12 ott 2017

"Refoli di parole" di Elvio Angeletti: la preziosa semplicità dell'autentica poesia



“Tra i respiri della natura
    mi porgo, aspettando
      caldi refoli di parole
       che mi tolgano
la maglia grigia dell’inverno!”



Un ritratto di fanciulla sfumata ed eterea, dell’artista Cesy Miriel Ciotti, apre la nuova silloge poetica di Elvio AngelettiRefoli di parole”(INTERMEDIA Edizioni) i cui versi mostrano palesemente una preziosa semplicità di un’atmosfera quasi magica, fortemente empatica.
Il refolo è sinonimo di soffio e di conseguenza dello Spirito, dell’influsso spirituale di origine celeste che improvviso si alza o si placa, generando nell’intimo del poeta, il Verbo; esso è il sovrano del campo sottile, intermediario tra la terra e il cielo, penetra, infrange e purifica “Ho creato un’immagine/fatta di parole e di sogni/ che fulgidi rapiscono i respiri”.
Una versatilità che non si fissa su particolari tematiche e non impone a un percorso di vita alcuna regola né costrizione ma lo vive in tutte le sue manifestazioni, non esitando ad avvolgerlo in un alone di poesia. Ogni verso riconduce al sollievo, a un’emozione gioiosa o sofferta nonché al ricordo “Il vivere mio sarà un ritornello/che ricorderà tutti i giorni/chi mi ha regalato una carezza”ove l’io poetico parla di sé ma è perfettamente in grado di parlare per tutti, sconfigge il tempo e lo ferma con grazia “ Nei momenti/dei miei giorni senza confini/sbaraglio i battiti del tempo[,]/come chiodi appesi nel vuoto/a sostenere la mia mente assonnata”.
In ogni lirica, stile e linguaggio sono visivi e descrittivi, misurano una profonda umanità, sottolineano un alto valore di simbolo morale ed evidenziano quella compostezza formale propria della personalità di Elvio Angeletti . Ciò che maggiormente si evince è che in tale poetica la ragione del sentimento è ben determinata a farsi valere, cercando nelle estasi segrete dell’anima qualunque battito, colore o luce che attenui l’angoscia mentale di quanto nel mondo possa indebolire la nostra serenità. Il poeta non fugge dalle amarezze cosmiche ma riesce a trasfigurarle in autentica poesia e coerenza figurativa, scegliendo parole e aggettivi che evocano profumi e istantanee di condivisa intimità. Le parole nascono e si rafforzano dall’introiezione dei diversi aspetti della natura, conferendo al verso uno strano fascino e una grande suggestione.
Credo fermamente che la poesia per Angeletti sia un’ancora di salvezza poiché, rimodellando su proprie immagini ideali il suo senso, a volte di frustrazione, la stessa diviene terreno fertile per risposte semplici a interrogativi esistenziali, in una struttura meno possibile articolata e dunque comprensibile al massimo.
Non meno importante è l’elemento spirituale che pervade la silloge. Infatti, secondo l’esperienza religiosa, la divinità può apparire accompagnata dal dolce mormorio  del vento o nel fragore della tempesta “Mi tolgo/il cappello e le scarpe/ e guardando il soffitto/cerco una preghiera”. Quello spazio vuoto ove soffia il vento è un potente simbolo di energia; è nella trasformazione del vento che nasce una nuova luce, risplende e dilegua le tenebre.  
Mi sovviene una stupenda citazione della poetessa Alda Merini: “la poesia è la pelle del poeta”e  trovo che sia un riferimento perfetto per tale personalità di artista sensibile ed emotivamente attento al vagheggiamento della bellezza e del sogno, in cui egli ama indugiarsi con profonda armonia e  particolare simbiosi; allo stesso tempo, mi piace pensare che possa avere una qualche parentela di pensiero e di spiritualità con il libanese Khalil Gibran.




3 ott 2017

"La luce, a volte" di Filippo Davoli



“Certe notti mi fermo a parlare con la luna.
Non le dedico versi, le sussurro nemmeno parole, le dico sguardi che girano il mondo
E lei si volta, mi mette a parte del segreto
Che è la sua vita dove non si vede.”

