31 ott 2013

L'ombra di Luca - Un racconto di Cristina Biolcati

Cristina Biolcati mi ha chiesto gentilmente un commento al suo racconto : L'ombra di Luca, pubblicato online con Edizioni Leucotea. Ecco dunque la mia breve recensione:







L’ombra di Luca di Cristina  Biolcati  è un breve racconto che nasce dalla spontaneità del cuore dell’autrice, tocca aspetti psicologici ed emozioni. I protagonisti sono due bambini: Ludovico è “intelligente e curioso” ma molto timido, impacciato e introverso, conosce prematuramente il dolore più grande, la perdita della sua mamma. Luca è un suo compagno di scuola “preciso e ordinato”; a differenza degli altri compagni, ammira Vico, in particolare apprezza la sua capacità di disegnare, lo osserva continuamente ma rimane in silenzio. Luca, diventato uomo, continua a provare dei forti sensi di colpa nei confronti dell’amico Vico, certo di non aver fatto abbastanza per lui, un bambino che si sentiva sempre di troppo in ogni circostanza, finendo per essere solo la sua “ombra”. Ludovico crescendo diventa un pittore di successo e fa in modo che l’amico comprenda quanto sia stata importante la sua complicità seppur silenziosa. Cristina Biolcati ha risaltato con questo breve racconto il grande valore del rapporto di amicizia e quanto siano essenziali condivisione ed empatia per ogni individuo, bambino o adulto che sia, senza alcuna distinzione di classe sociale o differenza caratteriale. Questo racconto racchiude sentimenti autentici e toccanti. Il tema dominante è il distacco di un bambino dalla figura materna, di conseguenza dalla sicurezza e protezione di un tempo spensierato, quale dovrebbe essere l’infanzia.
La lettura risulta piacevole e scorrevole, una descrizione semplice di due linee temporali, per sottolineare sentimenti e stati d’animo che molto spesso non vengono espressi, per vergogna o semplicemente per incapacità comunicativa. La scrittura di un breve racconto può sembrare a prima vista di più facile stesura ma non è esattamente così anzi, occorre maggiore chiarezza e capacità di sintesi. Con pratica, pazienza e passione per la scrittura, un racconto di pochissime pagine può risultare altrettanto commovente e memorabile. Il racconto di Cristina Biolcati  è sicuramente commovente. Brava Cristina!



Susanna Polimanti
Cupra Marittima 31.10.2013


24 ott 2013

A Rende la cerimonia di premiazione del “Memorial Guerino Cittadino” 2° Edizione

La casa della poesia non avrà mai porte”, con i versi della grande poetessa Alda Merini, si annuncia che alle ore 17.00 sabato 26 ottobre 2013, l’Auditorium Parrocchia Sant’Antonio – Commenda di Rende spalancherà le porte ai vincitori della seconda edizione del Premio Internazionale di Poesia “Memorial Guerino Cittadino” istituito e promosso da Anna Laura Cittadino, Presidente dell’Associazione Culturale GueCi, con il nobile intento di ricordare tutte le vittime della malasanità e in particolare dedicato al padre Guerino Cittadino, scomparso nel 2003.
Un secondo e importante appuntamento che attraverso la poesia rinnova il costante impegno dell’Associazione GueCi. La cerimonia di premiazione si avvale del Patrocinio del Ministero dell’Interno, del Comune di Rende nonché del prestigioso patrocinio dell’Università della Pace della Svizzera Italiana.
Presenta e conduce Anna Laura Cittadino. Sarà presente al completo la Giuria del Premio: Mario De Rosa (Presidente di Giuria) Lorenzo Curti (docente-poeta) Susanna Polimanti (scrittrice-recensionista) Giuseppe Salvatore (poeta) Michela Zanarella (poetessa-recensionista). La lettura delle poesie vincitrici sarà interpretata dal poeta Ciccio De Rose. Oltre ai premi relativi alle quattro sezioni: poesia inedita a tema libero, poesia inedita dialettale, poesia inedita a tema: I valori autentici della vita e sezione scuola, verranno consegnati il Premio Speciale Presidenza Università Svizzera Italiana e il Premio Cultura. I trofei che saranno conferiti al primo classificato di ogni sezione sono stati realizzati dall’artista rendese Antonio Oliva, l’antologia invece si “veste” come immagine di copertina dell’opera “L’albero della vita” di Marcello La Neve. Durante la serata sarà conferito il Premio Divulgazione Cultura all’emittente televisiva locale TELEITALIA.
Oltre il ricordo, l’evento sarà a sostegno della Lega del Filo d’Oro. La serata verrà allietata da intermezzi musicali del cantante Andrea De Iacovo e performance artistica della A.S.D. FOREVER “ Sette Note” di Maria Romina Calabrese.
L’invito a partecipare alla cerimonia di premiazione è esteso a chiunque sia interessato e si nutra di ogni forma di espressione poetica, contribuendo con la sua presenza ad accrescere valori sociali e culturali.

