Le
fiabe di De Signoribus veicolano
messaggi simbolici che molto svelano del ruolo di un personaggio, dei privilegi
di cui gode, dei poteri che incarna, dei drammi di cui soffre e il racconto di
sciocchi, idioti, astuti, ingannatori e tranelli vari sono combinati nel
tessuto narrativo con originalità e profondità emotiva, capace di modificare,
alterare e rimodulare gli schemi, inventandone di nuovi.
Parliamo di fiabe divertenti e tristi, assurde ed edificanti, dall’interpretazione ironica e contemporanea che riflette l'anima e la coscienza delle persone; ci permettono di accomodarci e rilassarci di fronte a suggestive ambientazioni dove lo spazio si dilata, il tempo non è più un ostacolo e l’effettiva ricchezza del retaggio orale acquista nuovo vigore. Caricature comiche e grottesche propongono un messaggio universale di rispetto e di comprensione reciproca, storie all’apparenza piccole, semplici come tutte le fiabe tramandate nei secoli, il cui processo narrativo avvicina sensibilmente il piccolo lettore così come il mondo adulto. Tradizionalmente il racconto fiabesco consegna una metaforica e semplificata spiegazione della vita, ha una valenza pedagogica di rappresentazione e ascolto condiviso. Tra le righe il messaggio funzionale alla crescita del bambino, insegna a essere gentili, umili, obbedienti, rispettosi ma anche coraggiosi ed intraprendenti. Attraverso le difficoltà della vita si riceve un’indicazione di via d’uscita, di conquista e risoluzione dei problemi oltre che il godimento di uno spazio di unione familiare e spirituale. Ogni pagina si carica di una forza speciale, si snoda in trame lineari affrontate con linguaggio semplice e immediato ove il discorso diretto, arricchito da modi di dire, aneddoti e ripetizioni, mantiene viva l’attenzione del lettore-ascoltatore e lo contagia con sana allegria. La presenza dei tre elementi narrativi: protagonista, antagonista e alleato magico, solitamente rappresentato da una figura mediatrice ideale buona o cattiva e la mescolanza della realtà con l’elemento fantastico, trasformano il racconto in strumento di bontà e giustizia, capace di domare i cuori e la furia degli eventi. Generalmente, tra intrecci di esperienze quotidiane, festeggiamenti e rituali, vi operano re e regine, donne e uomini comuni nonché il consueto contadino; in lui in particolare, si riassumono tutte le risorse di furberia abitualmente attribuite e sfruttate con arguta semplicità. Quasi tutte le storie hanno un lieto fine: il bene trionfa sul male, la virtù viene premiata, l'avidità e la stupidità vengono punite senza pietà; soggetti insopportabili e creduloni vengono bonariamente scornati e castigati offrendo così un finale denso di molteplici fattori quali ingredienti di una letteratura popolare. Infine, le formule rituali di tempi e luoghi indefiniti: “C’era una volta… “tanto tempo fa, nei pressi di una chiesetta di campagna…” “E vissero felici e contenti…” ci lasciano sempre soddisfatti e appagati della nostra scelta. La letteratura di ogni regione italiana è radicata nell’oralità. Le trasformazioni sociali e il rapido cambiamento delle tendenze nell'arte ci sollecitano sempre più a proteggere e preservare l’inestimabile patrimonio dell’arte popolare affinché anche le successive trascrizioni e riscritture del folklore narrativo non cadano nell’oblio. Grazie all’opera di De Signoribus improvvisamente saremo tutti catapultati e coinvolti nella rappresentazione di un mondo meraviglioso dove si possono superare i limiti del condizionamento mentale e rompere così gli schemi della propria rigidità. Attratti e incuriositi dal titolo “Colpa del gatto”? In fondo siamo nel mondo del tutto è possibile… senza dubbio non mancheranno ottimo intrattenimento e ironia.
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