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10 lug 2014

Recensione del libro "Temistocle Calzecchi tra Scienza e Poesia" di Marco Rotunno

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza
Ulisse - Canto XXVI dellInferno




Temistocle Calzecchi tra Scienza e Poesia (AndreaLivi Editore) è lultimo saggio tecnico-umanistico dello scrittore Marco Rotunno, ingegnere e uomo di profonda cultura, già ampiamente noto per i suoi tanti lavori letterari che, di pubblicazione in pubblicazione, hanno arricchito il nostro patrimonio linguistico-culturale sia locale che nazionale.
Ciò che innesca linteresse dellautore, al di là di uninnata attitudine alla cultura in generale, è il recente ritrovamento di un documento riguardante una conferenza dal titolo Tra scienza e poesia, svoltasi il 5 aprile 1906 a Milano presso il Pio Istituto pei Figli della Provvidenza e tenuta da Temistocle Calzecchi Onesti, fisico nonché inventore del coesore: un rilevatore di onde elettromagnetiche e tradotto nellinglese coherer da Sir Oliver Joseph Lodge.
A un primo approccio con il testo, ecco venirci incontro un genere di narrativa che al lettore potrebbe risultare rivoluzionaria o addirittura sconcertante; al contrario, lautore ci presenta una sorta di manifesto di notevole spessore culturale, laddove, con impegno e competenza particolari, affronta il tema delle due culture. Quale abitatore/abitante di quegli spazi di passione, studio e ricerca tra la cultura tecnico-scientifica e artistico-letteraria, Marco Rotunno cillustra ciceronicamente leffettivo parallelismo tra le due realtà e delinea con sottile maestria, concetti che riassumono scienza e arte letteraria nella sua forma poetica.

Lesposizione narrativa si apre con un episodio adolescenziale dellautore stesso; si affacciano alla sua memoria momenti di confronto ad evocare dialettiche su temi specifici. Sin dal primo capitolo scopriamo il fascino proprio dello stile narrativo di Rotunno. Egli infatti, si sofferma con descrizione minuziosa sullimmagine e lutilizzo di un utensile conosciuto da tutti, la forchetta: Leleganza della forchetta evocava i concetti universali di forma e funzione, che sono alla base della conoscenza del mondo, della scienza, della manualità e della tecnologia che ne consegue, dunque della qualità della vita.
Dal rapporto costante con loggetto, lautore ne trae il curioso significato della comunicazione di un qualcosa che rinvia a qualcosaltro, tra scienza dello spirito, scienza della natura e origine delloggetto in questione.
In tale descrizione che ritengo illuminante, possiamo già percepire lavvicinamento e quasi il sovrapporsi della scienza con larte poetica. Il genio scopre la verità per intuito, la controlla e lapprofondisce; il poeta la contempla con gli occhi di un fanciullo. Quale esempio migliore per affiancare uninvenzione meccanica al linguaggio figurato, ingrediente fondamentale di ogni genere di arte poetica.

Attraverso la sua scrittura chiara e sobria, estremamente fluida e costellata di riferimenti bibliografici nonché citazioni, soprattutto nella seconda parte del testo, lo scrittore dona all’esposizione fedele di ogni cenno storico vere e proprie norme stilistiche. Marco Rotunno affabula il lettore e percorre le esperienze di eminenti personalità della scienza quali Remigio Del Grosso (astronomo, insegnante e poeta) e l’Abate Don Antonio Stoppani (geologo, paleontologo e patriota italiano). In particolare di quest’ultimo ci permette di apprendere un riferimento storico che non tutti conoscono. L’Abate Stoppani, oltre a essere un noto studioso contribuì, con il suo volto impresso sull’etichetta, a rendere noto in Italia e nel mondo intero il Bel Paese, prodotto caseario dell’industria Galbani nonché tra i primi formaggi d’eccellenza italiana.
Il libro di Rotunno è sicuramente una carrellata sul mondo dellinfinito, ricchissimo di spunti tanto per uno scienziato quanto per un umanista, poiché la vera scienza è una sublime forma darte, dove creazione ed esplorazione delluniverso divengono poesia e diretta espressione dellimmaginazione di ognuno. Poche pagine per unopera ricolma di passione, un excursus di figure della nostra storia che ci avvia anche verso un recupero completo delle memorie scolastiche, affrontato con estrema leggerezza senza alcuna retorica, una traduzione letteraria dinventiva, intuizione e vera arte letteraria.
Temistocle Calzecchi tra Scienza e Poesia è unopera che consente al lettore profano di ottenere in meno parole possibili un discreto numero di conoscenze partendo da zero o quasi. Per chi ha frequentato gli studi classici sarà interessante ricordare come nel mondo antico scienza, filosofia e quindi letteratura, fossero tutt'uno; a tale proposito dovremmo riflettere sulla pregiudizievole discriminazione delle materie scientifiche e leccessiva considerazione delle materie letterarie considerate quale unica cultura possibile.
Troppo spesso la conoscenza delluomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento si basano su credenze e valori che fanno subire alla nostra intelligenza un indebolimento, consegnandola inerme a ogni genere di inganni e di errori. La cultura tecnico-scientifica da sempre è stata notoriamente ghettizzata e diffusamente ignorata, ecco perché lo scrittore auspica un avvento definitivo di una cultura unica che contempla lintero universo: La realtà è sempre lì, davanti ai nostri occhi, ma non la vediamo, è invisibile, perché siamo stati addestrati a non vederla; siamo assuefatti ad accettare la nostra incapacità di cambiare le cose. Invece è proprio a partire da noi stessi che dobbiamo ripartire per creare un nuovo ordine culturale e sociale. Non più dunque netta separazione tra le due realtà bensì un connubio armonioso dintenti, a beneficio di un più ampio progresso socio-culturale. Manca forse la vera conoscenza, qui risiede il vero cruccio della nostra società, che sia scientifica, tecnica o letteraria. Lo scrittore insiste sulla necessità di un metodo anche didattico che possa attenersi alla logica ma anche alla creatività dellintuizione; la trasmissione per memoria di ciò che siamo prima ancora di quanto facciamo. Scienza e poesia entrambe necessitano di fantasia costruttiva e, come una sorta distinto esistenziale, dovrebbero procedere unite ed entrambe raccolte nellintelligenza e nellanima.
La nostra misura di presenza nel mondo sono bellezza e creatività, caratteristiche che appartengono allessere, pertanto a una stessa inscindibile cultura.
Temistocle Calzecchi concludeva la sua conferenza con queste parole:
Scienza e poesia, queste due creature immortali, sono esse destinate a rimanere sempre disgiunte, gelose, nemiche anche o, comprendendo finalmente essere già maturo il momento della loro unione, persuase quanto questa unione sarebbe bella e feconda, procureranno di conoscersi meglio, apprezzarsi ed associarsi per lavorare insieme ad opere nuove d’una grandezza e di una bellezza incomparabili?”. 
Credo che per Marco Rotunno il testo del documento ritrovato della conferenza di Calzecchi rappresenti solo uno stimolo a continuare il suo cammino d’ingegnere e letterato in un tutt’uno con l’universo, in cui ogni parte riflette la totalità e la bellezza di una cultura unica, senza più alcuna diversità.
L’opera nasce per abbattere il muro del pregiudizio che tuttora divide il mondo scientifico dal mondo letterario poiché, soltanto la comprensione può portare all’essere.


SUSANNA POLIMANTI
Cupra Marittima 10.07.2014