 “ La luce, a volte (Liberilibri di AMA Srl- 2016), recente opera poetica di Filippo Davoli, è senza alcun dubbio degna di essere ascritta tra le maggiori produzioni letterarie del nostro tempo. Il suo valore di certa rilevanza stilistica rappresenta un modello intellettuale per gli amanti della poesia, per i neofiti del genere nonché per quanti si accostano alla poesia ancora “imberbi”, trasformando in mere elucubrazioni mentali la sublimità di tale arte o, peggio, rimangono ingabbiati in tematiche di massa ”[…] dove si sporca/la più fitta integrità del dono[,][…]”.
Siamo di fronte a squarci di vera poesia che denotano una ricchezza di sensibilità e padronanza tecnica del verso per forma, linguaggio e contenuti dal carattere esegetico e omnicomprensivo. Davoli, serenamente, riesce a trasformare in poesia anche quegli aspetti impoetici della realtà con le attenzioni e la delicatezza proprie di chi accarezza un essere amato.
Una poetica melodiosa e garbata che evoca e fissa melodie antiche di una quotidianità di colori, suoni e tempi di chi sa accettare, sorridere, tacere con la sua rappresentazione interiore ricostruita, pronta ad accogliere in sé, a incorporare un mondo esterno. La musicalità e il ritmo del verso sono il risultato di un impegno onesto e di un’espressione dignitosa, nel rispetto di una metrica modulata e ben distribuita negli accenti, senza con ciò caricare con particolari articolazioni ciò che puramente è ispirazione e che approda a una poetica forte, sincera, pulita ed esatta, di autentica essenzialità anche laddove il verso si allunga.
L’io poetico si esprime, esplode e implodeMa forse è della poesia questo farsi/uno in altri[,]io un altro[.] Un altro io”, si moltiplica, ristabilisce le sue potenzialità relazionali con gli sfondi quotidiani e trova qui modo di esprimersi liberamente, dandoci un completo ritratto degli aspetti più o meno buoni di una personalità complessa. Nelle poesie si evince un superamento del dubbio scettico sulla base dell’ineliminabile connessione fra pensare ed essere “ Abito nel segreto i miei sogni a colori[.]/ Vivo una vita parallela[,] a puntate”
Il divino albeggia nell’anima, del finito con l’infinito, poiché nella parola l’Essere esprime se stesso immediatamente e la poesia è stato di grazia, di illuminazione, di veggenza e di purezza.
La rivelazione e una lettura provvidenziale dei segni del tempo rendono essenziale il valore della poesia e della sua singolare forza carismatica; la nascita assolutamente incontaminata del poetico, in quanto originario sgorgo, è anche il più alto sentimento di sacralità “ Ma non privarmi[,]tu[,] del tuo sorriso/che addolcisce la pena[.] Tu che mi ascolti tremare/ nel delirio del fuoco e dell’aria”.
L’intimismo di una dimensione di quotidianità, di sfondi di una natura cittadina, di paesaggi abituali, persino l’incontro con il ricordo dei propri cari, creano immagini di vibrante e sincera effusione lirica. Il poeta è capace di subitanee illuminazioni, indubbiamente sostenuto dalla religiosità della contemplazione e da quella luce ritrovata nell’attesa notturna, silenziosa e trepidante che sembra scavare nel profondo “Nessuno lo può sapere se non Ti incontra[.]/ Che la gloria che Ti riveste è la luce/ dei nostri giorni redenti”.
La poesia di Davoli meriterebbe un discorso più ampio e completo che non queste semplici note. Sicuramente una conoscenza della sua opera non può che arricchire l’anima umana, dacché il suo tempo non sarà perduto se il nostro spirito conserva dopo la lettura delle sue liriche, una vivificante leggerezza, data dall’analisi di una poetica che sa adattarsi a ogni aspetto o momento della sua attenta psicologia, della sua profonda cultura  e familiarità con concetti e parametri di pensieri tipici anche della filosofia.


