciale…” di Maria Teresa Montanaro (Canelli - AT)
Premio Speciale racconto origine etnica
“L’altra forma dell’assenza” (novella edita) di Nicola Viceconti e
Patrizia Gradito (Ciampino- RM)
Menzione d’Onore
“La
storia del re cieco” di Mario de Fanis (Falconara – AN)
“Lettera
a Teresa” di Maria Grazia Alia (Partanna – TP)
“Oltre
l’orizzonte” di Giuseppe Gallato (Rosolini – SR)
“Lettera
a mia figlia” di Paola Andreoli (Osimo – AN)
♦
♦ ♦
N. B: Solo i
vincitori del premio saranno contattati a mezzo mail o telefonico ai
riferimenti forniti alla segreteria del premio tramite la scheda di
partecipazione.
Come indicato dal bando di partecipazione al concorso
i premi consistono in:
Vincitori
assoluti Sez. A-C-D:
1°
Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e 100 Euro
2°
Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e libri
3°
Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria
Premi
Speciali: Targa e diploma con motivazione della giuria
Menzioni
d’Onore: Trofeo e diploma
Vincitori assoluti Sez.
B:
1°
Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso
2°
Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e libro
3°
Premio: Targa, diploma con motivazione della giuria
Premi
Speciali: Targa e diploma con motivazione della giuria
Menzioni
d’Onore: Trofeo e diploma
PUBBLICAZIONE
IN ANTOLOGIA
Tutti i testi dei
Vincitori Assoluti, dei Premi Speciali e delle Menzioni verranno pubblicati in
antologia. Per i primi premi e premi speciali il testo sarà corredato dalla
motivazione della giuria.
Il presente messaggio non
verrà reiterato a mezzo mail o telefonico ed è dunque ultimo e perentorio. L’antologia
del concorso sarà disponibile alla vendita il giorno della premiazione.
RITIRO
DEI PREMI
Come indicato al punto 9 del regolamento del bando di concorso i
vincitori del 1°, 2° e 3° Premio e Premi Speciali sono tenuti a presenziare
alla cerimonia di premiazione per ritirare il premio.
In caso di mancata presenza, i premi potranno essere ritirati solo tramite
delega scritta, fatta eccezione dei premi in denaro che saranno incamerati
dall’Associazione Culturale Armonica-Mente per le future edizioni del Premio.
Per le Menzioni d’Onore: premio, diploma e antologia potranno essere spediti a
casa dietro pagamento delle spese di spedizione.
La cerimonia di
premiazione si terrà a Fermo domenica 2 giugno 2019 alle ore 17.00
presso l’Hotel Astoria- Sala Postacchini (Viale Vittorio Veneto 8) Al termine della cerimonia ci sarà la
cena conviviale con i vincitori e i membri di giuria sempre presso l’Hotel
Astoria; menù completo al prezzo di Euro 25. Gentilmente si richiede
prenotazione.
Per ogni altra richiesta di informazioni inerente alla
premiazione, si rimanda al contatto mail del premio: premiocittadifermo@gmail.com
NUNZIA
LUCIANI - Presidente del Premio/
Presidente Ass. Armonica-Mente
SUSANNA
POLIMANTI - Presidente di Giuria
Fermo,
li 15 aprile 2019
https://www.concorsiletterari.it/risultati-concorso,8448,Premio%20Letterario%20%22Citt%C3%A0%20di%20Fermo%22
https://www.facebook.com/premiodiletteraturacittadifermo/?__tn__=%2Cd%2CP-R&eid=ARANK3kQUWh9EFVVP0frcNG4wjxDv17tsBBSLKfKdTn6Li3dDvUvK1FpOirJAUwbDDxaiIYZZjWhs5DM
https://www.concorsiletterari.it/risultati-concorso,8448,Premio%20Letterario%20%22Citt%C3%A0%20di%20Fermo%22
https://www.facebook.com/premiodiletteraturacittadifermo/?__tn__=%2Cd%2CP-R&eid=ARANK3kQUWh9EFVVP0frcNG4wjxDv17tsBBSLKfKdTn6Li3dDvUvK1FpOirJAUwbDDxaiIYZZjWhs5DM
19 mar 2019
Teoria e pratica del gatto contemporaneo
Raccogliamo fondi a favore di Il Gatto Nero Onlus, con sede a Reggio Calabria.
All'interno del libro c'è anche un mio racconto.
Link di acquisto:
https://www.produzionidalbasso.com/project/teoria-e-pratica-del-gatto-contemporaneo/?fbclid=IwAR39Wyu-b4ps9TafnF1Sr453MsBgncrRMeP6zAOCTSFMBPhOHwR6ctdRSSo
All'interno del libro c'è anche un mio racconto.
