Con infinito piacere inserisco oggi la mia recensione al libro Parole di Pietra, Parole di Carne del giornalista e scrittore marchigiano Adolfo Leoni
“Generazione
su generazione, le reti tornano ad intrecciarsi, il passato si riconnette al
presente”
Parole di Pietra, Parole
di Carne – Lungo
gli Antichi Sentieri (2014- Albero
Niro Editore) è il settimo libro del giornalista e scrittore montegiorgese Adolfo Leoni, frutto di un’amorevole
dedizione alla Terra di Marca. La storia e le origini più antiche vengono
cantate e rivissute con assoluto rispetto di usi, costumi e tradizioni da un
uomo che definisce sé stesso quale “cantastorie”, mentre percorre a piedi con
il gruppo di amici e appassionati degli Antichi
Sentieri-Nuovi Cammini, luoghi cari e preziosi della terra marchigiana. Adolfo Leoni con la sua narrazione “raccoglie l’eco dei millenni”, caparbio, tenace e caratterizzato da un
forte senso d’identità e appartenenza, rapisce l’attenzione del lettore con
la sua rivisitazione storica, lo traghetta quasi in chiave onirica verso
atmosfere, paesaggi e borghi, mescolando passato e presente, accentuandone il
ricordo nostalgico di una vita semplice e maggiormente vissuta. L’opera è un valido
progetto culturale con l’obiettivo di migliorare e approfondire la conoscenza degli
aspetti storici e il legame tra
l’immensa eredità artistico-culturale marchigiana e la sua gente; all’interno
le illustrazioni dell’artista Cristina
Lanotte ne rafforzano la validità, quale impronta di testimonianza viva. Il
testo è un piccolo capolavoro, in cui Leoni si rivela spettatore attendibile,
modesto e inconscio portatore di un’informazione culturale alla quale tutti
possono accedere, ci svela una parte di quei tesori del
territorio marchigiano, spesso dimenticati nell’evolvere dei tempi.
Il
linguaggio è ovviamente studiato per il preciso contesto letterario, ove la semantica diviene pragmatica, a
seconda delle esigenze interpretative dell’autore. In ogni pagina si evince
l’ottima capacità di scrittura di Adolfo
Leoni; con stile piano e semplice, in una continua e fluida alternanza tra
racconto, poesia orale ed exempla di
Santi, lo stesso stato d’animo di chi si narra riesce a coinvolgere
emozionalmente pagina dopo pagina. Senza alcun dubbio, l’esperienza diretta dell’autore, il suo sguardo e le sue descrizioni
offrono un impagabile vantaggio sulla carta, sia informativo che emotivo. Ogni
narrazione, ispirata dal “percorso
suggestivo” stimola e risveglia l’amore per la nostra terra e quella patria
che dovremmo “sentire sotto i nostri
piedi”, giacché solo così possiamo comprendere ogni nostra radice, il valore
di un vissuto attuale e i suoi scopi. Nel testo non manca, tuttavia, quel velo
di sottile malinconia per quei tempi che molto probabilmente non ritorneranno; la semplicità di un tempo è ora
stravolta e “passo dopo passo” […] “uomini donne bambini continuano/ a vivere
una vita diversa [,] / aspettando che la prossima / torni ad esser più vera”,
mentre presenze di uomini illustri e non, in un alone quasi di mistero, giocano
un ruolo fondamentale, pervadono scenari incantevoli, movimentano vissuti
pacati e tragici, affidandosi alla voce di un narratore autoctono e
contemporaneo.
Parole di Pietra, Parole
di Carne è sicuramente un libro prezioso che ci parla del
nostro passato ma contempera anche ogni nostra esigenza futura e ci permette di coniugare spiritualità e
fede, cuore e sentimenti di relazione e di crescita collettiva. Ringrazio
l’autore per questa sua opera, che in un equilibrio di reciproca
compenetrazione e di volontà di intenti, ha saputo dar voce al nostro
territorio marchigiano, rompendo per certi versi, il muro dell’ignoranza.
Collegare e legare la persona umana alle origini della sua terra vuol dire non
dover mai dimenticare chi siamo, “Non
ideologia, ma qualcosa di reale.”
Sono certa che in molti accoglieranno l’invito di avventurarsi in silenzio,
lungo un percorso a piedi, che sia in pianura o in collina, per riscoprire quelle
atmosfere che appartengono al Creatore, ascoltare pietre e gesta che parlano,
anch’essi gioiello della nostra Italia. Adolfo
Leoni è marchigiano ma, soprattutto, è Italiano, come tutti noi.