10 set 2017

"Versi d'autunno" di Antonio Damiano: una stagione che incede silenziosa fuori e dentro di noi





“Fa' così, caro Lucilio: rivendica a te il possesso di te stesso, e il tempo, che finora ti veniva sottratto apertamente, oppure rubato, oppure ti sfuggiva, raccoglilo e conservalo”


(Seneca - Il valore del tempo- Epistula ad Lucilium, 1)






Versi d’autunno” (Genesi Editrice- marzo 2016) è una silloge poetica di Antonio Damiano che ha meritatamente conseguito il 1° Premio dell’Area poeti della tradizione, alla V Edizione del Concorso Letterario “I Murazzi” di Torino. Si tratta di un’opera eccellente, ricca di maturi spasimi e attese crepuscolari, in un attento scandaglio interiore verso un consapevole bilancio di un vissuto che si dipana nel tempo e scorre come “solinga attesa”:“La vita è già passata[;] è già oltre[…]Ma cosa mai posso fare[…]così vecchio[,]/Così stanco[…]”.
Attraverso l’intera poetica si profilano continui, il senso della caducità della vita, degli sforzi umani e un rapido trasformarsi di ogni esperienza, percepita con travolgente trasporto nella costante e inestinguibile emozione del ricordo. Per originaria accezione, nella parola “autunno” risuonano sia la lentezza irrimediabile di luci sparenti, di cieli amplissimi che si spengono sia il godere del nostro tempo migliore, quello della pienezza dell’essere; una stagione che incede silenziosa fuori e dentro di noi di cui il poeta si rende cantore. Dal fluire e svanire delle cose si alza, unica, anelata fonte di salvezza e d’eternità l’Arte, intesa come creazione poetica; in essa implodono tutti i tormenti e tutte le estasi, mettendo a nudo il sentimento più intimo del poetaOgnuno ha un’isola nel cuore [,] un’Itaca/Lontana[,]che traluce nei suoi occhi/Sospesa nel ricordo[.] E lo accompagna[…]”.
Il Nostro si sente pervaso dalla lacerante coscienza di avere ormai irrimediabilmente dietro di sé quell’Eden di intatta innocenza, di totale identità tra io e natura, di perfetta comunione tra fantasia e realtà, al quale da adulti si cerca sempre, ahimè senza speranza, di fare ritorno “ Non c’è ritorno verso quello che vorrei[,] / Che riluce nei miei occhi con immagini/ Beate dell’implume primavera[.] / E nube senza vento ristagna sui miei giorni[,] / Offuscando il tempo dell’immemore stagione”.
La natura si mitizza nella memoria e assurge a serbatoio di purezza incontaminabile, perpetua promessa di conforto persino alle incongruenze inferte dallo scambio sociale.
Sfondo privilegiato è la Campania, sua terra d’origine: riserva di bellezza con i suoi paesaggi e tradizioni, che nel verso ritornano attraverso la voce della saggezza, per ricomporre frammenti e smorzare l’angoscia di un allontanamento che la vita ha imposto ma che è anche occasione di raccoglimento, garante di autenticità e distanza salutare dall’inevitabile grigiore della routine quotidiana, in un “perenne divenire”… “La stagione appen si muove nei suoi lenti/Mutamenti [;] cresce e si distende[,] cangia/ E trascolora[…]”.
Il verso, ritmato delicatamente dalla pulsione al ritorno e un io poetico depositario della memoria, sottolineano la fugacità e la precarietà dell’esistenza umana: “È il Tempo il signore della vita”. Appaiono evidenti i richiami al “Sentimento del Tempo” ungarettiano mentre la particolare nostalgia, rappresentata dal ricordo della giovinezza trascorsa, le relazioni intersoggettive e il nido familiare, rimandano alla pascoliana “Myricae”.
Lo stile è contrassegnato da grande raffinatezza formale e si esplica in una puntigliosa fedeltà al ritmo e all’impasto musicale con frequenti enjambements, di qui un verso lungo segnato da naturali e armoniose cesure che ascrivono questa silloge tra le migliori nella vastità delle opere poetiche contemporanee. La continuità degli echi, la multiforme e sfaccettata vitalità di spunti e voci creano un universo elegiaco dove la desolazione del presente, accompagnata dallo spirito malinconico del passato, ricorda le liriche di stampo ovidiano.
Per cogliere al meglio il segreto della poetica di Damiano, occorre avvicinarsi al suo con-sentire, cioè sentire insieme agli altri, presago di un indebolimento dell’individuo di fronte all’incombere di una decadenza di valori, prediligendo i più elevati beni intrinseci verso un anelito di fraterna intesa umana, che possano contrastare le paurose incognite di un’epoca distratta e disorientata. Non esiste un vero e proprio antidoto alla nostalgia, il poeta è più che consapevole delle tante malinconie che ritornano, che danno il senso, non della perdita, ma di quell'eterna ciclicità di cui tutti facciamo parte e a cui tutti tendiamo. La stanchezza crepuscolare non si delinea come un segno di sconfitta e di rinuncia ma si dissolve in un’aurea di sofferta dignità, in attesa di raggiungere quella “terra promessa”… “Allorquando la luce terrena si spegne”. Il poeta sembra chiudersi in se stesso, non più desideroso di udire i rumori del tempo, eppure questo tempo non lo trova distratto  o indifferente, al contrario: i suoi versi tendono a disseppellire quella fede che dona a ogni uomo la possibilità di sollevarsi al di sopra del mondo e delle sue miserie, per comprendere meglio la vita ed anche la morte.