Link di acquisto:
https://www.produzionidalbasso.com/project/teoria-e-pratica-del-gatto-contemporaneo/?fbclid=IwAR39Wyu-b4ps9TafnF1Sr453MsBgncrRMeP6zAOCTSFMBPhOHwR6ctdRSSo
11 feb 2019
Mangereta di Adalberto Maria Merli
Cresce
l’interesse per l’opera prima “Mangereta” (La nave di Teseo
editore- 2018) di Adalberto Maria Merli,
uno dei più grandi attori-interpreti nella storia del teatro, del cinema e
della televisione, che qui ritroviamo nelle
vesti di scrittore. Parliamo di un’autobiografia romanzata, che si
configura essenzialmente come Entwicklungsroman
e, nella complessa cornice della
seconda guerra mondiale, a partire dal 1943 fino alla ricostruzione
post-bellica, si focalizza sull’immediatezza e sugli sviluppi delle
innumerevoli vicende che vedono coinvolta l’esistenza individuale e familiare
dei Merli. Esperienze di un vissuto maturano la consapevolezza di valori quali la
tolleranza, l’accettazione, la solidarietà, in un periodo storico scolpito attraverso
la forza espressiva delle parole dell’autore, che sono testimonianza viva e vessillo di risvolti psicologici collettivi e di significati condivisi. Una
narrazione retrospettiva in graduale trasformazione, in cui i fatti vengono
tutti descritti in prima persona: l'Io narrante protagonista è Berto o meglio
“Mangereta”, soprannome metaforico attribuitogli dalla nonna friulana, che sta
a indicare la caratteristica di chi mangia molto; l’attore entra in scena da
scrittore e interpreta il suo nuovo ruolo: se stesso. Sin dall’inizio del
romanzo, si evince la dicotomia di due mondi, due opposte visioni della vita:
il calore e l’amore di una famiglia unita da una parte e l’oscurità e il male di
una guerra che irrompe in una sfera privata e stravolge le priorità quotidiane
ma che, tuttavia, il protagonista si sforza di aggirare con la sua fame di vita,
di gioco, di sogni e fantasie, alla ricerca di quelle contromosse “proibite”
che per un bambino hanno il sapore di un’emozionante e attraente avventura. Per
esorcizzare i dolori e le ristrettezze di una guerra, fonte di ansia e
sradicamento, Berto riesce a
cavarsela anche meglio degli adulti e insieme ai suoi tre fratelli, sempre
spinto da un’irrefrenabile curiosità, impara a confrontarsi con ogni nuova
conoscenza, affronta ogni volta nuove sfide, s’impegola in diverse monellerie, si
difende, soccombe o ne esce vincitore, pur non
dimenticando mai il valore positivo del rispetto verso gli altri. Egli esplora
un mondo che racchiude in sé incertezze, tensioni e paure che gli temprano il
carattere e gli impongono una crescita personale. Seppur educato con estremo
rigore, disciplina e forti imposizioni, soprattutto da parte della madre
friulana “dai lineamenti morbidi ma
volitiva nel carattere”, sceglie personali scorciatoie di sfogo, per
evitare ogni sgomento e godersi quella poca serenità che un bambino e un
adolescente merita di vivere.
Lo stile di scrittura è
disinvolto, spontaneo, senza alcuna retorica e libero da inutili orpelli,
suscita ammirazione, empatia e, a tratti, ilarità. Ciò
che maggiormente affascina è la capacità
di creare immagini vive, con l’aiuto
di poetiche descrizioni di luoghi e paesaggi nonché di ritratti individuali fatti di sguardi, mimiche facciali e
caratteristiche personali. Il linguaggio cambia forma e densità,
lasciandosi travolgere da sfumature e profondità di stati d’animo, a seconda delle
situazioni in cui si trova il protagonista, il quale non si vergogna di
esercitare un pungente sarcasmo anche contro la tradizione culturale e i vizi
del suo tempo. Non fa sconti ad alcuno, non nasconde episodi raccapriccianti di
quel periodo storico né si fa scrupolo, nel suo cuore, di simpatizzare con persone
“nemiche” ma a lui care; con le sue riflessioni personali ricostruisce ed
evidenzia sia gli aspetti migliori che i peggiori del suo passato.
