17 giu 2020

La città senza rughe di Roberto Ritondale: romanzo premonitorio e ammonitorio





La città senza rughe” (BookRoad- maggio 2020) è il nuovo romanzo di Roberto Ritondale, redattore Ansa e scrittore talentuoso. Mi permetto di definirlo così, con cognizione di causa, poiché ho già avuto modo di valutare e motivare le sue innate doti di abilità e originalità in occasione di un concorso letterario nel lontano 2016.
Esordio della narrazione è l’anno 2030, in un contesto socio-politico proiettato nel futuro, il percorso impresso all’opera nasce dall’intelligenza emotiva e percettiva dell’autore, un ipotetico scenario ma sottolineo…  non del tutto assurdo, di una Como città-stato: una Novum Comum governata dal regime autoritario del colonnello Ebe, basato su una iuventucrazia che ha per scopo quello di metter in atto una vera e propria mutazione antropologica, un modello sociale dove dominano “smartphone e eyePhone, computer, tablet, droni e dispositivi di controllo individuale”. Trattasi di un romanzo sociologico che empaticamente riflette e racchiude in sé dubbi, ansie e paure comuni profondamente attuali quale ritratto di un universo chiuso e allucinante, una metafora perfetta di un processo tecnologico e una disuguaglianza che impoverisce le menti e le anime tutte. Tra i personaggi troviamo il colonnello Ebe, visto da tutti come dotato di grande abilità e lungimiranza ma che in realtà dimostra la pochezza di chi si affida solo al desiderio di potere, preso dalla folle convinzione di allontanare gli anziani che, a suo parere, sono ostacolo alla sopravvivenza e alla crescita dell’intera comunità, dimenticando che senza passato non esiste futuro e che quella fase avanzata di vita s’identificherà infine nella sua stessa paura del proprio divenire; la coraggiosa settantacinquenne Etilla, madre di Memo e nonna amorevole di Ezio, adolescente aspirante scienziato, Ippolita, Tespi, Ocno, Lisa, Marco Catone, Melampo, Pitteo e tanti altri, ognuno descritto da Ritondale quale protagonista di vicende avvincenti, nel susseguirsi di peripezie che accomunano in diversi stati d’animo ma con un’unica tensione narrativa, il climax finale, epifania di una sensibilità e una coscienza risvegliate che si palesa il 15 agosto 2040. Varie le tematiche toccate dall’autore: digitalizzazione, senilicidio, bullismo, immigrazione, anaffettività, solitudine, irresponsabilità e irrispettosità rendono questo testo letterario strumento di denuncia verso una società che premia le apparenze e riduce gli esseri ad automi senza una volontà propria, poiché facilmente condizionabili ai fini di interessi economici e di assoluto potere “Tutto è pronto per celebrare il valore della bellezza, la forza della disciplina, la propulsione dell’operosità produttiva, la potenza della giovinezza”.
Dal punto di vista stilistico, abbiamo a che fare con accuratezza di forma e struttura, che si sviluppa in perfetto ordine e si uniforma al migliore modello di narratologia. Nota essenziale è la perspicuità del narrare a delineare i contorni di una parola viva e spontanea, un linguaggio figurato che giova alla chiarezza e alla brevità, attraverso dialoghi spontanei, pensieri, ricordi, tra neologismi “buoni” di etimologia latina, madre della nostra stessa lingua e, a tratti opportunatamente utilizzata nella stesura; così come la non casuale scelta di nomi storici e mitologici nonché di citazioni in esergo, sono frutto di un’ispirazione ben centrata. Più che il successo di un futuristico processo evolutivo, l’autore mostra e dimostra che i nostri valori più preziosi risiedono in noi da sempre e che nessun regime può cancellare la nostra natura e la nostra etica. “La città senza rughe” sottolinea quell’impronta sensibilmente rispettosa che è amalgama ricco di esiti e suggestioni che commuovono e, allo stesso tempo, suscitano nel lettore empatia e condivisione d’intenti e di sentimenti. Tenace e costante la volontà, volta a confermare che occorre imparare dal passato progettando il futuro non distruggendo e alienando il nostro patrimonio culturale bensì conservando i più alti valori delle nostre origini, quali la poesia, la musica, gli antichi monumenti; tutto ciò che è memoria è prezioso.
Ogni regime totalitario è caratterizzato soprattutto dal tentativo di controllare capillarmente la società in tutti gli ambiti di vita “Lui promuove il nozionismo, non la cultura, come tutti gli uomini superficiali. I poeti gli fanno paura perché scavano nella mente e nell’anima, guardano oltre l’orizzonte… E con le parole i poeti costruiscono ponti”.
Il mio personale elogio verso un’opera, a mio avviso, decisamente metapsichica, soprattutto laddove esiste un chiaro messaggio premonitorio e ammonitorio riguardo il tema della vecchiaia, invitando e contribuendo ad acquisire consapevolezza che le “anime deboli che non sono utili alla nostra comunità” in realtà suggellano le virtù dell’esperienza, del buonsenso e della purezza d’animo.