22 ott 2013

Michela Zanarella: la poetessa delle immagini e dei sentimenti

Con immensa emozione pubblico la mia recensione alla silloge poetica di Michela Zanarella:  L'Estetica dell'Oltre.

Michela è una poetessa affermata e pluripremiata, a me particolarmente cara. Umanità e sensibilità: "oltre" il tutto.






Michela Zanarella, la poetessa delle immagini e dei sentimenti per eccellenza, così amo definirla dopo aver letto e apprezzato la sua nuova silloge: L’Estetica dell’Oltre, edita da David and Matthaus S.r.l. divisione ArteMuse per la collana Castalide, un progetto editoriale caratterizzato da una particolare cura per la qualità grafica e l’accuratezza delle prefazioni. La nuova silloge incrementa il suo già significativo curriculum poetico, ricco di pubblicazioni e numerosi riconoscimenti letterari che presentano la poetessa quale artista affermata e pluripremiata.
Estetica, dal greco αισδεσισ (aisthesis) nel linguaggio semantico è la “percezione sensoriale”, una mediazione del senso che, abbinata alla preposizione-avverbio “oltre”, lascia già intuire il profondo messaggio contenuto in questa raccolta di poesie. Nella silloge L’Estetica dell’Oltre, Michela Zanarella conferma un’evidente evoluzione: Attorno al sisma del destino/cerco le mie ali… inizia la raccolta con versi sulle origini della vita: nell’utero elastiche origini…/ ho appreso come suonano/sembianze di luce… evidenzia lo sguardo sul fluire del tempo, fissa il divenire: essere nel tempo/che ti sfoglia/corpo e distanza, si concentra su una via esplorativa del sofferto passaggio terreno e, nella contemplazione del silenzio: camminano i silenzi/nel guscio della vita… osserva la grazia e il fascino della natura, ritrova l’equilibrio dell’anima, in cui si riflette la bellezza divina che svetta oltre la misera condizione umana. Parole intense e allo stesso tempo delicate, si susseguono irradiando vibranti emozioni, formano un tessuto compatto dove persino tecnica e forza poetica rimangono costanti. La maturità stilistica della poetessa si realizza nella successione ritmica di suoni e armonia che donano melodia e squisita eleganza ai suoi versi, le tante sfumature metaforiche contribuiscono alla musicalità della lettura.
Michela Zanarella, ispirata dall’eterna musa della poesia, evoca ed esalta con i suoi versi i sublimi valori dello spirito, gli stessi elementi naturali quali il cielo, il mare, la luna e le stelle si manifestano quali entità spirituali e proiettano le nostre emozioni nelle regioni inesplorate della nostra anima, la sola capace di stimolare noi tutti a incarnare sulla terra una forza, una qualità, una virtù o un'idea che abita il mondo divino. Michela è consapevole che la nostra presenza sulla terra rappresenta un “guscio” di vita, si rivolge al padre perché si renda tramite presso Dio per una richiesta di comprensione, d’illuminazione e di protezione: chiedi alla sorte/che forma ha la vita/se esiste un cielo che ci spetta/una pioggia che lava le insidie. Una tale ricchezza d'immagini è giustificata dall’immediatezza piena in ogni esperienza estetica, visioni che le permettono di respirarne l’atmosfera, con il tatto del cuore accoglie il significato velato