Un romanzo minutamente
costruito, stratificato di spunti, di episodi, di tutto ciò che il ricordo ha
accumulato in tanti anni; strettamente ancorato a una memoria emotiva che, tessuta
con finissime osservazioni psicologiche, è strumento privilegiato
per farci comprendere fino in fondo la drammatica realtà sociale di quegli anni
oltre che una dimensione relazionale e affettiva che, nonostante tutto, attraverso
lo sguardo di un bambino, lotta quotidianamente contro sentimenti di paura,
angoscia e vulnerabilità.
25 gen 2019
Antonio De Signoribus e la sua meticolosa penna
“Il ceppo
di Natale” (Zefiro Srl-Fermo) è un piacevolissimo percorso
attraverso riti e manifestazioni popolari che ci arriva, ancora una volta,
dalla meticolosa penna dello scrittore Antonio De Signoribus. In una
graziosa veste grafica, frutto di una sensibilità estetica, questo piccolo ma
pregevole testo è viva testimonianza di usi e costumi del territorio
marchigiano e soddisfa curiosità e interesse verso quella fantasia popolare
legata alla solennità del Natale fino alla Festa di S. Antonio. Il “ceppo”
ovvero il tronco d’albero che è usanza ardere nel camino, a partire dal giorno
della Vigilia, acquista qui un valore altamente simbolico: il tradizionale raccoglimento
davanti al fuoco si traduce nell’interpretazione etico-psicologica del
riavvicinarsi alle nostre radici. Una serie di consuetudini e credenze, tra il
sacro e il profano, ci offre la possibilità di ristabilire un contatto con un
mondo che non c’è più e con alcuni aspetti di una quotidianità di vecchio
stampo. Spiragli di vita di un tempo colmo di fascino che, toccando confini
indefiniti tra leggenda, mito e verità, rischiano oggi di essere percepiti come
estranei, sebbene rappresentino unicamente i valori più saldi di un’identità
culturale. Il ceppo che brucia crea un’atmosfera magica, genera luce e mentre
illumina, abbellisce e riscalda, dona senso poetico e familiare alle
celebrazioni natalizie. In un mondo contaminato da “esaltazioni” del male,
della violenza e del sopruso, ben venga un testo che abbia la capacità di contagiarci
con qualcosa che è bellezza e continuità di bellezza.
Una chiave di interpretazione che ha permesso a De
Signoribus di riscoprire e tramandarci storie e prassi dal sapore
educativo, per non smarrire il senso di una dimensione della realtà umana e
della funzione dell’immaginazione popolare, che non pretende di offrire la
verità scientifica ma solo di esprimere la perpetuità di certe percezioni,
tramandate nei tempi. Ovviamente… da leggere davanti al camino: cornice e
ornamento per ritrovare il dialogo con le nostre tradizioni, auspicando che
esista sempre qualcuno che possa ricondurci alle origini della cultura più
genuina della nostra regione.
26 nov 2018
" Il sogno di Teddy..." La fiaba di Therry Ferrari
Chiunque
conosca Therry Ferrari non si
stupirà affatto nel trovarla impegnata nella pubblicazione di una fiaba, anzi
“fiabina” come lei stessa definisce questa sua piccola opera. Al di là della
scelta meditata del richiamo a un genere
profondamente educativo, l’autrice, già naturalmente incline al verso
poetico per innata disposizione d’animo, sceglie una narrazione di cui il
lettore e lei stessa ne subiscono il fascino. “Il sogno di Teddy…” (Editore
L’ArgoLibro), da un’idea di Henry P.Bear,
è quel che si dice una “chicca”, raffinata e preziosa. Ogni minimo
dettaglio, dal titolo alle illustrazioni così delicatamente disegnate e all’editing
particolarmente curato con i suoi colori pastello sfumati, esprime al meglio la
sua funzione estetica e non solo. L’orsetto Teddy racconta come, a volte, basta
saper aspettare per ottenere quello che più si desidera, oltre che sottolineare
come nella vita sia importante aiutarsi l'un l'altro poiché, mai debbono spaventare le difficoltà.
La
lettura della fiaba è emozione che si trasforma in bellezza e speranza per il mondo dell’infanzia, stemperando in
leggerezza tempi duri e fin troppo inadeguati, che comportano la perdita di
valori e riferimenti certi.
Nulla
e nessuno debbono mai impedirci di realizzare i nostri sogni, perché il premio
ai nostri sforzi, il più delle volte, è molto appagante.
Complimenti
vivissimi a Therry Ferrari per
questo suo breve ma significativo progetto letterario.
Link per l'acquisto: https://largolibro.blogspot.com/2018/10/therry-ferrari-il-sogno-di-teddy.html
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