27 mag 2020

Nel giardino di Hermes di Alessandra Prospero: l'anima in viaggio








Nel giardino di Hermes” è la recente pubblicazione poetica della scrittrice e giornalista Alessandra Prospero, edita per la collana Criselefantina dalla Daimon Edizioni, casa editrice da lei fondata e diretta. Simbolico ed evocativo il titolo della silloge che coinvolge Hermes, la divinità mitologica messaggera per eccellenza nonché dio dei poeti e, come mediatore fra il cielo e la terra, garanzia di forza elevatrice. Il giardino, specchio di una realtà interiore, è energia e percorso di consapevolezza oltre i cinque sensi ove la poesia, come un mantra, libera l’anima e illumina il significato di ogni percezione e sentimento. È qui che la poetessa si pone in ascolto, si prende cura di se stessa e delle emozioni e il suo canto-visione si trasforma in un luogo di guarigione attraverso la parola poetica “Qui trovo la Poesia della Sera [,] / quegli aromi che solo Tu/ sai ripescare dall’oblio/ […] perché Tu sei strumento umano/trascendente e divino”, in sottile intimità e contemplazione dell’amore in ogni suo risvolto, universale e personale. L’ispirazione si traduce in una creatività permeata dallo spirito e dalla materia, contrapposti in una ricerca di luce e di calore umano, a distinguere un sentimento tortuoso seppure così naturale e spontaneo “Amore risiede/ove umana debolezza/assurge/a divina vicinanza [,] / nell’Empireo delle fragilità [,] / illuminate da un unisono”.
Nel susseguirsi di momenti tra certezze e ambivalenze, ogni sensazione fortemente affrontata e sofferta è finalizzata a raggiungere e mantenere una condizione di equilibrio, tra errori del passato e prospettive future. Uno smaltato incanto dell’amore percorso da un sottile velo di tristezza, ci viene apertamente incontro, ogni verso sottolinea l’attrazione di un sentimento unico che appaga e ferisce a un tempo, è “eraclea ostinazione”, desiderio e coinvolgimento ma anche fragilità nella ricerca di dolcezza e purezza “Ho passi fermi/ sul tuo marciapiede di meringa […]”, rimane sospeso in aria tra passato e presente, tra cielo e terra “[…]sul ponte tibetano/ del tuo avvicinamento” in attesa di una netta conclusione che sia finalmente conquista verso una stabilità quale “amata meta”.
Una poesia polisemica, ricca di allusioni, analogie simboliche e tautogrammi, una misura d’arte fatta di intimo equilibrio e di saggezza in una limpidezza di espressione alternata con forme dubitative che accrescono il senso dell’incerto e dell’irreale. La grazia lieve ed elegante di una raffinata sensualità s’intreccia con un sorridente e garbato scetticismo che tempera il dubbio, la sospensione dell’animo e della menteLasciar andare/ Cospargere l’anima di oli essenziali/ e attendere che ciò che essenziale non è/scivoli via”. Lo stile, caratterizzato da una morfologia flessiva molto aggettivata e un’originale semantica lessicale, denota una profonda conoscenza linguistica nonché una notevole esperienza dei classici. Il verso è plasmato dal suono di una voce intensa e calda e ci arriva sotto forma di dignitosa emozione, tra carne e spirito, eternità e intimità, alleanza tra volontà e armonia.
La lirica “So(u)lstizio” è, a mio avviso, quella che più manifesta un luogo privilegiato, una sorta di tempio baudelairiano, in cui la poesia scopre, raccoglie sinestesie dell’anima “Nell’odoroso gelsomino/raccolgo gli effluvi della tua attenzione [;] / nelle tue braccia/accoglienti di ortensia/ritrovo il suono/ del mio sorriso”, serba segreti e, tra giochi di luce e ombra, affida i suoi sogni, lascia viaggiare il suo messaggio poetico perché ognuno di noi lo colga quale concretizzazione di un’esigenza espressiva.