6 set 2017

Il verbale di giuria della VI edizione del Premio Nazionale di Poesia "L'arte in versi" (2017)






VI PREMIO NAZIONALE DI POESIA “L’ARTE IN VERSI”
Ideato, fondato e presieduto dal dott. Lorenzo Spurio


Verbale di Giuria

Il Presidente del Premio, dott. Lorenzo Spurio, a conclusione delle operazioni di lettura, valutazione e vaglio da parte della Commissione di Giuria, rende nota la sua composizione.

Sez. A (Poesia in italiano): Valentina Meloni, Alessandra Prospero, Michela Zanarella, Francesco Martillotto, Antonio Melillo, Stefano Baldinu, Emanuele Marcuccio, Giuseppe Guidolin, Vincenzo Monfregola
Sez. B (Poesia in dialetto): Valentina Meloni, Alessandra Prospero, Michela Zanarella, Francesco Martillotto, Antonio Melillo, Stefano Baldinu, Emanuele Marcuccio, Giuseppe Guidolin, Vincenzo Monfregola
Sez. C (Haiku): Valentina Meloni, Alessandra Prospero
Sez. D (Critica poetica): Valentina Meloni, Michela Zanarella, Francesco Martillotto, Antonio Melillo

Presidente di Giuria – con diritto di voto per tutte le sezioni – è stata Susanna Polimanti.

Espletate le operazioni di segreteria che ha provveduto all’eliminazione preventiva di tutti quei testi che, per le ragioni indicate nel bando di partecipazione, non erano conformi ai parametri richiesti, la partecipazione complessiva delle opere regolarmente a concorso è stata di 645 poesie in lingua italiana (Sez. A), 100 poesie in dialetto (Sez. B), 184 haiku (Sez. C) e 15 critiche poetiche (Sez. D).

I parametri considerati dalla Commissione di Giuria nel corso delle operazioni di lettura e valutazione sono stati:
-       Rispondenza di genere (congruità alla sezione)
-       Correttezza sintattico-grammaticale
-       Forma espositiva e stile impiegato
-       Intensità comunicativa (forza espressiva)
-       Originalità ed elaborazione
-       Musicalità

L’organizzazione del Premio, in sinergia e mutua collaborazione con alcune associazioni culturali che perseguono finalità comuni, ha deciso di attribuire alcuni premi speciali che vengono offerti dalla rispettive Associazioni Culturali e che portano, pertanto, il loro nome nelle relative targhe.

Tenuto conto delle indicazioni iniziali, che costituiscono parte integrante del verbale di giuria, la graduatoria finale e definitiva dei vincitori è così stabilita:




SEZIONE A
POESIA IN LINGUA ITALIANA

Vincitori Assoluti
1° Premio – VALERIA D’AMICO di Foggia con la poesia “I bambini di Aleppo”
2° Premio – ALESSANDRO LATTARULO di Bari con la poesia “Morte di un senza volto e nome”
3° Premio – TINA FERRERI TIBERIO di San Ferdinando di Puglia (BT) con la poesia “Dammi i colori, madre”

Menzioni d’Onore
ANDREA PERGOLINI di Fossombrone (PU) con la poesia “Genziane”
ANTONIO VANNI di Isernia con la poesia “Risalita alle fonti”
DIEGO FANTIN di Thiene (VI) con la poesia “Pianure di guerra”
GIULIO DARIO GHEZZO di Venezia con la poesia “Ai confini dell’incanto”
MARIA SALVATRICE CHIARELLO di Palermo con la poesia “Anche i bambini siriani sognano”
MAURO MILANI di Genova e MILENA TONELLI di Castelnuovo Rangone (MO) con la poesia “Autunno”
NUNZIO BUONO di Rovello Porro (CO) con la poesia “Viaggio i tuoi occhi”
NUNZIO INDUSTRIA di Napoli con la poesia “Mater”
ROBERTO RAGAZZI di Trecenta (RO) con la poesia “La vita continua”
SARA FRANCUCCI di Cingoli (MC) con la poesia “Bulimia”

