21 apr 2013

Niente da nascondere di Francesco Casali



Niente da nascondere di Francesco Casali è realmente un libro fuori dal coro. Grazie alla sua attività di educatore professionale che, quotidianamente svolge con pazienti affetti da disturbi psichiatrici e della personalità, con disagi psicosociali più o meno gravi, l’autore in questo suo romanzo saggistico dialoga con il lettore, scrive e descrive, argomentando una realtà che “esiste” concretamente. Senza alcun artificio, trucco o finzione, egli sconfina oltre le sue esperienze positive o negative che lo hanno in qualche modo segnato, sottolineando e diseppellendo con elementi di minuziosa psicologia dinamica, il potenziamento delle capacità espressive e creative dei soggetti descritti, al di là del loro disagio psichico, alla ricerca di una maturazione interiore verso la continuità di forza e coraggio in ogni situazione drammatica. Niente da nascondere inizia con un primo abstract che riassume l’importanza dell’argomento trattato: il dolore, in ogni sua sfaccettatura, attraverso caratteri e personalità distinte, oltre ai protagonisti con storie complesse di un vissuto intenso, l’autore si occupa anche di pulsioni, desideri e debolezze tipiche di ogni individuo della nostra società. Egli ci parla del dolore silenzioso, che rimane impigliato negli oscuri tunnel dell’anima, un’interpretazione del dolore legato alla dinamica del ricordo per la perdita fisica di un affetto, di uno stress, dei tanti problemi di adattamento in una società che muta troppo velocemente, attribuendo al dolore conseguenze che, se ignorate possono realmente trasformarsi in una profonda voragine, in un prolungato abisso in cui sprofondano sentimenti ed emozioni. Le parole che Casali utilizza sono importanti perché analizzano il senso del dolore che non deve essere dimenticato né accantonato ma vissuto fino in fondo, a volte necessario perché addirittura liberatorio. Il dolore inteso quale solitudine, perdita di un ruolo sociale, senso di colpa e consapevolezza di essere incappati in un qualche errore, che conduce alla fuga, generando persino una percezione di ostilità occulta negli altri. L’autore affronta l’argomento avvicinandosi ad una particolare ”sociometria”, quale interpretazione della capacità empatica, rivelando così coraggiosamente le verità più intime dei personaggi, le loro insicurezze, le loro paure più vere. Francesco Casali si serve della sua ironia analitica come una lente per meglio scrutinare il male dell’esistenza ed indagare nella psiche umana. Evita di dispensare consigli, bensì privilegia evidenziare il suo personale approccio di educatore professionale e la sua esperienza diretta sul tema.
Lo stile del libro è brillante, graffiante, pungente, molto immediato e diretto ma, ad un tempo, tenero e sottilmente impregnato di sentimenti forti e contrastanti; elaborato con profondo pathos ma soprattutto con precisa cognizione di causa. Attraverso la sua esposizione si percepisce il carattere versatile, eclettico ed estremamente sensibile dell’autore stesso, che si palesa parlando di quanto, talvolta, sia difforme l’immagine che ognuno ci propina di sé e della propria realtà riflessa e diffusa soprattutto nella società attuale; “l’immagine, l’apparenza, la menzogna” che ci rendono “splendidi personaggi di se stessi” quando viviamo “splendidi siparietti” nella “casa delle menzogne”, e così facendo, viene occultato un proprio disagio che non è fisico, bensì mentale e spirituale. Francesco Casali racconta e si racconta per combattere tutti i pregiudizi che ruotano intorno al nostro mondo e con il suo libro analizza con precisione quali, in fondo, possano essere le alternative e possibilità che ognuno ha per ritrovare la pace interiore che non sia solo fittizia e non ci renda normalmente così “biecamente felici”. Leggendo questo romanzo, sorge spontanea la domanda: perché dunque considerare pazienti e malati di mente unicamente coloro ai quali viene diagnosticata una malattia mentale, perché fermarsi nel ritenere che solo in un ospedale il dolore è di casa e dunque non fuori luogo? Troppo spesso siamo portati a pensare che il ricordo di una sofferenza fisica svanisca più facilmente di quella psicologica. Questo libro mette in risalto un tema complesso e scomodo, al di fuori dalla normale fisicità, in realtà il dolore è maggiormente assordante, perché silenzioso. Niente da nascondere è un bellissimo libro, di notevole interesse etico; il suo messaggio è importante, diretto ad una differente solidarietà e comprensione, per una ricerca personale verso una permeabilità al vissuto degli altri ottenendo di essere più ricettivi nei loro confronti e verso noi stessi.
Sono solita credere che una semplice recensione non basti ad illustrare l’argomento trattato in un’opera letteraria ed in questo caso, più che mai, sento il dovere di informare il lettore che Niente da nascondere va semplicemente letto con estrema attenzione. Ogni passaggio da un capitolo all’altro affascina e trasporta verso la netta consapevolezza che, anche nei peggiori casi di dolore, dovuti a sofferenza mentale, ad un lutto o un abbandono, esista sempre una sola via d’uscita, dettata dall’amore e da un’autentica ed individuale presenza emotiva. La lettura di questo romanzo stimola la riflessione circa il valore della condivisione empatica in ogni nostra relazione umana.