 
Link per l'acquisto: https://www.daimonedizioni.com/criselefantina/

13 nov 2019

"La moglie di mio padre" di Franco Duranti


 “La moglie di mio padre” edito da Seri Editore (settembre 2019) è decisamente un salto di qualità come realizzazione letteraria dello scrittore Franco Duranti, giunto così alla sua prima esperienza romanzesca. L’opera si caratterizza quale Entwicklungsroman, in sintonia con un’evoluzione di quel processo di formazione, identificazione, introiezione e proiezione nonché di trasformazione di un’età adolescenziale. Lorenzo è la colonna portante del testo mentre sorgente e centro è il fuoco interiore di una passione segreta che irrompe nella sua vita e implica il dover affrontare un cambiamento nella sfera sociale, nell’ambito familiare così come a livello emotivo-relazionale: “Quel pomeriggio lei franò come una valanga sui miei giorni”. Nella diversità di un rapporto e di un amore insolito con una donna adulta, la quarantenne Agnese, prevale lo spirito di sopravvento dell'istintualità; il bagaglio esistenziale ed esperienziale di un ragazzo dona l’avvio a un’indagine di diversa natura, dove la sottigliezza psicologica di una concupiscientia, diventa filtro cui passa un vissuto che si articola su due piani: quello dell’incontro, reso con viva immediatezza: “breve, veloce, come un lampo che con uno squarcio repentino aveva lacerato la mia personalità…” e quello della ricerca di sé, della propria identità, di un’iniziazione a un mondo più adulto attraverso l’autoanalisi e l’analisi dei propri rapporti con gli affetti più cari nonché della maturità della propria sessualità. La seduzione e la fascinazione, in una sorta di ‘follia d’amore junghiana’, improvvisamente mettono in discussione le stesse caratteristiche familiari ma, allo stesso tempo, s’intrecciano con la riscoperta dei legami affettivi nei riguardi di ogni personaggio, con un proprio ruolo e importanza all’interno della narrazione. Primo fra tutti viene sottolineato il rapporto con la madre, nominata quasi sempre come Clara. Ciò merita attenzione, dall’utilizzo del nome di battesimo si evince, infatti, un tipico comportamento di Lorenzo, il quale sembra rifiutare un qualche aspetto genitoriale, ne prende distanza quasi a deprivarlo del ruolo che le compete. Lorenzo si concentra sullo sport, per non pensare ai suoi “vuoti” mentre Agnese, donna profondamente narcisista, ha bisogno di qualcuno che la veneri. Un incontro emotivamente coinvolgente e carico di potenzialità aiuta entrambi a crescere psicologicamente e una condizione inconscia di dipendenza affettiva finisce per sostituire una madre distratta e presa dai suoi interessi. Solo più avanti, il distacco improvviso dalla figura materna diviene possibilità creativa di un ritratto più intimo e sofferto; stessa cosa avviene con il personaggio di Federica, coetanea di Lorenzo ma che, nella storia assume inizialmente una veste tutto sommato marginale e scontata, essendo la sua fidanzatina ufficiale.
Man mano che si procede nella lettura, fuoriescono inesorabilmente i diversi comportamenti, finché iniziano a stabilizzarsi amore, interessi e amicizie ove vince il senso di responsabilità, di maturità, d’indipendenza e di capacità di farsi carico di ogni situazione mettendo il senso del dovere sopra a ogni altra cosa; un’incondizionata consapevolezza mette fine a tutte le illusioni e a tutte le ipocrisie. In un’inesauribile ricchezza di sfumature e raffigurazioni suggestive, ci troviamo di fronte a una narrazione sinuosa che è purezza e precisione di una prosa mai stucchevole o scontata. L’autonomia sintattica e contenutistica della fabula e dell’intreccio sono perfettamente coordinate in sequenze narrative, descrittive, riflessive, espressive e dialogiche dove incuriosiscono il gioco prezioso di nuove scoperte, i rinvii, le allusioni, i mutamenti di prospettiva, gli improvvisi arricchimenti di significato di fatti che scavano entro la psicologia umana, ad avviluppare passioni, errori, proibite delizie e infingimenti.
Il finale aperto, senza l’intento di una rivelazione definitiva, fa di questo romanzo un’opera letteraria di straordinaria vitalità, sorretta com’è da una scrittura penetrante di uno scrittore romantico e poetico, il quale demanda a Lorenzo e ad Agnese il delicato e impegnativo compito attraverso la loro  esperienza passionale, di superare il concetto di un gratuito compiacimento erotico, lasciandoci addentrare nell’universo di un’emotività maschile che si avvia verso un’educazione all’amore e alla maturità affettiva: valori essenziali della persona umana e di ogni autentico rapporto di coppia.


12 nov 2019

Premio Letterario "Città di Fermo" VI Edizione






VI PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” 





La Libera Associazione Culturale ARMONICA-MENTE di Fermo presieduta da Nunzia Luciani, con il Patrocinio della Regione Marche, del Comune di Fermo “Assessorato alla Cultura” e dell’Arcidiocesi di Fermo, con la collaborazione dell’Associazione Culturale GueCi di Rende (CS) e dell’Associazione Casa Museo Arnoldo Anibaldi, indice la VI Edizione del Premio Letterario “Città di Fermo”.