Menzioni di Merito
ANGELO ABBATE di Bagheria (PA) con la poesia “Il cielo di Aleppo”
PATRICK WILLIAMSON di Parigi (FRANCIA) con la poesia “Una tasca di sabbia”
TULLIO MARIANI di Molina di Quora (PI) con la poesia “Venne solo la pioggia”

                                                                               


SEZIONE B
POESIA IN DIALETTO

Vincitori Assoluti
1° Premio Assoluto – LUCIANO GENTILETTI di Rocca Priora (RM) con la poesia “Er tempo de ‘na vorta”
2° Premio Assoluto – GIAMPAOLO RICCI di Treia (MC) con la poesia “ ‘a tera trema”
3° Premio Assoluto – ARMANDO MAIOLICA di Trentola Ducenta (CE) con la poesia “ ‘A faccia e ‘Ddio”

Menzioni d’Onore  
ANTONINO PEDONE di Castellammare del Golfo (TP) con la poesia “Ummiri e spiranzi”
FAUSTO MARSEGLIA di Marano di Napoli (NA) con la poesia “Napule”
GIUSEPPE BELLANCA di San Cataldo (CL) con la poesia “Figghj”
GIUSEPPE PAPPALARDO di Palermo con la poesia “Stanotti chiovi luna”
NERINA ARDIZZONI di Renazzo (FE) con la poesia “Zughèr”


Menzioni di Merito
GABRIELLA TOMASINO di Verona con la poesia “Resta sulu u silenzio”
IVANO ROSELLINI di Cascina (PI) con la poesia “Alzheimer”




SEZIONE C
HAIKU

Vincitori Assoluti
1° Premio Assoluto – EUFEMIA GRIFFO di Settimo Milanese (MI)
2° Premio Assoluto – LORENA GINO di Ventimiglia (IM)
3° Premio Assoluto – MARIA LAURA VALENTE di Cesena (FC)

Menzioni d’Onore 
AMELIA VALENTINI di Pescara
LUCILLA TRAPAZZO di Zurigo (SVIZZERA)

Menzione di Merito
MARINA BELLINI di Bagnolo S. Vito (MN)



SEZIONE D
CRITICA POETICA


Vincitori Assoluti
1° Premio Assoluto – LUCIA BONANNI di Scarperia / S. Piero a Sieve (FI) con il saggio “Paesaggio, orfismo, alchimia e cammino nei Canti orfici e altri scritti di Dino Campana”
2° Premio Assoluto – RAFFAELE GUADAGNIN di Feltre (BL) con il saggio “Carla e I Novissimi”
3° Premio Assoluto – MARIA GRAZIA FERRARIS di Gavirate (VA) con il saggio “Il treno, di Marina Cvetaeva”

Menzioni d’Onore 
GABRIELLA COLLETTI di Trecate (NO) con il saggio “Bajkál: il libro precedente. Un’apoteosi dell’immaginazione. Saggio su Domenico Cara”
ANTONELLA TREDICINE di Roma con il saggio “Le parole non mi trovano. Mariella Meher, Ognuno incatenato alla sua ora



PREMI SPECIALI

Premio Speciale del Presidente di Giuria
RITA MUSCARDIN di Savona con la poesia “Ha mani invisibili la morte”

Trofeo “Euterpe”
ANGELO CANINO di Acri (CS) con la poesia “Aleppo”

Premio Speciale Associazione “Le Ragunanze” – Roma
MASSIMO VITO MASSA di Bari con la poesia “Quella linea in diagonale (Capaci, 23 marzo ’92)”

Premio Speciale Associazione “Verbumlandi-art” – Galatone (LE)
GAETANO CATALANI di Ardore Marina(RC) con la poesia in dialetto “Troppo ‘mprescia”

Premio Speciale Associazione “CentroInsieme Onlus” – Napoli
FABIANO BRACCINI di Milano con la poesia “I colori dell’infanzia”

Premio alla Carriera Poetica
DANTE MAFFIA (Roseto Capo Spulico, 1946)