Susanna Polimanti

18 apr 2013

La preghiera del dito di Papa Francesco

Inserisco questa preghiera di Papa Francesco, perché la ritengo molto bella. Conoscerla è importante per tutti noi, in particolare in questo momento così difficile.



1. Il pollice è il dito più vicino a te. Così inizia a pregare per chi ti è più vicinoe. Sono le persone che più facilmente tornano nei nostri ricordi. Pregare per le persone a noi care è "un dolce obbligo".

2. Il dito seguente è l'indice. Prega per chi insegna, educa e medica, quindi per maestri, professori, medici e sacerdoti. Questi hanno bisogno di sostegno e saggezza affinchè possano indicare la via giusta agli altri. Non dimenticarli mai nelle tue preghiere.

3. Il dito seguente è il più alto. Ci fa ricordare i nostri governatori. Prega per il presidente, per i parlamentari, per gli imprenditori e per gli amministratori. Sono loro che dirigono il destino della nostra patria e che guidano l'opinione pubblica. Hanno bisogno della guida di Dio.

4. Il quarto dito è il dito anulare. Nonostante possa sorprendere i più, è questo il nostro dito più debole, e qualunque insegnante di pianoforte lo può confermare. Bisogna ricordarsi di pregare per i più deboli, per coloro che hanno tanti problemi da affrontare o che sono affaticati dalle malattie. Hanno bisogno delle tue preghiere di giorno e di notte. Non saranno mai troppe le preghiere per queste persone. Inoltre ci invita a pregare per i matrimoni.

5. E per ultimo c'è il nostro dito mignolo, il più piccolo tra tutte le dita, piccolo come bisogna sentirsi di fronte a Dio e agli altri. Come dice la Bibbia "gli ultimi saranno i primi". Il mignolo ti ricorda che devi pregare per te stesso. Solo quando avrai pregato per gli altri quattro gruppi, potrai vedere nella giusta ottica i tuoi bisogni e pregare meglio per te.



Papa Francesco

26 mar 2013

Concorso Haiku: La Scatola Tsuki












Ringrazio Gli Occhi di Argo per aver selezionato tra gli haiku vincitori del Concorso: La Scatola Tsuki anche il mio haiku. Il tema del Concorso era la Luna.


Susanna Polimanti



18 mar 2013

MENZIONE D'ONORE

Il mio libro Lettere mai lette finalista al Concorso Letterario Nazionale: "Un libro amico per l'inverno" - Edizione 2012-2013 e premiato con MENZIONE D'ONORE.
Alla giuria va tutta la mia più profonda gratitudine per il risultato conseguito.




Susanna Polimanti