Regolamento





1. Il premio è aperto a tutti gli autori italiani e stranieri senza alcun limite di età ed è articolato nelle seguenti sezioni:



Sezione A – Poesia in lingua italiana a tema libero (edita o inedita)

Sezione B – Poesia religiosa in lingua italiana (edita o inedita)

Sezione C – Testo teatrale edito /inedito in vernacolo

Sezione D - Narrativa: Lettera aperta a tema libero e/o fiaba, leggenda o racconto popolare inediti di tradizione orale in lingua italiana o dialettale con relativa traduzione.





Non possono partecipare i vincitori del 1°, 2° e 3° premio delle ultime due edizioni del premio.

I membri di giuria delle precedenti edizioni sono pregati di non partecipare.





SEZIONI A – B



2. Per le sezioni di poesia in lingua italiana e religiosa (A e B) si potrà partecipare inviando un’unica poesia, che non dovrà superare i 35 versi.



3. SEZIONE C



Testi per teatro in vernacolo (monologo o short comedy) a tema libero. Si partecipa con una sola opera edita o inedita, carattere Times New Roman - corpo 12, interlinea 1,5. Lunghezza massima di 4500 battute per il monologo e 7500 per il corto compresi gli spazi. I testi dovranno essere accompagnati da breve sinossi (massimo 5 righe) e relativa traduzione. Tra le opere pervenute verrà selezionato un unico premio assoluto. L'opera vincitrice potrà essere rappresentata nel corso della cerimonia di premiazione dalla Compagnia Teatrale Fermana.







4. SEZIONE D



a) Lettera aperta a tema libero: si partecipa inviando un unico testo munito di titolo che non dovrà superare le 3 cartelle editoriali (una cartella editoriale corrisponde a 1800 battute spazi inclusi). Il testo della lettera può essere autobiografico o di qualsivoglia contenuto e rivolto verso qualsivoglia destinatario.

b) Fiaba/ leggenda/ racconto popolare editi/inediti, in lingua o in dialetto (con relativa traduzione), in formato word di 3 cartelle editoriali max, carattere: Times New Roman- corpo 12 (una cartella editoriale corrisponde a 1800 battute spazi inclusi).





5. Per la partecipazione al premio è richiesto un contributo di Euro 10 per spese organizzative per ognuna delle sezioni a cui si intenda partecipare.



6. Il partecipante dovrà inviare una mail all’indirizzo della segreteria del premio: premiocittadifermo@gmail.com entro la scadenza del 15 gennaio 2020 con i seguenti allegati:



- File (esclusivamente in formato word) contenente il testo in forma rigorosamente anonima e senza alcun segno di riconoscimento. Nel caso di partecipazione con più opere, inviare allegati distinti.

- Scheda di partecipazione contenente i propri dati personali con l’autorizzazione al trattamento dati.

- Copia della ricevuta del versamento PostePay o bonifico bancario.



I partecipanti sono pregati di inviare gli elaborati con largo anticipo rispetto ai termini di scadenza per facilitare le operazioni di segreteria nonché le valutazioni della commissione di giuria. Le opere che giungeranno oltre la data di scadenza per la partecipazione, non saranno tenute in considerazione e, in ogni caso, farà fede la data d’invio della mail. Nell’impossibilità di inviare tramite posta elettronica, si potrà inviare una copia cartacea degli elaborati con relativi allegati richiesti dal regolamento, all’indirizzo di posta dell’Associazione: Associazione Culturale Armonica-Mente c/o Carlo Iommi, Piazza del Popolo N. 34 - 63900 Fermo (FM).



Modalità di versamento del contributo per spese organizzative:



Postepay - Numero tessera: 5333 1710 9437 3970

Intestata a Nunzia Luciani - CF: LCNNNZ54H48G920P

Causale: VI PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” – Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D

Bonifico bancario - IBAN: IT36L0615069450CC0010095088

Intestato a Armonica-Mente

Causale: VI PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” - Sez. A) e/o B) e/o C) e/o D



Alla ricezione dei materiali verrà inviata una mail di conferma all’indirizzo mail indicato nella scheda di partecipazione al premio.

Non vengono accettate opere che presentino elementi razzisti, denigratori, pornografici, blasfemi o d’incitamento all’odio, alla violenza e alla discriminazione.