Premio alla Memoria
ALESSANDRO MIANO (Noto, 1920 - Milano, 1994)
MARIA COSTA (Messina, 1926-2016)




Consistenza dei Premi

Come indicato dal bando di partecipazione i premi consistono in:
1° Premio: Targa, diploma, motivazione della giuria, 150,00 € e tessera socio Ass. Euterpe 2018
2° Premio: Targa, diploma, motivazione e 100,00€
3° Premio: Targa e diploma e motivazione
Menzione d’Onore: Coppa e diploma
Menzione di Merito: Diploma
Premi Speciali: Targa, diploma e motivazione
Premio alla Carriera Poetica: Targa, diploma, motivazione, 200,00€, pernottamento per la notte della premiazione (1 persona) e cena (1 persona).
Premio alla Memoria: Targa, diploma e motivazione
Tutti i testi dei vincitori – a vario titolo - verranno pubblicati nell’opera antologica del Premio.
Per i premi alla Carriera e alla Memoria, d’accordo con gli autori interessati o i naturali eredi, si pubblicherà in antologia una scelta dei loro testi.




Premiazione e Ritiro dei Premi
                                                                                 
La cerimonia di premiazione si terrà a Jesi (AN) il 4 novembre 2017 alle ore 17:30 presso la Sala Maggiore del Palazzo dei Convegni (Corso G. Matteotti n°19).
Tutti i premiati, a vario titolo, sono invitati a presenziare alla premiazione dove daranno lettura alle proprie poesie.

Come da bando di concorso, si ricorda che i vincitori sono tenuti a presenziare alla cerimonia di premiazione per ritirare il premio o per mezzo di un delegato. In questo caso la delega va annunciata unicamente a mezzo mail entro una settimana prima della cerimonia all’attenzione del Presidente del Premio, dott. Lorenzo Spurio, a arteinversi@gmail.com Non verranno accettate deleghe sotto altre forme (telefono, sms, Whatsapp o messagistica di Social Networks).
Il delegato avrà diritto a ricevere il premio, ma non il premio in denaro – laddove previsto – che verrà consegnato solo al legittimo vincitore.
I premi non ritirati non verranno spediti a domicilio e rimarranno all’Associazione che li impiegherà in successive edizioni.





Antologia

Come sottoscritto nel modulo di partecipazione al premio all’atto dell’invio dei materiali, l’autore concede la pubblicazione della propria opera nella antologia del premio senza nulla avere a pretendere all’atto della pubblicazione né in futuro all’organizzazione del Premio.
L’antologia verrà consegnata gratuitamente in una copia a ciascun vincitore presente alla cerimonia di premiazione. Per gli assenti interessati a riceverla, sarà possibile inviarla a domicilio, dietro pagamento delle relative spese di spedizione di cui verrà dato conto con una successiva mail dopo la premiazione.



Conferma della presenza e Dichiarazione

Ai vincitori del Premio alla Carriera e agli eredi del Premio alla Memoria è richiesto di confermare entro il corrente mese di settembre la loro presenza alla cerimonia di premiazione. Eventuali altre informazioni saranno inviate a mezzo mail.
A tutti gli altri vincitori è richiesto di confermare la propria presenza alla cerimonia di premiazione unicamente a mezzo mail: arteinversi@gmail.com all’attenzione del Presidente del Premio entro il 29 ottobre p.v.
A tutti i vincitori che interverranno alla premiazione fisicamente, o per delega, è richiesto di inoltrare apposita mail al medesimo indirizzo mail con oggetto “Dichiarazione SIAE” con il quale attestino (copia-incollando il seguente messaggio inserendo i propri dati personali):

Io sottoscritto/a _________________________ nato/a_________________________________
Il ___________________________________ CF _______________________________________
Residente a __________________________ in Via _____________________________________
Cap _______________________________ tel. _______________________________________
Sotto la mia unica responsabilità, DICHIARO
che la mia poesia dal titolo “__________________” è/non è (indicare una delle due possibilità) iscritta e depositata alla SIAE. Sono a piena conoscenza della responsabilità penale prevista per le dichiarazioni false dall’art. 76 del D.P.R. 445/2000.


Letto, firmato e sottoscritto
Jesi, 2 settembre 2017

  Dott. Lorenzo Spurio                                                    Susanna Polimanti                             Presidente del Premio                                                           Presidente di Giuria
                                                                                                                                           



Info: