" Il senso della vita
è dare importanza alle piccole cose,
per riuscire a dare un significato
a quello che ci circonda"
Granelli
di tempo di Rosaria
Minosa è una raccolta poetica del marzo 2015, edita da Pubblisfera Edizioni e curata dall’Associazione Culturale GueCi di Rende (CS). Una prima raccolta
poetica di un’autrice che, dopo vari riconoscimenti in concorsi letterari e due
pubblicazioni di narrativa, sta iniziando anche un suo proprio percorso
poetico.
Conosco
personalmente Rosaria e posso confermare senza dubbio alcuno di trovarci di
fronte ad una personalità che ha
maturato dalle sue esperienze di vita, un preciso codice d’onore: l’umiltà.
La sua vena poetica entra a piedi scalzi nel cuore di tutti per la sua grande semplicità e schiettezza.
Il granello è
la migliore metafora del senso della vita e del tempo
che lo rappresenta e, ancor più metafora della consapevolezza della propria
debolezza e inferiorità; la poesia è il balsamo migliore per annullare ogni povertà
simbolica del nostro tempo. Tematiche dai toni forti e invasivi quali la
violenza, la morte, il tradimento d’amore, la società con i suoi soprusi e gli
abbandoni, si contrappongono all’amore per le cose semplici e naturali; il
tutto coniugato sempre con rispetto e ordine. L’accettazione del perdono vince
sulla ribellione interiore, la poesia si presta all’esigenza di purezza e
nobiltà d’animo, guida benevola per ogni essere umano smarrito verso una più
consapevole attenzione della persona, della sua dignità, del suo onore e della
sua libertà. Per Rosaria Minosa la
poesia è nelle cose stesse, il particolare poetico sorregge e arricchisce di
nuovi significati; nel maltempo della vita ogni cosa si colora “La vita è […] /sentire il soffio del vento
sul tuo viso[,] /subito dopo il temporale[.]
Lo
stile è diretto più che simbolico, un linguaggio modesto, sospirato, quasi
sussurrato. Una sorta di realismo emotivo lascia trasparire un travaglio
psicologico e umano della poetessa, nel realizzare che gli errori e i dolori
subiti, possono rappresentare delle opportunità di crescita e comprensione,
lasciando andare il risentimento “per dono” che fa all’altro ma soprattutto a
sé stessa.
La figura retorica
dominante è l’anafora che lega tra di loro tutti i versi e la
ripetizione ne determina quasi un effetto intimo e ossessivo nella costruzione
delle strofe, ne risulta un pregio
impagabile della semplicità della poetessa, ne accentua la finissima sensibilità.
L’amore è inteso come
comunione con gli altri, persino l’abbandono e il distacco dagli affetti più
cari (la mamma, gli amici, la sua cagnetta Laila) escono da quella “nuvola” più
volte citata nei versi della Minosa,
per elevarsi e far scorrere la speranza, la solidarietà attraverso le memorie
della sofferenza. La poesia intesa come verità-specchio che permette di
mostrare il vero volto in modo che l’anima nella sua nuova percezione possa
riorganizzarsi “Chiudo gli occhi/e il mio
cuore si riempie d’amore[,] / affinché il giorno dopo io riesco a donarlo[.]”,
sciogliere ogni nodo, lasciarsi andare affinché le parole assumano un valore
terapeutico.
Altro elemento rilevante
in questa silloge è il faro della fede;
per l’autrice è fonte di forza e coraggio, luce che orienta il suo cammino nel
tempo inesorabile verso “L’ombra”
della morte, un velo che si proietta su tutto, indefinito e privo di un
contorno preciso. La morte da sempre incute paura ma nel contempo libera l’anima
dal fardello del corpo, dissolve il “pensiero” della mente e il “rumore” della
sofferenza “Vivi nell’onestà[,] amore e
rispetto per gli altri […] la morte
porterà via solo il tuo corpo[,] / mentre “il tuo spirito” resterà con noi”
SUSANNA POLIMANTI
Cupra Marittima, 4 maggio 2015
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