La Commissione di giuria è composta da esponenti del panorama culturale e letterario, regionale e nazionale:



Sez. A: Susanna Polimanti, Anna Laura Cittadino, Cinzia Franceschelli, Silvia Elena Di Donato, Maria Giovanna Bonaiuti, Nanda Anibaldi

Sez. B:: Mons. Mario Lusek, Susanna Polimanti, Maria Giovanna Bonaiuti, Cinzia Franceschelli, Nanda Anibaldi, Silvia Elena Di Donato.

Sez. C : Susanna Polimanti, Nunzia Luciani, Cinzia Franceschelli, Stefano De Bernardin.

Sez. D : Susanna Polimanti, Antonio De Signoribus, Cinzia Franceschelli, Adolfo Leoni.



Il giudizio della giuria che esaminerà le opere pervenute al concorso e decreterà i vincitori è insindacabile e inappellabile.



I Premi vengono stabiliti come di seguito indicato:



Sezioni A e D:

1° premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e Euro 100, 2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libri. 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria.

Sezione B:

1° premio: Targa, diploma con motivazione della giuria e articolo religioso, 2° premio: targa, diploma con motivazione della giuria e libro. 3° premio: targa e diploma con motivazione della giuria.

Sezione C: Targa, diploma con motivazione della giuria e Euro 100 (unico premio assoluto)



Premio Speciale Arcidiocesi di Fermo: Targa, diploma e motivazione

Premio Speciale Associazione Culturale GueCi: Targa, diploma e motivazione

Premio Speciale Associazione Casa Museo Arnoldo Anibaldi: Targa, diploma e motivazione



Menzioni: Trofeo o targa e diploma

La commissione di giuria potrà decidere di decretare ulteriori premi nel caso risultassero particolari opere da segnalare.

N.B: I vincitori del 1°, 2° e 3° Premio e Premi Speciali sono tenuti a partecipare alla cerimonia di premiazione. In caso di assenza del vincitore, verranno inviati solo i diplomi ed eccezionalmente, targa e diploma potranno essere ritirati da altri tramite delega scritta da inviare all’indirizzo mail della segreteria del premio. Per quanto riguarda eventuali menzioni, sia il premio che il diploma potranno essere spediti a casa dietro pagamento delle spese di spedizione o essere ritirati sempre tramite delega scritta. I premi in denaro, se non ritirati personalmente verranno incamerati dall’Associazione per future edizioni del Premio.

Tutti i testi dei vincitori assoluti, premi speciali e menzionati saranno pubblicati nel volume antologico che sarà presentato nel corso della premiazione.

L’Associazione Armonica-Mente destinerà in beneficenza parte dei proventi derivanti dalla vendita delle antologie a realtà bisognose di aiuto nel territorio del Fermano, scelte a propria discrezione.

La partecipazione al concorso implica l’accettazione di tutti gli articoli che compongono il presente bando.

La cerimonia di premiazione si terrà a Fermo domenica 31 maggio 2020. Ulteriori dettagli su luogo e orario verranno comunicati nel verbale di giuria che verrà inviato ai soli vincitori e classificati un mese prima della premiazione. È necessario confermare la propria presenza alla cerimonia entro 10 giorni dal ricevimento del verbale di giuria.





NUNZIA LUCIANI - Presidente del Premio- Presidente Ass. Culturale Armonica-Mente                    SUSANNA POLIMANTI - Presidente di Giuria



Per qualunque informazione rivolgersi all’indirizzo mail: premiocittadifermo@gmail.com













VI PREMIO LETTERARIO “CITTÀ DI FERMO” 



Scheda di Partecipazione al Concorso 



La presente scheda compilata è requisito fondamentale per la partecipazione al concorso. Alla scheda va allegata la ricevuta del contributo per spese organizzative, da inviare tramite mail entro la data di scadenza del 15 gennaio 2020.



Nome-Cognome __________________________________________________________________

Nato/a ______________________________il __________________________________________

Residente in ___________________________________ Via_____________________________

Cap __________________ Prov._____________________________________________________

Tel. _____________________________________Cell.___________________________________

E-mail ___________________________________________Sito ____________________________

Partecipo alla/e sezione/i (indicare vicino il titolo del testo proposto o, in sua assenza, il primo verso della poesia)

□ A –Poesia in italiano a tema libero _____________________________________________________________________________

□ B –Poesia religiosa

_______________________________________________________________________________

□C –Testo teatrale edito/inedito ______________________________________________________________________________

□ D –Lettera aperta a tema libero o Fiaba/leggenda in lingua italiana o in dialetto ________________________________________________________________________________



Data___________________________________________Firma __________________________








□ Dichiaro che il/i testi che presento è/sono frutto del mio ingegno e che ne detengo i diritti a ogni titolo.

□ Acconsento al trattamento dei dati personali ai sensi dell’art.13 del D. Lgs. 196/2003.