della realtà inattingibile. Sono certa che la sua poesia sia un viaggio attraverso le esperienze vissute, dove i sensi nella loro materialità e corporeità hanno un’attitudine intrinsecamente spirituale. Credo fermamente che una simile creatività poetica non abbia guide o maestri specifici, bensì nasca da una propria identità, maturata ed evoluta in un tragitto di vissuto che la poetessa ha approfondito con coraggio, metodo, serenità e volontà. In questa silloge, Michela Zanarella tocca temi molto importanti quali il destino, la solitudine, l’amore; si rivolge all’universo, si affida all’innata sensibilità, non dimentica mai i luoghi natii e tutto il genere femminile, sempre pronto a non temere/ il peso del mondo. I versi lasciano intravedere la luce e il superamento del nostro nulla di fronte alla vastità dell’Oltre. Non ci è concesso di procedere al di là di certi confini, laddove “vive l’infinito” eppure la poetessa ci stimola a farlo, perché l’anima informa il corpo e trova la sua perfezione al di là della realtà materiale, soggetta a corruzione: dentro l’insistente avidità di un mondo/che impedisce gli sguardi/di Dio. Non posso certamente tralasciare la religiosa umanità di Michela che la rende sempre partecipe nella condivisione della perdita di una persona cara, a tal punto da plasmare versi che rappresentano autentiche dediche nel ricordo di grandi personalità della letteratura poetica quali Alda Merini: la cui poesia ripete il mondo/ e le sue origini, Pier Paolo Pasolini: quel tuo non temere/ la notte/nel lampo che ti donò/all’inganno… o cari amici: e tu che hai lasciato/il bordo della vita/nel timore del cielo/dal cerchio dell’eterno/fissi il colore degli Arara… ti sappiamo sereno/nel silenzio che sporge dalle nuvole…
Ogni cosa scorre, è: un gocciolare di memorie/agli angoli del tempo. È nella forza del suo messaggio che la poesia di Michela Zanarella si presenta quale espressione viva di estro creativo, la vita può ancora sgorgare anche quando il destino, inteso come valore principale di fissità, sembra sommergere tutto e diviene un far risuonare in sé, nella vibrazione della compassione, la voce della sofferenza altrui. La certezza della verità è legata alla purezza di chi la indaga poiché se ne è dotato, sarà la stessa capacità intuitiva a rendere visibile quanto ancora rimane irraggiungibile. Nelle poesie di Michela Zanarella la sensazione visiva è diversa da quella normale degli occhi, i colori sono come ravvivati da una luce che non abbaglia ma ancora una volta esprime vita.
La lettura attenta di ogni suo verso non può che emozionare, e trasmettere solarità, ogni parola sprigiona carisma, una virtù speciale e personalissima di questa “nostra” poetessa alla quale rivolgo un sentito plauso e un augurio sincero per un ampio successo presente e futuro.





Susanna Polimanti



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18 ott 2013






Brilla un sogno
Luna del cacciatore
In notte chiara




Susanna Polimanti 18/10/2013

17 ott 2013

15 ott 2013

Maschera di Vincenzo Monfregola

Recensione alla nuova silloge poetica di Vincenzo Monfregola:  MASCHERA

Un poeta semplice, umile ma dal cuore immensamente ricco.




