Tra gli haiku
un petalo di rosa
per segnalibro
Risulterà
impresa molto difficile l’inserimento di un solo segnalibro tra gli haiku di Valentina Meloni, poiché in ogni pagina della raccolta “Nei
giardini di Suzhou” (impressa da FusibiliaLibri
nel 2015), si respira il cosiddetto “hosomi”.
La sottile quiddità contemplativa che dovrebbe appartenere a ogni haijin che si rispetti è qui costantemente
presente e ritengo che lo haiku che
leggiamo in apertura della silloge: “Volano
lievi/petali di ciliegio/Impermanenza” sia una delicata e filosofica
sintesi di tale essenza-essenzialità che coordina per forma e stile l’effettivo
valore connotativo di affettività e vicinanza emotiva della poetessa all’oggetto
o paesaggio citato.
Con
estrema eleganza e abilità, dalla sua “veranda” lei ci guida nei suoi “giardini”,
correda questa sua opera di immagini pittoriche Sumi-e di Santo Previtera,
finemente disegnate con inchiostro su carta di riso, oltre che di una
prefazione di Giovanna Iorio, di personali introduzione e premessa nonché di
note ai testi di assoluta importanza per l’effettiva comprensione dei vari
riferimenti stagionali(kigo) e dei
momenti particolari della giornata (piccolo kigo).
Una
fortunata scelta editoriale esplicita la sua funzione di accompagnamento a un’esperienza
che investe un ciclo poetico in continua evoluzione, lasciando spazio alla
ricchezza di suggestioni e immaginazione di una breve e brillante gemma della
poesia giapponese, che riesce a suscitare così tanto interesse anche nel nostro
panorama letterario contemporaneo.
Purezza
e graziosità dei versi donano calore e
profondità a una tumultuosa, lampeggiante e varia effervescenza di pensiero,
rivelandone una vitalità intellettuale di prim’ordine e di un vissuto che
s’intreccia con un humus predominante
di quel gusto squisito e ricco di molteplici
sfumature, che non a caso nascono da una sensibilità dolce e melanconica, celano
un pathos vibrante, modeste gioie e reconditi dolori “Buchi s’aprono/neri nell’universo/mangiando sogni”
L’immagine
delle nuvole è la voce che ricorre in vari haiku,
“Nuvole-nodo” come la Nostra scrive, un punto di congiunzione tra cielo e
terra e ancora di origine della vita, in cui due energie sostanzialmente
differenti, moto di dialogo tra l’alto e il basso, s’incontrano e s’intrecciano,
modificando ogni cosa, nel giro di un breve lasso di tempo.
Con
uno stile molto espressivo che
lascia intravedere l’accoglienza di un
lieve diversivo come evasione da un pesante rigorismo dettato dalla vita
quotidiana “Fiori di pesco/Nei giardini
di Suzhou/cerco la quiete”, i componimenti di Valentina Meloni sorprendono piacevolmente il lettore con le idee
più eleganti e raffinate, dando ampio respiro anche alle restrizioni più
intollerabili del genere haiku.
Un
giardino geomantico, un vero e proprio Feng
Shui, un flusso di energia armonico che rigenera e ispira ciò che poi
diviene verso breve in una propria
unicità e peculiarità, una via di liberazione dove l’ascolto di noi
“lettori-ospiti” progredisce in quell’unica verità che dall’esterno si riflette
in noi stessi. La stessa natura si presenta quale sinfonia nascosta dietro il suo stesso sipario e si manifesta in
schegge purificate dalla realtà, in fatti segnici e fonetici posti a
disposizione di tutti, tramite l’energia creatrice di ogni suo elemento; a
disegnarne la variabilità ecco che arriva, complice, anche il vento, altra
forza fisica amata dalla poetessa.
I
suoi versi non dicono, non descrivono i moti dell’animo ma li suggeriscono indirettamente con la loro
forza di simboli. Il talento della poetessa sta appunto nella scelta
accorta di questi simboli evocativi, in modo che essi non restino isolati ma
producano l’effetto voluto, quello di riecheggiare
oltre
un tempo fugace tanto da trasformarsi sempre in eventi nuovi, da non perdere. Spazio
e spazialità dunque, non solo impressioni visive e immediate, soprattutto volontà
e desiderio di tradurre un’autentica espressione di concetto spirituale.
Sono
più che certa che prima ancora di avventurarsi nella composizione degli haiku è fondamentale abbracciare e compenetrare
quello stile artistico improntato su attitudine interiore ed essenza della
bellezza, proprie della cultura giapponese; pertanto credo fermamente che Valentina Meloni sia realmente entrata
a far parte di quello spirito zen di
meditazione contemplativa, che la rende amica-figlia di un processo di
trasformazione e di accettazione verso una leggiadria dell’anima: “Mare d’inverno/onde più alte di me/Non ho
timore”
Leggendo
questi versi ho ricordato le parole di Maxence Fermine, il quale così scrive
nel suo “Neve”:
“E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita…”
Non
solo haiku dunque, ma vere e proprie perle
di saggezza spiccano per il loro pregio nell’intera silloge.
Link per l'acquisto: http://www.fusibilia.it/?p=3568
Blog Valentina Meloni: https://valentinameloni.com/tag/nei-giardini-di-suzhou/