Data__________________________________ Firma _________________________________





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27 set 2019

Verbale di giuria Premio Internazionale di Poesia "Memorial Guerino Cittadino" VIII Edizione 2019

Premio Internazionale di Poesia “ Memorial Guerino Cittadino” VIII Edizione 2019
Indetto e organizzato dall’ Associazione Culturale GueCi con la Medaglia del Senato , Patrocinio Città di Rende e Comune di Rodano.
In collaborazione con l’Associazione Armonica-Mente e con l’adesione della bottega orafa Mastro7.
La Giuria del Premio composta dalla Dott.ssa Susanna Polimanti (Presidente di Giuria) e dai giurati: Dott.ssa Gabriella Campioni (scrittrice) Nadio Grigis (scrittore-poeta) Dott.ssa Nuccia Martire (poetessa) Giuseppe Salvatore (regista-poeta) ha esaminato le opere in forma rigorosamente anonim ed ha così decretato
Sezione A (poesia inedita in lingua italiana.
1° Premio “Le donne del mio sud ” di Rosellina Brun (San Pietro in Guarano-Cs)
2° Premio “Quando il giorno verrà “di Giuseppina Palese (Sassari)
3° Premio “Pantelleria ” di Carmelo Consoli (Firenze)
Premio Speciale Armonica-Mente
“Un’estate frettolosa ” di Gaetano Catalani (Ardore-Rc)
Premio Speciale Città di Rodano
“Dentro il finestrino” di Maurizio Bacconi (Roma)
Premio Speciale Emozioni
“ Sfumature” di Caterina Morabito ( Montepaone-Cz)
Menzione d’Onore :
“Comincia sempre così” di Girolamo Cangemi (Polistena-Rc)
“Oltre l’abbraccio dell’addio” di Ros Nicolina (San Quirino-Pn)
“Primavera del 1943” di Francesco Mazzitelli (Policoro-Mt)
“I messaggi del vento” di Brunella D’Angelo (Cosenza)
Sezione B (Poesia inedita in vernacolo)
1° Premio “ ‘Terra d’amuri” di Paolo Landrelli (Ardore-Rc)
2° Premio “Amara sentenza” di Antonio Barracato (Cefalù-Pa)
3° Premio “Restanu i ricordi” di Filippo Scalzi (Isola Capo Rizzuto -Kr)
Menzione d’Onore
“ Mari tradituri ” di Gazzara Salvatore (Messina)
“La panchina rossa ” di Luciano Gentiletti (Rocca Priora-Rm)
“ Mio padre” di Michele La Montagna (Acerra-Na)
Sezione C (Poesia inedita in lingua italiana a tema: I valori autentici della vita)
1° Premio “Il grido del silenzio” di Luigi Antonio Pilo (Torre Faro Me)
2° Premio “Amore ” di Mirella Putortì (San Gregorio -Rc)
3° Premio “Preghiera di un ateo ” di Fabrizio Cacciola (Messina)
Medaglia del Senato
“Il sapore dei gelsi” di Pasquale Antonio Marinelli (Monteiasi-Ta)
Premio Speciale “I valori autentici della vita”
“Affetti familiari” di Luisa Sisti (Roma)
Menzione d’Onore
“Vedremo mai l’aurora” di Enrico Parravicini (Varese)
“Verso un cammino fraterno ” di Velia Aiello (Rogliano-Cs)
“ Se perdiamo l’amore cosa ci resta” di Qais Alnjlawi ( Al-Jarissah- Tunisia)
Sezione D (video-poesia)
1° Premio “Cartolina dal Sud ” di Lorenzo Piccirillo (Latina)
2° Premio “Se arriverà un sorriso” di Cecilia Minisci (Cesena -Fc)
3° Premio “Gli ulivi di Natale ” di Emanuele Aloisi (Zaccanopoli-Vv)
Premio Speciale miglior video tematica sociale
“Disarticolata” di Caterina Silvia Fiore (Garbagnate M.SE- Mi)
Menzione d’onore
“Lacrima ” di Angelo Palatucci (Giovi-Sa)
“Vita da strega” di Lucia Trapazzo ( Zurigo-Svizzera)
“ I bambini di Scampia” di Giampaolo Bellucci (Bastia Umbra-Pg)
“ Lo schermo della vita” di Ma Raja (Taranto)
Premio Carriera
Mimma Magurno (Diamante-CS)
Premio Speciale ( fuori concorso)
“ Avvolta nella nebbia” di B. Carraro-G. De Grandi-P.Novarese ( Torino)
TUTTI I VINCITORI SONO STATI AVVISATI TRAMITE EMAIL! CHI NON L'AVESSE RICEVUTA E' PREGATO DI CONTATTARCI.