Maschera l’ultima silloge del poeta Vincenzo Monfregola edita egoEdizioni è una raccolta di poesie strutturata in diverse sezioni, ognuna rivelatrice della disarmante semplicità dell’uomo-poeta Vincenzo Monfregola, il quale cresce e si affina con versi che cantano la bellezza essenziale della vita,  in tutte le sue più piccole sfumature, con lo sguardo puro e limpido del suo cuore, parte integrante e preziosa in tutte le sue liriche. Nella sua personale prefazione il poeta si descrive così: “ Non sono speciale, non lo sono per niente, sono solo una persona che scrive su carta quello che sente”, in realtà, la sua specialità è proprio quella di “essere”, essere se stesso senza mai indossare la maschera della finzione e della convenzione, del nulla: Non ho mai nascosto/ il mio amore per la semplicità/ a nessuno. Lontano dal rumore del quotidiano, egli  ricerca la libertà nei sogni, nello sguardo innocente di un bimbo, nel volo dei gabbiani sopra l’azzurro del mare, quasi a toccare il cielo e i suoi angeli e, mentre canta l’amore come fusione di anime, si ritira nel suo tempo silenzioso che gli permette di assaporare ogni emozione del suo sentire, donandola al lettore perché la custodisca gelosamente nell’anima:
È quando i riflettori sono spenti/ che l’anima ritrova se stessa/ ritrova se stessa in silenzio.

La sua poesia si avvicina con passo felpato, ha la grazia di stampe orientali, sintetiche nello stile, vaste nelle prospettive; si affaccia alla natura e a tutti gli esseri viventi con empatia nei suoi ritmi metrici e tecniche di assonanza; predilige la forma libera, elastica, più atta a raccogliere i complessi sentimenti della gioventù attuale, tuttavia la musicalità del verso richiama il ritmo tradizionale, ricco di una bellezza quasi religiosa. L’intuizione poetica che scava sotto la realtà apparente di ogni elemento viene espressa con linguaggio analogico, in perfetta sintesi di pensiero e immagini, scopre e svela l’autentica essenza dell’essere, nella operosità e nella vivacità, nella capacità di interessarsi e di godere di una vita altrimenti insulsa nell’attesa della “nera” quale metafora del dolore e della fine di tutto.
La bellezza di una poesia è determinata dal modo in cui il poeta sceglie le parole, dalla sua abilità di combinarle e di giocare con i loro suoni e i loro significati, Monfregola utilizza un proprio significato connotativo, un insieme di emozioni, immagini ed effetti che la sua parola è capace di evocare; le immagini sono inattese e permettono di rappresentare il mondo interiore del poeta in modo originale e inedito.
Il cuore è il luogo nel quale si cela la vera identità dell'uomo, la poesia di Vincenzo Monfregola riesce a scuotere la sostanza e non l’apparenza.




Susanna Polimanti

Cupra Marittima 15/10/2013


11 ott 2013



A SAN BENEDETTO SI PARLA DI DISAGIO PSICHICO E SOCIALE

Il 12 ottobre alle ore 17 presso la Sala della Poesia di Palazzo Piacentini a San Benedetto del Tronto (AP) con il patrocinio del Comune, poeti ed esperti parleranno di un argomento che attraversa la nostra esperienza personale, ma di cui troppo spesso nessuno parla.
L’evento è organizzato e promosso dalla Associazione Culturale TraccePerLaMeta in sinergia con la rivista di letteratura Euterpe e l’Associazione I luoghi della Scrittura.
Un modo insolito di affrontare l'argomento che introdotto da esperti quali la dottoressa Antonella Baiocchi, psicoterapeuta e criminologa, darà spazio alla lettura di testi poetici che danno voce al disagio e alle difficoltà dell'uomo contemporaneo.
Sulla scorta della felice esperienza dello scorso giugno presso l'Università  di Palermo, Lorenzo Spurio, scrittore, critico e ideatore di questa iniziativa, è riuscito a renderla itinerante, a testimoniare l'interesse e la necessità di condivisione di sentimenti ed emozioni in questi nostri giorni che vedono i singoli sempre più soli e chiusi nella loro incomunicabilità.
L'ingresso è gratuito.