28 lug 2019

La maschera di Euridice- Silvia Elena Di Donato

Silvia Elena Di Donato ha già ottenuto notevoli consensi di pubblico e di critica con la sua opera prima per la poesia “La maschera di Euridice” (Masciulli Edizioni – 2018). L’influsso culturale di una formazione umanistica nonché la sua esperienza di docente hanno sicuramente contribuito alla maturazione del linguaggio poetico e degli stilemi, inducendola a esprimere il lessema nella sua essenzialità senza però scarnificarlo. La ricezione del patrimonio della letteratura classica così come gli echi della mitologia greca delineano un paesaggio poetico molto diversificato, frammenti di esistenze di grande intensità e impatto emotivo.
Nei secoli, tanti sono i poeti e gli scrittori che hanno cantato il mito di Orfeo ed Euridice, ognuno con la sua personale interpretazione, la Di Donato ne coglie l’esperienza d’incanto e sgomento, con umiltà e sensibilità; le sue liriche sono una sorta di preparazione, un metodo di accesso alla vita mistica e a una maggiore diffusione di valori universali. La maschera come simbolo di identificazione, regola le energie spirituali sparse nel mondo e le intrappola per impedire il loro vagare, dominando e controllando il mondo invisibile: “Sola/trasfigurata in canto/penetra/la fenditura corrusca del mistero/madida del suo ultimo passo/sul crinale del grande fiume”.
Il verso è breve ma intenso, frutto di immagini folgoranti e trasparenze metaforiche, evocazioni che illuminano la comunicazione di una morale e di un insegnamento che restituisce un po’del tempo latore di bellezza. Silvia Elena Di Donato crede nella poesia e nella sua origine divina, ne difende l’incontaminatezza, riscopre quel senso della vita che colma l’abisso tra il sopra e il sotto dello spirito, fra Dio e gli uomini “Parole fresche/di albe e tormenti/sempre le stesse/sempre diverse/mistiche eterne occasioni di mondo […]”. Il suo canto è un cammino di ascesi, permeato dalla bellezza e dalla ricchezza di un’ispirazione che lei trae dal passato, quale sfondo e spinta per trasportarsi fantasticamente nel tempo evocato. Il mondo stesso, nella sua continua trasformazione, può essere letto tra le righe di detto percorso “[…] filigrane di echi di luce/fendono fasciami di nuvole/ - anfratti della mente infiniti - “e ogni intuizione del trascendente si concretizza nella pregnanza semantica di una parola sostanziale e mai banale, in una continuità di versificazione senza soste di virgole e punti mentre in alcune chiuse si evince un tono quasi epigrammatico. La luce interiore dell’autrice è immersa nella poesia che ammalia e incanta, tocca quella dimensione religiosa che è missione, cura dell’anima verso l’infinito e l’eternità[…] fra i frammenti/del tempo e della durata/parola archetipo/di eternità”. Sincerità e grandezza etica sono il lievito di ogni sua lirica. L’io poetico si abbandona senza allontanarsi dal mondo bensì ne rende tutte le sfumature più fini, i colori più delicati, donando al lettore un’atmosfera onirica “Il sogno/ ha le chiavi/ di ogni possibilità” ove il silenzio è conciliazione e potenziale creativo per una poesia che ha il compito di esplorare il mistero che è in noi, che coincide col senso del divino “E sorge nuova l’alba/ad abitare l’anima/spalancata/di pura luce assoluta/ alla meraviglia inattesa/che ne sorprende la soglia/ con passo divino” e come tale diviene un’inesauribile risorsa di pensieri profondi. “La maschera di Euridice” è una prima esperienza poetica che detta già un buon presupposto per ulteriori successi letterari.






13 lug 2019

Nanda Anibaldi e la sua poetica








Recensire opere composite, multiformi, dall'architettura complessa e articolata quali sono le liriche di Nanda Anibaldi, non è certamente un compito facile. Sin dal primo approccio si evince una poetica particolarmente vissuta, di un’artista ispirata e talentuosa. Il suo verso supera ogni concezione tradizionale, non mente bensì si allena a una verità interiore, non si delinea nell’astratto ma riavvolge e si dispiega lungo il procedere della vita. Lo stile della Nostra non è stereotipato bensì espressivo, personale, con immagini pittoriche che creano un’atmosfera intimistica, come se l’autrice volesse tenere stretto a sé ogni attimo, imprimendo la sua caratterizzante e soggettiva vocazione creativa.
Con estrema destrezza e dimestichezza, intensità e potenza d’emissione, le sue liriche approdano a un’arte di sostanza e non di sola apparenza: una sorta di specchio cognitivo che tende a sviluppare la propria coscienza.
Nella silloge “La tana del nibbio” (Firenze Libri, 1994), l’Io poetico è ispirato da moti interni dell’animo, spesso inspiegabili, legati a una pluralità di sentimenti spinti da una nuova esigenza di far luce e di raccontare le contraddizioni che, come una lama affilata penetrano nell’esistenza con lucidità e intransigenza, senza infingimenti. Significante e strategica la simbologia del rapace nibbio che sfrutta il vento più leggero - in questo caso la poesia - per uscire dalla sua tana ed elevarsi con poche battute di ali; il verso dona la capacità di liberarsi, di estraniarsi dai problemi per analizzarli con occhio critico, si distacca dal coro e si esprime in assoluta libertà: Tracce invisibili di magma/riciclate sul petto della terra/vengono cancellate/ ad ogni batter d’ali”.
La Anibaldi si pone in continua sfida, non solo con se stessa, in particolare con il discorso poetico con cui crea un confronto, giocando e utilizzando la fantasia come vitale interlocutore. Figure e immagini denotano maturità di visione e di espressione nonché una suprema saggezza di folgorazioni e di messaggi. Lei - donna smette di fuggire la sua ombra, dà un senso all’angoscia esistenziale e la domina con fortezza e coraggio: “L’intervallo di tempo/segna sconcerti/tra rivoli di pensiero/ che sciolgono l’ultima neve…Pescare il tuo/ nella tavola dei sogni/non è stato facile […] L’ho disegnato per te ma l’hai collocato nella memoria/labile/non ti servirà a proteggerti dal gioco/ ché i giocatori sono più scaltri [,] né ti aiuterà a bleffare/devi pescarne uno più grande/e metterlo come uno scafandro […]” Una poesia disvelativa che stimola domande e incontra l’alterità, abbraccia la dimensione estetica, lascia da parte il puro narcisismo per attuare il senso reale di quel poiein che è veicolo di trasformazione e cambiamento nell’attimo stesso in cui ci appare un’indomabile donna e una poetessa palazzeschiana di mirabile e ironica libertà.
Il desiderio di uno spirito che interroga il mistero:Parli e racconti/i fatti di sempre/Conosciuti/scontati/ma/li fabuli come tuoi/Il dramma si consuma/nel non avere risposta” che è ‘paradigma’ di una continua ricerca poetica, crea l’attimo per un linguaggio semantico arricchito e integrato da metafore e simbologie di alto spessore, a velare i grandi interrogativi dell’esistenza, al centro di una precisa analisi ontologica.
Sarai spaventato per le cose/che non potevi prevedere/e nel gioco ti sorprenderà/il bluff come regola” (Paradigma- Progetti editoriali srl- il lavoro editoriale, 2006)
Nella silloge “Paradigma”, una genesi biblica traccia l’ispirazione del verso per giungere a un amalgama biblico-pindarico ove notiamo un incredibile idealismo rinnovatore e rivoluzionario, pervaso da ritorni e rimeditazioni filosofiche; un’evocazione di ciò che è presenza felice e, allo stesso tempo, inevitabile consapevolezza del dileguarsi della vita e degli affetti più cari. I ricordi arrivano nei versi come bagliori di luce a sostenere i momenti più difficili, smorzando i toni di una tematica di fondo che è la stessa identità, sia retrospettiva che di continuità futura, ove il dubbio e la certezza, l’oscurità e la visione chiara, lottano a fronte delle esperienze vissute e dei ragionamenti che si evolvono nel pensiero: “Forse ti sentirò nella pioggia/quando l’acqua ha il colore del sonno/e mi scontrerò con te nella nebbia/gelatinosa/per chiederti scusa”. Un genere di poesia esegetica quale anello di collegamento tra studio e tradizioni culturali, sollecita la Anibaldi a indagare i vari contrasti tra razionalità e cuore, con una medesima funzione: trovare una densità di senso fra dimensioni diverse della realtà, tra prove e ostacoli, contrapposti alle tante nostalgie rivolte a tempi maggiormente genuini e spensierati: “Oggi ho rivisto il mare/con i colori del mio tempo/mentre la mia straneità/cammina sulle strade/ che ho già percorso”. La Nostra penetra in profondità, lo fa con critica tagliente, con le armi del paradosso e dell’ironia, trovando una sua modalità per interrogarsi e interrogare nonché per stimolare, tra l’osservazione e i meandri della mente, una logica riflessione anche su quanto rientra in un dogmatismo religioso. Non possiamo cambiare parti di noi cercando di nasconderle, tutto deve venire alla luce ed essere compreso; in altre parole, occorre diventarne amici. La poesia di Nanda Anibaldi è anche arte concettuale e, inevitabilmente, si trasfigura in catarsi di vita.

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